Mediobanca: perchè Del Vecchio di Luxottica vuole comprare più azioni

La settimana appena iniziata si preannuncia molto movimentata per la finanza italiana, con 2 figure tra le più influenti del panorama nazionale in netto conflitto. Da una parte Mediobanca, dall’altra Leonardo Del Vecchio, che è intenzionato ad aumentare la sua quota di partecipazione nell’istituto di credito milanese, attualmente al 9,9%, attraverso la sua holding Delfin.

Se il fondatore di Luxottica ( ora EssilorLuxottica EPA ) vuole rafforzare la banca e la società assicurativa Generali, i manager del Gruppo Mediobanca si oppongono alla scalata ostile, per evitare di avere azionisti talmente forti da condizionare l’intera organizzazione amministrativa.

Ciò che sta avvenendo tra Mediobanca e Del Vecchio sta avendo ripercussioni anche sulle azioni della banca, che a inizio settimana hanno avuto un rialzo del 13,5% arrivando a 6,60 euro, per poi ridurre il loro guadagno al 6,3%. Tuttavia, il futuro delle realtà coinvolte sarà in ogni caso strettamente legato all’esito della contrattazione.

Cosa sta avvenendo tra Mediobanca e Del Vecchio?

A soli 9 mesi dalla sua entrata nel capitale di Mediobanca, l’imprenditore Leonardo Del Vecchio dichiara di volerne aumentare il suo controllo. Infatti, attraverso la sua holding lussemburghese Delfin, il presidente di Essilor-Luxottica è intenzionato a passare dall’attuale 9,9% al 20% della sua quota di partecipazione nella banca milanese in vista del rinnovo del consiglio d’amministrazione, previsto per ottobre 2020.

Attraverso un’istanza alla Banca d’Italia depositata il 29 maggio e il vaglio della Banca Centrale Europea entro 60 giorni, come spiegato in una nota di Delfin stessa l’uomo più ricco d’Italia si pone come obiettivo non solo quello di rafforzare la presenza di Mediobanca nello scenario bancario nazionale, ma anche quella di Generali, principale compagnia assicurativa d’Italia, di cui detiene il 4,87%.

Del Vecchio è divenuto terzo azionista di maggioranza Gruppo Mediobanca con il 6,94% nel settembre 2019, preceduto da Unicredit e dal gruppo industriale francese Bollorè e seguito da Mediolanum. Solo dopo l’uscita di Unicredit a novembre ne ha acquisito il 9,9%.

Con un patrimonio di 25,8 miliardi di euro, Leonardo Del Vecchio ha come idea quella di dare a Mediobanca un nuovo nucleo d’azionisti e un forte sostegno economico-finanziario, come quello che in passato la banca ha avuto da figure storiche del panorama italiano, tra qui il suo fondatore Enrico Cuccia.

Grazie all’aumento di capitale e nuove acquisizioni, il suo obiettivo è creare un nuovo polo finanziario per il settore bancario/assicurativo, simile a quello dell’ottica nato dalla fusione tra Luxottica ed Essilor; nel contempo le realtà annesse godranno di protezione verso eventuali scalate ostili nazionali e internazionali.

Mediobanca: perchè Del Vecchio di Luxottica vuole comprare più azioni
 Sopra: Leonardo Del Vecchio è nato nel 1935

Come reagisce Piazza Affari?

Il 1 giugno, all’apertura settimanale delle borse, la questione tra Mediobanca e Del Vecchio porta benefici a tutti i titoli coinvolti. Alla richiesta di Delfin di detenere il 20% di Gruppo Mediobanca, infatti, a inizio seduta Piazza Affari premia la banca milanese con un +13,5%, facendo arrivare il titolo a 6,60 euro, sebbene a fine giornata il suo rialzo si riduca a +6,3%, attestandosi a 6,20 euro.

