Nel mondo sempre più instabile del 2025, oro, petrolio e gas non sono più solo riserve di valore o materie prime: sono diventati strumenti strategici di potere. La geopolitica influenza direttamente i prezzi, mentre le decisioni delle banche centrali e dei grandi produttori determinano l’andamento dei mercati energetici e dei metalli preziosi.
Secondo un analisi di Intesa Sanpaolo, a cura dell’economista Daniela Corsini, tra la fine del 2025 e il 2026 le commodity continueranno a svolgere un ruolo cruciale per la stabilità economica e per la sicurezza nazionale. Oggi, investire in oro, petrolio o gas significa scommettere sulla capacità dei Paesi di difendere la propria autonomia economica e ridurre la dipendenza da altri blocchi geopolitici.

Le materie prime come “nuove armi”
Il conflitto economico tra blocchi rivali — Occidente da una parte, Cina e Russia dall’altra — ha reso le materie prime armi economiche a tutti gli effetti. Limitare l’export di gas o di terre rare, ad esempio, significa colpire le industrie rivali senza sparare un colpo.
Questa trasformazione si riflette direttamente nelle scelte degli investitori, che vedono nelle commodity un bene rifugio alternativo ai titoli obbligazionari o azionari, soprattutto in fasi di alta inflazione o incertezza geopolitica.
– L’oro resta il rifugio per eccellenza in tempi di crisi.
– Il petrolio continua a essere il carburante del potere economico e militare.
– Il gas è la leva più potente nelle relazioni tra Europa e Paesi produttori (Russia, Qatar, Algeria).
Fattori che influenzeranno i prezzi nel 2025-2026
Secondo le previsioni, i prezzi delle materie prime saranno influenzati da cinque fattori principali:
- Domanda globale in crescita, trainata dal riarmo e dalla ricostruzione energetica europea.
- Offerta limitata per motivi politici o ambientali.
- Politiche monetarie della Federal Reserve e della BCE: tassi più bassi rendono più appetibili le commodity.
- Rischi geopolitici (conflitti, blocchi commerciali, sanzioni).
- Transizione energetica e nuove tecnologie “verdi”.
Esempio grafico: correlazione oro-inflazione
Anno | Inflazione media (%) | Prezzo Oro ($/oncia) |
---|---|---|
2023 | 6,2 | 1.920 |
2024 | 4,3 | 2.010 |
2025 (stima) | 3,5 | 2.250 |
L’oro tende a salire quando l’inflazione aumenta e la fiducia nelle valute si riduce. In altre parole, più le banche centrali stampano denaro, più gli investitori comprano oro.
Un aumento di 1 punto percentuale nei tassi reali può ridurre il prezzo dell’oro fino al 5%, ma la tensione geopolitica tende a compensare questo effetto.
La combinazione tra riduzione dei tassi e incertezza internazionale suggerisce che nel 2026 l’oro possa toccare nuovi massimi storici, oltre 2.300 dollari l’oncia.
Il petrolio e il gas, invece, seguono dinamiche più complesse: il primo è influenzato dall’OPEC e dalla domanda asiatica; il secondo dalle tensioni sul fronte europeo e dalla corsa alle rinnovabili.
Petrolio e gas: il potere delle risorse strategiche
Se l’oro rappresenta la difesa del capitale, petrolio e gas incarnano il potere economico e politico del mondo moderno. Senza di essi non si muove nulla: né eserciti, né industrie, né transizioni ecologiche. Ecco perché il loro prezzo è il termometro della geopolitica.
Nel 2025, il petrolio è tornato sopra i 90 dollari al barile, mentre il gas naturale europeo (TTF) oscilla tra i 35 e i 45 €/MWh. Ma dietro questi numeri ci sono equilibri delicatissimi: le decisioni dell’OPEC+, le sanzioni alla Russia, la crescita asiatica e la corsa alle scorte in vista dell’inverno europeo.
Geopolitica del petrolio nel 2025
Il barile è sempre più un strumento di pressione politica. L’OPEC+ — guidata da Arabia Saudita e Russia — gioca una partita complessa: ridurre la produzione per tenere alti i prezzi, ma senza soffocare la domanda globale.
– L’Arabia Saudita si avvicina alla Cina, firmando contratti di lungo termine in yuan.
– Gli Stati Uniti aumentano la produzione di shale oil, per mantenere autonomia strategica.
– L’Europa diversifica le forniture e riduce la dipendenza dal Medio Oriente.
La previsione di Intesa Sanpaolo indica che il prezzo medio del Brent potrebbe restare tra gli 85 e i 95 dollari fino al 2026, con punte oltre 100 dollari in caso di conflitti o shock energetici improvvisi.
