I mercati azionari globali stanno vivendo un 2025 a dir poco sorprendente. Nonostante guerre regionali, incertezze geopolitiche e tensioni sui dazi, gli indici continuano a segnare nuovi massimi. Il FTSE MIB è salito di quasi il 20% da inizio anno, il DAX di oltre il 23%, e il Nasdaq 100, pur essendo “solo” a +8% sul 2025, ha messo a segno un clamoroso +40% dai minimi di aprile. Anche il Bitcoin venerdì 11 luglio ha superato la soglia record di 118.000 dollari.
Ora, però, l’annuncio di nuovi dazi di Trump contro le esportazioni europee rischia di far calare un “temporale estivo” sui mercati. Come impatteranno questi dazi? Quali settori rischiano di più? Dove conviene investire adesso?
In questo articolo analizziamo:
- Gli scenari probabili per i mercati
- I settori più esposti e quelli più difensivi
- Le attese per i principali indici
- Le idee di investimento per cavalcare la volatilità
Cosa prevedono i mercati dopo i dazi USA sull’Europa
Donald Trump ha annunciato nuovi dazi sulle esportazioni europee, puntando in particolare sui prodotti industriali (auto, macchinari, acciaio) e agroalimentari. L’obiettivo dichiarato è “riequilibrare” la bilancia commerciale americana, ma l’effetto immediato potrebbe essere:
✅ aumento dei prezzi delle merci importate
✅ rischio di ritorsioni europee
✅ rallentamento del commercio globale
Gli analisti temono una mini-guerra commerciale 2.0, meno devastante di quella Cina-USA del 2018-2019, ma comunque capace di rallentare la crescita in Europa e pesare sugli utili delle aziende più esposte.
Quanto può durare e quanto può essere forte la correzione
Molto dipenderà:
- dalla portata effettiva dei dazi (numeri, percentuali, settori colpiti)
- dalla risposta dell’Europa (dazi di ritorsione o negoziati)
- dal contesto macro (inflazione in calo, tassi d’interesse stabili o in discesa)
Se i dazi si limiteranno ad alcune categorie e resteranno in vigore solo qualche mese, i mercati potrebbero assorbirli con una correzione limitata (5-10%). Al contrario, un’escalation con ritorsioni reciproche potrebbe causare un sell-off più significativo (10-20%), soprattutto sui settori ciclici e industriali.
Molti strategist stimano uno scenario base di correzione estiva tra il -5% e il -10% sugli indici europei entro settembre, seguita da un possibile rimbalzo autunnale se la Bce inizierà a tagliare i tassi e la Fed confermerà la pausa.
Target attesi per le Borse Europee e USA
Indice | Livello attuale (luglio 2025) | Target “base” a 3 mesi | Scenario ribassista | Scenario rialzista |
---|---|---|---|---|
FTSE MIB | ~36.800 punti | 34.500-35.000 | 32.000-33.000 | 37.500-38.500 |
DAX | ~19.100 punti | 18.000-18.400 | 17.200-17.500 | 19.500-20.000 |
S&P 500 | ~5.680 punti | 5.400-5.500 | 5.100-5.200 | 5.800-5.900 |
Nasdaq 100 | ~20.300 punti | 19.200-19.500 | 18.000-18.500 | 20.800-21.500 |
I target riflettono un pullback estivo moderato nello scenario centrale. Lo scenario ribassista prevede escalation commerciale + crescita più debole. Il rialzista vede una rapida distensione dei dazi e politiche monetarie accomodanti.
I settori da vendere o ridurre
In uno scenario di nuove barriere commerciali USA-UE, i settori più esposti sono:
1️⃣ Auto e componentistica
- Europa dipendente dalle esportazioni verso gli USA
- Margini già sotto pressione per la transizione elettrica
2️⃣ Industriale/ciclico
- Macchinari, beni strumentali, logistica
- Alta correlazione con il commercio globale
3️⃣ Agroalimentare di alta gamma
- Vini, formaggi, oli europei potrebbero finire nel mirino delle tariffe
4️⃣ Materiali di base
- Acciaio e alluminio già colpiti da tariffe in passato
Strategia: evitare o ridurre l’esposizione diretta ai titoli più esposti ai dazi USA, oppure coprirsi con opzioni o ETF short settoriali.
