In questo articolo troverai una classifica delle migliori banche italiane sotto l’aspetto della sicurezza, della capitalizzazione, solvibilità, del numero di sportelli aperti e della raccolta, cioè la reale liquidità che ha a disposizione un istituto di credito, dati che ci da la BCE dopo i suoi “stress test”.
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Classifica Banche Italiane CET1
Le migliori Banche Italiane per sicurezza, determinata dal CET 1 Ratio più altoNome Banca | CET1 Ratio |
---|---|
Finecobank | 20,8% |
Banca Mediolanum | 20,7% |
Icrea Banca | 19,2% |
BCC Roma | 18,96% |
Banca Sella | 18,63% |
BFF Bank | 16,90% |
Banca Generali | 16,30% |
Fideuram | 15,8% |
Monte dei Paschi di Siena | 15,6% |
Popolare di Sondrio | 15,4% |
Banca Ifis | 15,1 % |
Banca Desio | 15,1% |
Unicredit | 14,9% |
ING Group | 14,5% |
Mediobanca | 14,0% |
Credem | 13,72% |
Intesa Sanpaolo | 13,5% |
Banco BPM | 13,3% |
Banca Sistema | 12,6% |
BPER | 14,0% |
Banca Ifis IFF | 15,21% |
Come puoi vedere, la banca con il CET1 ratio più alto è Fineco Bank, con un CET1 ratio del 20,8%. Questo significa che Fineco Bank ha un patrimonio netto di 20,8 euro per ogni euro di attività bancarie. Le banche con i CET1 ratio più bassi sono Banco BPM e BPER, con un CET1 ratio del 12,04%. Questo significa che Banco BPM e BPER hanno un patrimonio netto di 12,04 euro per ogni euro di attività bancarie.
Il CET1 ratio è un indicatore della solidità finanziaria di una banca. Un CET1 ratio più alto indica che la banca ha un patrimonio netto più elevato rispetto alle sue attività bancarie. Questo significa che la banca è in grado di affrontare meglio le perdite e le insolvenze.
C’è inoltre da dire che TUTTE queste banche soddisfano i criteri minimi del CET1 Ratio della BCE e che hanno passato anche degli stress test fatti a Giugno, come potete leggere più avanti.
Ultime notizie delle banche italiane ed europee:
Il 28 Luglio 2023, BCE ha condotto nuovi Stress test su 98 banche che fanno parte dei paesi che utilizzano l’euro come moneta, di cui 57 grandi e 42 piccole. Gli stress test sono andati tutti bene e hanno fatto vedere che in caso di gravi problemi finanziari le banche europee possono resistere bene per almeno 3 anni.
La pubblicazione degli stress test la trovate QUI con tutti i parametri necessari. L’unica cosa da dire di importante è che non solo tutte le banche italiane hanno superato gli Stress test ma che una banca molto in difficoltà come era Monte dei Paschi fra 3 anni se non ci saranno ulteriori crisi mondiali avrà un CET1 Ratio tra i più alti ( quindi migliore) tra le grandi banche italiane,
Situazione generale delle banche italiane ed europee
Negli ultimi anni ci sono stati diversi scandali e dei veri e propri default di banche italiane, ma anche americane ed europee dovute alla crisi finanziaria e il fallimento di Lehman Brothers. Da lì molte leggi sono cambiate e ora le banche che operano in Europa ed in Italia sono molto più sicure in quanto devono rispettare dei parametri che sono pubblici e riescono a stilare una classifica delle banche più sicure sotto questo aspetto.La recente pandemia e relativa crisi economica ha riportato al centro degli interessi dei clienti di banca questa preoccupazione, che è relativa ai miliardi di euro di NPL cioè di crediti inesigibili che le banche italiane non potranno più avere indietro a causa di mutui e prestiti che non verranno più pagati da imprese e cittadini in difficoltà. Per il momento si pensa di ovviare a questi problemi tramite fusioni bancarie. Ma va detto che l’ultima revisione della BCE sulle banche europee , proprio per sondare quali erano state le conseguenze della pandemia, è stata molto positiva, infatti in questi anni la media degli NPL nella pancia della banche europee è calata dal 7% al 2%. A fine novembre Banca d’Italia ha pubblicato la lista delle banche sistemiche del Nostro paese. Per banca sistemica si intende una banca che è così grande e/o ha così grandi legami con le altre che se andasse in default destabilizzerebbe tutto il sistema creditizio di una nazione. Per questo devono tenere delle riserve di denaro molto più alte delle altre e peer questo, in caso di gravissime crisi finanziarie come quelle del 2011 lo Stato italiano e la BCE per non farle fallire prenderebbero misure straordinarie.
Le precedenti crisi bancarie
Le recenti vicende come quella della Popolare di Bari , fanno capire che scegliere un istituto di credito sicuro per i Nostri risparmi è fondamentale.
Da qui bisogna sapere quali sono le banche più affidabili in Italia, e questo ce lo dicono gli stress test della BCE e della Eba i cui risultati sono vengono resi noti ogni volta che vengono rifatti.Una volta che conosco quali sono gli istituti di credito che sicuramente non falliranno, a quel punto posso scegliere dove aprire un conto corrente, o Dove posso aprire un deposito di risparmio, tenere lì i miei soldi e stare tranquillo che magari la banca non ci sarà un default e nemmeno un prelievo forzoso dai conti correnti .
I piccoli risparmiatori, più che i piccoli investitori, sono quelli che temono per i propri soldi. Dopo una vita di sacrifici in cui è già difficile trovare un lavoro, mantenerlo, farsi pagare, riuscire a risparmiare qualcosa, veder sparire il frutto del proprio sudore è ormai diventato un incubo.
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Migliori banche italiane per rating, quali sono?
Dopo la grande depressione 2008-2009 e ancor più dopo l’emergenza CoViD-19 che colpisce il mondo intero nel 2020, la valutazione della sicurezza di una banca diventa un aspetto cruciale. Per capire quali siano le migliori banche occorre quindi conoscere il loro livello di solvibilità, che le difenda dal rischio di bail-in.