Grafico: prezzo medio del Brent (2023-2026, stime)
Anno | Prezzo medio ($/barile) | Variazione % |
---|---|---|
2023 | 82 | -7% |
2024 | 88 | +7% |
2025 (stima) | 92 | +5% |
2026 (stima) | 97 | +5% |
La vera sfida, però, non è solo nel prezzo ma nella stabilità delle forniture. Gli attentati alle infrastrutture petrolifere, le guerre commerciali e le tensioni nel Mar Rosso o nel Golfo Persico possono far impennare i costi in poche ore.
Il gas naturale e la guerra delle pipeline
Il gas è diventato la nuova arma strategica dopo la crisi energetica del 2022. L’Europa ha imparato a proprie spese quanto sia pericoloso dipendere da un solo fornitore, come la Russia. Da allora, si è assistito a una corsa alla diversificazione delle fonti e alla creazione di nuovi terminali GNL (gas naturale liquefatto).
Italia, Grecia e Germania hanno accelerato la costruzione di rigassificatori galleggianti, mentre Paesi come Qatar, Algeria e Norvegia si sono imposti come partner energetici strategici. Questa nuova mappa energetica ha ridefinito le rotte commerciali globali.
– Domanda mondiale in crescita del +3,2% nel 2025.
– Produzione russa in calo (-6%) per effetto delle sanzioni.
– Boom dell’export di gas liquefatto dagli USA (+9%).
Grafico: Prezzo medio gas TTF (€/MWh)
Anno | Prezzo medio | Tendenza |
---|---|---|
2023 | 45 | ▼ |
2024 | 38 | ▼ |
2025 (stima) | 42 | ▲ |
2026 (stima) | 47 | ▲ |
Il ritorno sopra i 40 €/MWh indica un equilibrio fragile: basta un inverno rigido o una crisi politica nel Nord Africa per riaccendere la volatilità. Anche la transizione verso l’idrogeno verde e le energie rinnovabili potrebbe influire, riducendo la domanda di gas ma solo sul lungo periodo.
Investire in energia: ETF, futures e azioni
Chi vuole investire in petrolio o gas oggi ha diverse possibilità:
- ETF e ETC legati ai prezzi del Brent, WTI o gas TTF.
- Azioni di grandi società energetiche come ENI, TotalEnergies, ExxonMobil.
- Futures e contratti derivati per chi opera sui mercati professionali.
Gli investitori istituzionali, come i fondi pensione o i family office, tendono a utilizzare ETF a leva controllata per ridurre la volatilità, mentre i piccoli risparmiatori possono diversificare con fondi misti commodity-azionari.
Asset | Peso % |
---|---|
Oro fisico o ETC | 30% |
ETF Brent / Gas | 25% |
Azioni energetiche (ENI, Total, Shell) | 25% |
Titoli di Stato / Cash | 20% |
Nota: simulazione a scopo illustrativo, non costituisce consulenza d’investimento.
Un portafoglio di questo tipo, bilanciato tra metalli e fonti energetiche, permette di proteggersi da inflazione e shock geopolitici, mantenendo un rendimento potenziale medio del 5-7% annuo.
Investire in oro, petrolio e gas nel 2026: cosa aspettarsi
Il 2026 sarà un anno decisivo per chi investe in commodity strategiche. Dopo due anni di turbolenze geopolitiche e monetarie, il mondo si troverà davanti a un bivio: tornare alla stabilità o entrare in una nuova era di volatilità permanente. In entrambi i casi, le materie prime continueranno a rappresentare un pilastro essenziale per proteggere il capitale.
Le previsioni delle principali banche d’affari — da Intesa Sanpaolo a Goldman Sachs — convergono su un punto: l’oro e l’energia resteranno sottovalutati rispetto ai fondamentali, offrendo quindi margini interessanti per chi investe con orizzonte medio-lungo.
1️⃣ Oro: ancora il rifugio più solido
L’oro resta l’unico asset che conserva valore in tutti gli scenari. Nel 2025 ha superato i 2.200 dollari l’oncia, e secondo le proiezioni potrebbe stabilizzarsi tra 2.250 e 2.350 dollari nel 2026. L’appetito delle banche centrali — soprattutto Cina, India e Russia — continua ad alimentare la domanda di lingotti fisici.
– Lingotti e monete: ideali per la protezione patrimoniale, ma con costi di custodia.
– ETC sull’oro: strumenti replicanti del prezzo spot, senza leva.
– Azioni minerarie: più rischiose ma con rendimenti potenzialmente superiori (Barrick Gold, Newmont).
