MONTEPASCHI: Fitch alza il rating, per Deutsche Bank è BUY

In uno sviluppo degno di nota per Banca Monte dei Paschi di Siena (BMPS), Fitch ha migliorato il rating della banca a “BB” con outlook stabile, citando la riconquistata fiducia dei clienti come fattore chiave.

Lo spostamento positivo fa seguito all’impressionante performance della banca, con un utile netto di 310 milioni di euro nel terzo trimestre, che contribuisce a un totale di 929 milioni di euro per i primi nove mesi del 2023.

Ciò segna una sostanziale inversione di tendenza rispetto allo stesso periodo del 2022, quando Mps ha registrato una perdita di 334 milioni di euro. Il titolo ha registrato un notevole aumento del 39% nel 2023, riflettendo una rinnovata fiducia nell’istituzione.

Anche Deutsche Bank ha assunto una posizione rialzista, aumentando la sua raccomandazione all’acquisto e alzando il prezzo obiettivo a 4,10 euro, indicando un potenziale rialzo del 53% in base al prezzo di chiusura del venerdì precedente. Il consenso di Bloomberg tra gli analisti rivela 4 raccomandazioni Buy, 5 Hold e 0 Sell, con un target price medio di 3,47 euro.

Questi sviluppi positivi sottolineano una serie di notizie favorevoli per MPS. I robusti risultati del terzo trimestre, che hanno superato sia le stime interne che quelle di consenso, in particolare l’utile netto di 310 milioni di euro contro le cifre previste di circa 250 milioni di euro, hanno rafforzato le prospettive positive per la banca. Inoltre, il miglioramento dei coefficienti patrimoniali contribuisce ulteriormente al sentimento ottimista che circonda MPS, mentre continua a riprendersi dalle precedenti sfide finanziarie.

Azioni MPS previsioni

Come è stata gestita la crisi del Monte dei Paschi fino ad oggi

La crisi del Monte dei Paschi di Siena (MPS) è una crisi finanziaria che ha avuto inizio nel 2007 e che ha portato alla nazionalizzazione della banca nel 2017. La crisi è stata causata da una serie di fattori, tra cui:

  1. Le cattive pratiche di gestione, che hanno portato a un’eccessiva esposizione a rischi e a un deterioramento del patrimonio;
  2. La crisi finanziaria globale del 2008, che ha avuto un impatto negativo sulla banca;
  3. La concorrenza crescente da parte di altre banche italiane e internazionali.

L’amministrazione della crisi è stata complessa e ha richiesto l’intervento di diverse istituzioni, tra cui:

  1. La Banca d’Italia, che ha supervisionato la banca;
  2. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha fornito aiuti finanziari alla banca;
  3. L‘Unione Europea, che ha contribuito a finanziare il salvataggio della banca.

Nel corso degli anni, l’amministrazione della crisi ha seguito diverse fasi:

Fase 1 (2007-2012): la banca ha cercato di risolvere la crisi da sola, attraverso una serie di misure, tra cui:

  • La vendita di asset;
  • La riduzione del personale;
  • La riduzione dell’esposizione ai rischi.

Fase 2 (2012-2017): la banca è stata costretta a chiedere aiuto al governo italiano, che ha effettuato un aumento di capitale di 4,5 miliardi di euro.

Fase 3 (2017-oggi): la banca è stata nazionalizzata dal governo italiano, che ha acquisito il 95% del capitale.

L’amministrazione della crisi ha avuto un costo significativo per il governo italiano, che ha stanziato oltre 20 miliardi di euro per salvare la banca. Il salvataggio della banca ha anche sollevato una serie di questioni, tra cui:

La responsabilità delle istituzioni che hanno supervisionato la banca;

Il futuro della banca, che è ancora in fase di ristrutturazione.

Ad oggi, la banca è ancora in fase di ristrutturazione e non è chiaro quale sarà il suo futuro.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *