Le borse europee hanno iniziato la giornata in calo, con il FTSE Mib di Milano e il DAX di Francoforte entrambi in discesa dello 0,2%. Il CAC40 di Parigi è sceso dello 0,7%, influenzato in particolare dal ribasso delle aziende del settore del lusso. Anche l’indice EuroStoxx50 ha registrato una flessione dello 0,7%.
Nel Regno Unito, l’inflazione core è aumentata del 3,2% su base annua, in calo rispetto al 3,6% del mese precedente, mentre le aspettative degli analisti erano per un 3,4%. Nel frattempo, il rendimento dei titoli di Stato italiani a 10 anni si è stabilizzato al 3,44%, con uno spread a 124 punti base, il livello più basso da marzo. Il governo italiano ha varato una manovra da 30 miliardi di euro per il 2025, con 3,5 miliardi provenienti dalle banche e assicurazioni, destinati a finanziare il sistema sanitario e le fasce più deboli della popolazione.
Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio WTI è rimbalzato durante la notte, attestandosi a 71 dollari al barile con un aumento dello 0,9%. Nel settore finanziario, Unicredit ha chiuso in leggero rialzo dello 0,1%, mentre Intesa Sanpaolo ha guadagnato lo 0,3%. Alcune aziende del lusso hanno subito forti perdite, con Moncler in calo del 3%, LVMH del 6% e Ferragamo del 3%, penalizzate dai deboli risultati delle vendite nel terzo trimestre. Stellantis, infine, ha sorpreso negativamente con un calo del 20% delle consegne nel terzo trimestre rispetto all’anno precedente.
La crisi del settore lusso
Il settore del lusso sta attraversando una fase di difficoltà per diverse ragioni, molte delle quali legate a fattori economici e geopolitici globali. Ecco alcuni dei principali motivi:
- Rallentamento economico globale: L’incertezza economica, causata da fattori come l’inflazione elevata e l’aumento dei tassi d’interesse, sta frenando i consumi, anche tra i clienti facoltosi. I costi di beni e servizi essenziali sono aumentati, costringendo alcune fasce di consumatori a ridurre la spesa discrezionale, che include il lusso.
- Rallentamento del mercato cinese: La Cina è uno dei principali mercati per il settore del lusso. Tuttavia, l‘economia cinese ha mostrato segni di debolezza negli ultimi anni, complicati dalle misure restrittive dovute alla politica zero-COVID fino a poco tempo fa. La crescita economica del Paese ha subito un rallentamento, con un impatto diretto sulla domanda di beni di lusso da parte dei consumatori cinesi, che costituiscono una parte significativa delle vendite globali.
- Cambiamenti nei gusti e nelle priorità dei consumatori: I consumatori più giovani, soprattutto la generazione Z e i millennial, stanno cambiando le loro preferenze. Sebbene siano ancora interessati al lusso, spesso privilegiano esperienze, sostenibilità e valori etici rispetto al consumo di beni materiali. Le aziende del lusso che non riescono a rispondere a queste nuove tendenze possono riscontrare difficoltà nel mantenere la propria rilevanza.
- Forte concorrenza: Il settore del lusso è altamente competitivo e alcune aziende si trovano a competere in un contesto di mercato più saturo. Alcuni marchi di fascia alta stanno affrontando una concorrenza crescente da parte di nuovi player nel settore del lusso, compresi marchi di moda e lifestyle emergenti.
- Incertezza geopolitica: Le tensioni internazionali, come la guerra in Ucraina, e le sanzioni economiche hanno avuto ripercussioni sui mercati del lusso, in particolare in Europa. Anche il turismo, un driver chiave per gli acquisti di lusso, ha risentito di questi eventi, riducendo il flusso di consumatori di fascia alta in molte città famose per lo shopping di lusso.
Questi fattori combinati stanno esercitando pressione sulle aziende del settore, che stanno vedendo una riduzione della domanda e della crescita rispetto ai livelli precedenti.
