Prezzo del Petrolio: WTI, Greggio e Brent Aggiornato e Grafico Storico

Il prezzo del petrolio è fondamentale perchè è la materia prima per eccellenza che fa letteralmente muovere la Nostra economia moderna e quindi il suo prezzo al barile, è di fondamentale importanza non solo per l’economia mondiale ma anche per la finanza e l’andamento dei mercati finanziari, sotto troverete i grafici aggiornati del prezzo del Petrolio Futures WTI e del Brent

Per accaparrarsi o difendere i pozzi petroliferi sono state fatte guerre e battaglie, sono state uccise milioni di persone nel 1900 e ancora oggi, nonostante si stia cercando di provvedere ai bisogni energetici della moderna società umana con altre fonti rinnovabili, il petrolio rimane una materia prima indispensabile a tutta la Nostra economia e il suo valore è fondamentale non solo per sapere quanto ci potrà costare un litro di benzina per l’auto, ma i prezzi di  WTI e Brent sono importanti anche per capire dove va la Nostra economia: più c’è richiesta di petrolio e più l’economia è viva e produce e più ci sarà crescita.

PREZZO DI IERI DEL CRUDE OIL IN DOLLARI

Altri indici che devi tenere sempre presente prima di investire e/o che ti possono far capire l”andamento dell’economia mondiale:

chi decide il prezzo della benzina
Sopra: un concetto che la stragrande maggioranza delle persone ancora non riesce a recepire: chi decide il prezzo della benzina è il mercato, non lo Stato o il Governo. Lo Stato ci mette solo delle tasse sopra come qualsiasi altra merce anzi, ce ne mette di più

Aggiornamenti importanti:

Giugno 2025 la guerra israele iran inizia

Previsioni costo del petrolio per il 2025

Ecco un’analisi approfondita e aggiornata delle previsioni sul prezzo del petrolio nel 2025, alla luce degli ultimi avvenimenti tra Israele e Iran:


🎯 Scenario attuale & impatti immediati

  • Attacchi incrociati: Lo strike israeliano sulle strutture iraniane (12–13 giugno) e la risposta con 150 missili e droni da parte di Teheran hanno immediatamente innescato un’impennata dei prezzi del petrolio: il Brent è salito dell’8–11 %, attestandosi intorno a 74 $/barrel, il livello più alto da gennaio (en.wikipedia.org, elpais.com).
  • Rischio Hormuz: La preoccupazione maggiore è il blocco dello Stretto di Hormuz, che transita ~20 % del petrolio mondiale; in caso di escalation, si potrebbero raggiungere 100‑120 $/barrel o più .

📊 Proiezioni di breve e medio termine

Organismo / Banca Outlook 2025 Scenario in caso di escalation
JP Morgan prezzi medi $65–70 (bottom‑mid 60s) fino a $120–130 in caso di chiusura Hormuz
Goldman Sachs / Citi attese calmierate, con surplus shale compensatori sopra i $100 se blocco protratto
J.P. Morgan (altro) scenario worst-case $120
World Bank fino a $150 in caso di guerra diffusa
Analisti OCBC Brent potrebbe toccare $80

🔄 Fattori mitiganti

  • Eccesso di offerta globale: produzione extra da shale USA, incremento output OPEC+ e capacità di reazione tattica limitano un’escalation prolungata (economictimes.indiatimes.com).
  • Resilienza delle rotte: presenza militare USA impedisce un bloqueo completo dello Stretto, ma minacce su petrolieri e mining rappresentano rischio crescente .
  • Minore oil-intensity: economie globali meno dipendenti dal petrolio rispetto al passato, grazie a efficienza energetica e fonti rinnovabili .

🔮 Previsioni strutturate per il 2025

  1. Short-term (prossimi 1‑2 mesi)
    Attesa di prezzi oscillanti tra 75–85 $, soglia di > 100 $ possibile in caso di nuova escalation militare.
  2. Mid-term (fine 2025)
    • Base-case: stabilizzazione attorno a 65–75 $, supportata dalla produzione alternativa (shale, OPEC+).
    • Worst-case geopolitico: rialzo prolungato fino a 120–150 $, con forte impatto su inflazione, retail gasoline, e margini aziendali .
  3. Long-term (2026)
    Senza nuovi conflitti, rientro progressivo sotto i 70 $, secondo JP Morgan (reuters.com).