L’indicatore tenuto maggiormente in considerazione è il CET1 Ratio, che le banche pubblicano in occasione di conti trimestrali, semestrali e annuali. Monitorato dalla BCE, che effettua stress test periodici per valutare le condizioni di salute degli istituti, il CET1 Ratio è il rapporto tra capitale ordinario e attività ponderate al rischio, nonchè un aspetto fondamentale da conoscere per suddividere le migliori banche italiane per rating. La Consob è l’organismo che regola il reparto investimenti delle banche italiane.
Cos’è il CET1 Ratio, in fondo all’articolo una spiegazione più dettagliata
Monitorato dalla Banca Centrale Europea, il CET1 Ratio è il parametro più importante per la valutazione di salute e solidità delle banche, quindi anche delle loro azioni e obbligazioni. Il suo nome è l’acronimo di Common Equity Tier1 Ratio e rappresenta il rapporto tra capitale ordinario versato dalla banca (CET1) e le sue attività ponderate al rischio, ossia quelle che presentano rischi impliciti.
Considerando tali attività, nel CET1 Ratio sono inclusi gli effetti negativi causati da:
- Crediti deteriorati
- Inadempienze probabili
- Sofferenze
Il CET1, definito dagli Accordi di Basilea 1988 e 2004, è invece costituito da capitale versato, riserve e utili non distribuiti, escludendo azioni in portafoglio, avviamento, beni immateriali e perdite di bilancio.
Secondo le disposizioni BCE, il CET1 Ratio di una banca deve essere superiore all’8%: più elevato sarà, maggiore sarà la sua solidità; al contrario, se inferiore all’8%, la banca dovrà necessariamente rafforzare il patrimonio per non essere inserita in amministrazione straordinaria o sottoposta a bail-in, ossia prelievo forzato della liquidità dei suoi correntisti.
Appare nelle comunicazioni di bilancio trimestrali, semestrali o annuali degli istituti ed è uno strumento indispensabile per conoscere il loro rating.
Le migliori banche italiane, come riconoscere se una banca è migliore di un’altra:
Per riconoscere la banca migliore, cioè per capire se una banca è più sicura di un’altra lo si capisce dal livello di patrimonializzazione, proprio come una azienda qualsiasi.
Per facilitare questo impegnativo calcolo ecco il CET 1 RATIO, ( o Tier 1 o Tier 1 Capital Ratio) espressa in percentuale: più la percentuale è alta, più la banca è in buona salute.
Si considera una banca in difficoltà quando il Cet 1 Ratio inizia ad essere intorno al 10%, anche se poi qui subentrano anche altri fattori.
Quali sono le migliori banche italiane per CET1 Ratio Pillar 2 Requirement
Dopo l’istituzione del Fondo Atlante 1 e 2 nel 2016 per intervenire sulle crisi bancarie italiane dei crediti deteriorati e il fallimento di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca liquidate poi dal d.l. 99/2017, il CET1 Ratio è tornato argomento di discussione per valutare salute e solidità degli istituti di credito italiani.
Nell’analisi dei profili di rischio bancari SREP (Supervisory Review and Evaluation Process) si tiene conto di 2 parametri fondamentali:
- CET1, che indica capitale ordinario, riserve e utili non distribuiti
- CET1 Ratio, rapporto tra CET1 e attività a rischio implicito
In collaborazione con EBA (European Banking Authority), la BCE effettua degli stress test periodici per esaminare le banche del continente e capire come queste potrebbero reagire a eventuali scenari di crisi. In questo modo vengono valutate anche le migliori banche italiane per rating, che secondo gli ultimi stress test SREP 2023 sono tra i nomi più importanti a livello nazionale.,
Secondo la BCE TUTTE le banche italiane ed operanti in Italia hanno superato gli stress test anche a Febbraio 2023.
Finalmente una buona notizia per i correntisti e tutti i clienti , dopo che per anni siamo stati tutti un po’ in apprensione proprio per le tante crisi bancarie che si sono susseguite dopo la grande recessione del 2008/2009.
La classifica delle migliori banche italiane. la percentuale che vedete è la percentuale di capitale aggiuntivo. La banca che deve aggiungere al proprio capitale meno soldi ( secondo il parametro Pillar 2 requirement – requisiti del 2° pilastro ) è più solida, quelle che hanno una percentuale più alta sono meno solide. Va detto che rispetto alle altre banche europee, quelle italiane risultano tra le più solide. Quella messa un po’ peggio è come al solito Monte dei Paschi, che però a questo punto ha una richiesta di “solo” il 3% di bilancio aggiuntivo, decisamente una cifra più bassa rispetto a prima e più bassa di molte altre banche europee.
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Informazioni del terzo pilastro
Ogni anno la BCE pubblica anche informazioni selezionate del terzo pilastro per le singole banche sui seguenti argomenti.
- Coefficienti di solvibilità, leva finanziaria, copertura della liquidità e coefficienti netti di finanziamento stabile, pubblicati dagli enti significativi ai sensi della parte otto del regolamento sui requisiti patrimoniali (regolamento (UE) n. 575/2013).
- Modelli selezionati dai requisiti di informativa del pilastro 3. Per la data di riferimento di fine 2021, la BCE ha pubblicato i modelli EU CCR1, EU CCR2, EU CCR5, EU CCR6 e EU CCR8 dei modelli informativi a copertura del rischio di credito di controparte. La comunicazione delle informazioni sull’esposizione di un ente al rischio di controparte è definita dall’articolo 439 del regolamento sui requisiti patrimoniali nonché dal regolamento di esecuzione (UE) 2021/637 della Commissione del 15 marzo 2021 (in particolare nell’allegato XXV e nell’allegato XXVI) , che stabilisce norme tecniche di attuazione in materia di comunicazione al pubblico da parte degli enti delle informazioni di cui ai titoli II e III della parte ottava del regolamento sui requisiti patrimoniali.