Perchè questa crisi preoccupa anche per altri settori
Una crisi del settore del lusso potrebbe rappresentare un segnale importante a livello economico e finanziario globale, poiché il lusso è spesso un indicatore sensibile di dinamiche economiche più ampie. Ecco alcuni dei segnali che una crisi del lusso potrebbe indicare:
- Segnale di debolezza della domanda globale: Il settore del lusso è alimentato principalmente dai consumatori più abbienti, che tendono ad avere una maggiore disponibilità di reddito discrezionale. Un calo significativo della domanda di beni di lusso potrebbe suggerire che anche i consumatori ricchi stanno diventando più cauti riguardo alla spesa, riflettendo una preoccupazione diffusa per l’economia. Ciò potrebbe essere un’indicazione di un rallentamento economico globale o di preoccupazioni riguardanti l’inflazione, i tassi di interesse o altri fattori macroeconomici.
- Rallentamento della crescita economica in Cina: La Cina è uno dei principali mercati per i beni di lusso, e una crisi del settore potrebbe indicare un rallentamento economico più ampio in Cina, che ha ripercussioni globali. Se il potere d’acquisto della classe media e ricca cinese diminuisce, ciò potrebbe segnalare difficoltà economiche più profonde nel Paese, con implicazioni per il commercio internazionale, la produzione e l’industria tecnologica.
- Incertezza geopolitica: Una crisi del lusso potrebbe indicare che le tensioni geopolitiche globali stanno impattando negativamente l’economia mondiale. Ad esempio, sanzioni economiche, instabilità politica o guerre possono danneggiare i mercati internazionali e ridurre il flusso di consumatori, in particolare turisti facoltosi che alimentano il settore. Una diminuzione della domanda di beni di lusso potrebbe riflettere incertezze su larga scala, come conflitti o crisi diplomatiche.
- Cambio nei modelli di consumo e preferenze: Una crisi del lusso potrebbe anche essere un segnale di cambiamento delle abitudini di consumo, con una transizione verso spese più sostenibili o orientate all’esperienza piuttosto che ai beni materiali. Questo potrebbe essere visto come un sintomo di trasformazioni strutturali nell’economia globale, dove i consumatori, soprattutto i giovani, privilegiano valori come sostenibilità, responsabilità sociale ed esperienze anziché beni fisici costosi.
- Pressioni inflazionistiche e aumento dei tassi di interesse: Il settore del lusso può essere particolarmente vulnerabile agli aumenti dei tassi di interesse e alle pressioni inflazionistiche. Se i beni di lusso diventano meno accessibili a causa dell’aumento dei costi del debito o del calo del potere d’acquisto globale, questo potrebbe indicare che le politiche monetarie restrittive stanno iniziando a frenare la spesa in altri settori dell’economia, preannunciando un potenziale rallentamento economico globale.
- Rischi di recessione globale: Una crisi del lusso potrebbe essere vista come un segnale precoce di una recessione globale. Storicamente, i beni di lusso sono stati considerati “beni superiori”, il cui consumo tende a diminuire più rapidamente in periodi di difficoltà economica rispetto ai beni essenziali. Un calo della domanda di lusso potrebbe prefigurare un rallentamento più ampio, segnalando che anche i settori più resistenti dell’economia stanno iniziando a risentirne.
Innanzitutto bisogna leggere questi fattori non come delle isole a sè stanti ma molteplici sintomi di una stessa malattia. D’altronde, una volta raggiunti i massimi di crescita di molte borse valori, in teoria le previsioni dovrebbero dire che arriva una crisi, prima o poi almeno per rispettare i cicli economici. Anche se sono 2 anni che tutti aspettano ma questa vera crisi non si vede.
In sintesi, una crisi nel settore del lusso potrebbe essere un indicatore di debolezza economica globale, segnali di cambiamenti strutturali nelle preferenze dei consumatori, o problemi economici specifici in regioni chiave come la Cina. I mercati finanziari potrebbero vedere in questo fenomeno un segnale di prudenza e adottare una posizione più conservativa rispetto a settori più ciclici o legati ai beni discrezionali.