🛡️ Implicazioni per mercato & politica monetaria

  • Inflazione: aumento dei prezzi petroliferi potrebbe incrementare l’inflazione di ~0,5 pp (per ogni +10 $), complicando le politiche di banche centrali .
  • Federal Reserve / BCE: in caso di shock esteso, potrebbe rallentare tagli ai tassi previsti, con possibile aumento del costo del denaro .
  • Azioni energia: titoli del settore (es. Exxon, Chevron) beneficiano nel breve, ma margini già scontano prezzi più alti .

✅ Conclusione e consigli pratici

  • Monitorare gli sviluppi medio‑termine: particolarmente evoluzione Iran‑Israele e minacce su Hormuz.
  • Posizionamento tattico: valutare esposizione in settori energia e difensivi; l’acquisto di futures o ETF su petrolio può portare rendimento se persistono tensioni.
  • Protezione dell’inflazione: in caso di shock petrolifero prolungato, strategie di copertura (e.g., TIPS, oro) meritano considerazione.
  • Pianificazione economica e fiscale: utile per aziende energetiche e famiglie prevedere impatto su costi operativi e spese di trasporto.

In sintesi, il Brent nel 2025 è destinato a muoversi tra i 65–75 $ nel caso base, con rialzi fino a 100–120 $ (o in casi estremi 150 $) se le tensioni in Medio Oriente si intensificano e le rotte energetiche vengono minacciate.

 Prezzo del petrolio: WTI, Greggio e Brent e Grafico Storico

Breve storia del Petrolio ed altre curiosità

Storia della scoperta del petrolio negli Stati Uniti

La scoperta e l’estrazione del petrolio negli Stati Uniti risalgono alla metà del XIX secolo.

La prima trivellazione commerciale di petrolio negli Stati Uniti è avvenuta a Titusville, in Pennsylvania, nel 1859. Un imprenditore di nome Edwin L. Drake è riuscito a perforare un pozzo di petrolio fino a una profondità di 21 metri, usando una tecnica che prevedeva l’uso di tubi di ferro per rinforzare il pozzo e prevenire il crollo delle pareti del pozzo stesso.

Questo evento è spesso indicato come l’inizio dell’industria petrolifera moderna. La scoperta ha portato a una corsa al petrolio in Pennsylvania e ha dato inizio a un’industria di trivellazione petrolifera che si è poi diffusa in altre parti degli Stati Uniti e del mondo.

Nel 20° secolo, l’industria petrolifera negli Stati Uniti si è espansa in modo significativo, con l’apertura di vasti giacimenti di petrolio in Texas, Alaska, e Golfo del Messico. Questa espansione ha svolto un ruolo chiave nel guidare la crescita economica degli Stati Uniti e nel sostenere lo sviluppo di industrie come l’automobile e l’aviazione.

Tuttavia, l’estrazione del petrolio ha anche portato a una serie di problemi ambientali, tra cui inquinamento, sversamenti di petrolio e cambiamenti climatici. Nel XXI secolo, c’è stata una crescente attenzione verso le fonti di energia rinnovabili e pulite, sebbene il petrolio rimanga una componente fondamentale dell’approvvigionamento energetico globale.

Che uso si faceva di petrolio netli Stati Uniti ed in Europa nel 1800

Prima dell’invenzione del motore a combustione interna e dell’avvento dell’automobile, il petrolio era usato principalmente come fonte di illuminazione.

Negli Stati Uniti, l’olio di balena era comunemente usato nelle lampade prima dell’arrivo del petrolio. Tuttavia, l’industria della caccia alla balena stava declinando, e l’olio di balena era costoso. Quando Edwin L. Drake perforò il suo primo pozzo petrolifero in Pennsylvania nel 1859, il petrolio grezzo che ne fu estratto venne raffinato per produrre il kerosene, che si rivelò essere un’alternativa più economica e abbondante all’olio di balena per l’illuminazione.

Anche in Europa, il kerosene derivato dal petrolio sostituì gradualmente altre fonti di illuminazione come l’olio di colza e di balena. Questo fu un fattore importante nel guidare la domanda di petrolio e la crescita dell’industria petrolifera nel XIX secolo.

