Nel 2025, il tema “investire nella difesa” non è più un tabù, ma un pilastro strategico per molti fondi. Le tensioni geopolitiche e l’impegno degli Stati membri Nato ad alzare la spesa militare al 5% del PIL alimentano prospettive di crescita solide per l’industria bellica.
Ma conviene ancora comprare titoli della difesa dopo i rally degli ultimi anni? Sì, secondo vari analisti: selezionando bene, alcune azioni possono crescere fino al 20% da qui a 12-18 mesi. E ci sono alternative interessanti per diversificare il portafoglio: metalli industriali, bond a breve termine e fondi multi-asset mirati.
Vediamo come strutturare un portafoglio bilanciato per cavalcare il riarmo globale senza esagerare con il rischio.
Perché investire nella difesa resta attraente
La spinta della spesa militare Nato al 5% del PIL
Molti governi europei hanno annunciato aumenti storici del budget per la difesa. La Nato punta al 2% minimo per tutti i membri, ma alcuni grandi Paesi (Polonia, Regno Unito, Usa) guardano già a un 3-5% del PIL, sostenuti dalla percezione di minacce sempre più gravi.
Secondo l’Istituto SIPRI, la spesa globale ha superato i 2.400 miliardi di dollari nel 2024, con previsioni di crescita media del 4-5% annuo fino al 2030. Questo garantisce visibilità sui ricavi di molte aziende della difesa, dai sistemi d’arma agli aeromobili, dai missili alla cyber security militare.
Le azioni difesa su cui puntare: chi può crescere fino al 20%
Molti analisti (Goldman Sachs, JP Morgan, Barclays) vedono ulteriori margini di crescita del 15-20% in 12-18 mesi per alcuni titoli europei e statunitensi, grazie a ordini record e margini in espansione.
Titoli europei interessanti
✅ Leonardo
- Ordini record (oltre 17 miliardi nel 2024)
- Focus su elicotteri, elettronica, cybersecurity
- Target price medio +15% rispetto ai livelli attuali
✅ BAE Systems
- Forte presenza nei programmi Nato e Uk
- Ottimi flussi di cassa
- Target price +12-18%
- Boom di ordini per veicoli blindati e munizioni
- Capacità produttive in espansione
- Stime di crescita EPS >20%
Titoli Usa sotto la lente
✅ Lockheed Martin
- Ordini per F-35 e sistemi missilistici
- Solido dividend yield
- Target price +10-15%
✅ Northrop Grumman
- Business bilanciato su aerospazio e difesa
- Potenziale +15%
✅ RTX (ex Raytheon)
- Portafoglio ordini diversificato
- Target price +10%
Non solo armi: metalli industriali e minerari per cavalcare il riarmo
L’aumento degli investimenti militari e civili in infrastrutture strategiche implica anche una domanda robusta di rame, nickel, titanio e acciaio speciale.
ETF e azioni sui metalli
- ETF sul rame (COPA, Copper Miners ETF)
- ETF sui metalli industriali diversificati (Lyxor Industrial Metals, iShares)
- Miners come Glencore, Freeport-McMoRan
La transizione energetica e la spesa militare sono driver convergenti per i metalli industriali.
La protezione del portafoglio: bond a breve termine e liquidità
Chi investe in difesa o materie prime si espone a volatilità, ciclicità e rischio geopolitico. Per bilanciare il portafoglio:
✅ Bond governativi a breve scadenza
- Rendimenti netti 3-4% in area euro
- Bassa duration, bassa volatilità
✅ Bond corporate investment grade brevi
- Spread interessanti sui tassi risk-free
- Buon compromesso rischio/rendimento
✅ Liquidità e conti deposito
- Per cogliere opportunità tattiche
Idee di portafoglio per investire nella difesa e oltre
Ecco un esempio di asset allocation tematica bilanciata (non un consiglio personalizzato):
- 40% azioni difesa selezionate (Leonardo, BAE, Rheinmetall, Lockheed, RTX)
- 20% ETF metalli industriali
- 30% bond a breve termine (gov + corporate IG)
- 10% liquidità
Obiettivo: cavalcare il riarmo e la spesa militare, ma proteggendo il portafoglio con strumenti difensivi.
Conclusione
Investire nella difesa oggi non è solo scommettere sulle armi: è un tema complesso che intreccia geopolitica, materie prime strategiche e politiche fiscali. La spinta Nato al 5% del PIL militare rende il settore ancora interessante, ma serve diversificazione.