La pubblicazione include anche commenti specifici della banca a seguito di un esercizio di riconciliazione delle informazioni selezionate sopra menzionate e dei dati di segnalazione regolamentare. L’esercizio della BCE per la data di riferimento di fine 2021 ha portato a miglioramenti nella coerenza tra le informazioni selezionate del pilastro 3 e le segnalazioni regolamentari. A riprova di ciò, nel 2022 55 istituti significativi soggetti alla vigilanza bancaria europea hanno ripubblicato le loro relazioni del terzo pilastro per includere le correzioni ai dati divulgati.
Unicredit (UCG.MI) ha reso noto i livelli di SREP validi a partire dal 1/3/2022.
BCE ha confermato per Unicredit il requisito di capitale in termini di CET 1 pari al 9.03% che include:
- requisito minimo regolamentare di Pillar 1, pari al 4.5%
- requisito aggiuntivo di Pillar 2, pari allo 0.98% (invariato vs 2021)
- Capital Conservation Buffer pari al 2.5%
- G-SIB buffer pari a 1%
- Countercyclical buffer pari a 0.05%
Il requisito minimo complessivo relativo ai fondi propri (`Total Capital Ratio`) è confermato al 13.3%.
UCG supera ampiamente tutti i requisiti regolamentari. Sulla base dei dati FY21, il buffer di CET1 rispetto al requisito SREP, dopo aver dedotto l`impatto del buyback, risulta superiore a 500bps (CET1 FL post buyback al 14.1% vs 9.03%).
Come leggere i parametri che la BCE da alle banche europee ed italiane
Dato che non è facile districarsi con i termini con i quali la BCE da dei veri e propri “voti di affidabilità e serietà” alle banche operanti in Europa, abbiamo pensato di darvi una spiegazione dei termini usati. Sappiate che al correntista o investitore medio non è indispensabile conoscerli ,però abbiamo pensato di inserirli in modo di dare una informazione più completa e corretta possibile su un tema così complicato.
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Cos’è il CET1 Ratio
Il CET1 Ratio, chiamato anche Common Equity Tier 1 Ratio, è una misura di solvibilità utilizzata per valutare la stabilità finanziaria delle banche. È definito come il rapporto tra il capitale di base di una banca, ovvero il capitale di migliore qualità e più stabile, e il totale degli attivi ponderati per il rischio (Risk Weighted Assets, RWA). Il CET1 Ratio è utilizzato per determinare se una banca ha abbastanza capitale per assorbire eventuali perdite e continuare a funzionare durante periodi di stress finanziario.
La Banca Centrale Europea (BCE) è responsabile della supervisione delle banche all’interno della zona dell’euro e impone requisiti minimi di CET1 Ratio per garantire la stabilità finanziaria delle istituzioni bancarie. Il requisito minimo di CET1 Ratio imposto dalla BCE per le banche europee è del 4,5%, ma spesso viene richiesto un valore maggiore in base alle specifiche circostanze di una banca.
Tuttavia, è importante notare che il CET1 Ratio è solo uno degli indicatori di solvibilità utilizzati dalla BCE e dalle altre autorità di vigilanza bancaria. Altri indicatori includono il Tier 1 Capital Ratio e il Total Capital Ratio, che tengono conto di altre forme di capitale oltre al CET1.
Cos’è il Tier 1 Capital Ratio
Il Tier 1 Capital Ratio è un altro indicatore di solvibilità utilizzato per valutare la stabilità finanziaria delle banche. È definito come il rapporto tra il capitale di primo livello (Tier 1) di una banca e il totale degli attivi ponderati per il rischio (Risk Weighted Assets, RWA). Il capitale di primo livello è composto dal Common Equity Tier 1 (CET1) e dal capitale aggiuntivo di Tier 1 (AT1).
Il CET1 comprende principalmente azioni ordinarie, riserve e utili trattenuti, mentre l’AT1 è costituito da strumenti finanziari ibridi, come obbligazioni convertibili contingenti (CoCos), che possono essere convertiti in azioni ordinarie o subire cancellazioni in determinate condizioni.
La Banca Centrale Europea (BCE) è responsabile della supervisione delle banche all’interno della zona dell’euro e impone requisiti minimi di Tier 1 Capital Ratio per garantire la stabilità finanziaria delle istituzioni bancarie. Il requisito minimo di Tier 1 Capital Ratio imposto dalla BCE per le banche europee è del 6%. Questo requisito assicura che le banche abbiano un cuscinetto di capitale di alta qualità sufficiente per assorbire eventuali perdite e continuare a funzionare durante periodi di stress finanziario.
Tuttavia, come nel caso del CET1 Ratio, il Tier 1 Capital Ratio è solo uno degli indicatori di solvibilità utilizzati dalla BCE e dalle altre autorità di vigilanza bancaria. Altri indicatori includono il CET1 Ratio e il Total Capital Ratio, che tengono conto di altre forme di capitale oltre al Tier 1.
Cos’è il Total Capital Ratio
Il Total Capital Ratio, noto anche come Capital Adequacy Ratio, è un ulteriore indicatore di solvibilità utilizzato per valutare la stabilità finanziaria delle banche. È definito come il rapporto tra il capitale totale di una banca e il totale degli attivi ponderati per il rischio (Risk Weighted Assets, RWA). Il capitale totale è composto dal capitale di Tier 1 (CET1 e AT1) e dal capitale di Tier 2.
Il capitale di Tier 1 è il capitale di migliore qualità e più stabile, composto principalmente da azioni ordinarie, riserve e utili trattenuti (CET1), oltre a strumenti finanziari ibridi come obbligazioni convertibili contingenti (AT1). Il capitale di Tier 2 è un tipo di capitale di qualità inferiore rispetto al Tier 1 e include principalmente strumenti subordinati a lungo termine e riserve generali per rischi creditizi.