Inoltre, il petrolio veniva utilizzato per lubrificare le parti in movimento delle macchine durante la rivoluzione industriale, e la nafta (un’altra frazione del petrolio) veniva utilizzata come solvente.

Con l’avvento del XX secolo e la diffusione dei motori a combustione interna, l’uso del petrolio si è spostato principalmente verso la produzione di benzina e diesel, che sono diventati la fonte di energia dominante per i trasporti su strada e marittimi.

I maggiori giacimenti petroliferi negli Stati Uniti nel 1800

Nel XIX secolo, la produzione di petrolio negli Stati Uniti era concentrata principalmente nella regione del Pennsylvania Oil Belt, che includeva le zone di Oil Creek e Titusville. È in quest’area che Edwin Drake ha trivellato il primo pozzo di petrolio commerciale nel 1859.

Durante la seconda metà del 1800, sono stati scoperti altri giacimenti petroliferi in Pennsylvania, come quello di Pithole City, che è diventato famoso per la sua rapida crescita e decadenza. Nel 1865, Pithole City era una delle più grandi città petrolifere, con oltre 50 hotel e un quotidiano, ma pochi anni dopo era quasi completamente abbandonata a causa dell’esaurimento del petrolio.

Un’altra regione importante per la produzione di petrolio nel XIX secolo era la Oil Region di Northwestern Pennsylvania, che includeva le contee di Venango, Warren e Crawford. Quest’area ha avuto un ruolo chiave nel guidare la prima ondata di sviluppo dell’industria petrolifera negli Stati Uniti.

Tuttavia, è importante notare che i giacimenti petroliferi più grandi e produttivi degli Stati Uniti, come quelli in Texas, Alaska, e Golfo del Messico, non sono stati scoperti o sviluppati fino al XX secolo.

Giacimenti di petrolio e gas naturale in Italia

L’Italia non è un paese particolarmente ricco di petrolio o gas naturale, ma ha comunque una storia significativa di estrazione e produzione di questi combustibili fossili.

La storia dell’estrazione di petrolio e gas naturale in Italia inizia nel XIX secolo, quando furono scoperti i primi giacimenti di gas naturale e petrolio. I primi pozzi petroliferi in Italia furono trivellati in Emilia-Romagna nel 1860.

A partire dagli anni ’40 e ’50 del XX secolo, l’industria petrolifera e del gas naturale in Italia ha iniziato a espandersi in modo significativo, guidata da un aumento della domanda di energia durante il boom economico del dopoguerra.

Tra i più grandi giacimenti di petrolio e gas naturale in Italia c’è il giacimento di Val d’Agri in Basilicata, che è il più grande giacimento onshore d’Europa. Esso è operato da Eni, la principale compagnia petrolifera italiana, e produce una quantità significativa di petrolio e gas naturale.

Nel Mare Adriatico, sono stati scoperti e sviluppati diversi giacimenti offshore di gas naturale e petrolio a partire dagli anni ’60. Questi giacimenti sono stati importanti per l’approvvigionamento energetico italiano, anche se la produzione è andata diminuendo nel corso del tempo.

Nel XXI secolo, l’Italia sta cercando di diversificare il suo mix energetico e ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili, aumentando l’uso di fonti di energia rinnovabili come il solare e l’eolico. Tuttavia, il petrolio e il gas naturale rimangono una parte importante dell’approvvigionamento energetico italiano.

I maggiori giacimenti di petrolio e  gas in Europa

La maggior parte dei paesi europei non è particolarmente ricca di petrolio o gas naturale, ma ci sono alcune regioni importanti in termini di risorse petrolifere e di gas. Ecco alcuni dei maggiori giacimenti:

  1. Mar del Nord: Questa regione è la più grande produttrice di petrolio e gas in Europa. I principali paesi produttori sono il Regno Unito, la Norvegia, la Danimarca e i Paesi Bassi. Tra i campi più importanti ci sono il campo di Brent e il campo di Forties nel settore britannico e il campo di Troll nel settore norvegese.
  2. Russia: La Russia è uno dei più grandi produttori di petrolio e gas naturale al mondo. Tra i suoi principali giacimenti ci sono il campo di Samotlor e il campo di Priobskoe in Siberia Occidentale per il petrolio, e il campo di Urengoy e il campo di Yamburg nella Penisola di Yamal per il gas naturale.
  3. Azerbaijan: Il campo di Azeri-Chirag-Deepwater Gunashli nel Mar Caspio è uno dei più grandi giacimenti di petrolio dell’Azerbaijan e fornisce una parte significativa delle risorse petrolifere del paese.
  4. Romania: Il paese ha una lunga storia di produzione di petrolio e gas, con importanti giacimenti sia onshore che offshore nel Mar Nero.
  5. Paesi Bassi: Il campo di Groningen, situato nella provincia omonima, è uno dei più grandi campi di gas naturale in Europa. Tuttavia, l’estrazione è stata progressivamente ridotta a causa dei terremoti indotti.
  6. Norvegia: Oltre ai suoi giacimenti nel Mar del Nord, la Norvegia possiede anche importanti risorse nel Mar di Barents e nel Mar di Norvegia.
  7. Regno Unito: Il Regno Unito ha una serie di giacimenti di petrolio e gas, sia onshore che offshore, soprattutto nelle regioni del Mar del Nord.

Ricordiamo che le risorse di petrolio e gas sono in costante evoluzione a causa dell’esplorazione e dello sviluppo tecnologico. Ci sono potenziali risorse non ancora scoperte o non ancora economicamente redditizie da estrarre.

I più grandi giacimenti di petrolio nel mondo

I giacimenti di petrolio più grandi del mondo si trovano prevalentemente in Medio Oriente, ma ci sono anche importanti giacimenti in Russia e in Nord America. Ecco un elenco di alcuni dei più grandi giacimenti di petrolio al mondo, secondo le stime delle riserve provate:

  1. Giacimento di Ghawar (Arabia Saudita): Ghawar è il più grande giacimento di petrolio convenzionale al mondo, con stime che vanno dai 60 ai 70 miliardi di barili di riserve recuperabili. Questo campo è stato scoperto nel 1948 e ha svolto un ruolo fondamentale nel posizionamento dell’Arabia Saudita come uno dei principali produttori di petrolio al mondo.
  2. Giacimento di Burgan (Kuwait): Il giacimento di Burgan è il secondo più grande giacimento di petrolio convenzionale al mondo, con riserve stimate di circa 66 miliardi di barili. È stato scoperto nel 1938 e la produzione è iniziata nel 1946.
  3. Giacimenti di petrolio di Rub’ al-Khali (Arabia Saudita): Questa vasta area desertica dell’Arabia Saudita ospita numerosi grandi giacimenti di petrolio, tra cui Manifa e Shaybah.
  4. Giacimento di Bolivar Costero (Venezuela): Questo giacimento, situato nella fascia petrolifera dell’Orinoco, è noto per le sue enormi riserve di petrolio pesante e bituminoso. Le stime delle riserve variano, ma molte superano i 30 miliardi di barili.
  5. Giacimento di Safaniya (Arabia Saudita e Kuwait): Il giacimento di Safaniya, situato nel Golfo Persico, è il più grande giacimento di petrolio offshore al mondo, con riserve stimate di oltre 30 miliardi di barili.
  6. Giacimento di Majnoon (Iraq): Questo giacimento ha riserve stimate di oltre 12 miliardi di barili, rendendolo uno dei più grandi del mondo.
  7. Giacimento di Samotlor (Russia): Questo giacimento siberiano è stato uno dei più grandi al mondo al momento della sua scoperta nel 1965, con riserve stimate di 14-16 miliardi di barili.

Ricorda che le stime delle riserve di petrolio possono variare a seconda della fonte e delle tecniche di misurazione, e le riserve stesse possono cambiare nel tempo a causa di nuove scoperte, tecniche di estrazione migliorate e cambiamenti nella domanda di petrolio.

Impatto della scoperta del petrolio nei paesi arabi 

La scoperta e l’estrazione del petrolio hanno avuto un impatto profondo sulla storia e sullo sviluppo dei paesi arabi, trasformando in molti casi economie basate sull’agricoltura e sul commercio in economie basate sul petrolio. Questo ha portato a profonde trasformazioni economiche, sociali e politiche.

