Dopo 3 mesi di valutazione, è del 4 giugno 2020 la notizia del via libera da parte della BCE sull’acquisto di UBI Banca da parte di Intesa Sanpaolo. Un passaggio decisivo per un’operazione iniziata il 17 febbraio, che vede tra i suoi punti di forza il consolidamento della posizione di Intesa e la riduzione del rischio per UBI, con maggiore copertura verso i crediti deteriorati, senza subire contraccolpi negativi dall’emergenza CoViD-19.
La fusione Intesa Sanpaolo-UBI Banca è vincolata dall’acquisto del 50%+1 dei voti della quarta banca nazionale dalla prima, mentre le azioni avranno un rapporto di 17 Intesa ogni 10 UBI. In ogni caso, secondo Intesa Sanpaolo ( BIT: ISP )non vi saranno oneri per gli azionisti di nessuna delle 2 realtà , neanche davanti all’unione in un solo titolo. Quindi c’è da chiedersi, conviene comprare azioni Intesa ora?
BCE autorizza preventivamente la fusione Intesa Sanpaolo-UBI Banca con l’offerta di scambio lanciata il 17 febbraio
A seguito dell’annuncio di offerta pubblica di scambio il 17 febbraio 2020 ed entro il 6 marzo, quando aveva presentato il documento d’offerta alla Consob e le domande d’autorizzazione necessarie alle autorità competenti, il 4 giugno Intesa Sanpaolo ottiene il via libera alla fusione con UBI Banca da parte della Banca Centrale Europea.
L’autorizzazione preventiva permetterà a Intesa Sanpaolo ( ISP. MI )di acquisire almeno il 50%+un’azione del capitale UBI Banca, con annessa anche la partecipazione indiretta della sua controllata IW Bank. Tale mossa è un’alternativa a quella proposta da Carlo Messina, amministratore delegato Intesa, che prevedeva un’acquisizione fino al 67%, al fine di detenere la maggioranza UBI e deliberarne poi la fusione.
L’offerta pubblica, dal valore di 4,86 miliardi di euro, si pone come oggetto massimo oltre 1,14 miliardi d’azioni ordinarie UBI, con l’obiettivo di rafforzare sostenibilità e valori del gruppo bergamasco anche per azionisti e obbligazionisti.
Quali obiettivi per la fusione Intesa-UBI?
Oltre a quello di rafforzamento dei valori della quarta banca nazionale, obiettivi primari della fusione Intesa Sanpaolo-UBI Banca sono:
- Incremento quantitativo e qualitativo di massa critica
- Raggiungimento di aree geografiche meno presidiate
- Conseguimento di sinergie di costo e relativa ottimizzazione
A favorire queste condizioni sarà una struttura operativa semplificata e agile, che permetterà di destinare importanti risorse economiche a investimenti, principalmente tecnologici, mentre nuovi ricavi deriveranno dall’incremento di produttività : si stima un taglio dei costi di 510 milioni di euro e un aumento dei ricavi di 220 milioni.
Oltre all’ottimizzazione delle finanze e una maggiore oculatezza delle spese, priorità dell’operazione sono infine:
- Consolidamento posizione di Intesa Sanpolo
- Maggiore copertura verso i crediti deteriorati per UBI Banca
- Prevenzione sinergie negative tra le 2 realtÃ
A febbraio 2020, i crediti deteriorati lordi dell’istituto bergamasco erano del 7,80% del totale, ma si prevede un’ulteriore riduzione del rischio, seguendo il piano quadriennale 2018-2021 con cui Intesa Sanpaolo ha tagliato il suo credito deteriorato dell’80%.
Effetti della fusione Intesa Sanpaolo-UBI Banca sulle azioni
Tra i punti di forza dell’offerta pubblica, la riduzione del rischio e il conseguente aumento della copertura verso crediti deteriorati non avranno effetti collaterali sul titolo UBI Banca, che all’8 giugno 2020 ha un valore di 3,10 euro per azione, risalendo del 30,3% dai valori di metà maggio.
Con un valore complessivo di 4,86 miliardi di euro, la fusione prevede un’offerta di 17 azioni Intesa ogni 10 azioni UBI: il 17 febbraio, data dell’annuncio, è stato offerto agli azionisti UBI Banca un controvalore del +30% rispetto al prezzo di quel giorno.
Tuttavia, per l’offerta pubblica di scambio, Intesa ha annunciato che non verranno inclusi gli effetti negativi dell’emergenza CoViD-19, che tra marzo e aprile 2020 ha colpito pesantemente entrambi i titoli con flessioni medie rispettivamente del:
- -49,2% per Intesa Sanpaolo, con picco minimo il 21 aprile
- -43,3% per UBI Banca, con picco minimo il 16 marzo
Secondo il primo istituto bancario d’Italia, l’attuale situazione non comprometterà in alcun modo le attività del gruppo UBI né la loro situazione finanziaria e patrimoniale. In ogni caso, la fusione ha portato numerosi vantaggi anche alle azioni Intesa Sanpaolo: entrambi i titoli sono stati protagonisti negli ultimi 15 giorni di una graduale risalita, segnando una crescita media del +28%, tornando a valori simili a quelli di inizio marzo.
Quali tempi per l’operazione di fusione?
Secondo la banca d’investimenti Equita, il consenso della BCE appena ottenuto in vista dell’operazione elimina una delle incertezze inerenti alla sua riuscita. Indipendentemente dalle ulteriori autorizzazioni regolamentari, la fusione Intesa Sanpaolo-UBI Banca potrebbe slittare a luglio: secondo Intesa, qualora l’offerta parta prima di tale mese si potrebbe avere un numero minore di adesioni, trovandosi inoltre in contrasto con il CAR (Comitato Azionisti di Riferimento), che da settembre 2019 detiene il 20% di UBI.
Tempistiche in linea con quelle previste dalla prima banca nazionale, che aveva ipotizzato l’avvio dell’operazione tra fine giugno e inizio agosto, in attesa del consenso di Consob sul documento d’offerta presentato il 6 marzo, e dell’analisi Ivass sui prodotti assicurativi.
Resta tuttavia l’incognita dell’Antitrust, che potrebbe far tardare i tempi previsti: a maggio l’autorità garante sulla concorrenza ha aperto un’istruttoria sull’incorporazione di UBI in Intesa, ipotizzando uno scenario futuro di forte asimmetria tra Intesa Sanpaolo e Unicredit, primi 2 gruppi bancari d’Italia. Per risolvere tale criticità , Intesa ha già preso accordi formali con BPER Banca, che ne acquisirà 500 filiali, e col gruppo Unipol, che rileverà le sue attività assicurative.
Conviene acquistare azioni Intesa Sanpaolo ora?
Dopo aver esaminato nel dettaglio le caratteristiche della fusione Intesa-UBI, si può concludere dicendo che acquistare azioni Intesa Sanpaolo in vista dell’operazione può essere particolarmente redditizio non solo per i suoi attuali investitori bensì anche per quelli UBI Banca, che in fase d’annuncio hanno ricevuto un controvalore del 30% sul titolo.
Oltre al rafforzamento della prima banca nazionale e la riduzione del credito deteriorato della quarta, a rassicurare gli investitori di entrambe le realtà vi sono anche le dichiarazioni di Intesa Sanpaolo, che esclude ogni connessione con gli effetti negativi dell’emergenza Coronavirus.
A conti fatti, con una crescita media del 28% nelle ultime settimane, entrambi i titoli in borsa stanno tornando ai valori pre-emergenza, facendo auspicare una nuova crescita a lungo termine in linea con quella che nell’ultimo mese hanno avuto i titoli bancari in generale. Nonostante il cauto ottimismo, ulteriori sviluppi sono attesi con le decisioni dell’Antitrust.