Dal punto di vista macroeconomico, il ciclo dei tassi in discesa e la crescente incertezza globale rendono l’oro particolarmente appetibile per chi vuole difendere il potere d’acquisto. In portafoglio, può rappresentare fino al 20-30% della componente “difensiva”.
2️⃣ Petrolio: equilibrio precario ma redditizio
Il Petrolio rimane una scommessa sulla stabilità geopolitica. Nel 2026, il Brent potrebbe oscillare tra 85 e 100 dollari al barile, a seconda della politica OPEC+, della crescita asiatica e dell’evoluzione dei conflitti regionali.
Scenario | Prezzo medio ($/barile) | Motivazione |
---|---|---|
Base | 90 | Domanda stabile, OPEC disciplinata |
Rialzista | 105 | Shock geopolitico o tagli OPEC+ |
Ribassista | 78 | Rallentamento economico globale |
Gli investitori più esperti possono operare su ETC Brent o su ETF energetici diversificati, che combinano petrolio, gas e società estrattive. Per i piccoli risparmiatori, la via più prudente è scegliere fondi bilanciati con esposizione moderata all’energia (massimo 20%).
3️⃣ Gas naturale: l’energia di transizione
Il gas sarà il vero protagonista della prossima decade. Pur destinato a ridursi nel lungo periodo, rimane indispensabile per la stabilità delle reti elettriche e per la produzione industriale. L’Europa continuerà a investire in infrastrutture GNL e pipeline alternative, mentre gli Stati Uniti rafforzeranno la loro posizione di esportatori netti.
Nel 2026, il prezzo medio europeo (TTF) potrebbe stabilizzarsi attorno ai 45 €/MWh, con margini di oscillazione del ±15% in base al clima e ai consumi industriali.
– ETF su indici gas naturale (Bloomberg Gas Index, ICE TTF).
– ETC a leva per investitori esperti.
– Azioni delle utility energetiche europee (Eni, Snam, Engie).
Strategie integrate per investitori 2025-2026
Le migliori strategie d’investimento nelle commodity dipendono dal profilo di rischio:
- Profilo prudente: 20% oro, 10% energia, 70% obbligazioni e liquidità.
- Profilo moderato: 25% oro, 25% energia, 50% azioni globali.
- Profilo aggressivo: 30% oro, 40% energia (ETF/azioni), 30% mercati emergenti.
Grafico: esempio di rendimento medio stimato (2025-2026)
Asset | Rendimento atteso (%) | Volatilità stimata |
---|---|---|
Oro | +6% | Bassa |
Petrolio | +8% | Alta |
Gas | +5% | Alta |
Media portafoglio bilanciato | +6,3% | Moderata |
Rischi da monitorare
Nonostante le prospettive favorevoli, investire in materie prime comporta sempre rischi specifici:
- Rischio geopolitico: guerre, sanzioni o rivolte possono alterare le forniture.
- Rischio valutario: le commodity sono quotate in dollari, quindi l’euro può influire sui rendimenti reali.
- Rischio regolatorio: l’UE potrebbe introdurre limiti su alcuni derivati o tassazioni straordinarie.
Un approccio saggio è quello di investire gradualmente, tramite piani di accumulo (PAC) o ingressi scaglionati nel tempo. In questo modo si riduce l’impatto della volatilità e si ottiene un costo medio più stabile.
Conclusioni: le materie prime come nuova difesa del capitale
Oro, petrolio e gas sono diventati più che semplici asset: rappresentano la nuova infrastruttura di potere dell’economia globale. L’oro difende dalla svalutazione, il petrolio sostiene la crescita e il gas garantisce l’energia necessaria alla transizione.
Per i risparmiatori italiani, il 2025-2026 sarà un periodo cruciale per riconsiderare la propria esposizione alle commodity. Con un approccio bilanciato e prudente, questi strumenti possono offrire protezione reale e rendimento concreto in un contesto dominato da incertezza geopolitica e inflazione strutturale.
Questo articolo ha esclusivamente finalità informative e non costituisce in alcun modo consulenza in materia di investimenti, sollecitazione al pubblico risparmio o raccomandazione personalizzata. I dati e le previsioni sono basati su fonti considerate affidabili al momento della redazione, ma possono variare nel tempo. Si raccomanda di rivolgersi a un consulente finanziario abilitato prima di effettuare qualsiasi investimento.
Fonti principali
- Intesa Sanpaolo – Analisi Materie Prime, Daniela Corsini (settembre 2025)
- Goldman Sachs Commodity Outlook 2026
- IEA – World Energy Report 2025
- Bloomberg Energy Outlook