La crisi politica italiana sta inevitabilmente influenzando i mercati finanziari, i quali di riflesso stanno influenzando il dibattito politico.
Dove investire o dove spostare i Nostri risparmi in questi casi, come si sta evolvendo la situazione?
Senza voler creare allarmismi e senza voler essere troppo prudenti, cerchiamo di capire cosa sta succedendo sia a livello politico che a livello finanziario per proteggere i Nostri interessi.
Cerchiamo di dare una informazione mirata per proteggere i Nostri investimenti, spesso ottenuti dopo una vita di sacrifici di lavoro, ma anche le Nostre pensioni, il potere di acquisto e la sicurezza sociale.
Un Baratro potrebbe attendere Nostri mercati finanziari
Ci sono tutte le premesse perchè nei mercati finanziari mondiali si riversi una tempesta perfetta causata proprio dall’Italia, ma vediamo quali sono i fattori che potrebbero scatenare una delle più gravi crisi finanziarie degli ultimi anni, definita da alcuni dei più importanti economisti del mondo come leggerete in seguito (economisti punti di riferimento addirittura degli stessi sovranisti) come il più grande default della storia dell’umanitÃ
Innanzitutto per capire come funzionano certi meccanismi, bisogna capire che per un investitore uno Stato è simile ad un’azienda.
Se l’azienda è solida, va bene e ti fa guadagnare, ci investe. Altrimenti NO.
I 10 Passi Verso il Baratro dell’Economia italiana
1 – Doveva nascere un Governo, ma il Governo Conte mai nato già questo di per sè non è un buon segnale che si manda a chi deve investire nel Nostro paese, il quale si chiede: cosa faranno ora? Aumenteranno le tasse, le abbasseranno, cosa succederà ? L’incertezza politica è sempre un segnale negativo, specialmente se l’unica coalizione ha un programma economico molto allarmante.
2 – Se di quello che volevano fare per sicurezza ed immigrati importava poco a tutti, quando nella bozza di Governo avevano scritto che volevano la cancellazione del debito dalla BCE di 250 miliardi di euro e un progetto di spesa annua di + 100 miliardi di euro rispetto ad oggi con le entrate maggiori solo di 500 milioni, chi lavora in finanza ha drizzato le orecchie.
3 – La mancanza dei requisiti di opportunità del Prof Savona voluto dalla Lega come condizione sine qua non per la loro adesione al Governo, che ha obbligato il Capo dello Stato a non firmare la sua nomina a ministro.
4 – Il Piano per uscita dall’euro presentato da Savona, e venuto alla luce solo di recente, – anche se di dominio pubblico in pochi lo conoscevano – ha reso tutto questo scenario molto preoccupante per chi deve investire nel Nostro paese. Che nel cosiddetto “Contratto di Governo” che non ha nessun valore giuridico, non sia stata fatta menzione dell’uscita dall’euro, poco importa a chi deve investire miliardi di euro nell’azienda Italia.
5 – Se un operatore vede che si forma un governo formato da partiti che per anni hanno predicato l’uscita dall’euro, con l’insistenza di mettere al Ministero dell’Economia l’economista anti euro più autorevole, semplicemente l’investitore protegge i suoi soldi e li toglie da questa azienda per trovarne una più conveniente.
6 – Se addirittura questi partiti del Cambiamento danno l’impressione che vogliono uscire dall’euro in segreto sia dai cittadini che dagli altri Stati membri ( come teorizzato nel PIANO B presentato dal Prof Savona ) , ecco che la sfiducia aumenta in modo esponenziale.
7 – Le agenzie di Rating declasseranno l’Italia. Su questo non ci sono dubbi. E’ normale perchè un Governo che vuol cambiare la propria moneta è un Governo che non ispira certo fiducia a chi deve investire, per questo il downgrade dell’Italia è solo questione di tempo. Di quanto sarà ? Tra poco lo scopriremo.
8 – La prolungata crisi economica porta proiezioni di crescita economica al ribasso.
9 – Il mercato finanziario italiano già stava crescendo molto e da molto tempo, come avevamo sottolineato tempo fa, definendola bolla speculativa, e quindi propenso a speculazioni al ribasso.
10 – Le condizioni economiche peggiorate, una sensazione che ci sia un complotto dei mercati ( molto diffusa tra gli elettori grillini e leghisti nonchè dei vertici di questo partito), porterà probabilmente il nuovo Governo a spingere verso l’unica soluzione che loro pensano sia possibile: l’uscita unilaterale dall’euro dell’Italia
 L’uscita dall’euro dell’Italia sarebbe una catastrofe, un baratro per l’economia italiana e probabilmente mondiale
Wolfgang Munchau sul Financial Time , economista ed editorialista del Financial Time e Paul Krugman premio Nobel per l’economia, due degli economisti su cui si basano le teorie economiche dei sovranisti no euro, tante volte citati nei loro convegni, in pratica li smentiscono, dicendo che se l’Italia dovesse uscire dall’euro, oltre che andare in default farebbe mandare in crisi economica tutta Europa e tutto l’occidente, una crisi da cui sarebbe molto difficile riprendersi.
Munchau definisce l’eventuale uscita dall’euro di Italia e Francia come il più grande default della storia dell’umanità .
Krugman dice le stesse cose dei sovranisti francesi di Le Pen, che hanno gli stessi identici obiettivi di Salvini.