La scoperta del petrolio iniziò nel Medio Oriente agli inizi del XX secolo, con la scoperta del primo giacimento in Iran nel 1908. Negli anni ’30, ’40 e ’50, furono scoperti ulteriori giacimenti di petrolio in Arabia Saudita, Kuwait, Iraq e altri paesi del Golfo Persico.

L’estrazione del petrolio ha portato a un’enorme ricchezza per questi paesi. Questo ha permesso loro di finanziare importanti progetti di infrastrutture, come strade, ospedali, scuole e città interamente nuove. In molti paesi, ciò ha anche portato a miglioramenti significativi in termini di istruzione, assistenza sanitaria e standard di vita.

Tuttavia, la dipendenza dall’economia del petrolio ha anche creato una serie di sfide. Molti paesi arabi sono vulnerabili alle fluttuazioni dei prezzi del petrolio sul mercato mondiale, che possono portare a periodi di crescita economica quando i prezzi sono alti, ma anche a crisi economiche quando i prezzi cadono. Questa dipendenza dal petrolio ha anche limitato lo sviluppo di altri settori dell’economia, creando quello che è noto come “malattia olandese”.

L’estrazione del petrolio ha anche avuto importanti implicazioni politiche. Ha attirato l’interesse delle potenze straniere, in particolare degli Stati Uniti e delle nazioni europee, che hanno cercato di influenzare la politica dei paesi produttori di petrolio per garantire l’accesso a queste risorse. Questo ha portato a una serie di conflitti e tensioni geopolitiche.

Infine, c’è l’aspetto ambientale. L’industria del petrolio ha portato a inquinamento, sversamenti di petrolio e contribuito al cambiamento climatico globale. Nel XXI secolo, molti paesi arabi stanno cercando di diversificare le loro economie per ridurre la dipendenza dal petrolio e affrontare le sfide ambientali.

Come si raffina la benzina e il diesel dal petrolio

La produzione di benzina e diesel dal petrolio grezzo è un processo che avviene in una raffineria e coinvolge diversi passaggi:

  1. Distillazione Atmosferica: Il primo passaggio nella raffinazione del petrolio è la distillazione atmosferica. Il petrolio grezzo viene riscaldato a temperature molto alte e poi introdotto in una colonna di distillazione. A causa delle differenze di temperatura all’interno della colonna, le diverse componenti del petrolio si separano a seconda del loro punto di ebollizione. I composti più leggeri, come il gas di petrolio liquefatto (GPL) e la nafta (che può essere ulteriormente lavorata per produrre benzina), tendono a salire verso la parte superiore della colonna. I composti più pesanti, come il gasolio (che può essere ulteriormente lavorato per produrre diesel) e i residui di petrolio, si raccolgono verso il fondo.
  2. Distillazione a Vuoto: 1Il residuo pesante dalla colonna di distillazione atmosferica può essere ulteriormente distillato in una colonna di distillazione a vuoto per separare composti ancora più pesanti, come l’olio lubrificante e l’asfalto.
  3. Conversione o “Cracking”: Questa fase rompe le catene di idrocarburi più lunghe in catene più corte per produrre benzina e altri prodotti. Questo può avvenire tramite processi termici (come il cracking termico) o chimici (come il cracking catalitico fluido).
  4. Trattamento e Rimozione delle Impurità: Questo passaggio rimuove le impurità come lo zolfo, l’azoto e i metalli pesanti dai prodotti del petrolio. L’olio di desolforazione (HDS) è un esempio di tale processo.
  5. Rimodellamento o Riforming: Questo processo viene utilizzato per aumentare l’ottanaggio della benzina. Il naphtha a basso numero di ottano viene combinato con l’idrogeno in presenza di un catalizzatore per produrre composti ad alto numero di ottano.
  6. Blending o Miscelazione: Questo è l’ultimo passaggio, dove i diversi prodotti della raffinazione vengono miscelati insieme per produrre prodotti finali come la benzina e il diesel. Questi prodotti vengono miscelati per soddisfare specifiche normative e requisiti di prestazione, come il numero di ottano per la benzina e il numero di cetano per il diesel.

Questo è un semplificazione del processo di raffinazione del petrolio. In realtà, ci sono molti altri processi secondari e ausiliari coinvolti.

Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.

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