Investire in Auto d’Epoca e Moto Storiche: Conviene? Guida Completa

La passione per i motori può andare a braccetto con l’opportunità di guadagno: investire in auto d’epoca sta diventando anche in Italia un’alternativa interessante agli investimenti tradizionali. Possedere un’auto storica significa custodire un pezzo di storia su quattro ruote, e per molti neofiti italiani l’idea di coniugare passione e investimento è affascinante. Naturalmente, il mercato delle auto d’epoca è complesso e dinamico, influenzato da mode, rarità dei modelli, condizioni dei veicoli e domanda dei collezionisti. Per questo, prima di iniziare, è fondamentale informarsi bene: bisogna capire quanti soldi servono, quali vetture scegliere, come restaurarle e mantenerle, e infine come rivenderle traendone un profitto.

In questa guida completa esploreremo:

  • Perché investire in auto d’epoca può essere una scelta interessante per un principiante.

  • Quanto budget serve per iniziare nel 2025, considerando costi d’acquisto, restauro e mantenimento.

  • Quali modelli europei scegliere come investimento (dalle italiane come Fiat 500 e Alfa Romeo Spider alle tedesche come Porsche 911).

  • Come funziona il restauro di un’auto d’epoca: livelli di intervento, costi medi e a chi affidarsi (professionisti o fai-da-te).

  • Come valorizzare un’auto d’epoca: documentazione, accessori originali, storicità ed esposizione.

  • Come conservare al meglio un’auto storica: garage, protezioni, manutenzione preventiva, assicurazioni.

  • Strategie per rivendere l’auto d’epoca con profitto: dove vendere (fiere, aste, siti specializzati), quando e tendenze di mercato.

Siete pronti a tuffarvi nel mondo delle auto d’epoca? Iniziamo!

Perché investire in auto d’epoca può essere una scelta interessante per neofiti

Acquistare un’auto d’epoca non è solo un fatto di nostalgia: può rappresentare anche una strategia di investimento alternativa e divertente. A differenza di un’azione o un titolo finanziario, un’auto storica è un bene tangibile che potete toccare con mano, guidare nei weekend e mostrare con orgoglio. Il bello è che, mentre ve la godete, il suo valore potrebbe aumentare nel tempo. Contrariamente a un’auto nuova (che perde valore rapidamente appena esce dal concessionario), una classica ben conservata tende a mantenere il suo valore e in molti casi ad apprezzarsi con gli anni.

Dal punto di vista finanziario, alcuni modelli storici hanno registrato performance notevoli. Negli ultimi dieci anni, il mercato delle auto d’epoca di fascia alta ha visto apprezzamenti medi del 7% annuo circa, superiori a molti investimenti tradizionali. Anche vetture più comuni hanno spesso avuto rivalutazioni del 3-5% annuo. In certi casi eclatanti, il valore di auto iconiche è raddoppiato o triplicato nell’arco di 10-15 anni. Ovviamente non tutte le auto crescono di valore allo stesso modo – dipende da rarità, condizione, moda – ma il trend generale di lungo periodo per le auto storiche ricercate è positivo. In altre parole, investire in auto d’epoca può fornire un ritorno economico interessante, oltre al piacere di possedere un oggetto unico.

Un altro aspetto da non sottovalutare è la diversificazione. Inserire un’auto d’epoca nel proprio “portafoglio” di investimenti significa avere un asset reale che può comportarsi in modo indipendente dai mercati finanziari. Inoltre le auto d’epoca, come altri beni da collezione (arte, orologi, vini pregiati), hanno un mercato proprio che spesso attrae acquirenti internazionali: se scegliete un modello famoso, potreste rivenderlo in futuro anche all’estero, ampliando le possibilità di profitto.

In Italia, investire in auto storiche gode di alcune agevolazioni e vantaggi collaterali. Ad esempio, per i veicoli con più di 30 anni spesso non si paga il bollo (o si paga una cifra irrisoria), e le assicurazioni storiche hanno premi molto più bassi rispetto alle polizze standard – ciò riduce il costo di mantenimento annuo. Inoltre il nostro Paese ha una ricca cultura motoristica: esistono numerosi club di modello, raduni ed eventi dedicati alle auto d’epoca, che vi permetteranno di entrare in una community di appassionati. Questo non solo rende l’esperienza più divertente, ma può facilitare l’accesso a consigli, pezzi di ricambio e contatti utili per comprare o vendere la vostra vettura.

In sintesi, per un neofita italiano investire in auto d’epoca può essere un ottimo modo per unire passione e rendimento. Naturalmente occorre prudenza: è fondamentale scegliere con cura l’auto (meglio se un modello di cui apprezzate anche la guida e la storia), studiare un po’ il mercato e mettere in conto le spese di gestione. Se affrontato con la giusta preparazione, però, questo investimento “a motore” può dare grandi soddisfazioni sia emotive che economiche.

Quanto costa iniziare a investire in auto d’epoca? Budget d’ingresso, acquisto, restauro e mantenimento

Prima di acquistare la vostra prima auto d’epoca, è essenziale capire quale budget dovrete mettere in conto. Non si tratta solo del prezzo d’acquisto: bisogna considerare le eventuali spese di restauro iniziale e i costi di mantenimento nel tempo. Investire in un veicolo storico comporta quindi una serie di esborsi, iniziali e continuativi, che è bene preventivare con attenzione. Vediamo nel dettaglio le principali voci di spesa:

Costo di acquisto iniziale

Il prezzo di acquisto di un’auto d’epoca può variare moltissimo. Si trovano vetture storiche per tutte le tasche: dai modelli più semplici e diffusi, fino alle supercar da collezione. In generale:

  • Fascia economica: con 5.000-10.000 € si possono acquistare alcuni modelli d’epoca popolari in condizioni discrete. Ad esempio, una Fiat 500 “F” fine anni ’60 ben tenuta può rientrare in questo range, così come utilitarie anni ’70-’80 (es. Fiat 126, Volkswagen Maggiolino non perfetti, Mini da restaurare).

  • Fascia media: tra 10.000 e 30.000 € troviamo molte auto d’epoca ambite e in buone condizioni. Questa è la fascia in cui avviene la maggior parte delle compravendite di storiche in Italia. Con questo budget si possono valutare, ad esempio, un’Alfa Romeo Spider anni ’80 in ottimo stato, una Lancia Fulvia coupé da uso quotidiano, o una Porsche 924/944 dei primi anni ’80.

  • Fascia alta: oltre i 30.000 € entriamo nel mondo di vetture più prestigiose o performanti. Da 30 a 50 mila euro si possono trovare Porsche 911 di qualche generazione passata, Lancia Delta Integrale evoluzione, Mercedes SL “Pagoda” in condizioni accettabili, etc. Salendo ancora, sopra i 50-100 mila €, ci sono auto sportive classiche (Ferrari, Jaguar E-Type, Porsche 911 Carrera RS d’epoca, etc.) destinate però a investitori già esperti e collezionisti facoltosi.

Per un neofita, è consigliabile iniziare con un modello abbordabile, nella fascia economica o media, in modo da limitare il capitale iniziale e fare esperienza senza esporsi a rischi elevati. Attenzione alle occasioni “troppo belle per essere vere”: un prezzo d’acquisto molto basso potrebbe nascondere problemi seri o costi di restauro molto alti.

Costi di restauro e riparazioni

Spesso le auto d’epoca, soprattutto quelle acquistate a prezzo contenuto, richiedono interventi di restauro più o meno estesi. I costi di restauro dipendono dallo stato dell’auto e dal livello di perfezione che si vuole ottenere:

  • Restauro conservativo: ci si limita a ripristinare la piena funzionalità e l’estetica di base del veicolo, mantenendo il più possibile i componenti originali. Include ad esempio la revisione di freni e sospensioni, la sistemazione di piccole ammaccature o punti di ruggine e un’eventuale riverniciatura parziale. Può costare indicativamente 2.000-5.000 €, a seconda del modello e delle parti da sostituire.

