Tutto ciò che c’è da sapere sulle microtransazioni nei videogiochi e nei giochi online: la guida completa

Le microtransazioni sono diventate una componente centrale nell’industria dei videogiochi online, trasformando radicalmente sia il modello di business degli sviluppatori che l’esperienza dei giocatori. Questo articolo vuole offrire un’analisi dettagliata delle microtransazioni, esplorando le loro origini, tipologie, impatti economici e sociali, nonché le controversie e le regolamentazioni ad esse associate.

Origini delle microtransazioni

Le microtransazioni hanno iniziato a emergere nei primi anni 2000 con l’avvento dei giochi online e dei dispositivi mobili, rivoluzionando il modo in cui i videogiochi venivano sviluppati, distribuiti e monetizzati. Prima di allora, il modello di business predominante prevedeva l’acquisto diretto del gioco, sia in versione fisica che digitale, con un prezzo fisso al momento dell’acquisto. Tuttavia, con la crescente diffusione di internet e il progresso delle tecnologie di pagamento digitale, gli sviluppatori hanno iniziato a sperimentare nuove strategie di guadagno basate su acquisti opzionali all’interno del gioco.

Uno dei primi esempi di questo fenomeno è stato “MapleStory”, un MMORPG lanciato nel 2003 da Nexon, che ha introdotto il concetto di “Cash Shop”, un negozio virtuale in cui i giocatori potevano acquistare oggetti digitali con denaro reale. Questi oggetti erano principalmente di natura cosmetica, come costumi, accessori o effetti grafici che personalizzavano i personaggi, ma nel tempo si sono evoluti includendo anche potenziamenti e miglioramenti per l’esperienza di gioco.

L’adozione di questo modello ha permesso agli sviluppatori di offrire giochi gratuitamente – dando origine al modello “free-to-play” – rendendo il gioco accessibile a una platea molto più ampia di utenti. Invece di affidarsi esclusivamente alla vendita di copie del gioco, gli sviluppatori hanno iniziato a generare ricavi grazie agli acquisti in-game, che consentivano ai giocatori di migliorare la propria esperienza attraverso contenuti extra.

Negli anni successivi, questo approccio è stato adottato da un numero crescente di titoli, dai giochi per PC e console ai giochi mobile, portando a una rapida evoluzione delle microtransazioni. Se inizialmente gli acquisti in-game erano limitati a oggetti estetici, con il tempo sono diventati sempre più complessi, includendo valute virtuali, loot boxes e contenuti esclusivi, contribuendo a plasmare l’industria videoludica moderna.

Tipologie di microtransazioni

Le microtransazioni possono essere classificate in diverse categorie:

  • Oggetti cosmetici: elementi che alterano l’aspetto visivo del personaggio o dell’ambiente di gioco senza influenzare le meccaniche di gioco. Ad esempio, skin, costumi o decorazioni.
  • Potenziamenti: strumenti o abilità che offrono vantaggi temporanei o permanenti nel gameplay, come aumenti di esperienza o potenziamenti delle statistiche.
  • Valute virtuali: monete digitali acquistate con denaro reale, utilizzate per effettuare transazioni all’interno del gioco.
  • Espansioni o DLC (Downloadable Content): contenuti aggiuntivi che estendono la storia principale o introducono nuove funzionalità e missioni.
  • Loot boxes: contenitori virtuali con contenuti casuali, acquistabili con valuta reale o virtuale, che offrono la possibilità di ottenere oggetti rari o esclusivi.

Impatto economico delle microtransazioni

Le microtransazioni hanno rivoluzionato il modello economico dell’industria videoludica. Nel 2022, il mercato globale dei videogiochi ha generato ricavi per 120,8 miliardi di dollari nel segmento mobile, con una previsione di crescita fino a 146,9 miliardi di dollari entro il 2026. Questa crescita è in gran parte attribuibile all’adozione diffusa delle microtransazioni nei giochi free-to-play. Ad esempio, titoli come Fortnite e Genshin Impact hanno registrato entrate significative attraverso l’acquisto di oggetti cosmetici e altri contenuti in-game.

In Italia, il mercato dei videogiochi ha mostrato una crescita notevole. Secondo un rapporto del 2023, il settore ha registrato un incremento significativo, con una spesa crescente da parte dei consumatori per giochi e contenuti aggiuntivi. Questo trend riflette l’aumento della popolarità dei giochi che offrono microtransazioni come parte integrante dell’esperienza di gioco.

Ovviamente, le microtransazioni nei giochi online – all’interno del nostro Paese come in altre nazioni – trovano terreno fertile soprattutto per via degli sviluppati e sempre più presenti metodi di pagamento online che si possono utilizzare su internet. Per esempio, quando si pensa ai casinò, PayPal o altri software di pagamento possono favorire le tempistiche e velocizzare i tempi, oltre a dare una maggiore sicurezza sulle transazioni. Questo avviene anche nei giochi virtuali, ormai divenuti una realtà piuttosto presente.

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Controversie e preoccupazioni

Nonostante il successo economico, le microtransazioni sono oggetto di accese discussioni e critiche. Le principali preoccupazioni includono:

  • Modello Pay-to-Win: in alcuni giochi, gli acquisti in-game possono offrire vantaggi competitivi significativi, creando una disparità tra i giocatori paganti e quelli che scelgono di non spendere denaro. Questo può portare a un’esperienza di gioco sbilanciata e frustrante per molti utenti, con videogiocatori e non solo che, infatti, spesso si sono lamentati e detti frustrati proprio dal fatto che, in determinati giochi, si possa risultare più competitivi non tanto per una questione di bravura, quanto – invece – per la capacità di spesa.
  • Spese inconsapevoli: un numero crescente di casi riguarda giocatori, spesso minori, che effettuano acquisti senza la piena consapevolezza dei costi reali. Ad esempio, un caso nel Regno Unito ha visto un bambino di dieci anni accumulare spese per oltre 1.200 sterline in acquisti su “Fortnite” senza che i genitori ne fossero a conoscenza.

Regolamentazione e misure preventive

A fronte delle crescenti preoccupazioni, diverse organizzazioni e governi stanno intervenendo per regolamentare le microtransazioni:

  • Interventi governativi: alcuni paesi hanno iniziato a considerare le loot boxes come una forma di gioco d’azzardo illegale, imponendo restrizioni o addirittura vietandole. Ad esempio, il governo spagnolo sta sviluppando una legge per proteggere i minori nel contesto digitale, focalizzandosi sulla limitazione dell’uso delle loot boxes.
  • Organizzazioni per la protezione dei consumatori: la BEUC (Organizzazione Europea dei Consumatori) ha presentato denunce contro grandi publisher di videogiochi, sostenendo che le pratiche legate alle microtransazioni possono portare a spese eccessive, specialmente tra i minori. L’organizzazione chiede maggiore trasparenza e, in alcuni casi, la proibizione dell’uso di valute virtuali in-game per evitare confusione sui costi reali.

Misure preventive per i genitori: è essenziale che i genitori siano informati e proattivi nel gestire l’accesso dei propri figli alle microtransazioni. L’uso di controlli parentali, la supervisione delle attività di gioco e discussioni aperte sul valore del denaro e sugli acquisti digitali possono aiutare a prevenire spese indesiderate.

Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.