Al 2 giugno 2020 le azioni Mediobanca valgono 6,44 euro, mostrando una lenta ripresa dopo il minimo storico del 19 marzo, in piena crisi CoViD-19, quando con 4,17 euro segnava un crollo del 62% rispetto ai valori di novembre 2019.

In ripresa anche Generali, compagnia assicurativa proprietà di Mediobanca per il 13% e di Del Vecchio per il 4,87%, che si attesta a 13,28 euro registrando un +6,2% rispetto a fine maggio, e Essilor-Luxottica, che raggiungendo i 119,90 euro conferma il trend positivo col quale segna un +27,9% dal crollo del 1 aprile.

Mediobanca e Del Vecchio, quali criticità?

Davanti alla decisione di Del Vecchio un clima di forte negatività si respira in Mediobanca, con l’amministratore delegato Alberto Nagel che si oppone con determinazione alla scalata del patron Essilor-Luxottica. Il motivo è principalmente uno: evitare che tra gli azionisti di maggioranza vi siano soggetti talmente forti da condizionare l’intera organizzazione amministrativa.

Tra le criticità espresse da Nagel sull’attuale situazione vi è quella di una redditività di Mediobanca troppo diretta a credito al consumo e servizi assicurativi anziché alla banca d’affari, che potrebbe crescere ancora sotto la maggiore presenza di Del Vecchio: la capitalizzazione Generali in borsa è di circa 20 miliardi di euro, mentre quella di Mediobanca è di circa 5 miliardi.

Secondo uno studio della banca d’investimento Equita la situazione può portare risultati contrastanti: se da un lato potrebbe aumentare l’incertezza sul proseguimento dei piani industriali Mediobanca e Generali, rendendo i titoli in borsa altamente volatili fino al consenso di Banca d’Italia e BCE sull’operazione, dall’altro i titoli stessi saranno in grado di assorbire pesanti oscillazioni grazie alla specializzazione di prodotto, destinando le 2 realtà a diversi mercati.

Secondo la banca d’affari statunitense Morgan Stanley, invece, la questione tra Mediobanca e Del Vecchio potrà tradursi in effetti pesantemente negativi per l’istituto milanese, rappresentando incertezza sia per i piani strategici a medio-lungo termine che per la continuità del management.

A rappresentare un’ulteriore criticità è anche il coinvolgimento di Mediobanca nella scalata di UBI Banca assieme a Banca Intesa, mossa che porterebbe alla nascita del più grande gruppo bancario europeo. Avendo un’alleanza con Banca Intesa, Mediobanca è allo stesso tempo vicina alla famiglia Agnelli-Elkann, che proprio da Banca Intesa ha ottenuto un prestito di oltre 6 miliardi di euro per la ripartenza di FCA dopo gli effetti del Coronavirus.

Ma cosa potrebbe accadere a questa che è una tra le più importanti banche italiane?

Cosa avverrà in futuro per Mediobanca e Del Vecchio?

Dopo svariate indiscrezioni, la scalata di Leonardo Del Vecchio verso Mediobanca e Generali trova conferma nelle parole dello stesso presidente di Essilor-Luxottica. Anche Piazza Affari ha avuto sviluppi positivi per tutti i titoli connessi alla questione, in modo molto simile all’effetto annuncio di una quotazione in borsa.

Tuttavia, quello che secondo Forbes è considerato l’uomo più ricco d’Italia con un patrimonio di 25,8 miliardi di euro, è però in attesa del consenso dalle autorità di vigilanza bancaria, ossia Banca d’Italia e Banca Centrale Europea.

A conti fatti, nel caso si abbia esito favorevole, anche non desiderando alternative a quella già presente quando a ottobre si rinnoverà il consiglio d’amministrazione, Del Vecchio avrà pieno vantaggio sui manager del Gruppo Mediobanca. Solo in merito a ciò si potranno infine valutare le sorti di Generali, così come delle altre controllate come CheBanca! e Compass.

Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.