Oltre al FTSE Mib, un risparmiatore italiano oggi può guardare a oltre due dozzine di mercati azionari “single country” e a obbligazioni internazionali con cedole a doppia cifra. Dal rally della Grecia al boom del Vietnam, fino ai bond in euro della Romania al 6,5% o al rischio-rendimento del Sudafrica sopra il 10%, il 2025 offre opportunità globali che meritano attenzione.
1) Azioni: i mercati più caldi del 2025
I migliori rendimenti da inizio anno
- Grecia (+52,6%) – trainata da banche, utility e riforme strutturali.
- Polonia (+43,4%) – spinta dal ciclo interno e dai consumi.
- Austria (+38,1%) – grazie all’export e al ruolo industriale in Europa centrale.
- Spagna (+36,0%) – benefici da banche ed energia.
- Vietnam (+33,7%) – crescita oltre il 7% e attrazione di investimenti esteri.
Il caso Grecia: il +248% in 5 anni
L’indice MSCI Greece in valuta euro ha reso in media oltre il 28% all’anno negli ultimi cinque anni, pari a un guadagno cumulato vicino al +248%. Valutazioni basse e dividendi interessanti rendono Atene uno dei mercati più sorprendenti del Vecchio Continente.
Altri mercati da osservare
- Turchia: performance stellari ma rischio cambio elevatissimo.
- Dubai: ciclo di IPO e boom immobiliare.
- Vietnam: dinamica demografica e reshoring industriale.
2) Bond: cedole sopra il 10%
Rendimenti sovrani (agosto 2025)
- Romania: ~7,3% sui titoli in valuta locale, oltre al 6,5% in euro su emissioni decennali.
- Sudafrica: ~9,6% sul decennale e ~10,9% sul ventennale.
- Messico: circa 9% sui titoli decennali.
- Brasile: oltre il 13% sul decennale, ma con forte rischio cambio.
Focus Romania
Il collocamento in euro al 6,5% mostra che anche all’interno dell’Unione Europea esistono rendimenti significativamente più alti rispetto ai titoli core. È un esempio concreto di opportunità in valuta forte senza esporsi ai rischi più estremi.
3) Strategia operativa per l’investitore italiano
Regole base
- Core globale con ETF su MSCI World/ACWI come zoccolo duro del portafoglio.
- Tilt Paese su mercati specifici (Grecia, Polonia, Vietnam) con un peso del 10–30%.
- Bond emergenti da dosare con prudenza, massimo 20–25% del portafoglio.
- Diversificazione valutaria: preferire classi hedged in euro per ridurre il rischio di cambio.
- Entrate scaglionate: usare un piano di acquisto graduale (DCA).
Tre profili esempio
- Prudente: 65% globale, 10% obbligazioni euro investment grade, 10% bond Romania in euro, 10% liquidità, 5% tilt Grecia.
- Bilanciato: 55% globale, 20% bond (metà EM, metà euro), 15% mercati emergenti (Grecia/Polonia/Vietnam), 10% cash/alternativi.
- Dinamico: 45% globale, 25% equity emergenti e frontier, 20% bond EM ad alto rendimento, 10% commodity o small cap.
4) Rischi da non dimenticare
- Cambio: ZAR, BRL e MXN possono muoversi più della cedola.
- Liquidità: alcuni ETF single country hanno scambi ridotti, attenzione agli spread.
- Concentrazione: molte borse locali sono dominate da pochi titoli (banche, energia).
- Rischio politico: i rendimenti alti riflettono instabilità fiscale e geopolitica.
Tabella riassuntiva
Area/Strumento | Opportunità | Rendimento indicativo | Note operative |
---|---|---|---|
Grecia (equity) | Rally di +248% a 5 anni, riforme | +52% YTD | ETF UCITS su MSCI Greece |
Polonia (equity) | Ciclo domestico e fondi UE | +43% YTD | ETF UCITS su MSCI Poland |
Austria (equity) | Export e industria | +38% YTD | ETF UCITS su ATX |
Vietnam (equity) | Crescita >7% annua | +34% YTD | ETF su Vietnam, ingresso graduale |
Romania (bond) | Decennale 6,5% in euro | 6,5% | Titoli di Stato UE tassati al 12,5% |
Sudafrica (bond) | Cedole fino al 10,9% | 9–11% | Alto rischio cambio/politico |
Messico (bond) | Stabilità macro e tassi reali | 9% | Rischio cambio medio |
Brasile (bond) | Cedole oltre il 13% | 13% | Forte volatilità del real |
Cosa ha caratterizzato i mercati finanziari mondiali finora nel 2025
Il 2025 è stato finora un anno tutt’altro che noioso per i mercati. Ecco le principali dinamiche che hanno segnato la scena finanziaria globale.