  • Restauro parziale: riguarda interventi più approfonditi su alcune parti chiave del veicolo, senza smontarlo completamente. Ad esempio, rifacimento della verniciatura esterna completa, revisione del motore e cambio, sostituzione degli interni usurati. Un restauro parziale ben fatto può richiedere 5.000-10.000 €, ma restituisce un’auto in ottime condizioni generali, sebbene non perfetta in ogni dettaglio da concorso.

  • Restauro integrale (“frame-off”): l’auto viene smontata fino all’ultimo bullone e ricostruita da zero, portandola allo stato di fabbrica (o meglio). Questo approccio è il più costoso in assoluto: parliamo facilmente di 10.000-30.000 € e oltre di spesa, perché include carrozzeria, meccanica, interni, impianto elettrico – tutto revisionato o nuovo, utilizzando componenti originali o ricostruzioni fedeli. Un restauro integrale ha senso solo per modelli di grande valore o rarità, o per esemplari a cui si tiene in modo particolare.

Chi è agli inizi dovrebbe cercare di valutare bene lo stato dell’auto prima dell’acquisto: comprare una vettura già in buone condizioni può costare di più all’inizio ma far risparmiare molto sul restauro. Se invece acquistate un esemplare da sistemare, mettete in conto un fondo extra per imprevisti: durante i lavori è comune scoprire ulteriori parti da sostituire o problemi nascosti (ad esempio ruggine strutturale) che faranno lievitare la spesa.

Costi di mantenimento annuali

Possedere un’auto d’epoca comporta anche spese ricorrenti ogni anno per mantenerla in efficienza e in regola:

  • Assicurazione: molte compagnie offrono polizze speciali per auto storiche a premi ridotti. Tipicamente, per un’auto ultra-ventennale che non si usa quotidianamente si possono spendere tra 100 e 300 € l’anno di assicurazione RC, a patto che il proprietario abbia un’altra auto per l’uso quotidiano e che il veicolo storico sia iscritto a un club o registro (condizione spesso richiesta per queste polizze). L’assicurazione storica è quindi molto più economica di una normale.

  • Bollo: la tassa di possesso annuale (bollo) per le auto d’epoca dipende dall’età. In molte regioni italiane i veicoli con oltre 30 anni sono esenti dal bollo, o pagano un importo forfettario minimo (ad esempio 30 € l’anno). Per auto tra 20 e 29 anni, la legislazione è variabile: alcune regioni concedono sconti del 50-100% se l’auto è iscritta come veicolo di interesse storico (ASI o altri registri), altrimenti si paga il bollo intero come per un’auto moderna. In ogni caso, la spesa di bollo per un’auto storica è in genere bassa o nulla rispetto a un’auto nuova.

  • Manutenzione ordinaria: anche usando poco l’auto d’epoca, un tagliando annuale è consigliabile. Olio motore e filtri vanno cambiati almeno una volta l’anno, i freni controllati, la batteria mantenuta carica. Queste operazioni, fatte da un meccanico generico o specializzato, possono costare circa 200-500 € all’anno, a seconda dei materiali e delle tariffe. A ciò si aggiungono eventuali piccole riparazioni: ad esempio la sostituzione di una pompa dei freni, di una guarnizione che perde, di un set di pneumatici (che vanno cambiati ogni 5-6 anni anche se con pochi km, per invecchiamento della gomma).

  • Manutenzione straordinaria: oltre alla routine, bisogna tenere un fondo imprevisti per guasti o lavori maggiori che possono emergere col tempo. Su un’auto d’epoca, componenti come l’impianto elettrico, la frizione o le sospensioni potrebbero richiedere revisione dopo decenni di servizio. È prudente accantonare almeno 500-1000 € annui come media (se poi non vengono spesi, meglio, ma è bene averli disponibili all’occorrenza).

  • Garage e rimessaggio: dove terrete la vostra auto storica? L’ideale è un garage o box chiuso, asciutto e sicuro. Se ne avete già uno di proprietà, ottimo; in caso contrario va considerato il costo di affitto di uno spazio adeguato. A seconda delle città, un posto auto in garage può costare da 50 fino a 200 € al mese (nelle grandi città), cioè fino a ~2.400 € l’anno. Un’alternativa può essere un posto auto condiviso o presso strutture di rimessaggio per veicoli storici, con costi variabili. Anche chi ha garage proprio potrebbe voler investire in strumenti di conservazione: un telo copriauto traspirante (50-100 €), un mantenitore di batteria (50 €), magari un deumidificatore per l’ambiente se si vive in zona umida, ecc.

Riassumendo, mantenere un’auto d’epoca può costare qualche migliaio di euro all’anno, a seconda del modello e dell’uso. La buona notizia è che queste spese tendono ad essere inferiori a quelle di gestione di un’auto moderna (tra assicurazione ridotta, niente bollo e minor usura per il poco utilizzo). È importante però prevederle nel budget, così da non trovarsi in difficoltà e poter custodire l’auto al meglio, preservandone il valore nel tempo.

Ecco una panoramica riassuntiva dei principali costi iniziali da considerare quando si inizia a investire in un’auto d’epoca:

Voce di spesa iniziale Costo indicativo (€) Note
Acquisto auto d’epoca (modello comune) 5.000 – 15.000 Esempio: utilitarie anni ’60-’80 in buono stato
Acquisto auto d’epoca (modello prestigioso) 20.000 – 50.000+ Esempio: spider sportive, coupé ricercate; modelli top anche oltre 100k
Restauro conservativo/parziale 2.000 – 10.000 Piccoli interventi funzionali ed estetici (vernice, meccanica di base)
Restauro completo professionale 10.000 – 30.000+ Ripristino totale “come nuovo”, costoso ma valorizza al massimo l’auto

E di seguito i costi annuali tipici per il mantenimento di un’auto storica:

Voce di spesa annuale Costo indicativo (€/anno) Note
Assicurazione storica 100 – 300 Polizza RC agevolata per auto >20 anni (uso limitato)
Bollo (tassa di possesso) 0 – 100 Esente oltre 30 anni (importi minimi in alcune regioni)
Manutenzione ordinaria 200 – 500 Tagliando annuale, consumabili (olio, filtri, batteria)
Manutenzione straordinaria 500 – 1.000 Fondo per guasti imprevisti e ricambi importanti
Garage/Rimessaggio 0 – 2.000 Se spazio proprio, costo nullo; altrimenti affitto box/posto auto

N.B.: I costi sopra indicati sono stime di massima per dare un’idea. Possono variare in base al modello di auto, all’area geografica e alle scelte personali (es. restauro fai-da-te vs professionale, ecc.).

Quali modelli europei scegliere: i più scambiati e apprezzati per investimento

Non tutte le auto d’epoca offrono le stesse prospettive di rivalutazione. Per un neofita, è importante orientarsi verso modelli già riconosciuti e apprezzati nel mondo del collezionismo, in modo da avere maggiori garanzie sulla tenuta (o crescita) del valore nel tempo. In Europa (e in particolare in Italia) ci sono alcuni modelli di auto storiche che si sono affermati come veri “classici” su cui puntare. Di seguito elenchiamo alcuni dei più popolari e consigliabili, con un breve profilo per ciascuno:

Fiat 500 (1957–1975)

La mitica Fiat 500 è forse l’auto d’epoca per antonomasia in Italia. Simbolo del boom economico degli anni ‘60, ancora oggi fa innamorare generazioni di appassionati. Perché la Fiat 500 è un buon modello d’ingresso per investire in auto d’epoca?

  • Prezzo abbordabile: è una delle storiche più accessibili. Un esemplare in buone condizioni può costare tra 5.000 e 10.000 €, a seconda dell’anno (le versioni più antiche e rare, come la prima serie “Nuova 500” del ’57 o alcune edizioni speciali, possono valere di più).

  • Ricambi facili da trovare: essendo stata prodotta in oltre 4 milioni di unità, esiste un vasto mercato di ricambi originali e riproduzioni. Ciò rende manutenzione e restauro relativamente economici.