La Banca Centrale Europea (BCE) è responsabile della supervisione delle banche all’interno della zona dell’euro e impone requisiti minimi di Total Capital Ratio per garantire la stabilità finanziaria delle istituzioni bancarie. Il requisito minimo di Total Capital Ratio imposto dalla BCE per le banche europee è dell’8%. Questo requisito assicura che le banche abbiano un cuscinetto di capitale sufficiente per assorbire eventuali perdite e continuare a funzionare durante periodi di stress finanziario.
È importante notare che il Total Capital Ratio è solo uno degli indicatori di solvibilità utilizzati dalla BCE e dalle altre autorità di vigilanza bancaria. Altri indicatori includono il CET1 Ratio e il Tier 1 Capital Ratio, che tengono conto di diverse forme di capitale.
Cos’è lo SREP
Lo SREP, chiamato anche Supervisory Review and Evaluation Process, è un processo di valutazione e revisione condotto dalla Banca Centrale Europea (BCE) per le banche nell’area dell’euro. Lo scopo dello SREP è valutare la solidità finanziaria e la gestione dei rischi delle banche per garantire che esse operino in modo sicuro e sostenibile. Il processo di revisione viene svolto annualmente e considera vari aspetti del funzionamento delle banche, tra cui la qualità del capitale, la liquidità, la governance interna e la gestione dei rischi.
In base ai risultati dello SREP, la BCE può imporre requisiti di capitale e liquidità aggiuntivi alle banche, al di sopra dei requisiti minimi stabiliti dalla regolamentazione prudenziale. Questi requisiti aggiuntivi vengono definiti come Pillar 2 Requirements (P2R) per il capitale e Pillar 2 Guidance (P2G) per la liquidità. Il processo SREP consente alla BCE di identificare eventuali debolezze nelle banche e di richiedere loro di adottare misure correttive per mitigare i rischi e rafforzare la loro posizione finanziaria.
È importante notare che lo SREP è complementare ai requisiti minimi di CET1 Ratio, Tier 1 Capital Ratio e Total Capital Ratio che la BCE impone alle banche europee. Insieme, questi indicatori e processi di valutazione aiutano a garantire la stabilità finanziaria delle istituzioni bancarie e a ridurre il rischio di crisi bancarie.
QUI: Ultimo SREP fatto dalla BCE.
Cosa significano Pillar 2 Requirement e Pillar 2 Guidance
I termini Pillar 2 Requirement (P2R) e Pillar 2 Guidance (P2G) si riferiscono a requisiti e raccomandazioni aggiuntive imposti alle banche nell’ambito del processo di Supervisory Review and Evaluation Process (SREP) condotto dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalle altre autorità di vigilanza bancaria.
Pillar 2 Requirement (P2R):
Il P2R è un requisito di capitale aggiuntivo che una banca deve mantenere al di sopra dei requisiti minimi di capitale stabiliti dalla regolamentazione prudenziale (CET1 Ratio, Tier 1 Capital Ratio e Total Capital Ratio). Il P2R viene calcolato individualmente per ogni banca, in base alla valutazione dei rischi specifici, alla qualità del capitale, alla gestione dei rischi nonchè alla governance della banca. L’obiettivo del P2R è garantire che le banche abbiano un cuscinetto di capitale sufficiente per affrontare rischi specifici non coperti dai requisiti minimi di capitale.
Pillar 2 Guidance (P2G):
Il P2G è una raccomandazione di liquidità aggiuntiva fornita alle banche in seguito alla valutazione SREP. Il P2G tiene conto dei rischi specifici di liquidità che una banca potrebbe affrontare e fornisce una guida su quanto capitale aggiuntivo la banca dovrebbe detenere per far fronte a questi rischi. A differenza del P2R, il P2G non è un requisito vincolante, ma una raccomandazione che le banche sono incoraggiate a seguire per garantire una gestione adeguata dei rischi di liquidità.
In sintesi, il P2R e il P2G sono strumenti utilizzati dalle autorità di vigilanza bancaria per garantire la stabilità finanziaria delle banche e per indirizzarle verso una gestione più efficace dei rischi di capitale e liquidità. Essi sono complementari ai requisiti minimi di capitale e fanno parte di un quadro di vigilanza più ampio volto a garantire la solidezza e la resilienza del sistema bancario.
Storico degli Stress Test fatti dalla BCE dalla Grande Crisi Finanziaria del 2008
STRESS TEST EBA LUGLIO 2021
- Mediobanca Cet1 fully loaded ratio 14,51% di fine 2020 passa al 9,73% del 2023;
- Intesa Sanpaolo Cet1 fully loaded 14,04% del 2020 passa al 9,38%, del 2023
- Unicredit Cet1 ratio 15,14% del 2020 al 9,22% del 2023;
- Banco Bpm Cet1 fully loaded 13,23% 2020 al 7,02% a fine 2023. .
- BMps Cet1 fully loaded 9,86% del 2020 a -0,1% del 2023
CET 1 RATIO BANCHE OPERANTI IN ITALIA Ad Ottobre 2020
- – Creval con un Cet1 Ratio al 16,7%
- – Credem con un Cet1 Ratio al 15,5%
- – Intesa Sanpaolo con un Cet1 Ratio al 14,9%
- – Banco Bpm con un Cet1 Ratio al 14,7%
- – UniCredit con un Cet1 Ratio al 14,54%
- – Mps con un Cet1 Ratio al 13,4%
- – Deutsche Bank con un Cet1 Ratio al 13,3%
- – Bper con un Cet1 Ratio al 12,57%
- – Bnl-Bnp Paribas con un Cet1 Ratio al 12,4%
- – Credit Agricole con un Cet1 Ratio all’11,9%
- Intesa Sanpaolo, CET1 12,8%, CET1 Ratio 17,2%
- Banca AideXa – dato non pervenuto.
