A Marzo la FED ha dichiarato che aumenterà i tassi di interesse sul dollaro americano, ma cosa cambia per gli investitori? La crisi economica che continua a “mordere” da anni (siamo quasi prossimi ad un decennio) la nostra società, gli scandali finanziari, i crolli delle banche, i default di alcuni Stati, ed altri eventi di forte impatto economico finanziario, sono diventati elementi di preoccupazione, o almeno di considerazione, per ognuno di noi, specie quando ricopriamo il ruolo di investitore piccolo, o grande. A ciò, si accompagnano continui annunci di variazioni dei tassi di interesse sia a livello comunitario da parte della BCE, sia da parte della controparte americana con la FED, al fine di intervenire su “grandezze” di ordine macroeconomico.
Proviamo a chiarire, per quanto possibile, cosa voglia dire variazione dei tassi di interesse da parte della FED o della BCE e lo “scontro” tra le due manovre sui mercati finanziari.
Proviamo a chiarire, per quanto possibile, cosa voglia dire variazione dei tassi di interesse da parte della FED o della BCE e lo “scontro” tra le due manovre sui mercati finanziari.
La variazione dei tassi di interesse a cura della BCE.
Alcune premesse economiche. A livello generale una banca centrale può agire sia con interventi restrittivi, sia espansivi sui tassi di interesse (tasso applicato dalle banche centrali per la concessione di prestiti alle banche del paese), in relazione alla situazione economica di un paese, sia sul tasso di inflazione “vigente”. Una manovra restrittiva, ossia un rialzo dei tassi di interesse, ha il fine principale di contenere il tasso di inflazione in un particolare momento di crescita economica del sistema. Viceversa una manovra espansiva (ribasso dei tassi di interesse) ha finalità completamente opposta.
Un rialzo del tasso di interesse ha un impatto diretto sugli investimenti: di fronte a tassi di interessi più elevati, si vogliono attrarre nuovi investimenti. Sostanzialmente, un investitore beneficerà di un maggiore rendimento rispetto alla situazione precedente, ed è accompagnata, oltre da quanto sopra premesso, alla necessità di contenere manovre di speculazione sulla divisa di riferimento ad es. EURO.
La BCE ha continuato, per anni, a tagliare i tassi di interesse sull’EURO ormai prossimo allo zero. Oltre a ciò si è operato con il Quantitative Easing, termine molto sbandierato dai media, e che rappresenta una manovra di acquisto di titoli di stato, con il fine di immettere liquidità nel sistema, e ridurre il famoso spread.
Questa situazione dura da anni, e si parla, ormai, di necessità di cambiare il trend. Di fronte a tassi EUR ai minimi storici, alcuni investitori stanno spostando i propri investimenti verso strumenti finanziari espressi in divise diverse, e con un tasso più redditizio.
Queste alcune considerazioni a livello di BCE.
La manovra dei tassi di interesse a cura della FED.
Sulle manovre dei tassi di interesse sul dollaro USA, operate dalla FED, pesa adesso le decisioni che saranno prese dalla nuova amministrazione Trump. Da quanto potuto osservare sinora, dopo pochi mesi, i piani di aumento della spesa infrastrutturale, sulla difesa etc. parrebbero far temere un forte aumento della spesa pubblica, un aumento dell’inflazione, accompagnato da un aumento del costo del denaro (tasso di interesse della banca centrale). Sulla base di tale situazione, si potrebbe ipotizzare un rialzo dei tassi di interessi USA, e l’osservazione delle decisioni di politica economica confermeranno, o meno, tale possibilità. Se tale evento dovesse verificarsi, bisognerà considerare quale sarà l’impatto sull’economia europea, di un dollaro americano più forte.
Inoltre, da mesi il cambio EUR/USD è semi-stabile tra 1,06 – 1,07. Una rettifica della situazione sembra essere nell’aria, così concordano gli analisti finanziari.
