Azioni: ecco i 12 titoli che possono crescere anche del 30% secondo Intesa Sanpaolo

Dopo un primo semestre brillante ma volatile, il 2025 si avvia verso un secondo tempo più complesso sui mercati. Tassi d’interesse ancora relativamente alti, inflazione in calo ma non del tutto domata, tensioni geopolitiche e risultati societari sotto esame. In questo scenario, molti investitori si chiedono: su quali azioni puntare nella seconda metà dell’anno?

Intesa Sanpaolo ha appena aggiornato il proprio paniere “Top Picks”, selezionando 12 titoli europei di qualità, con crescita visibile, dividendi solidi e potenziale di rialzo stimato fino al 30%. Una lista pensata per navigare un contesto incerto con maggiore fiducia.


Come è stata fatta la selezione

Il team di analisi di Intesa Sanpaolo ha cercato società:

  • con business solidi e poco ciclici o leader nei loro settori;
  • guidance 2025 confermate nonostante la congiuntura;
  • dividendi generosi e sostenibili;
  • multipli di mercato interessanti rispetto alla media storica;
  • potenziale di upside fino al 30% sui target price.

Non si tratta di scommesse speculative, ma di titoli con fondamentali solidi, che possono difendere valore in scenari turbolenti e offrire rendimento.


Le 12 azioni “Top Picks” di Intesa Sanpaolo per la seconda metà del 2025

Ecco l’elenco dei 12 titoli europei selezionati, con una breve descrizione di ciascuno:

1. Stellantis

Il colosso automobilistico italo-francese-americano offre valutazioni molto contenute (P/E sotto 4), un dividendo interessante e buyback importanti. Intesa vede margini robusti grazie alle sinergie e alla spinta sui modelli elettrificati.

2. Eni

Il big energetico italiano si conferma una scommessa sul petrolio solido e sui dividendi elevati. Il piano di transizione verso il gas e le rinnovabili convince gli analisti, che vedono il titolo sottovalutato rispetto ai flussi di cassa attesi.

3. Enel

Leader europeo nelle rinnovabili e nella distribuzione. Nonostante i tassi elevati pesino sul debito, il mercato sconta troppo i rischi regolatori. Potenziale di rimbalzo grazie alla razionalizzazione degli asset e ai risultati attesi solidi.

4. Banco BPM

Nel settore bancario, Intesa punta su un istituto italiano con multipli bassi, qualità dell’attivo in miglioramento e forte generazione di capitale. I tassi alti sostengono il margine d’interesse.

5. BBVA

Banca spagnola molto esposta ai mercati emergenti, in particolare Messico e Turchia. Intesa la considera ben capitalizzata e con politica di dividendi generosa. Il potenziale di crescita organica è elevato.

6. AXA

Il gruppo assicurativo francese combina solidità patrimoniale, dividendi elevati e una strategia di crescita equilibrata tra Vita, Danni e Asset Management. Prezzo ancora conveniente.

7. TotalEnergies

Altro big energetico europeo che coniuga dividendi elevati e strategia di transizione energetica credibile. Intesa vede un bilancio molto solido e un potenziale di rivalutazione sui multipli.

8. Orange

Operatore telecom francese con flussi di cassa solidi, dividendi interessanti e basso profilo di rischio. Intesa scommette sulla stabilità del business e sul re-rating del settore telecom europeo.

9. Leonardo

Il gruppo italiano della difesa beneficia del riarmo europeo e delle tensioni geopolitiche, che spingono la domanda di sistemi d’arma e servizi. Intesa apprezza la pipeline ordini e la profittabilità in miglioramento.

10. Siemens

Multinazionale tedesca diversificata nell’automazione, nella mobilità e nelle infrastrutture energetiche. Gli analisti vedono una crescita robusta, forte posizione competitiva e multipli attraenti.

11. Schneider Electric

Specialista francese della gestione energetica e dell’automazione industriale. Leadership tecnologica, crescita sostenibile e valutazioni ragionevoli la rendono una scelta difensiva di qualità.

12. SAP

Software house tedesca leader nell’ERP e nella transizione verso il cloud. Guidance confermata, forte generazione di cassa e upside sui ricavi ricorrenti. Intesa la vede come scommessa di qualità nel tech europeo.