  • Domanda sempre presente: la 500 storica ha un fascino universale; c’è sempre qualcuno interessato ad acquistarne una, in Italia o all’estero. Questo significa che, quando vorrete rivenderla, troverete facilmente acquirenti e il valore sarà verosimilmente almeno pari a quanto l’avete pagata (se l’avrete mantenuta bene).

Ovviamente, essendo così diffusa, la Fiat 500 non subirà probabilmente impennate di valore clamorose nel breve termine. Tuttavia il suo valore è stabile o in lento aumento anno dopo anno, rendendola un investimento solido oltre che un pezzo di storia alla portata di molti.

Alfa Romeo Spider “Duetto” (1966–1994)

L’Alfa Romeo Spider, conosciuta anche come “Duetto” nella sua prima serie, è un classico intramontabile del made in Italy. Icona di stile (celebre la sua apparizione ne Il laureato con Dustin Hoffman), rappresenta la quintessenza della spider italiana: linea elegante disegnata da Pininfarina, motore Alfa bialbero brillante e una guida divertente a cielo aperto.

  • Appeal collezionistico: le prime serie “Osso di seppia” (anni ‘60) oggi sono molto ricercate e possono superare 40.000 € se in condizioni eccellenti. Ma anche le serie successive (anni ‘70 “coda tronca”, anni ‘80-’90 Aerodinamica e IV serie) sono apprezzate e si trovano a quotazioni più accessibili, nell’ordine di 15.000-25.000 € a seconda dello stato.

  • Facilità di manutenzione: meccanicamente, la Spider condivide molte parti con altre Alfa dell’epoca, quindi i ricambi si trovano. Ci sono officine specializzate Alfa Romeo storiche un po’ in tutta Italia, e una vasta comunità di appassionati.

  • Valore in tenuta o crescita: le Alfa d’epoca godono di grande rispetto tra i collezionisti. Una Spider ben tenuta difficilmente perde valore; al contrario, ha visto un incremento graduale delle quotazioni negli ultimi anni, soprattutto per le versioni più datate. In più, offre il piacere di un’auto sportiva classica utilizzabile, ideale per raduni e gite estive, il che ne sostiene la domanda.

Per un neofita, un’Alfa Spider degli anni ‘80 può essere un ottimo compromesso: ancora abbordabile come costo iniziale, ma con potenziale di rivalutazione e fascino garantito.

Porsche 911 (1963–1998, modelli air-cooled)

La Porsche 911 è uno dei pezzi forti del collezionismo mondiale. La sportiva di Stoccarda, soprattutto nelle sue versioni “air-cooled” (raffreddate ad aria, prodotte fino alla fine degli anni ’90), ha visto crescite di valore eccezionali nell’ultimo decennio.

  • Icona senza tempo: la 911 è sinonimo di sportività ed eccellenza ingegneristica tedesca. Modelli come la Carrera RS 2.7 del 1973 sono passati da valutazioni di poche decine di migliaia di euro negli anni ‘90 a oltre 500.000 € nelle aste recenti. Anche varianti più comuni, come la 911 Carrera 3.2 anni ‘80 o la 964 e 993 degli anni ‘90, sono aumentate di valore man mano che gli appassionati cercano esemplari ben tenuti.

  • Mercato globale vivace: essendo desiderata in tutto il mondo, una 911 d’epoca ben conservata trova acquirenti ovunque. Questo la rende un investimento piuttosto liquido per essere un bene da collezione: c’è sempre mercato per una 911 classic.

  • Elevati costi di ingresso e mantenimento: va detto che investire in una 911 richiede un budget significativo. Oggi come oggi, per una 911 air-cooled in buono stato si parte da 40.000-50.000 € almeno (per modelli fine anni ’70 o anni ’80 non turbo). Versioni speciali o anni ’60 possono facilmente superare 100k. Anche la manutenzione è più onerosa rispetto a vetture popolari italiane: i pezzi Porsche e la manodopera specializzata hanno costi elevati. Tuttavia, la solidità dell’ingegneria Porsche fa sì che, se mantenute correttamente, queste auto d’epoca siano molto affidabili e durevoli.

In sintesi, la Porsche 911 d’epoca è un “blue chip” del mercato classic: investimento relativamente sicuro nel lungo termine e capace di rendimenti importanti, anche se non è per tutte le tasche. Per un neofita con elevata disponibilità finanziaria può essere una scelta top di gamma, ma per molti rimane un obiettivo da raggiungere magari dopo aver iniziato con modelli più economici.

Lancia Delta HF Integrale (1986–1994)

Poche auto d’epoca accendono l’entusiasmo degli appassionati italiani come la Lancia Delta HF Integrale. Regina dei rally a cavallo tra anni ’80 e ’90 (vincitrice di 6 Mondiali consecutivi), la Delta Integrale è passata da “youngtimer” a vero e proprio pezzo da collezione nel giro di pochi anni.

  • Crescita esplosiva del valore: fino a 10 anni fa una Delta HF Integrale 8V o 16V usata si trovava per 15.000-20.000 €. Oggi le versioni più pregiate (le Evoluzione I ed Evoluzione II, prodotte dal 1991 al 1994) in eccellenti condizioni superano tranquillamente 60-70.000 €, con punte verso i 100.000 € per esemplari da concorso o serie limitate (come la “Evo II Finale Edition”). Anche le versioni precedenti (8V, 16V) hanno visto raddoppiare il valore. Chi ha comprato una Delta Integrale dieci anni fa oggi si ritrova un capitale ben maggiore.

  • Richiesta da un pubblico giovane: la Delta Integrale attrae molto anche i quarantenni/cinquantenni di oggi che la ricordano dominare nei rally durante la loro giovinezza. Questa “generazione” di compratori sta entrando nel pieno delle proprie possibilità economiche ora, alimentando la domanda di queste vetture.

  • Attenzione a manutenzione e originalità: da un lato, la Delta è un’auto relativamente moderna (anni ‘80/’90) quindi più complessa di una vettura anni ‘60. Ha turbocompressore, elettronica primitiva e tanta meccanica da corsa sotto il cofano. Mantenere in perfetta efficienza una Integrale richiede cura: ricambi originali non sempre facili (ma ci sono aziende specializzate che li riproducono), meccanici competenti su questo modello, e costi non trascurabili. Dall’altro lato, proprio il suo pedigree sportivo impone che un esemplare da investimento sia il più originale possibile: molte Delta negli anni sono state elaborate, è cruciale trovarne una con specifiche di fabbrica, matching numbers, e possibilmente con documentazione completa (tagliandi, storicità) per massimizzarne il valore.

In conclusione, la Lancia Delta Integrale è un ottimo esempio di come una youngtimer italiana possa diventare un investimento di successo. Adatta a chi ama le auto sportive e non teme di dedicare attenzioni extra alla manutenzione, in cambio di possibili future soddisfazioni economiche.

Volkswagen Maggiolino (Beetle) (anni ’50–’70)

Il Maggiolino Volkswagen (Beetle a livello internazionale) è un classico popolare in tutto il mondo. Prodotta dalla fine degli anni ’30 fino agli anni ’70 inoltrati (con produzioni in America Latina fino ai primi 2000), questa simpatica vetturetta ha motorizzato intere generazioni.

  • Tantissimi esemplari disponibili: essendo stata l’auto più prodotta al mondo, non è certo una rarità. Questo significa che i prezzi sono rimasti abbordabili: un Maggiolino anni ‘60 funzionante può costare anche solo 8.000-10.000 €, mentre per esemplari perfettamente restaurati o versioni particolari (es. cabriolet Karmann, modelli molto antichi pre-1955 con “finestrino diviso”) si può salire a 15-20k e oltre.

  • Facilità di gestione: il motore boxer raffreddato ad aria del Maggiolino è proverbiale per la sua semplicità e robustezza. Molti appassionati imparano da sé a fare la manutenzione di base. I pezzi di ricambio sono diffusissimi e relativamente economici, complice il fatto che la meccanica VW è stata usata anche su altri veicoli d’epoca (es. il Bulli pulmino VW).

