Paola Rossi, insegnante cinquantenne di Mantova, intende utilizzare i rendimenti dei titoli di Stato riservati agli investitori privati, acquistati lo scorso anno, per contribuire alle spese universitarie dei suoi due figli.
I tre bond, per un totale di 40.000 euro, offrono cedole semestrali o trime La signora Rossi, insiemeiaitri italiani, è stato attratto dai rendimenti interessanti nel timore che l’impennata dell’inflazione avrebbe eroso i loro risparmi. Con un rapporto debito/PIL di circa il 140%, il secondo più grande dell’Eurozona, il governo ha sfruttato strategicamente la fiducia dei piccoli risparmiatori, riconoscendo la loro tendenza a trattenere gli investimenti durante le crisi, aumentando così la fiducia tra gli investitori stranieri . La campagna ha avuto successo, aumentando la quota retail dei titoli di Stato (Btp) dal 6% di metà 2022 al 13,5% di ottobre, il livello più alto dal 2014, secondo i dati della Banca d’Italia.
Tuttavia, gli analisti avvertono che questa tendenza potrebbe perdere slancio nell’anno in corso, indebolendo un pilastro fondamentale della strategia del Tesoro volta a trovare acquirenti per uno dei debiti più grandi del mondo. Ciò è dovuto principalmente al potenziale allentamento monetario da parte della Banca Centrale Europea, che potrebbe ridurre l’attrattiva dei rendimenti dei titoli di Stato. Inoltre, le banche, in competizione con il governo per la liquidità , potrebbero diventare più generose nel compensare i depositi detenuti sui conti correnti.
L’Head of Strategy Research di UniCredit, prevede che gli investitori retail potrebbero sottoscrivere circa 30-40 miliardi di euro in titoli di stato nel 2024, un importo significativo rispetto ad altri paesi europei ma ben al di sotto degli oltre 100 miliardi di euro dell’anno precedente.
Filippo Mormando, stratega di BBVA, prevede acquisti nel canale retail per almeno 70 miliardi di euro. Nonostante il moderato calo previsto nel 2024, data la domanda record dell’anno precedente, gli addetti ai lavori vicini alla gestione del debito suggeriscono che tale calo non sorprenderebbe né causerebbe preoccupazioni significative.
I BTP ITALIANI
In ottobre 2023, gli investitori retail in Italia detenevano un record di circa 320 miliardi di debito pubblico, con famiglie che possedevano circa 270 miliardi di questa cifra.
Questo rappresenta una situazione unica rispetto ad altri paesi dell’eurozona, come Belgio, Germania e Francia, dove la quota del debito detenuta dai retail è significativamente inferiore o pressoché pari a zero. Secondo gli esperti, il Tesoro italiano ha mantenuto una buona relazione con i piccoli investitori nel corso degli anni, sviluppando diversi tipi di titoli destinati a loro, con l’ultimo, il Btp Valore, che ha raccolto 44 miliardi lo scorso anno.
La pubblicità del nuovo Btp Valore a sei anni è stata trasmessa durante il festival di Sanremo, evidenziando gli sforzi del governo italiano nel promuovere l’investimento tra i cittadini, soprattutto considerando che gli investitori retail sono spesso famiglie con impegni finanziari come mutui, pensionati o persone single che pianificano autonomamente il proprio futuro finanziario.
Un ulteriore incentivo per gli italiani a investire in titoli di Stato è la tassazione agevolata al 12,5%, la metà rispetto ad altri investimenti. La legge di bilancio del 2024 ha ulteriormente facilitato l’accesso ai titoli di Stato, consentendo ai cittadini di sottrarre fino a 50.000 euro in titoli di Stato ai fini Isee. Queste agevolazioni fiscali, insieme alla tradizionale fiducia dei piccoli investitori nel Tesoro italiano, contribuiscono a spiegare la particolare dinamica italiana nel panorama degli investimenti retail in titoli di
La sezione discute l’impatto della maggiore partecipazione degli investitori al dettaglio nazionali al mercato dei titoli di Stato italiani sulla fiducia degli investitori internazionali. La fiducia mostrata dai piccoli investitori locali è vista come un segnale rassicurante per gli investitori stranieri, suggerendo che se i risparmiatori nazionali hanno fiducia e investono nel debito del loro Paese, gli investitori internazionali che osservano l’Italia da lontano hanno meno motivi di preoccuparsi. L’articolo rileva che la forte domanda da parte degli investitori al dettaglio ha probabilmente contribuito ad aumentare la fiducia tra gli investitori internazionali, che sono diventati i secondi maggiori sottoscrittori nel 2023 con acquisti netti pari a circa 40 miliardi di euro. La composizione di un gruppo più diversificato di detentori di debito, compreso il mercato al dettaglio nazionale, è vista come un fattore in grado di ridurre la volatilità dei tassi di interesse, creando una domanda meno sensibile ai cambiamenti nel panorama finanziario internazionale.
Prima della crisi finanziaria del 2008, gli investitori al dettaglio italiani detenevano circa il 20% del debito del paese, un livello che potrebbe potenzialmente essere rivisitato, secondo Roberto Rossignoli, gestore di portafoglio di Moneyfarm. L’articolo suggerisce che una base proprietaria più ampia per il debito pubblico, inclusa una maggiore partecipazione del settore al dettaglio, può portare a un mercato più stabile e potenzialmente contribuire a un ulteriore restringimento dello spread di rendimento tra i titoli di stato italiani (Btp) e i Bund tedeschi. Lo spread di rendimento ha recentemente raggiunto il minimo di due anni, scendendo sotto i 150 punti base, con Mormando che suggerisce che significativi ulteriori acquisti di Btp da parte degli investitori al dettaglio potrebbero portare a un ulteriore restringimento dello spread.