I settori da comprare o rafforzare
✅ Tecnologia USA
- Nasdaq e Big Tech hanno mostrato forza anche in fasi di tensioni commerciali
- Margini elevati e potere di prezzo
✅ Salute e Pharma
- Settore tradizionalmente difensivo
- Bassa elasticità della domanda ai prezzi
✅ Utilities e infrastrutture energetiche
- Protezione dall’inflazione
- Investimenti stabili, dividendi sostenibili
✅ Energia rinnovabile
- Incentivi pubblici che potrebbero aumentare come risposta alle tensioni geopolitiche
✅ Oro e metalli preziosi
- Copertura contro shock geopolitici e inflazione
- Asset rifugio in caso di forte correzione
Dove investire adesso: Idee concrete
- ETF difensivi europei (es. iShares MSCI Europe Quality Dividend, Xtrackers MSCI Europe Minimum Volatility)
- ETF settoriali USA (XLV Health Care, XLK Technology)
- Oro fisico o ETC (Xetra Gold, Invesco Physical Gold)
- Obbligazioni a breve termine investment grade, in attesa di un eventuale ribasso dei tassi
- ETF su energie rinnovabili (iShares Global Clean Energy, Invesco Solar)
Ricapitolando:
I dazi annunciati da Trump contro l’Europa rappresentano un rischio reale per i mercati, in un contesto già complesso e interconnesso. Tuttavia, il rally visto da inizio anno (e soprattutto dal minimo di aprile sul Nasdaq) dimostra che i mercati restano “assetati di rischio”, sostenuti dalle attese di tagli dei tassi e dalla resilienza dei consumi.
Gli investitori devono prepararsi a una correzione estiva di medio-breve periodo, ma non è detto che segni l’inizio di un bear market prolungato. Anzi, potrebbe offrire opportunità di ingresso a prezzi più interessanti, soprattutto su settori meno colpiti dai dazi e su megatrend strutturali come la tecnologia e la transizione energetica.
Come sempre, la chiave sarà la diversificazione, la gestione del rischio e la capacità di adattarsi rapidamente ai nuovi scenari.
Settori italiani più colpiti dai nuovi dazi di Trump
Se Trump confermerà dazi mirati contro le esportazioni europee, l’Italia rischia di subire danni significativi in alcuni comparti chiave del Made in Italy. Ecco i principali settori a rischio:
1️⃣ Automotive e componentistica
- Perché è a rischio: gran parte delle esportazioni italiane verso gli USA riguarda componenti, ricambi, veicoli di lusso e supercar.
- Esempi: Ferrari, Maserati, Ducati (motociclette), Magneti Marelli (componentistica).
- Effetto previsto: aumento dei prezzi per i clienti USA → calo della domanda → contrazione dei volumi.
2️⃣ Agroalimentare di qualità
- Obiettivo ricorrente dei dazi USA: vino, olio, formaggi, salumi, pasta.
- Perché Trump lo prende di mira: settore simbolico e ad alto valore aggiunto → mossa politica per “punire” l’export europeo dove fa più male.
- Esempi di prodotti vulnerabili: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Brunello di Montalcino, olio extra vergine, pasta premium.
3️⃣ Moda e accessori di lusso
- Perché è a rischio: il “lusso europeo” è sempre un bersaglio facile per tariffe di ritorsione.
- Effetto previsto: aumento dei prezzi al consumo in USA → rischio calo della domanda.
- Esempi di brand esposti: Gucci, Prada, Moncler, Tod’s.
4️⃣ Macchinari e beni strumentali
- Settore importantissimo per l’export italiano.
- Perché è vulnerabile: gli USA sono tra i primi clienti di macchine utensili, robot, impianti industriali italiani.
- Possibile effetto: aumento dei costi → perdita di competitività contro produttori asiatici o americani.
5️⃣ Acciaio e metalli di base
- Precedente storico: Trump aveva già imposto dazi su acciaio e alluminio nel 2018.
- Rischio attuale: tornare a un sistema di quote o tariffe che penalizzi produttori italiani (come Arvedi o Marcegaglia).
Perché questi settori sono i più vulnerabili?
✅ Alta dipendenza dall’export verso gli USA
✅ Prodotti a elevato valore unitario → più sensibili ai dazi anche modesti
✅ Scarsa sostituibilità in altri mercati a breve termine
✅ Forte peso simbolico/politico → Trump usa i dazi come leva negoziale
Conclusione
Se davvero i nuovi dazi entrassero in vigore senza un compromesso rapido, l’Italia rischierebbe contraccolpi seri sui settori-chiave del Made in Italy.
✅ I comparti agroalimentare e moda/lusso soffrirebbero per barriere immediate e visibili sui consumi.
✅ L’industria meccanica e l’automotive subirebbero effetti più graduali ma comunque importanti, colpendo investimenti e occupazione.
Strategicamente, le imprese italiane dovrebbero cercare di diversificare i mercati di sbocco (Asia, Medio Oriente, America Latina) e puntare sulla qualità per difendere i margini.
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