  • Valore stabile: proprio per l’ampia offerta, il Maggiolino non subisce oscillazioni forti di prezzo. È un’auto che mantiene il suo valore nel tempo se tenuta bene, ma non ci si aspetta enormi rivalutazioni. Più che altro, è un ottimo modo per entrare nel mondo delle auto d’epoca con un mezzo simpatico, facile da gestire e che attirerà sempre sorrisi e curiosità ovunque andiate.

Mini classica (1959–1970s)

La Mini originale, progettata da Alec Issigonis nel 1959, è un altro esempio di piccola grande auto che ha fatto la storia. In Italia la Mini fu venduta anche con marchio Innocenti, ed è stata un’icona degli anni ’60 (basti pensare ai film come The Italian Job).

  • Divertimento e design iconico: la Mini, soprattutto nelle versioni Cooper e Cooper S, ha un pedigree sportivo (vinse il Rally di Monte Carlo più volte negli anni ’60) e un design immediatamente riconoscibile. È agile e divertentissima da guidare, il che la rende ambita per chi vuole usarla nei raduni e nelle gite fuori porta.

  • Prezzi in crescita: fino a qualche anno fa una Mini d’epoca si trovava facilmente sotto i 10.000 €. Oggi i prezzi stanno salendo: per una Mini Cooper 1300 ben restaurata si possono chiedere 15.000-20.000 €, mentre le versioni base 850/1000, pur restando più economiche, stanno salendo anche loro di valore (ormai difficilmente sotto gli 8.000 € per un bell’esemplare). Questa crescita è dovuta alla popolarità globale della Mini e al fatto che molte sono state modificate o rovinate negli anni: gli esemplari originali e sani iniziano a scarseggiare.

  • Supporto e ricambi: essendo un’auto britannica ma diffusa in tanti Paesi, esiste un ottimo supporto di club e fornitori di ricambi per Mini classiche. In Italia ci sono club dedicati molto attivi. Quasi ogni componente meccanico è reperibile come nuovo (grazie alla produzione continuativa in Inghilterra fino agli anni ’90 su progetto simile).

In definitiva, la Mini è una piccola bomba di simpatia e storia, che oltre a dare soddisfazioni nella guida può senz’altro aumentare di valore col tempo, specialmente se si parte da un acquisto a prezzo onesto.

Altri modelli da considerare: ovviamente l’elenco di sopra non esaurisce le possibilità. Ci sono molte altre auto d’epoca europee interessanti su cui investire. Ad esempio, la Lancia Fulvia Coupé degli anni ’60 (elegante e vincente nei rally), la roadster Mercedes-Benz SL “Pagoda” (W113, anni ’60) o la successiva SL R107 (anni ’70-’80, un classico di Stoccarda), la britannica Jaguar E-Type (spider/coupé iconica dei ’60) o la francesina Citroën 2CV (utilitaria intramontabile). Ognuna ha un suo mercato e appassionati dedicati. L’importante è scegliere un modello che vi piaccia davvero (ricordate che ci dovrete convivere e spendere tempo/risorse per curarlo) e poi studiare il mercato specifico: informatevi sulle quotazioni, sulle problematiche note e sulla disponibilità di ricambi di quella vettura prima di acquistarla, così da fare un investimento ponderato.

Di seguito, una tabella che mostra come è variato il valore di alcuni modelli citati negli ultimi 10 anni, giusto per avere un’idea dei possibili rendimenti storici di un investimento in auto d’epoca:

Modello (esemplare tipo) Valore ca. nel 2015 Valore ca. nel 2025 Apprezzamento 2015-2025
Fiat 500 F/L (anni ’60) € 6.000 € 10.000 + ~65% in 10 anni
Alfa Romeo Spider “Duetto” (anni ’60-’70) € 20.000 € 30.000 + 50% circa
Porsche 911 Carrera 3.2 (anni ’80) € 30.000 € 60.000 + 100% (raddoppiato)
Lancia Delta HF Integrale Evol. (’91-’94) € 25.000 € 70.000 + 180% (quasi triplicato)
VW Maggiolino (anni ’60) € 8.000 € 10.000 + 25% (moderato)

Nota: Valori indicativi per vetture in buone/ottime condizioni di riferimento. Servono solo a illustrare la tendenza generale: ogni auto ha la propria storia e non c’è garanzia che i trend passati si ripetano uguali in futuro.

Come funziona il restauro di un’auto d’epoca: livelli di intervento, costi e consigli

Acquistare un’auto storica è solo l’inizio: spesso il restauro è la fase cruciale per riportare la vettura al suo splendore e preservarne (o accrescerne) il valore. Ma come funziona esattamente un restauro e cosa deve sapere un neofita al riguardo?

Livelli di restauro: non tutti i restauri sono uguali. Si può intervenire sull’auto in modi diversi a seconda delle necessità e degli obiettivi:

  • Restauro conservativo: come già accennato, prevede di conservare il più possibile la vettura, intervenendo solo dove serve. Si ripuliscono e riparano i componenti originali anziché sostituirli, mantenendo la “patina” storica. Questo tipo di restauro è indicato per auto ben conservate e punta a preservarne l’autenticità (spesso è apprezzato perché l’auto mantiene i segni del tempo, purché in modo dignitoso).

  • Restauro estetico-funzionale (parziale): ci si concentra sulle parti essenziali per rendere l’auto bella e funzionante, senza smontarla completamente. Verniciare la carrozzeria, rifare gli interni, revisionare motore e freni, ad esempio. L’auto dopo sarà in ottimo stato estetico e meccanico, pur non essendo “come nuova in ogni vite”. È la via scelta più di frequente, bilanciando costi e risultato.

  • Restauro integrale: l’auto viene completamente smontata, sabbiata, rifatta e riassemblata. Ogni pezzo danneggiato o usurato viene sostituito con uno nuovo o ricondizionato. Il risultato è un’auto praticamente in condizioni da concorso, spesso migliore di quando uscì di fabbrica. È però un processo lungo e costoso, giustificato solo per auto di alto valore o rarità, o per esemplari a cui si tiene in modo particolare.

Costi e tempi: come visto prima, i costi variano enormemente. Importante è avere un piano di restauro e un preventivo dettagliato, specie se vi affidate a terzi. Spesso un restauro può richiedere mesi se non anni, quindi mettete in conto che l’investimento di denaro sarà accompagnato anche da un investimento di tempo (e pazienza). Tenete tutti i documenti e le foto del restauro: questo creerà una storia documentata del lavoro svolto, utile anche per valorizzare l’auto alla rivendita.

Professionista o fai-da-te? Una domanda comune è se convenga restaurare l’auto da soli o affidarsi a un’officina specializzata.

  • Affidarsi a professionisti esperti garantisce in genere un risultato di alta qualità. Un bravo restauratore conosce le tecniche corrette, sa dove reperire ricambi originali e come risolvere problemi tipici di quel modello. Questo si riflette in un valore finale dell’auto più alto, soprattutto se il restauro è documentato e svolto a regola d’arte. Di contro, il costo in denaro è elevato: la manodopera specializzata costa, e più ore di lavoro si accumulano, più il conto sale. Inoltre, dovrete affidarvi al calendario dell’officina, che potrebbe tenere ferma la vettura per molti mesi.

  • Il restauro fai-da-te è percorribile se si dispone di tempo, spazio adeguato, buone competenze meccaniche (o voglia di imparare) e attrezzatura. Può essere gratificante e far risparmiare molto denaro sulla manodopera. Molti piccoli lavori – lucidare cromature, riverniciare parti minori, rifare l’impianto elettrico semplice – sono alla portata di un appassionato volenteroso. Tuttavia, i lavori più complessi (carrozzeria strutturale, verniciatura professionale, revisioni di motore/cambio) è meglio lasciarli a specialisti, se non si vuole rischiare di compromettere l’auto. Un restauro fai-da-te non perfetto può addirittura ridurre il valore del veicolo, se vengono commessi errori o modifiche improvvisate.

In generale, per un neofita un approccio misto è spesso l’ideale: affidare a professionisti le parti critiche e di sicurezza (telaio, freni, motore) e magari cimentarsi in prima persona su dettagli minori e finiture. In questo modo si impara a conoscere l’auto, si contiene il budget e si garantisce comunque un buon risultato finale.

Come trovare i professionisti giusti: se decidete di far restaurare l’auto, scegliete con cura a chi affidarla. Informatevi presso i club di marca o modello (spesso sanno indicare le officine specializzate migliori), chiedete di vedere altre auto restaurate da loro, richiedete un preventivo scritto e dettagliato. Meglio un professionista con esperienza specifica sul vostro tipo di auto d’epoca (ad esempio, c’è chi è specializzato in Fiat anni ’60, chi in inglesi anni ’50, ecc.). Stabilite insieme le fasi del restauro, i costi e le tempistiche, mantenendo un dialogo aperto durante i lavori.

Ricordate infine che un restauro fatto bene non è solo una spesa, ma un investimento nell’investimento: un’auto d’epoca restaurata professionalmente e mantenuta originale avrà un valore di mercato nettamente superiore a quella trascurata o pasticciata. Quindi i soldi spesi per un buon restauro possono in parte rientrare (e fruttare) al momento della vendita, oltre naturalmente a regalarvi il piacere di un’auto splendida da usare.

Come valorizzare un’auto d’epoca: documentazione, originalità, storicità ed esposizione

Possedere un’auto d’epoca è come essere custodi della sua storia. Più riuscite a valorizzare e raccontare quella storia, maggiore sarà l’appeal e il valore economico della vettura. Ecco alcuni fattori chiave per aumentare la quotazione e il prestigio di un’auto storica:

  • Documentazione completa: raccogliete e conservate tutti i documenti possibili relativi all’auto. Il libretto di circolazione originale, il foglio complementare (o Certificato di Proprietà), eventuali fatture e ricevute di lavori svolti nel tempo, i libretti di uso e manutenzione d’epoca, fino al certificato ASI (Automotoclub Storico Italiano) se l’avete richiesto. Una vettura con storia tracciabile vale di più, perché dà fiducia all’acquirente. Se l’auto ha avuto pochi proprietari, può essere un punto a favore (specie se uno di questi era una persona famosa o se l’auto ha partecipato a eventi storici).

  • Originalità e accessori d’epoca: cercate di mantenere la vostra auto il più originale possibile. Ciò significa conservare o reperire gli accessori dell’epoca: ad esempio la radio originale, il volante o i cerchi dell’allestimento di fabbrica, la ruota di scorta e il cric originali, persino le chiavi d’epoca. Ogni dettaglio autentico aumenta il valore percepito. Evitate modifiche irreversibili o tuning moderno su auto da collezione: potrebbero piacere a voi, ma in generale abbattono il valore sul mercato dei collezionisti, che premia la configurazione di serie.

  • Storicità e rarità del modello: valorizzate gli aspetti unici del vostro modello. Se è una serie limitata, se è l’ultimo anno di produzione o il primo, se ha un colore raro o interni particolari, sottolineatelo. Iscrivete l’auto ai registri storici di marca o modello (molti club rilasciano certificati di identità che attestano, ad esempio, che quell’auto ha ancora il motore originale “matching numbers” e la configurazione corretta). Tutto ciò aggiunge credibilità. Se l’auto ha partecipato a gare, raduni importanti o ha vinto premi in concorsi d’eleganza, queste sono medaglie al valore che potete spendere al momento di venderla.

  • Partecipazione a eventi e visibilità: portare la vostra auto d’epoca a raduni, fiere, mostre o concorsi non è solo divertente, ma può accrescerne la fama. Un’auto conosciuta nell’ambiente, magari con qualche coppa vinta in esposizione, farà gola ai collezionisti. Anche solo farla vedere regolarmente a eventi locali dimostra che l’auto è in ordine e affidabile. Non trascurate poi la presentazione: tenetela sempre pulita, lucidate la carrozzeria, curate dettagli come la tappezzeria interna e il vano motore; un’auto esteticamente splendida dà immediatamente l’idea di qualcosa di valore.

In poche parole, più un’auto d’epoca è ben curata, documentata e “storytellata”, più sarà percepita come un pezzo speciale e non semplicemente come una vecchia auto. Ciò si rifletterà nel prezzo che potrete spuntare. Valorizzare significa far emergere l’unicità di quella vettura rispetto alle altre: pensate a voi come al curatore di un’opera d’arte su ruote.

Come conservare al meglio le auto d’epoca: garage, protezioni, manutenzione preventiva, assicurazioni

Una volta acquisita e (eventualmente) restaurata la vostra auto d’epoca, il passo successivo è conservarla nelle migliori condizioni possibili nel tempo. Una buona conservazione non solo preserva il valore dell’investimento, ma riduce i problemi e i costi di riparazione lungo la strada. Ecco alcuni consigli fondamentali:

  • Garage e rimessaggio adeguato: l’ambiente in cui l’auto vive è determinante. L’ideale è tenerla in un garage chiuso, asciutto e ventilato, al riparo dagli agenti atmosferici. L’umidità è il nemico numero uno delle auto storiche (provoca ruggine e degrada le parti), quindi se il garage è umido valutate l’uso di un deumidificatore o almeno fate arieggiare regolarmente. Meglio ancora se la temperatura resta abbastanza costante tra estate e inverno. Se non avete un garage e l’auto deve stare all’aperto, procuratevi una copertura di buona qualità: esistono teli traspiranti e impermeabili specifici per auto, che proteggono da pioggia, polvere e raggi UV (evitando danneggiamenti a vernice e guarnizioni). Assicuratevi solo che il telo non trattenga umidità sotto di sé.

  • Protezioni e cure periodiche: anche a riposo, l’auto ha bisogno di qualche attenzione. Staccate la batteria o utilizzate un mantenitore di carica se l’auto rimane ferma per più di un paio di settimane, così da trovarla sempre carica e allungarne la vita. Gonfiate leggermente in più gli pneumatici o muovete l’auto di pochi centimetri ogni tanto, per evitare che si deformino stando troppo tempo fermi nello stesso punto. Un altro trucco: non tirate il freno a mano durante lunghe soste (meglio usare dei cunei per bloccare le ruote), perché potrebbe bloccarsi. Coprite gli interni con un lenzuolo o foderine se lasciate l’auto ferma a lungo, per proteggerli da polvere e luce. E, ovviamente, lavate e asciugate bene l’auto prima di metterla a riposo per l’inverno: contaminanti come lo sporco o il sale (se l’avete usata su strade trattate) a lungo andare fanno danni.

  • Manutenzione preventiva: non aspettate che un problema diventi grave. Fate girare il motore dell’auto d’epoca almeno una volta al mese, portandolo in temperatura, e se possibile fateci un breve giro per muovere tutti gli organi meccanici (cambio, freni, ecc.). Questo previene il grippaggio di parti ferme e fa circolare olio in tutto il motore. Anche se percorrete pochi chilometri, rispettate le scadenze di sostituzione fluidi: l’olio motore ogni 12 mesi, il liquido dei freni ogni 2 anni, il liquido di raffreddamento pure, perché col tempo degradano. Controllate periodicamente le guarnizioni in gomma (tubi, manicotti, cinghie): su auto anziane la gomma tende a screpolarsi, meglio sostituire preventivamente una cinghia logora che rischiare si rompa in marcia causando guasti peggiori. Infine, tenete sempre la vettura ben lubrificata: ingrassate i giunti, oliate le serrature e le cerniere – piccole cure che evitano usura.

  • Assicurazione storica e sicurezza: oltre alla polizza RC storica di cui si parlava, valutate se fare un’assicurazione furto/incendio sull’auto d’epoca, soprattutto se ha acquisito un certo valore. Molte compagnie offrono pacchetti specifici per veicoli d’epoca che coprono anche questi rischi a costi ragionevoli (spesso richiedono che l’auto abbia un sistema di antifurto e che sia custodita in luogo chiuso). Installare un antifurto non invasivo è una buona idea: si va dai blocchi meccanici (es. bloccasterzo aggiuntivi, distacco alimentazione) a moderni localizzatori GPS nascosti, utili per recuperare l’auto in caso di furto. Purtroppo i furti di auto storiche avvengono, specie di modelli molto richiesti: meglio prevenire con qualche accorgimento.

Con una corretta conservazione, la vostra auto d’epoca rimarrà bella e funzionante negli anni, pronta per essere usata nelle belle giornate e mostrata con orgoglio. Inoltre, al momento di rivenderla, un’auto che ha sempre dormito al coperto e ricevuto manutenzione costante verrà valutata molto meglio di una tenuta all’addiaccio e trascurata.

Strategie per rivendere l’auto con profitto: dove vendere, tempistiche ideali e tendenze di mercato

Dopo aver goduto della vostra auto d’epoca per qualche tempo, potreste decidere di rivenderla – magari per realizzare la plusvalenza e passare a un altro progetto. Massimizzare il profitto sulla vendita richiede un mix di scelte azzeccate sui canali giusti e sul timing. Vediamo come procedere.

Dove vendere: i canali migliori per le auto d’epoca

Il mercato delle auto storiche ha i suoi luoghi e piattaforme dedicate. Ecco i principali canali dove vendere (o acquistare) un’auto d’epoca:

  • Fiere e mostre scambio: in Italia si tengono importanti fiere dedicate alle auto d’epoca (come l’annuale fiera di Padova “Auto e Moto d’Epoca”, o eventi a Torino, Milano Autoclassica, Verona Legend Cars, etc.). In queste occasioni ci sono spazi mercatino dove i privati espongono le proprie auto in vendita. Vantaggi: pubblico di appassionati mirato, possibilità per gli acquirenti di vedere l’auto dal vivo. Svantaggi: bisogna organizzarsi per portare l’auto lì, pagare eventuali fee di esposizione, e non sempre si conclude in fiera stessa (ma si prendono contatti).

  • Aste specializzate: le case d’asta internazionali (RM Sotheby’s, Bonhams, etc.) e alcune realtà italiane organizzano aste di auto classiche. Vendere all’asta può portare a realizzi molto buoni se c’è competizione tra i compratori, specie per modelli ricercati. Di contro, c’è una commissione da riconoscere (sia il venditore che l’acquirente pagano una percentuale) e serve che l’auto sia di un certo interesse per essere accettata in catalogo. Esistono anche piattaforme online di aste dedicate alle auto (sul modello di “Bring a Trailer” negli USA), alcune stanno emergendo anche in Europa/Italia.

  • Annunci online e siti specializzati: è il canale probabilmente più usato. Siti generalisti di annunci auto come Subito.it o Autoscout24 hanno sezioni dedicate alle storiche. Ci sono poi portali specialistici italiani ed esteri (es. Classic Trader, Ruoteclassiche annunci, etc.). Pubblicare un annuncio ben fatto – con molte foto di qualità, descrizione accurata (meglio in italiano e in inglese se puntate anche a compratori esteri) – è fondamentale. Il vantaggio è che raggiungete un pubblico vastissimo; lo svantaggio è che dovrete filtrare molte richieste, alcuni curiosi perditempo, e gestire trattative private.

  • Circuito dei club e passaparola: mai sottovalutare la rete informale degli appassionati. Iscrivetevi al club della vostra marca/modello: spesso i soci comprano/vendono tra loro o conoscono qualcuno in cerca proprio di quell’auto. Il passaparola può portare a vendere senza neanche dover fare annunci pubblici, magari direttamente a un collezionista “giusto” per la vostra vettura. Questo può velocizzare la vendita e spesso mantiene l’auto in buone mani. Chiaramente, il rovescio della medaglia è che nel circuito ristretto forse spunterete un prezzo leggermente inferiore a quello che un acquirente esterno sarebbe disposto a pagare, ma non è una regola fissa.

Qualunque canale scegliate, presentate al meglio la vettura: pulita, con foto dettagliate (esterno, interno, motore, telaio, documenti), e fornite tutte le informazioni importanti (anno, versione, lavori effettuati, chilometraggio, certificazioni…). La trasparenza ispira fiducia e attira acquirenti seri.

Quando vendere: tempistiche e tendenze di mercato

Azzeccare il momento giusto per vendere può fare la differenza sul prezzo di realizzo:

  • Stagionalità: alcuni veicoli hanno una stagione ideale per la vendita. Convertibili e spider si vendono meglio a primavera/inizio estate, quando la gente sogna di guidare col sole. Al contrario, in autunno/inverno la domanda cala e potrebbe volerci più tempo o un prezzo più allettante per trovare acquirenti. Pianificate quindi la vendita in concomitanza con la stagione “calda” per il tipo di auto (ad esempio, per una coupé classica magari la stagionalità incide meno rispetto a una spider).

  • Trend del modello: tenete d’occhio il mercato specifico della vostra auto. Se notate che negli ultimi anni quel modello ha avuto un’impennata di valore e raggiunto forse un picco, potrebbe essere saggio cogliere l’attimo e vendere prima di un’eventuale stabilizzazione. Al contrario, se il valore è ancora in lenta crescita e non avete fretta, mantenere l’auto ancora qualche anno potrebbe farvi guadagnare di più. Fonti utili per capire i trend sono riviste di settore con quotazioni, risultati delle aste recenti e le richieste nei principali siti di annunci.

  • Momenti particolari: a volte eventi esterni possono influenzare la domanda. Ad esempio, l’uscita di un film dove compare quel modello, o l’anniversario tondo (50 anni, 60 anni del modello) che ne riaccende i riflettori, oppure notizie di limitazioni al traffico per le auto inquinanti (che paradossalmente possono spingere qualcuno a puntare su un’auto storica esente da blocchi). Valutate se ci sono ricorrenze o situazioni che possano consigliare di anticipare o posticipare la vendita.

  • Obiettivo di guadagno vs uso personale: infine, chiedetevi qual è la vostra priorità. Se avete comprato l’auto come investimento, potreste essere pronti a cederla non appena raggiunto un certo guadagno percentuale. Se invece la componente passione prevale, magari preferite tenerla più a lungo e godervela, a meno di offerte davvero imperdibili. In ogni caso, quando decidete di vendere, abbiate chiaro il prezzo minimo che volete realizzare (basato su costi sostenuti e margine desiderato) e cercate di fissare un prezzo di richiesta un po’ sopra, in modo da avere margine di trattativa.

Tendenze di mercato attuali: al 2025, il mercato delle auto d’epoca vede una forte attenzione verso le youngtimer (anni ’80 e ’90) – modelli come hot hatch, sportive e iconici di quel periodo stanno aumentando di valore man mano che i quaranta-cinquantenni li cercano per rivivere la giovinezza. I grandi classici degli anni ’60-’70 mantengono valori alti, anche se per alcuni (es. alcune auto pre-belliche o degli anni ’50 molto di nicchia) la domanda è più stagnante perché i potenziali acquirenti di quell’era stanno calando. In generale, le auto degli anni ’80-’90 oggi rappresentano una fetta in crescita del mercato collezionistico. Tenetene conto se dovete decidere su cosa puntare o quando vendere: cavalcare un trend nascente può portare benefici.

In ogni caso, investire in auto d’epoca richiede pazienza: difficilmente si realizza un profitto elevato rivendendo dopo pochi mesi. Molto meglio prevedere un orizzonte di qualche anno, durante il quale l’auto si sarà magari anche apprezzata grazie alle cure che le avete dedicato.

Conclusione

Investire in un’auto d’epoca può rivelarsi un percorso ricco di soddisfazioni, sia per il portafoglio che per lo spirito. In questa guida abbiamo visto come un neofita italiano possa avvicinarsi a questo mondo in modo informato: dalla scelta del modello giusto alla gestione dei costi, dalla cura nel restauro fino alle strategie di vendita. La chiave di tutto, però, resta la passione: comprare un’auto storica che davvero vi entusiasma è il modo migliore per vivere serenamente ogni aspetto – anche le spese e le fatiche – come parte di un bellissimo hobby.

Ricordate che ogni auto d’epoca ha una storia unica, e diventandone proprietari ne scriverete un capitolo nuovo. Avvicinatevi a questo investimento con curiosità e umiltà, imparate dagli appassionati più esperti, documentatevi e godetevi il viaggio. Se farete le scelte giuste e preserverete con amore il vostro veicolo, investire in auto d’epoca potrà darvi nel tempo anche delle soddisfazioni economiche oltre che personali.

Che siate attratti da una piccola Fiat 500 o da un rombante V8 d’altri tempi, l’importante è partire consapevoli e preparati. Buon investimento e buon divertimento nel favoloso mondo delle auto d’epoca!

Qui i Fondi comuni di investimento per auto classiche.

Come e dove Investire in auto d'epoca e moto storiche Guida completa
Ferrari  275 GTB/6C Alloy venduta all’asta da Sotheby’s a
a 3.416 euro a novembre 2016 durante la fiera di Milano Auto Classica.
La base di partenza dell’asta erano 2.400 euro.


Investire in auto d’epoca
: su quali automobili investire

Solo in Italia ci sono circa 4 milioni di “auto storiche” auto con più di 30 anni di vita secondo il nuovo Codice della Strada ( non più di 20 anni, come fino al 2016), di cui la gran parte sono sotto i 10 mila euro di valore, va detto comunque investire in automobili d’epoca non è difficile come investire in arte, non bisogna essere preparatissimi, diciamo, visto che ci sono dei parametri certi e tangibili da poter valutare come la marca, il modello, l’anno di costruzione, il numero di telaio, lo stato di conservazione, ecc.
Le auto più quotate e ‘spendibili’, cioè che hanno un mercato, sono le marche Porche e Ferrari, va detto che sono marche molto spendibili anche negli Stati Uniti, dove però sono presenti anche altre marche storiche molto apprezzate, ma Ferrari è Ferrari, cioè l’auto più apprezzata del mondo , come vedrete in una classifica qui sotto.

Registro storico ACI per macchine d’epoca: a che serve, come iscriversi e quanto vale un’auto.

Nel Nostro paese non c’è una precisa normativa per le auto d’epoca, questo va detto chiaramente.
Esistono da tanti anni però, molte associazioni di privati cittadini e aziende che hanno dei “registri storici di auto” difficile dire quale sia “la migliore”, Noi abbiamo preso come riferimento il Registro Storico ACI, una iniziativa che è esiste da poco, cioè dal 2013 ma che, visto l’importanza dell’ACI vogliamo prendere come  esiste un ente parastatale come l’ACI che ha un registro della auto storiche, un registro che distingue quali siano i modelli e le marche che si possono considerare auto da collezionismo, in pratica solo i Soci Aci possono far valutare la propria auto dagli esperti che ne controlleranno:
  1. Se la macchina è in buono stato di conservazione
  2. Se la macchina d’epoca deve avere un restauro,
  3. Se l’auto antica è dotata di tutti i componenti originali,
  4. Se è stata restaurata bene ( cioè usando componenti originali o ricostruiti identici agli originali).
  5. Se ha tutti i documenti in regola.
  6. In base a questi parametri, gli esperti faranno una valutazione dell’auto in base alla quale si potrà stipulare un’assicurazione in modo da poterla far circolare ( e magari proteggersi da eventuali furti o incendi).
  7. PS: le auto storiche cioè quelle iscritte al registro storico e che hanno più di 30 anni di vita, non pagano il Bollo di proprietà, cioè sono completamente esenti dal Bollo auto.
L’iscrizione al registro storico ACI ha un costo di circa 200 euro ( 30 + IVA per l’inizio della procedura , 120 euro + IVA per l’iscrizione al registro storico). Va detto che se non siete vicini ad uno dei centri preposti e volete farvi fare una ‘valutazione a domicilio’ è possibile, ovviamente dovrete pagare di più.
per l’Una volta che la valutazione viene fatta,

Come comprare le auto d’epoca:

Uno dei metodi più convenienti ed interessanti per comprare un’auto è quello delle aste di auto d’epoca apposite e quello delle aste giudiziarie.
Poi ovviamente c’è tutto un mercato di auto d’epoca online e di concessionari diciamo “specializzati”, cioè che trattano ANCHE auto d’epoca, oltre i normali modelli nuovi e di seconda mano.
Per chi volesse approfondire, consigliamo Milano Auto Classica, una delle più importanti fiere di auto d’epoca che di solito si svolge gli ultimi giorni di Novembre e dove c’è anche un’asta di Sotheby’s dedicata proprio a questo tipo di macchine.

E proprio le fiere di auto d’epoca sono particolarmente consigliate per chi si voglia affacciare al mondo del collezionismo di auto d’epoca per farsi un’idea specialmente sui prezzi e sui modelli più validi da comprare, ma anche a chi voglia investire i propri risparmi in queste interessanti opere dell’ingegno umano, che sono sempre più apprezzate.

Il mercato dell’auto d’epoca, un trend positivo per i prossimi 10/ 20 anni

Di solito non ci lanciamo in spericolate previsioni, ma qui il discorso sembra piuttosto semplice.
I collezionisti di auto d’epoca hanno una certa età, ricercano le auto della propria giovinezza e comunque hanno una particolarità indispensabile: hanno soldi da spendere  per i superfluo  ( chiamiamoli risparmi da investire nel Nostro caso) e vogliono unire l’utile ( l’investimento che può far guadagnare) al dilettevole: la macchina d’epoca che può venire usata per una scampagnata domenicale e che con il tempo acquista valore.

D’altronde ormai gli over 50 e quelli che tra poco avranno comunque più di 40 anni e che non hanno figli o hanno i figli già grandi, hanno un lavoro fisso ben retribuito e la possibilità di risparmiare , sono molto propensi a fare questo tipo di investimenti, perchè oltre a far aumentare il valore del proprio capitale, si tratta di un investimento molto redditizio rispetto agli altri tipi di “investimenti convenzionali“.

La vita media di queste persone è in continuo aumento, così la voglia di divertirsi, ormai non esistono più i “nonni che guardano i nipotini e rimangono in casa a cucinare” cosa che succedeva fino a pochi anni fa a persone che avevano superato appena i 60 anni, oggi si va in pensione a 67 annidi età anagrafica e i 70 enni fanno ginnastica, fanno le vacanze ed hanno una vita attiva, fino ad almeno gli 80 anni ed oltre.

Le auto d’epoca più costose mai vendute:

 Posizione

 Marca e Modello

 Anno

 Prezzo in Euro

 1
 Ferrari GTO
 1962
 28.501.000
 2
 Mercedes W196R
 1954
 21.638.000
 3
 FERRARI 275 GBT/4 S Nart Spider
 1967
 20.103.000
 4
 Ferrari 275 GTB/C Speciale
 1964
 19.723.000
 5
 Ferrari 357 plus Spider Competizione
 1954
 13.448.000
 6
 Ferrari 250 Testa Rossa
 1961
 11.981.000
 7
 Ferrari 250 GT California Spider
 1961
  11.369.000
 8
 Ferrari 250 LM
 1964
 10.683.000
 9
 Ferrari 340/375 Berlinetta
 1953
  9.322.000
 10
 Ferrari 250 Testa Rossa
 1957
  8.913.000
Come si può vedere dalle 10 macchine d’epoca più costose di sempre, le preferenze dei collezionisti vanno a delle Ferrari e in special modo a delle Spider, cioè le macchine che possono avere la capotte reclinabile e quindi poter viaggiare in estate scoperte.
investimenti in auto d'epoca
Alfa Romeo Spider del 1986 con 128 mila chilometri.
Sicuramente da restaurare ma funzionante, chiedono 5.600 euro

Come fare un affare con le macchine d’epoca:

Ci sono vari metodi per riuscire a fare in “colpaccio” e guadagnare un sacco di soldi appena si è comprato l’auto.
Uno dei più semplici, è quello di venire a conoscenza di possessori di auto d’epoca di valore. Meglio se spider, meglio ancora se Ferrari, ma anche se non si trova questa prestigiosa marca, ci sono dei possessori di auto magari anziani, oppure degli eredi che ne sono venuti in possesso a cui servono soldi in fretta e che se ne vogliono sbarazzare e che sono disponibili a vendere ad un prezzo di realizzo.
auto d'epoca ferrari
FERRARI 330 da restaurare, trovata su un sito online.
Prezzo: 1.000 euro !!