Perché questi titoli possono crescere anche del 30%

Intesa Sanpaolo stima che il target price medio di questi titoli implichi un potenziale di rialzo fino al 30% rispetto alle quotazioni di inizio luglio 2025. Naturalmente non tutti cresceranno nello stesso modo: alcuni hanno upside più contenuti (ma dividendi più generosi), altri puntano su crescita secolare o su re-rating di mercato.

La logica alla base del portafoglio è costruire un mix equilibrato tra settori:

  • Energia (Eni, TotalEnergies): per la solidità dei flussi di cassa e la transizione energetica.
  • Banche e assicurazioni (Banco BPM, BBVA, AXA): beneficiari dei tassi più alti.
  • Industria/Difesa (Leonardo, Siemens, Schneider): crescita strutturale e domanda sostenuta.
  • Tech (SAP): resilienza e crescita cloud.
  • Utility/Telecom (Enel, Orange): dividendi difensivi e cash flow stabili.
  • Auto (Stellantis): valore e buyback.

Come usare queste idee in portafoglio

Chi investe può usare questa lista come punto di partenza per:

✅ costruire un portafoglio diversificato europeo
✅ bilanciare titoli value (Eni, Stellantis) e growth (SAP, Schneider)
✅ scegliere dividendi solidi per proteggersi dall’inflazione
✅ cavalcare trend secolari (energia verde, difesa, digitalizzazione)

Ovviamente ogni investitore dovrà valutare il proprio profilo di rischio, l’orizzonte temporale e la strategia di ingresso (ad esempio frazionata su più mesi).


Riepilogando:

Il secondo semestre 2025 non si preannuncia privo di sfide, ma Intesa Sanpaolo offre 12 idee concrete per chi vuole continuare a investire sui mercati azionari europei senza farsi paralizzare dall’incertezza. Titoli solidi, dividendi generosi e potenziale di rialzo a doppia cifra sono ingredienti preziosi per chi vuole navigare la complessità con metodo.

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Ecco un’analisi approfondita sulle possible conseguenze dei dazi del 30% annunciati da Trump (a partire dal 1° agosto 2025) per ciascuno dei 12 titoli selezionati da Intesa Sanpaolo:


📈 Impatto generale del dazio USA‑EU 30%

  • I dazi rischiano di provocare una recessione del commercio transatlantico, con impatti negativi su auto, energia, acciaio e componenti industriali (The Economic Times).
  • I costi supplementari di importazione potrebbero essere traslati sui consumatori o sugli utili delle aziende, riducendo margini e competitività .
  • Potenziali contromisure UE – tariffe su beni americani – aggraverebbero l’ambiente economico (Reuters).

1. Stellantis

Settore auto: fortemente esposto — le vetture europee divengono subcosto del 30% per il mercato USA.
➡️ Effetti: calo vendite USA, pressioni sui margini. Strategia possibile: delocalizzare produzione USA/Canada (come BMW, Mercedes) .
➡️ Controstrategia: Stellantis potrebbe diventare competitiva solo spostando produzione vicino al mercato USA, ma ci vorrà tempo e capex.


2. Eni

Settore energia: marginale esposizione agli scambi merci.
➡️ Effetti: impatti indiretti: eventuali dazi su petrolio e gas? Attualmente non coinvolti, ma le contromisure UE potrebbero colpire meccanismi energetici.
➡️ Controstrategia: Eni potrebbe beneficiare moderate oscillazioni prezzi, ma impatti limitati sui fondamentali.


3. Enel

Settore utility: modesta esposizione a scambi USA.
➡️ Effetti: rischi indiretti legati a rallentamento economico generale: calo investimenti, consumi energetici.
➡️ Controstrategia: focus su costi e gestione infrastrutture, pur garantendo dividendi.


4. Banco BPM

Settore bancario domestico: impatti su banche italiane solo indiretti.
➡️ Effetti: perdita di fiducia e volatilità nei mercati, potenziale aumento degli NPL se imprese colpite.
➡️ Controstrategia: elevata capitalizzazione e focus su mercato italiano possono attenuare il colpo.