Risultati simili alla classifica dell’Università Bocconi di Milano sulle migliori banche nazionali del 2018, basata su andamento in borsa, redditività sul totale attivo, CET1 e CET1 Ratio: con 114 punti si conferma al primo posto Intesa Sanpaolo, seguita da UBI Banca a 111 e Banco Popolare e Credem a 101, mentre Unicredit e BPER Banca sono tra le meno sicure con 81 e 85 punti. Sebbene fossero in precedenza ai primi posti, sono escluse da tale classifica Mediolanum e Mediobanca, poiché presentano un’offerta non mirata alla clientela retail.
Numeri positivi, che confermano la solidità dei nomi più importanti delle banche italiane anche dopo l’emergenza CoViD. Secondo i bilanci dell’EBA, infatti, la copertura dei crediti deteriorati delle banche italiane raggiunge una media del 53,8%, superiore alla media europea del 44,7%. Tuttavia, il CET1 fully-loaded italiano (che include spese a regime) è del 13,2%, mentre la media europea è del 14,8%.
Perchè le banche italiane hanno avuto rating positivi?
A sostegno dei settori più colpiti dall’epidemia, quello italiano è tra i governi europei che hanno annunciato una serie di misure d’emergenza, tra queste il Decreto Cura Italia (d.l. 18/2020) e il Decreto Liquidità (d.l. 23/2020): nonostante il primo abbia messo gli istituti nazionali ad elevata esposizione al credito deteriorato a causa della possibile inadempienza dei clienti, col secondo le banche faranno da tramite per finanziamenti statali a fondo perduto per le PMI.
Con lo stanziamento di 200 miliardi di euro, la misura del Decreto Liquidità rafforza quella già in corso del Decreto Cura Italia, favorendo l’accesso alle garanzie statali e semplificando i requisiti per le agevolazioni. Altra priorità è il potenziamento del Fondo di Garanzia per PMI. I prestiti erogati saranno disponibili per aziende fino a 499 dipendenti:
- Fino a 30.000 euro con garanzia al 100% e nessuna valutazione
- Fino a 800.000 euro con garanzia al 90% e valutazione di merito
- Fino a 5 milioni di euro con garanzia al 90% e valutazione di merito e andamentale/bancaria
I medesimi finanziamenti saranno disponibili anche per grandi aziende, con garanzia variabile:
- Al 90% e con procedura semplificata d’accesso per imprese con meno di 5.000 dipendenti e fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro
- All’80% per imprese con più di 5.000 dipendenti e fatturato tra 1,5 e 5 miliardi di euro
- Al 70% per imprese con più di 5.000 dipendenti e fatturato oltre i 5 miliardi di euro
A conti fatti, si può notare che nei risultati delle migliori banche italiane per rating vi sono i più importanti istituti nazionali, che forti di storia e solidità sarebbero in grado di resistere a scenari particolarmente critici con abbastanza capitale in eccesso.
Risultati in linea con quelli del resto d’Europa che, eccetto piccole realtà di Grecia, Portogallo, Cipro e paradossalmente Germania, secondo gli analisti mostrerà una certa resilienza anche nel 2021: sebbene non ci sia la certezza matematica che gli scenari drammatici degli stress test si possano concretizzare, le criticità dell’epidemia CoViD-19 sono alle spalle.
Come funziona il sistema per capire quali siano le banche più sicure che operano in Italia
La BCE a fine gennaio 2020 ha rilasciato un’analisi delle banche europee che – finalmente – a livello generale, sembrano essersi riprese dai problemi di mancanza di liquidità di cui molte soffrivano fino a qualche tempo fa. Non tutti i problemi sono risolti, ma le nuove linee guida per poter operare nell’Unione Europea hanno aiutato queste banche a diminuire la loro esposizione debitoria e la loro carenza di disponibilità monetaria.
Per questo motivo, la BCE ha dato dei nuovi obiettivi che ha chiamato PILLAR II, ( Pilastro 2) cioè un ulteriore step dell’Accordo Interbancario Europeo.
La panoramica delle pratiche e degli approcci di revisione prudenziale del secondo pilastro descrive i concetti chiave del secondo pilastro e le pratiche di revisione prudenziale in uso nelle giurisdizioni dei membri del Comitato di Basilea.
Il processo di revisione prudenziale del secondo pilastro è parte integrante del Framework di Basilea. Quando il Comitato ha introdotto il quadro di Basilea II nel 2004, un obiettivo fondamentale delle attività del Comitato era rafforzare i requisiti patrimoniali minimi del primo pilastro con una solida attuazione del secondo pilastro. Ciò ha incluso gli sforzi delle banche per valutare la loro adeguatezza patrimoniale e dalle autorità di vigilanza per riesaminare tali valutazioni.
La relazione copre le aree chiave del processo di revisione prudenziale del secondo pilastro, compresi il processo di valutazione del rischio, la propensione al rischio, i ruoli del consiglio di amministrazione e degli alti dirigenti e le pratiche di vigilanza adottate per migliorare la trasparenza e le pratiche di divulgazione delle banche.
Per raggiungere lo standard del 2° Pilastro degli accordi interbancari di Basilea , le banche qui di seguito, devo aumentare il proprio capitale
L’ultima tegola sui risparmiatori italiani arrivò con il commissariamento della maggiore banca del sud; la Popolare di Bari.
Con il nuovo governo, i mercati espressero preoccupazioni sopratutto per la vicenda Banca Monte Paschi, che con un apposito decreto fu praticamente rilevata dallo Stato italiano di cui ora è azionista al 60%.
Anche se oggi come oggi ancora la regola del Bail In ancora non è mai stata applicata ad una banca italiana, è pur vero che è tutt’ora in vigore, nonostante ci siano delle pressioni per aiuti esterni, pressioni più che altro da parte del Governo italiano e dalla Deutsche B, in quando la situazione delle banche italiane ( che finora hanno costituito solo il Fondo Atlante come ‘paracadute’) che quelle di DB è precaria, una situazione che vede le Nostre banche in difficoltà a causa di miliardi di euro di crediti inesigibili e le banche tedesche in difficoltà a causa dei troppi derivati.
