Nell’attuale panorama finanziario, il Monte dei Paschi di Siena (MPS) è emerso come un titolo di spicco in Borsa, con le sue azioni in rialzo del 4,2% a 3,17 euro, diventando così il titolo con la migliore performance.
L’ottimismo del mercato è alimentato dalla convinzione che il 2024 potrebbe essere l’anno in cui risolvere le annose questioni di MPS
Privatizzazione Monte dei Paschi di Siena
Le recenti dichiarazioni positive del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno contribuito al rialzo del titolo Mps.
Giorgetti ha espresso ottimismo sulle prospettive di privatizzazione della banca, sottolineando la sua crescente opportunità , anche grazie alle misure finanziarie di successo intraprese dall’amministratore delegato.
Le iniziative dell’amministratore delegato includono un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro nel 2022, l’uscita volontaria di circa 4.200 dipendenti e un miglioramento dell’utile netto di 929 milioni di euro nei primi nove mesi del 2023, che potrebbe superare 1 miliardo di euro entro la fine dell’anno.
La fiducia di Giorgetti si estende all’aspettativa che nel 2024 il Ministero dell’Economia (Mef) esca dal capitale della banca, allineandosi agli impegni presi con la Commissione Europea.
Il Mef ha già fatto passi avanti in questa direzione collocando con successo sul mercato il 25% del Monte dei Paschi, generando a fine novembre 900 milioni di euro.
La ridotta proprietà statale, unita alla posizione finanziaria rafforzata di MPS e all’esonero legale degli ex dirigenti, consente alla banca di impegnarsi in trattative per potenziali partnership.
Nonostante l’attuale assenza di pretendenti specifici, Giorgetti vede il 2024 come un anno cruciale per MPS, anticipando una soluzione che potrebbe rimodellare il sistema bancario in una prospettiva policentrica, poiché la banca punta a diventare un attore chiave nel previsto terzo polo bancario italiano insieme a Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Privatizzazione Ferrovie: cosa si sa
Secondo alcuni rumors circolati nei primi giorni del 2024, il governo italiano starebbe lavorando a un piano per la privatizzazione parziale del Gruppo FS, la holding che controlla Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e altre società del settore dei trasporti. Cosa che si sarebbe dovuta fare anni fa.
L’operazione riguarderebbe la vendita di una quota fino al 40% del capitale di FS, con un valore stimato di circa 5 miliardi di euro. La quotazione in Borsa potrebbe avvenire entro la fine del 2024.
Possibili scenari
L’operazione di privatizzazione potrebbe essere realizzata in due modi:
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Scorporo di Trenitalia e RFI. In questo caso, le due società sarebbero quotate separatamente in Borsa. RFI, che gestisce le infrastrutture ferroviarie, resterebbe interamente di proprietà pubblica.
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Mantenimento dell’integrazione tra Trenitalia e RFI. In questo caso, la quotazione in Borsa riguarderebbe l’intera holding FS, con la possibilità di un’eventuale separazione tra le due società in un secondo momento.
Opposizione dei sindacati
L’ipotesi di privatizzazione delle Ferrovie è stata fortemente criticata dai sindacati dei trasporti, che hanno espresso preoccupazione per l’impatto che l’operazione potrebbe avere sull’occupazione e sulla qualità dei servizi.
I sindacati hanno anche sottolineato che la privatizzazione non è una soluzione ai problemi del settore ferroviario, che sono principalmente legati alla carenza di investimenti e alla mancanza di una visione strategica.
Pro e contro
I sostenitori della privatizzazione delle Ferrovie sostengono che l’operazione porterebbe a una maggiore efficienza e competitività del settore.
In particolare, si ritiene che la privatizzazione possa:
- Attrarre nuovi investimenti e migliorare la qualità delle infrastrutture.
- Favorire la concorrenza nel settore del trasporto ferroviario.
- Rendere più efficiente la gestione delle risorse.
I critici della privatizzazione, invece, sostengono che l’operazione potrebbe portare a una riduzione dell’occupazione e a un peggioramento dei servizi.
In particolare, si teme che la privatizzazione possa:
- Condurre a tagli del personale e a una riduzione dei servizi.