Puntare su titoli con ordini solidi, coprirsi con bond a breve e sfruttare la domanda di metalli industriali può aiutare a costruire un portafoglio pronto per affrontare le sfide di un mondo sempre più instabile.
Analisi tecnica delle azioni di difesa di cui abbiamo parlato:
📈 1. Leonardo (LDO.MI)
Leonardo ha registrato un trend positivo negli ultimi anni, sostenuto dall’aumento della spesa militare europea.
Sul grafico settimanale si nota la rottura di resistenze storiche in area 13-14€, che ora fungono da supporto. La media mobile a 200 giorni è inclinata positivamente e si trova circa sui 14€, confermando il bias rialzista di medio periodo.
L’oscillatore RSI di lungo periodo è stato in zona di ipercomprato tra 16 e 17€, dove si è vista una prima correzione. Adesso il titolo oscilla fra 15,5 e 17 euro, formando un canale laterale alto.
Dal punto di vista tecnico:
- Supporto importante: 14€ e poi 13€
- Resistenza chiave: 17€ circa
- Breakout sopra 17,5€ darebbe un segnale di forza per target 19-20€
- Sotto 14€, rischio di inversione di trend verso 12€
📌 In sintesi: Trend ancora rialzista di fondo, ma fase di consolidamento. Operatività interessante sopra 17€, prudenza sotto 14.
📈 2. Rheinmetall (RHM.DE)
Rheinmetall è uno dei titoli difesa più “caldi” in Europa. Ha segnato nuovi massimi storici nel 2024-2025, spinto dall’enorme domanda di munizionamento e veicoli militari.
Il grafico daily mostra un canale rialzista ben definito. Dopo un rally esplosivo verso 550€, ha fatto una breve correzione tecnica. Le medie mobili (50 e 200) sono ben distanziate e in trend positivo.
L’RSI è rientrato da livelli di ipercomprato, offrendo respiro alla salita. Volumi in calo sulla discesa confermano che si tratta di una fisiologica presa di profitto più che di una vera inversione.
Livelli tecnici attuali (indicativi):
- Supporto: 500€ / 460€
- Resistenza: 550€ / 600€
- Breakout sopra 550€ rilancerebbe verso 600€
📌 In sintesi: Trend primario fortemente rialzista, ma dopo il rally serve attenzione alla volatilità. Un ritracciamento a 460-480€ sarebbe un’area di ingresso per chi cerca il trend di lungo termine.
📈 3. Lockheed Martin (LMT)
Lockheed Martin ha vissuto una fase di congestione più marcata. Non ha segnato i massimi storici come altri titoli difesa, a causa di margini sotto pressione e revisione ordini su F-35.
Sul grafico settimanale si vede un consolidamento attorno a 450-470$. Negli ultimi mesi ha mostrato un timido rimbalzo tecnico dalla zona di supporto sui 420$.
Medie mobili piatte o leggermente in declino, segno di trend neutro-debole. L’RSI è nella parte centrale, senza eccessi, suggerendo spazio per movimenti direzionali futuri.
Livelli tecnici:
- Supporto: 420-430$
- Resistenza: 470$, poi 490-500$
- Una rottura sopra 475$ confermerebbe un recupero più strutturale
📌 In sintesi: Laterale/leggermente ribassista di medio termine, ma buone possibilità di inversione sopra 475$. Operatività prudente finché resta sotto 470$.
📈 4. Northrop Grumman (NOC)
Northrop Grumman ha avuto una traiettoria simile a Lockheed Martin, con una fase di consolidamento prolungata ma segnali di risveglio più recenti.
Il grafico daily mostra una base di accumulazione attorno a 430-440$. Si è vista una reazione tecnica sopra 460$, seguita da test di resistenza a 480$.
Le medie mobili si stanno appiattendo ma con segni di curvatura positiva sul breve termine. L’RSI si muove in area 50-60, lasciando spazio per ulteriori recuperi.
Livelli tecnici:
- Supporto: 430$
- Resistenza: 480$, poi 500$
- Superare i 480$ darebbe un segnale di ripartenza verso 500$
📌 In sintesi: Accumulo in corso dopo correzione. Strategia di breakout sopra 480$, attenzione a non perdere il supporto a 430$.
📌 Conclusione
✅ Leonardo e Rheinmetall hanno trend più chiaramente rialzisti, anche se Leonardo è in fase di consolidamento alto.
✅ Lockheed Martin e Northrop Grumman sono più “laterali”, ma con possibilità di ripartenza sopra livelli chiave.
✅ In tutti i casi, il tema macro della difesa resta favorevole, ma i grafici suggeriscono di attendere breakout puliti per entrare sui massimi.