Impatto sugli investimenti a seguito della modifica della politica dei tassi di interesse BCE/FED.
A livello di pura intuizione, si può dedurre che una rimodulazione del proprio portafoglio investimenti si renda necessario, sulla base dei movimenti dei tassi di interesse dell’EURO e del dollaro americano.È ovvio che non essendo tutti analisti finanziari, non è possibile operare scelte anticipate rispetto alla manovra sui tassi posta in essere da una delle due banche centrali. Gli analisti finanziari concordano sul fatto che, al momento, la Borsa Italiana sia piùappetibile, a fini di investimento, rispetto a quella d’oltreoceano. A tale elemento, notizie di pochi giorni fa dalla BCE lasciano presagire che la situazione, a livello di tassi EURO rimanga così per buona parte del 2017, proseguendo il Quantitative Easing, sulla base di una inflazione comunitaria prossima al 2pc, e su alcuni indicatori economici in miglioramento . Queste considerazioni lasciano intuire, ad un investitore interessato a prodotti finanziari dell’area EURO, che i tassi di interesse di cui potrà beneficiare continueranno a restare bassi.
D’altra parte d’oceano, proprio oggi 15/3/2017 la FED ha alzato i tassi di interesse portandolo dallo 0,75 all’1%. Gli analisti concordano su altri tre movimenti ad opera della FED nel corso di quest’anno, sulla base di dati macroeconomici più che soddisfacenti.
Come contropartita, il 10 Marzo, Draghi ha comunicato che il tasso sui depositi bancari presso la Bce è sceso a -0,4%.
Che fare di fronte a tali situazioni contrapposte?
A livello comunitario, sul fronte degli investimenti in prodotti finanziari, si sta assistendo ad una riduzione delle nuove emissioni obbligazionarie denominate in EURO. Avendo un occhio attento, negli ultimi tempi, molte banche pubblicizzano sui maggiori quotidiani, a pagina intera, investimenti in prodotti finanziari/obbligazionari alternativi, ossia denominate in divise diverse dall’EURO. Ad esempio, Intesa San Paolo propone emissioni, con tassi medio alti di rendimento, denominate in rublo russo, dollaro neozelandese, real brasiliano, ma anche dollari americani, dove i tassi di rendimento si attestano sul 2-3% annuo.
Un investitore coscienzioso deve valutare come nessuno regala nulla per nulla, e che a fronte di maggiori tassi di interesse, maggiori sono i rischi da sopportare, e sono legati proprio al cambio delle divise sopra citate che pongono nell’incertezza il valore dell’investimento che si va ad effettuare, e quindi potenziali perdite.
Pare ormai chiara la posizione della BCE nel corso del 2017: tassi di interessi bassi, o addirittura negativi per operazioni tra BCE e banche nazionali, limitate nuove emissioni obbligazionarie, rendimenti bassi per i prodotti finanziari in EURO.Possibilità sarebbe quella di optare per “vecchie” emissioni obbligazionarie espresse in EURO con un rendimento maggiore dell’attuale, scontando però il fatto che la maggior parte sono tutte acquistabili sopra la pari. Molti BTP di “vecchia” emissione si trovano in tale situazione: negoziabilità sopra la pari. D’altra parte molti analisti sono concordi sul fatto che il 2017 sia un anno buono per la Borsa Italiana. Potrebbe, eventualmente, optarsi per un investimento azionario, considerando però che stiamo investendo in capitale di rischio, e quindi maggiore “pericolosità”.
Considerato come la FED movimenterà (ancora) al rialzo il tasso sul dollaro americano, senz’altro un investimento in USD ha una appetibilità, come rendimento non indifferente. Rialzo dei tassi di interesse però significa modifica del corso di cambio della divisa. Di fronte ad una situazione di quasi stabilità contro EURO, c’è da attendersi una modifica della quotazione dell’EUR contro USD, con un probabile rafforzamento dell’EURO contro USD, il che indebolirebbe il valore (nominale) del nostro investimento in USD.