Come trovare auto storiche da restaurare.

Un’auto vintage da restaurare, può costare fino al 30% del suo valore, ma una volta restaurata, può valere il + 200% del valore “normale”, quindi attenzione: è difficile trovare un erede proprietario di una Ferrari GTO da restaurare che ce la dà a 20 mila euro, ma non impossibile.
Ovviamente parliamo di una delle più prestigiose auto di sempre solo per fare un esempio, ma è proprio vero che ci sono tanti garage dove ci sono auto antiche dimenticate, che stanno lì da decine di anni e che aspettano solo l’appassionato per essere riportate alla luce, restaurate, rimesse su strada e – perchè no à vendute al migliore offerente.

Attenzione da chi portate a restaurare un’auto antica

Non tutti i carrozzieri per auto o i meccanici per auto, sono dei restauratori. Restaurare un’auto è una vera e propria arte. Il meccanico o restauratore dovrà prima cercare i pezzi mancanti nei tanti mercatini dell’usato ( che di solito si trovano sul web) ed in caso il pezzo dovesse mancare, lo dovranno fare in modo di ricostruirlo esattamente com’era, una delle operazioni più difficili da fare.

Quanto si guadagna ad investire in un auto d’epoca?

Difficile dirlo, quasi impossibile, ma possiamo tenere conto 2 importanti parametri:

Il mercato delle auto d’epoca è cresciuto del 11% negli ultimi 5 anni, quindi circa oltre il 20% annuo.
I baby boomers, cioè le persone più interessate a questo mercato cresceranno di numero da qui a 20 anni, visto le tendenze demografiche.
Il costo del denaro non subirà chissà quali rialzi nell’immediato futuro e gli investitori (anche istituzionali) continueranno a cercare “investimenti di nicchia” che possano aiutare a far diventare più redditizi i propri capitali, come gli investimenti in: diamanti, in oro, in metalli preziosi, antiquariato, Bitcoin, altre monete virtuali e – appunto – le auto d’epoca.

Con tutti questi parametri possiamo concludere che:

Se si ha questa passione, soldi risparmiati, un bel garage e voglia di lasciare qualcosa di concreto ai posteri, investire in auto d’epoca è una bella idea ed è un investimento che Noi consigliamo.

Esempi di investimenti in auto molto redditizi

Alfa Romeo 8C.??
Anno 2007.
V8 aspirato 4.7 da 450 CV. ?
480 nm.
1585 kg.
Trazione posteriore.?
Cambio sequenziale.
0-100 in 4.2 secondi.?
Velocità massima di 292 km/h.
500 esemplari prodotti.
Quando uscì, il prezzo partiva da 162 mila euro.
Ora vale tra i 250 mila e i 300 mila euro. ?
Jeremy Clarkson disse: «Si chiama 8C e credo che sia semplicemente la più bella macchina mai costruita»
come investire in auto
Sopra: Alfa Romeo 8C

Modelli di auto storiche più ricercate tra i collezionisti in Italia e nel mondo

Le auto storiche sono molto apprezzate dai collezionisti di tutto il mondo, sia per il loro valore storico che per il loro fascino. In Italia, così come nel resto del mondo, ci sono alcuni modelli che tendono ad essere particolarmente ricercati dai collezionisti. Alcuni di questi modelli includono:

In Italia:

  1. Ferrari 250 GTO: Considerata da molti come la migliore auto mai costruita, la Ferrari 250 GTO è estremamente rara e altamente ricercata. È conosciuta per le sue prestazioni straordinarie e per il suo stile iconico.
  2. Alfa Romeo Giulia Sprint GTA: Prodotto negli anni ’60, è considerata una delle migliori auto sportive dell’epoca. È conosciuta per la sua leggerezza e maneggevolezza.
  3. Lancia Stratos: Questa auto ha una storia di successo nel rally ed è famosa per il suo design futuristico.
  4. Fiat 500: Conosciuta come la “Topolino”, questa piccola auto è diventata un’icona in Italia ed è molto ricercata dai collezionisti, soprattutto in buone condizioni.
  5. Maserati 3500 GT: Questa auto da gran turismo prodotta tra il 1957 e il 1964 è molto apprezzata per il suo stile elegante e le sue prestazioni potenti.

A livello globale:

  1. Mercedes-Benz 300 SL Gullwing: Conosciute per le loro porte ad ali di gabbiano, queste auto sono iconiche e molto ricercate.
  2. Jaguar E-Type: Spesso considerata una delle auto più belle mai costruite, la E-Type è altamente ricercata dai collezionisti.
  3. Aston Martin DB5: Resa famosa dalla serie di film di James Bond, questa auto è un classico britannico e molto apprezzata in tutto il mondo.
  4. Porsche 911: Il 911 è uno dei modelli più iconici di Porsche e le versioni più vecchie sono particolarmente ricercate.
  5. Ford Mustang (primi modelli): Come icona dell’automobilismo americano, i primi modelli di Mustang sono molto ricercati dai collezionisti.

Va notato che il mercato delle auto d’epoca può cambiare nel tempo e nuovi modelli possono diventare popolari tra i collezionisti.

Moto storiche più ricercate e valore nel mercato di moto storiche

Le moto storiche sono apprezzate per la loro ingegneria, design e per il posto che occupano nella storia dell’automobilismo. Di seguito sono elencati alcuni modelli e marchi di moto storiche che sono particolarmente ricercati sia in Italia che nel resto del mondo. Va notato che i valori delle moto restaurate possono variare notevolmente in base a fattori come la rarità, la provenienza, la condizione e l’accuratezza della restaurazione.

In Italia:

  1. Moto Guzzi V7 Sport (1971-1974) – Moto Guzzi è un marchio storico italiano conosciuto per le sue moto di alta qualità. La V7 Sport è apprezzata per la sua combinazione di potenza e maneggevolezza. Valore restaurata: 15.000 – 25.000 euro circa.
  2. Ducati 750 Super Sport (1973-1974) – Questo modello, noto anche come 750 SS, è famoso per le sue prestazioni e la sua bellezza. Ducati è un marchio italiano ben noto nel mondo delle corse. Valore restaurata: 40.000 – 60.000 euro circa.
  3. Laverda 750 SFC (1971-1976) – Un classico italiano, la Laverda 750 SFC è conosciuta per le sue prestazioni in pista. Valore restaurata: 30.000 – 50.000 euro circa.
  4. MV Agusta 750S (1971-1974) – MV Agusta è un altro prestigioso marchio italiano e la 750S è uno dei suoi modelli più iconici. Valore restaurata: 30.000 – 60.000 euro circa.

Nel mondo:

  1. Vincent Black Shadow (1948-1955) – Prodotto in Inghilterra, il Vincent Black Shadow è noto per essere stato uno delle moto più veloci del suo tempo. Valore restaurata: 60.000 – 100.000 euro circa.
  2. Harley-Davidson Knucklehead (1936-1947) – Harley-Davidson è uno dei marchi di moto più iconici al mondo e il modello Knucklehead è uno dei più desiderati dai collezionisti. Valore restaurata: 25.000 – 50.000 euro circa.
  3. Brough Superior SS100 (1924-1940) – Spesso descritta come la “Rolls-Royce delle motociclette”, la Brough Superior SS100 è famosa per la sua velocità e lusso. Valore restaurata: 100.000 – 300.000 euro circa.
  4. Honda CB750 (1969-1978) – Questa moto giapponese è considerata una delle più influenti del XX secolo e ha avuto un impatto significativo sul mercato delle moto. Valore restaurata: 15.000 – 25.000 euro circa.

I prezzi indicati sono stime e possono variare. Inoltre, il mercato delle moto d’epoca può cambiare nel tempo e nuovi modelli possono diventare popolari tra i collezionisti.

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Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.

1 commenti

  1. Un mio amico dice che comprando un’auto oggi poi la rivende in poco tempo..penso che siano solo fantasi. bisogna appunto farla stagionare e poi rivenderla..giusto!! Buongiorno

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