L’assemblea di Mediobanca ha respinto l’offerta pubblica di scambio (OPS) su Banca Generali. Nonostante le attese del mercato e la spinta del ceo Alberto Nagel, il fronte degli astenuti e dei contrari ha raggiunto il 42% dei soci presenti, determinando lo stop al progetto di creazione di un polo italiano del wealth management. L’affluenza è stata del 78,9%, con un risultato che ha lasciato subito il segno su Piazza Affari.
I numeri dell’assemblea
- Affluenza: 78,9% del capitale.
- Contrari: 10% (con il solo voto esplicito del gruppo Caltagirone).
- Astenuti: 32%, tra cui azionisti di peso come Delfin (19,8%), Unicredit (1,9%), Edizione dei Benetton (2,2%), Enasarco, Enpam e Cassa Forense (5,5% complessivi), oltre a istituzionali come Amundi, Anima e Tages (3%).
- Favorevoli: 35% dei presenti, tra cui il 25% di investitori istituzionali e il 10% di privati.
Il blocco contrario-astenuto ha quindi impedito il via libera all’operazione, considerata dal management un passaggio strategico per rafforzare Mediobanca e creare un nuovo campione nazionale nella gestione patrimoniale.
La reazione di Alberto Nagel
Il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, ha parlato di «opportunità mancata» e ha puntato il dito contro i conflitti di interesse di alcuni azionisti:
«Alcuni soci hanno anteposto interessi legati ad altri asset italiani a quelli degli azionisti Mediobanca. È chiaro che chi non si trovava in questa posizione si è espresso a favore, in linea con i proxy advisors internazionali».
Nagel ha ribadito che la banca continuerà a concentrarsi sull’esecuzione del piano One Brand – One Culture, ritenuto in grado di generare più valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Monte dei Paschi di Siena.
L’impatto sui mercati
Immediata la reazione a Piazza Affari:
- Mediobanca -0,52% a 21,17 euro.
- Banca Generali -2,47% a 49,74 euro.
- Monte dei Paschi -1,3% a 8,11 euro.
Nella stessa giornata, tuttavia, Mediobanca ha registrato momenti di recupero, arrivando a segnare +0,5% a 21,4 euro, in linea con il trend positivo del comparto bancario.
Un’operazione da 6,3 miliardi sfumata
L’OPS, dal valore di circa 6,3 miliardi di euro, prevedeva l’utilizzo dell’intera quota del 13,1% detenuta da Mediobanca in Generali. L’offerta proponeva 1,7 azioni Generali per ogni azione Banca Generali, con l’obiettivo di dar vita a un polo italiano del wealth management.
Il voto assembleare era obbligatorio, poiché Mediobanca è a sua volta sotto OPS da parte di Banca Montepaschi, operazione che terminerà l’8 settembre e che richiede il rispetto della passivity rule.
Gli equilibri tra i soci
Il fronte dei contrari è stato rappresentato dal costruttore Francesco Gaetano Caltagirone (9,9%), mentre quello degli astenuti ha fatto la differenza. Tra questi:
- Delfin (Leonardo Del Vecchio): 19,8%
- Edizione (Benetton): 2,2%
- Unicredit: 1,9%
- Casse previdenziali (Enasarco, Enpam, Cassa Forense): 5,5% complessivi
- Amundi, Anima, Tages: circa 3%
Questa composizione ha reso impossibile il raggiungimento della soglia necessaria per approvare l’operazione, stimata attorno al 39%.
Implicazioni future
Il fallimento dell’OPS su Banca Generali non solo frena le ambizioni di Mediobanca, ma impatta anche sulla scalata di Mps e sugli equilibri bancari italiani. Palazzo Chigi, infatti, vedeva di buon occhio un terzo polo del credito attraverso un asse Mps–Banco Bpm, con Mediobanca rafforzata nel wealth management.
Con l’operazione sfumata, lo scenario si complica:
- Mediobanca rimane indipendente, ma esposta all’offerta di Montepaschi.
- Banca Generali continua per la sua strada, ma subisce il contraccolpo in Borsa.
- I grandi azionisti dimostrano ancora una volta quanto il peso delle scelte politiche e industriali influenzi le strategie delle banche italiane.
Conclusione
L’assemblea di Mediobanca ha segnato uno stop inatteso a un progetto che avrebbe potuto cambiare la geografia del wealth management italiano. Il voto degli astenuti, che equivale di fatto a un “no”, ha bloccato un’operazione strategica da miliardi di euro, lasciando aperta la partita sulla futura struttura del sistema bancario italiano.
Nagel ha parlato di opportunità mancata, ma la vera sfida ora sarà capire se Mediobanca potrà resistere all’assalto di Mps o se il mercato imporrà nuove alleanze.