Classifica delle banche italiane per risparmio raccolto
Al primo posto abbiamo Intesa Sanpaolo con oltre 555 miliardi di euro, seguita da Unicredit con 412 miliardi di euro, Banco BPM con oltre 132 miliardi di euro, BPER con 101 miliardi di euro, Monte dei Paschi di Siena con oltre 90 miliardi di euro, Credit Agricole co oltre 74 miliardi di euro e altre.
Si tratta dei soldi delle famiglie italiane che sono stati messi in conti correnti, conti deposito ed obbligazioni bancarie.
I dati indicativi e sono riferiti a fine 2021.
Classifica delle Banche Italiane con più sportelli aperti nel territorio ( dati inizio 2023)
Il numero degli sportelli bancari con il tempo andrà sempre più diminuendo grazie alla tecnologia digitale, ma non si azzereranno mai perchè ci sarà sempre bisogno di valutare le richieste dei clienti in modo personale.
Denominazione Banca | Numero ABI | Numero delle Succursali |
---|---|---|
1. Intesa Sanpaolo | 03069 | 3.010 |
2. Unicredit | 02008 | 2.312 |
3. BPER Banca | 05387 | 1.617 |
4. Banco Bpm | 05034 | 1.470 |
5. Banca Monte dei Paschi di Siena | 01030 | 1.368 |
6. Crédit Agricole Italia | 06230 | 1.137 |
7. Banca Nazionale del Lavoro | 01005 | 684 |
8. Banca Popolare di Sondrio | 05696 | 484 |
9. Credito Emiliano | 03032 | 445 |
10. Banco di Sardegna | 01015 | 308 |
11. Banca Sella | 03268 | 285 |
12. Deutsche Bank | 03104 | 277 |
13. Banco di Desio e della Brianza | 03440 | 232 |
14. Banca Popolare di Bari | 05424 | 226 |
15. Cassa di Risparmio di Asti | 06085 | 210 |
16. BCC di Roma | 08327 | 187 |
17. Compass Banca | 19275 | 178 |
18. Banca Popolare dell’Alto Adige | 05856 | 168 |
19. Intesa Sanpaolo Private Banking | 03239 | 146 |
20. Banca Popolare di Puglia e Basilicata | 05385 | 118 |
Le più grandi banche italiane per capitalizzazione, quali sono?
la capitalizzazione di una banca ha il suo peso. Le banche sistemiche ad esempio sono quelle che hanno una grande capitalizzazione e più grande è una banca più è influente cioè più ha investito in altre banche e altre banche e altri investitori hanno investito nelle sue azioni ed obbligazioni.
Nomi importanti, che presentano forti reputazioni tra solidità e affidabilità, contando inoltre lunghe storie di successi e crescita, tra fusioni e incorporazioni che hanno portato a dimensioni sempre maggiori. In fase d’investimento, ma anche nella scelta di un istituto, occorre capire, quali sono le più grandi banche italiane per capitalizzazione?
Classifica Banche Italiane per Capitalizzazione
Le più grandi banche italiane per CapitalizzazioneNome | CET1 Ratio | Capitalizzazione MLD di€ |
---|---|---|
ING Group | 14,5% | 47,40 MLD |
Intesa Sanpaolo | 13,5% | 45,08 |
Unicredit | 14,9% | 43,2 MLD |
Finecobank | 20,8% | 7,74 MLD |
Banco BPM BAMI | 14,0% | 6,65 MLD |
Banca Mediolanum | 20,7% | 6,09 MLD |
BPER | 14,0% | 3,93 |
Banca Generali | 16,30% | 3,80 MLD |
Monte dei Paschi di Siena | 15,6% | 3,31 MLD |
Credem | 13,72% | 2,58 MLD |
BFF Bank | 16,90% | 1,81 MLD |
Banca Ifis | 15,1 % | 0,872 MLD |
Banca Sella | 18,63% | 0,871 |
Banca Sistema | 12,6% | 0,094 MLD |
Icrea Banca | 19,2% | -- |
BCC Roma | 18,96% | -- |
Fideuram | 15,8% | -- |
Popolare di Sondrio | 15,4% | -- |
Banca Desio | 15,1% | -- |
I 10 principali gruppi bancari italiani per capitalizzazione
Il valore di una banca può variare repentinamente, spesso in vista di eventi come:
- Shock positivi o negativi
- Importanti trend rialzisti o ribassisti in borsa
Osservare la capitalizzazione di una banca è molto utile per investimenti, dando idee precise delle sue dimensioni e, di conseguenza, della sua stabilità, che si ripercuote anche sul titolo azionario. Questa determina il valore di mercato e si calcola nel seguente modo:
Numero azioni emesse x prezzo azioni
Il calcolo si applica anche qualora le azioni abbiano valori inferiori ad altre, con capitalizzazione di mercato maggiore per numero superiore di azioni emesse.
Intesa Sanpaolo
Nata dalla fusione Banca Intesa-Sanpaolo IMI da gennaio 2007 a Torino, vede le sue origini nel lontano 1563, con una crescita portata da acquisizioni e fusioni, di cui la più importante con UBI Banca nel 2020. I suoi prodotti sono mirati a piccoli risparmiatori e investitori, PMI e aziende maggiori.
Principale azionista è Compagnia di San Paolo al 6,26%, vanta un CET1 Ratio al 12,7%, un fatturato 2022 di 21,47 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di 47,12 miliardi.
Unicredit
Nata come Unicredito Italiano dalla fusione Credito Italiano-Unicredito nel 1998 a Milano, dispone di una grande rete internazionale con filiali e sportelli in 18 paesi nel mondo, tra cui Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Cina. I suoi prodotti sono mirati principalmente a privati, investitori e PMI.
Principale azionista è Gruppo Blackrock al 5,94%, vanta un CET1 Ratio al 15,4%, un fatturato 2022 di 18,10 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di 35,96 miliardi.