5. BBVA

Industry bancaria internazionale: limitata esposizione agli USA, ma instabilità globale può influenzare sentiment e spreads.
➡️ Effetti: deprezzamento stocks emergenti, instabilità dei tassi.
➡️ Controstrategia: diversificazione geografica può mitigare il rischio.


6. AXA

Assicurazioni: impatti indiretti, incremento volatilità e rischi per asset allocation.
➡️ Effetti: rialzi su asset rischiosi e volatilità possono aumentare sinistri o ridurre rendimenti del portafoglio investimenti.
➡️ Controstrategia: diversificazione assicura resilienza.


7. TotalEnergies

Energia multinazionale: simile a Eni: rischio limitato sui trade.
➡️ Effetti: oscillazioni globali dei prezzi del petrolio/gas potrebbero supportare flussi di cassa.
➡️ Controstrategia: approccio integrato genererebbe protezione robusta.


8. Orange

Telecom: non esposta a beni materiali UE→USA.
➡️ Effetti: scenario macro-economico incerto può influenzare investimenti e capacità spesa degli utenti.
➡️ Controstrategia: essendo difensiva, Orange rimane relativamente solida.


9. Leonardo

Difesa/aereospazio: possibile esposizione ad export verso USA?
➡️ Effetti: sia accesso al mercato USA che alla supply chain basata in Europa potrebbe risentire di procedure più lente o costose.
➡️ Controstrategia: Leonardo potrebbe spostarsi in joint ventures o produzione localizzata per mitigare.


10. Siemens

Industria e automazione: pesante export in USA — componenti industriali, automazione, infrastrutture.
➡️ Effetti: costi aggiuntivi elevati, contratti penalizzati, ritardi.
➡️ Controstrategia: spostamento supply chain o produzione USA per ammortizzare.


11. Schneider Electric

Gestione energia/automazione: impatti simili a Siemens: componenti penalizzate.
➡️ Effetti: margini sotto pressione, rinegoziazione contratti.
➡️ Controstrategia: espansione produzione USA e ottimizzazione catena logistica.


12. SAP

Software ERP/cloud: esente da dazi su beni tangibili.
➡️ Effetti: la volatilità macro potrebbe influenzare spesa IT, ma attività core non colpite.
➡️ Controstrategia: model‑as‑a‑service globale, resiliente.


🔍 Sintesi tabellare

TitoloEsposizione USAPrincipale impattoContromisure efficaci
StellantisAlta (auto)Vendite e marginiProduzione USA/Canada
Eni, TotalEnergiesBassa (energia)Indiretto (prezzi)Cash flow stabile
Enel, OrangeBassaIndiretto (economia)Dividendi difensivi
BBVA, Banco BPMModerataVolatilità finanziariaCapital buffer
AXABassaRendimento investimentiCoperture e diversificazione
Leonardo, Siemens, SchneiderAlta (industriale)Margini e contrattiLocalizzazione produzione
SAPNessunaIndiretto (spesa IT)Subscription cloud law resilient

🧭 Considerazioni strategiche

  • Diversificazione: i titoli meno esposti (Eni, SAP, Enel, Orange, AXA) sono potenzialmente più difensivi.
  • Titoli industriali/esposti (Stellantis, Siemens, Schneider, Leonardo) dovrebbero accelerare piani di localizzazione per mantenere competitività su ordini americani.
  • Energia e utilities: più isolate, ma sensibili a effetti indiretti.
  • Bancario/Assicurativo: guardare a volatilità e impatti macro.
  • Tech/ERP: tra i pochi veramente immuni dai dazi, ma anch’esso dipendente da clima economico globale.

✅ In conclusione

I dazi al 30% USA-EU potrebbero fungere da evento catalizzatore per riallocazioni strategiche (produzione, supply chains, localizzazione investimenti). Queste mosse, se attuate, possono attenuare l’impatto negativo sul massimo downside, ma implicheranno costi e tempo. In un contesto turbolento, la resilienza e la capacità di adattamento industriale emergono come variabili decisive.

Se vuoi, posso fornirti anche una stima numerica di potenziali impatti sui ricavi o approfondire un settore specifico tra quelli elencati.


Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.