Stilare previsioni sull’andamento dei mercati finanziari, di questi tempi, può risultare abbastanza arduo, ma tuttavia, sulla base dei dati attuali, si può dedurre qualcosa sul prossimo futuro. Proviamo ad esaminare alcuni aspetti tematici dei mercati finanziari, incognita Cina inclusa, per provare a capirne qualcosa di più.
I dati rivenienti dalle Borse valori durante questi mesi, rilevano come i mercati finanziari siano in una posizione di quasi equilibrio: gli scenari politici, ed economici, mondiali sono complessi, ma nella totalità si sono avuti dati positivi. I dati che fanno arguire una crescita economica globale, con potenziale periodo di distribuzioni di utili borsistici, possono essere desunti dall’indice MSCI World in Usd con una crescita nel 2017 di circa il 12%; l’indice MSCI Emerging free Usd ha registrato un aumento del 18%, ed il Nasdaq composite è attorno al più 20%.
Previsioni mercati finanziari, il ruolo delle banche centrali
Le Banche Centrali, di fronte ai dati di questi primi sette mesi, hanno assunto un atteggiamento senz’altro influente sui mercati finanziari. Mario Draghi, governatore della BCE, pur di fronte ad una revisione della politica monetaria, non ha dato segnali di tensione ai mercati obbligazionari, scegliendo di attendere per la riduzione del Quantitative Easing, ed eventuale avvio di manovre restrittive. Dall’altra parte dell’oceano Janet Yellen, presidente della FED, insiste sulla riduzione dei titoli presenti nel bilancio della FED: atteggiamento opposto a quello europeo. Il comportamento delle due principali Banche Centrali mondiali sembra considerare attentamente i fondamentali economici del sistema, ed anche la Bank of Japan, con il presidente Haruhiko Kuroda, continua il processo di acquisto di ETF per calmierare il mercato ed influire sulla crescita economica.
Previsioni borse valori, i titoli bancari
Se dovessimo, poi, considerare semplicisticamente i mercati azionari americani ed internazionali, si rileva un generale miglioramento della situazione dei titoli bancari, mentre gli Stati Uniti puntano decisamente sulla crescita del settore tecnologico. È da considerare come il mercato americano sia di fronte ad una matura fase espansionistica , che però resta in attesa di quanto il presidente Donald Trump sia in grado di mantenere circa taglio delle imposte e avvio di nuovi investimenti.
Previsioni andamento Borsa italiana
La Borsa italiana, con un indice FTSE MIB attorno ai 21400 punti, è ben lontano dai 43000 punti del 2007 (periodo dei massimi), e dagli 8000 punti del cuore degli anni della crisi economica. Dal punto di vista analitico, sebbene i rialzi, sembra che gli investitori internazionali rimangano lontani dalla nostra Borsa. Unica nota positiva la partecipazione dei risparmiatori italiani, alla componente di Borsa, con l’avvio dei PIR. La posizione di Banca d’Italia ha riconsiderato le previsioni di crescita economica per l’Italia, stimando l’ 1,4% in aumento per quest’anno, mentre per il 2018 ha assunto una visione prudente, stimando l’1,3% sempre in area positiva. I dati positivi italiani sono motivati da un riscatto delle esportazioni italiane che influiscono sui saldi della Bilancia commerciale. Di fronte alla scarsa presenza di investitori stranieri nel nostro mercato borsistico, si può azzardare, come l’elemento che influisca di più sia l’incertezza sulla prossime elezioni.
Economia tedesca ed influenza sui mercati finanziari
Diamo un occhio alla Germania. Il bund decennale tedesco ha recentemente mostrato segnali di caduta con incremento dei rendimenti, trascinando altri titoli di Stati sovrani europei nella stessa direzione. Abbiamo già detto come la posizione di Mario Draghi sia quella di mantenere il Quantitative Easing pur di fronte a segnali inflazionistici non chiari e ben definiti. A tal proposito, nel corso della Conferenza promossa dalla FED, a Jackson Hole il prossimo Agosto, Mario Draghi si esprimerà in merito alla possibile contrazione di tale strumento. Si attendono dati precisi e volontà più chiare.
Andamento prezzo materie prime
In tema di materie prime, ed energia, il petrolio torna a far parlare di sé. Il tema è sempre quello di ridurre l’offerta di petrolio, tra i maggiori produttori, al fine di farne salire il prezzo. A livello di domanda globale, il petrolio, mostra segnali di debolezza marcati da un processo di efficienza nell’uso delle risorse, e contemporaneo incremento dell’utilizzo di energie rinnovabili. Il prezzo del barile, da un periodo abbastanza lungo, oscilla tra i 45 ed i 55 Usd influenzato, oltre che dalle motivazioni precedenti, anche dalla politica monetaria della presidenza Trump di tipo restrittivo, con un corso dell’Usd in fase di indebolimento contro Eur. Gli analisti prevedono che il prezzo del petrolio possa scendere sotto i 40 Usd al barile, sebbene vi siano voci contrarie sulla stabilizzazione attorno ai 50 Usd al barile. È intuibile come vi sia una sorta di “lotta interna” tra i paesi OPEC riguardo ai tagli alla produzione, e prezzo del petrolio, che ha visto alcuni paesi trarre profitto dalla posizione incerta sul taglio produttivo, o meno, vedasi Nigeria. Sulla scia dei mercati finanziari, ed energia, le energie alternative mostrano un buon andamento produttivo, specie dall’utilizzo del vento. Con una capacità produttiva incrementata di cinque volte in dieci anni, e con una riduzione dei costi di produzione, vedono alcuni paesi rafforzare la propria capacità produttiva staccandosi dagli idrocarburi (Brasile, Spagna, Cina). Il mercato cinese, per la produzione eolica, è in costante crescita sia per le capacità finanziarie di investimento, sia per la capacità produttiva raggiunta.
L’influenza dell’economia cinese nei mercati finanziari mondiali
Di Cina molto se ne è parlato, recentemente, proprio per le preoccupazioni nascenti da un potenziale rallentamento di crescita del paese. L’evoluzione economica della Cina è stato fattore determinante nell’instabilità per il trend di crescita globale, mossa dagli Stati Uniti e che stava trascinando Europa e Giappone. Ma quali sono le preoccupazioni degli analisti? In primis vi è la preoccupazione sulla tenuta del mercato immobiliare cinese, che pare essere in fase di recessione, accompagnata da una speculazione latente. Successivamente, vi è il problema della riduzione delle riserve valutarie (osservazione nel biennio), e da ultimo i tassi di crescita del PIL sono in contrazione, con stime che lo collocano attorno al 5% rispetto al passato dove si avevano tassi di crescita del 7/8%.
Le preoccupazioni, in parte, sono state corrette dai livelli di crescita nel breve periodo che hanno permesso di rivedere la crescita del PIL nel 2017 attorno al 6,5%. Dello stesso parere è il FMI. Dello stesso trend fruisce l’entità delle riserve valutarie, con un aumento di circa 60 milioni di Usd nel 2017. Rendimenti delle obbligazioni espresse in Yuan, e tassi di cambio, rimangono sostanzialmente stabili. Il mercato immobiliare mostra segnali di correzione del trend negativo osservando i prezzi delle case in fase di costruzione ex novo.
Conclusioni
Una ulteriore spinta al sostegno dell’economia cinese dovrebbe arrivare dall’inserimento delle azioni quotate alla Borsa cinese all’interno del MSCI Emerging Markets con una stima di aumento dei flussi di valuta rivenienti dall’estero (circa 14 miliardi di Usd).
Stilare una previsione soddisfacente sui mercati finanziari è pressoché impossibile: troppi gli elementi di incertezza, rapidità nell’inversione di trend, magari consolidati, globalizzazione, ed influenza della geo-politica a livello mondiale.
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