Finecobank
Fondata nel 1999 a Milano, è una banca diretta che offre servizi finanziari con oltre 390 filiali e 2.570 consulenti, punti di forza sono efficienza, innovazione e trasparenza, per un’esperienza cliente sempre ottimale. La sua offerta comprende strumenti completamente digitali tra operatività base, credito al consumo e soluzioni d’investimento. La FinecoBank, è una Spa fondata nel 199 con sede a Milano, faceva parte dell’universo Unicredit ed è famosa in quanto offre un servizio broker per fare trading online tra i più rinomati in Italia.
Principale azionista è Wellington Management Co. al 5,01%, vanta un CET1 Ratio al 20,4%, un fatturato 2022 di 947,6 milioni di euro e una capitalizzazione di mercato di 10,11 miliardi.
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Mediobanca
Fondata nel 1946 a Milano dall’iniziativa dei banchieri Raffaele Mattioli ed Enrico Cuccia, presenta circa 16 partecipate tra cui Compass e CheBanca!, con una radicata presenza estera con sedi a Parigi, Madrid, Londra e New York. Offre servizi personalizzati e consulenza professionale per privati, PMI e professionisti.
Principale azionista è Gruppo Delfin al 19,80%, vanta un CET1 Ratio al 15,7%, un fatturato 2022 di 2,46 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di 8,73 miliardi.
Banca Mediolanum
Fondata nel 1997 a Basiglio dalla conversione di Programma Italia Investimenti SIM e integrata nel Gruppo Mediolanum, è una banca diretta con oltre 13.000 filiali, che fornisce un’efficiente operatività tecnologica e consulenza dedicata, offrendo conti correnti, carte, mutui, prestiti e soluzioni d’investimento e assicurative dedicandosi a privati e aziende.
Principale azionista è la famiglia Doris al 40,39%, vanta un CET1 Ratio al 20,7%, un fatturato 2021 di 1,60 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di 6,81 miliardi.
Banco BPM
Fondato nel 2017 a Milano, è un gruppo bancario d’origine cooperativa con forte radicamento nel nord Italia, ma presenta anche uffici di rappresentanza all’estero a Mumbai e Hong Kong. Tra i principali servizi offerti vi sono conti correnti, carte, finanziamenti, soluzioni mobilità, assicurative e d’investimento, rivolgendosi a ogni categoria di clientela.
Principale azionista è Credit Agricole al 9,18%, vanta un CET1 Ratio al 13,83%, un fatturato 2021 di 3,30 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di 6,20 miliardi.
Banca Generali
Nata nel 1998 da Assicurazioni Generali a Milano, è una banca dedicata a gestione patrimoniale e consulenza finanziaria grazie a servizi dedicati, con oltre 2.150 consulenti, 45 filiali e 142 agenzie in Italia, oltre a presenza radicata in Francia, Spagna, Germania, Stati Uniti, Brasile, Sudafrica e Cina. La sua offerta è rivolta principalmente a piccoli risparmiatori.
Principale azionista è Assicurazioni Generali al 50,17%, vanta un CET1 Ratio al 15,60%, un fatturato 2021 di 717,59 milioni di euro e una capitalizzazione di mercato di 3,94 miliardi.
BPER Banca
Fondata nel 1867 a Modena e conosciuta precedentemente come Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, è una banca che opera principalmente con strumenti finanziari come conti correnti, finanziamenti e strumenti assicurativi e d’investimento, con circa 1.500 sedi principalmente in nord e centro Italia. La clientela di riferimento sono privati e piccoli risparmiatori.
Principale azionista è Gruppo Unipol al 19,90%, vanta un CET1 Ratio al 14,70%, un fatturato 2021 di 2,53 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di 3,66 miliardi.
Monte dei Paschi di Siena
Fondata come monte di pietà a Siena nel 1472, è la banca in attività più antica e longeva al mondo, con più di 1.700 sportelli in Italia e una presenza estera a Tunisi, Algeri, Mosca, Shanghai, Pechino e Mumbai. La sua attività riguarda operatività tradizionale e soluzioni d’investimento, ma anche strumenti digitali e servizi dedicati alle imprese.
Principale azionista è il MEF al 64,23%, vanta un CET1 Ratio al 15,60%, un fatturato 2022 di 3,09 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di 2,99 miliardi.
Credito Emiliano
Fondata come Banca Agricola Commerciale di Reggio Emilia nel 1910, è una banca dalle origini territoriali che si espande a livello nazionale grazie ad una serie di importanti acquisizioni, adottando il suo attuale nome nel 1983, abbreviato in Credem. Con soluzioni di risparmio, finanziamenti, assicurative e previdenziali, si rivolge principalmente a privati e PMI.
Principale azionista è Credito Emiliano Holding al 78,83%, vanta un CET1 Ratio al 13,72%, un fatturato 2022 di 1,43 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di 2,76 miliardi.
Esaminando la classifica delle banche italiane per capitalizzazione, emerge un confronto tra due colossi che distaccano pesantemente i competitor: sono Intesa Sanpaolo e Unicredit, rispettivamente con capitalizzazioni di 47,12 e 35,96 miliardi di euro, mentre al terzo posto figura Finecobank col valore nettamente inferiore di 10,11 miliardi.
A conti fatti, la solidità di un istituto è fortemente legata anche al valore azionario e al numero di azioni emesse, che di conseguenza impattano sul valore di mercato. Un indicatore da conoscere tassativamente nella scelta di una banca, che assieme agli stress test mostra la sua effettiva affidabilità.
I precedenti risultati di Stress Test altre banche europee osservate speciali espressi in percentuali CET 1 Ratio:
- Deutesche Bank: 8,14% ( la più grande banca tedesca sotto stress)
- Societé Génerale: 7,61% ( la più grande banca francese sotto stress)
- La Banque Postale: 7,22% ( la banca delle poste francesi, di proprietà di Poste francesi)
- Barklays: 7,28% ( una delle più importanti banche britanniche che, anche se non fa più parte di UE, ha enormi interessi ed investimenti in UE)
QUI la Classifica delle banche europee.