- Aumentare i costi per i passeggeri.
- Favorire la concentrazione del mercato nelle mani di pochi grandi operatori.
Conclusione
L’ipotesi di privatizzazione delle Ferrovie è ancora in fase di discussione e non è chiaro se il governo italiano decida di approvarla.
L’operazione, se realizzata, avrebbe un impatto significativo sul settore dei trasporti in Italia e potrebbe avere conseguenze anche sull’occupazione e sulla qualità dei servizi.
Privatizzazione Poste Italiane
La privatizzazione di Poste Italiane è stata avviata nel 2015 con la cessione del 35% del capitale sociale al mercato. Nel 2022, il governo italiano ha annunciato l’intenzione di procedere con una nuova privatizzazione, con la vendita di una quota fino al 40% del capitale.
L’operazione, che potrebbe avvenire entro la fine del 2024, è finalizzata a raccogliere risorse finanziarie per le casse dello Stato. Poste Italiane è un’azienda in buona salute finanziaria, con un fatturato di oltre 24 miliardi di euro e un utile netto di oltre 1,5 miliardi di euro.
L’ipotesi di privatizzazione di Poste Italiane è stata criticata dai sindacati, che temono che l’operazione possa portare a una riduzione dell’occupazione e a un peggioramento dei servizi.
Privatizzazione Rai Way
La privatizzazione di Rai Way è stata avviata nel 2014 con la cessione del 40% del capitale sociale a un gruppo di investitori guidato da Cassa Depositi e Prestiti. Nel 2023, il governo italiano ha annunciato l’intenzione di procedere con una nuova privatizzazione, con la vendita di una quota fino al 30% del capitale.
L’operazione, che potrebbe avvenire entro la fine del 2024, è finalizzata a raccogliere risorse finanziarie per le casse dello Stato. Rai Way è una società che gestisce le infrastrutture di telecomunicazione del gruppo Rai.
L’ipotesi di privatizzazione di Rai Way è stata criticata dai sindacati, che temono che l’operazione possa portare a una riduzione dell’occupazione e a un peggioramento dei servizi.
Pro e contro della privatizzazione di Poste Italiane e Rai Way
I sostenitori della privatizzazione di Poste Italiane e Rai Way sostengono che l’operazione porterebbe a una maggiore efficienza e competitività delle due aziende.
In particolare, si ritiene che la privatizzazione possa:
- Attrarre nuovi investimenti e migliorare la qualità dei servizi.
- Favorire la concorrenza nel settore.
- Rendere più efficiente la gestione delle risorse.
I critici della privatizzazione, invece, sostengono che l’operazione potrebbe portare a una riduzione dell’occupazione e a un peggioramento dei servizi.
In particolare, si teme che la privatizzazione possa:
- Condurre a tagli del personale e a una riduzione dei servizi.
- Aumentare i costi per i cittadini.
- Favorire la concentrazione del mercato nelle mani di pochi grandi operatori.
Conclusione
Le ipotesi di privatizzazione di Poste Italiane e Rai Way sono ancora in fase di discussione e non è chiaro se il governo italiano decida di approvarle.
Le operazioni, se realizzate, avrebbero un impatto significativo sul settore delle telecomunicazioni e dei servizi postali in Italia e potrebbero avere conseguenze anche sull’occupazione e sulla qualità dei servizi.
Dovremmo investire in queste azioni?
Tra tutti queste aziende da privatizzare quelle su cui dovremmo accendere i Nostri riflettori sono quelle di Banca Monte dei Paschi di Siena e Ferrovie Italiane.
Il titolo MPS fino a quando non si metterà in campo a vendere la quota dello Stato avrò un probabile aumento del valore delle azioni quindi un asset su cui speculare.
Il titolo di Ferrovie invece sono anni che ne aspettiamo l’IPO che ricordiamo fu rimandata 2 volte e poi abortì solo qualche anno fa.
Gli analisti all’epoca erano quasi tutti concordi nel dire che un investimenti su Ferrovie era consigliato, oggi ci sono da fare dei conti prima di dirlo con sicurezza.
Vedremo gli ultimi bilanci, specialmente quello finale del 2023