1. Il grande scivolone di aprile e la ripartenza lampo
Ad aprile i listini globali hanno vissuto il crollo più brusco dai tempi del 2020, complice l’annuncio di nuovi dazi e tensioni geopolitiche. La caduta è stata generalizzata, ma la ripresa non si è fatta attendere: nel giro di poche settimane l’S&P 500 e gli altri indici principali hanno recuperato e toccato nuovi massimi entro l’estate.
2. Oro superstar
Il metallo giallo è stato l’asset più brillante: +28% da inizio anno, superando azioni, obbligazioni e persino Bitcoin. La corsa è stata alimentata dagli acquisti delle banche centrali e dall’ingresso massiccio di capitali via ETF, con previsioni che vedono il prezzo puntare oltre i 3.700 dollari l’oncia nei prossimi mesi.
3. La battaglia tra governi e banche centrali
Il 2025 è anche l’anno della cosiddetta “fiscal dominance”: governi con deficit elevati e debito da finanziare spingono per tassi più bassi, mettendo in difficoltà le banche centrali. L’enorme mole di emissioni obbligazionarie sovrane ha reso evidente quanto la politica fiscale stia condizionando quella monetaria.
4. Bitcoin diventa mainstream
Gli ETF spot su Bitcoin, approvati negli Stati Uniti, hanno aperto le porte all’ingresso degli investitori istituzionali. Fondazioni universitarie, fondi pensione e hedge fund hanno iniziato a trattarlo come un vero e proprio “oro digitale”, spinti anche dal recente halving che ha ridotto l’offerta.
5. Sentiment: ottimismo prudente
Il clima tra gli investitori è sorprendentemente positivo: circa due terzi si dichiarano ottimisti sul futuro dei mercati. Tuttavia, resta la cautela sui grandi titoli tecnologici, che pesano in modo eccessivo sugli indici globali, e sulla possibilità di nuove ondate di volatilità.
6. Europa: il gigante silenzioso
L’attenzione degli operatori resta concentrata sugli Stati Uniti, ma in Europa molte azioni “dimenticate” mostrano valore nascosto: banche, energia e materiali offrono multipli bassi e solidi flussi di cassa. Un’area spesso trascurata, ma con potenziale.
7. Effetti della guerra Russia-Ucraina
Il conflitto continua a incidere su energia e alimentari, mantenendo l’inflazione su livelli elevati. La spesa per la difesa è in forte aumento, soprattutto in Europa, mentre cresce il dibattito sulla de-dollarizzazione, con yuan ed euro che si propongono come alternative nel commercio internazionale.
8. Il dollaro perde smalto
La politica “America First” ha messo sotto pressione la leadership del biglietto verde. Molti Paesi stanno rafforzando le proprie aree valutarie e guardano con sempre maggiore interesse a scambi in euro o yuan. Non si parla ancora di fine del dollaro, ma di un riequilibrio che potrebbe cambiare gli assetti globali.
In sintesi
- Crash e rinascita: aprile ha spaventato, ma i mercati hanno reagito velocemente.
- Oro sugli scudi: +28% YTD, trainato da banche centrali ed ETF.
- Fisco contro moneta: governi e banche centrali ai ferri corti.
- Bitcoin sdoganato: ora è patrimonio anche degli istituzionali.
- Ottimismo diffuso, ma con cautela verso i big tech.
- Europa sottovalutata, ma con ottimi fondamentali.
- Guerra e inflazione: difesa ed energia sempre più strategiche.
- Dollaro sotto pressione, mentre emergono altre valute.
Il 2025 offre ancora uno scenario in cui l’investitore italiano può diversificare in maniera concreta tra azioni e obbligazioni internazionali. I mercati azionari emergenti e frontier regalano rally inattesi, mentre i bond di Paesi ad alto rendimento offrono cedole difficili da trovare in Europa occidentale. La parola d’ordine resta una sola: diversificazione intelligente tra aree, strumenti e valute.
Disclaimer
Le informazioni contenute in questo articolo hanno finalità puramente informative e non costituiscono consulenza finanziaria personalizzata. Investire in mercati emergenti e obbligazioni ad alto rendimento comporta rischi elevati di perdita del capitale.