Elenco banche italiane NON QUOTATE alla Borsa di Milano per capitale
Elenco di Banche Italiane NON QUOTATE presso la Borsa italiana
Posizione | Banca | Capitale sociale (€) |
---|---|---|
1 | Cassa Centrale Banca | 6.000.000.000 |
2 | Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto | 4.000.000.000 |
3 | Cassa di Risparmio di San Miniato | 2.000.000.000 |
4 | Cassa di Risparmio di Ferrara | 1.000.000.000 |
5 | Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza | 1.000.000.000 |
6 | Cassa di Risparmio di Asti | 900.000.000 |
7 | Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo | 800.000.000 |
8 | Cassa di Risparmio di Cuneo | 700.000.000 |
9 | Cassa di Risparmio di Lucca | 600.000.000 |
Le migliori banche straniere che operano in Italia
Diverse sono le banche straniere che operano in Italia. Tutte le banche che fanno parte dell’Unione Europea potrebbero operare nel Nostro paese ma non tutte lo fanno per ovvie ragioni logistiche.
Una di queste è la N26 una banca online tedesca che è molto conveniente per i suoi costi e la sua vasta gamma di offerte di prodotti finanziari online.
Un’altra è l’olandese ING Direct e il suo famoso Conto Arancio, che per la verità ultimamente sta facendo dei prezzi piuttosto alti, ma si tratta comunque di una banca europea sicura che rispetta le rigide norme dell’Unione Europea.
Precedenti risultati degli stress test sugli istituti di credito italiani
( non i dati di tutte le banche italiane sono stati pubblicati dalla BCE l’ultima volta che ha fatto gli stress test di Agosto 2017, solo i dati di quelle banche ritenute le più importanti) .
Va comunque specificato che ormai le banche italiane stanno cercando di avere più liquidità e di togliersi i crediti inesigibili, quindi questi dati dovrebbero migliorare con il passare dei mesi, da non confondersi con la NPE Ratio, cioè la Non Perfoming Exposure delle banche.
Come si può vedere, Fineco, Banco di Sardegna, Mediolanum, Banca Fideuram, sono messe abbastanza bene; peggio Veneto, Banco Popolare,( ora fuso con Popolare di Milano) , Popolare di Vicenza, Nuova Etruria e Nuova Marche, uscite da poco dal famoso scandalo che le ha viste coinvolte, che ancora si devono riprendere, nonostante abbiano cambiato nome.
Tassazione Banche italiane: la ritenuta d’acconto
In Italia, la ritenuta d’acconto del 26% sugli interessi positivi e le plusvalenze generate dai conti broker o bancari è una forma di tassazione applicata alla fonte su certi tipi di reddito da capitale e plusvalenze. Questa tassazione è conosciuta anche come “tassazione sostitutiva” perché sostituisce l’applicazione delle normali aliquote dell’imposta sul reddito.
La ritenuta d’acconto del 26% si applica a vari tipi di reddito da capitale, tra cui:
- Interessi: Gli interessi derivanti da conti di risparmio, obbligazioni e altri strumenti simili sono soggetti a una ritenuta d’acconto del 26%. Questo significa che il 26% degli interessi guadagnati viene trattenuto dalla banca o dal broker e versato alle autorità fiscali italiane.
- Plusvalenze: Le plusvalenze realizzate dalla vendita di azioni, obbligazioni, o altri strumenti finanziari sono anch’esse soggette a una ritenuta d’acconto del 26%. Questo include i profitti realizzati dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita di un titolo.
- Dividendi: I dividendi ricevuti da azioni sono soggetti alla stessa ritenuta d’acconto del 26%.
- Altri Redditi da Capitale: Questo può includere anche altri tipi di redditi da capitale, come i proventi da fondi comuni di investimento.
È importante notare che questa ritenuta d’acconto agisce come una tassazione definitiva. Ciò significa che una volta che la ritenuta è stata applicata, non è necessario segnalare ulteriormente questi redditi nella dichiarazione dei redditi, poiché l’imposta è già stata pagata.
Le banche operanti in Italia che usano la ritenuta d’acconto
In Italia, la ritenuta d’acconto del 26% sugli interessi positivi e le plusvalenze (tassazione sostitutiva) è una norma fiscale che si applica a tutte le banche e istituti finanziari che operano nel Paese. Pertanto, qualsiasi banca o istituto finanziario che offre conti di risparmio, investimenti o altri strumenti finanziari simili è tenuto per legge ad applicare la ritenuta d’acconto sugli interessi, dividendi e plusvalenze realizzate dai clienti.
Questo include sia le banche italiane tradizionali che le filiali o sussidiarie di banche straniere operanti in Italia, così come le piattaforme di trading e broker online.
Alcune delle banche e istituti finanziari che operano in Italia includono:
- UniCredit
- Intesa Sanpaolo
- Banco BPM
- Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS)
- BPER Banca
- UBI Banca
- Mediobanca
- Credito Emiliano (Credem)
- ING
- CheBanca! (Gruppo Mediobanca)
- FinecoBank
- Banca Sella
Anche le piattaforme di trading e broker online che operano in Italia, come:
- eToro
- DEGIRO
- Trading 212
sono tenuti ad applicare la ritenuta d’acconto secondo le leggi fiscali italiane.
È importante notare che la normativa fiscale può cambiare, e come tale, è sempre una buona pratica consultare un esperto in materia fiscale o un commercialista per ottenere informazioni aggiornate e specifiche sulla propria situazione fiscale.
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Perchè sono tabelle che vengono fatte dalla UE , circa 2 volte all’anno e controllano solo banche molto grandi, per questo vengono aggiornate poco di frequente.
Buongiorno
ma Fineco non fa più parte di UNICREDIT.
E’ vero signora, FINECOBANK ormai non fa più parte di Unicredit ormai da tempo.