1/4 ( un quarto) di quello che si guadagna dagli investimenti in Italia va pagato in tasse. Anche per questo gli investitori esteri preferiscono investire soldi in grandi aziende di altri paesi, dove le aliquote sono molto più basse. In questo articolo scoprirai delle soluzioni perfettamente legali per risparmiare sulle imposte dei redditi da capitale.
Per la maggior parte degli investitori la domanda è come evitare o ridurre la tassazione sui propri guadagni, comunque in modo legale e senza doversi trasferire all’estero, considerando che l’aliquota italiana è del 26% e grava non poco. Per questo occorre capire, è possibile pagare meno tasse sui guadagni da investimento?
Redditi da capitale, descrizione, caratteristiche e tassazione
Prima di capire come ridurre le imposte sugli investimenti, occorre prima comprendere quali sono i redditi da capitale, disciplinati dagli artt. 44 – 48 del DPR 917/1986, o Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
Secondo la normativa, si possono definire redditi di capitale i proventi derivanti dall’impiego di denaro e altre attività finanziarie percepiti al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa. A differenza dei redditi diversi, tassati al netto di spese ed eventuali perdite, questi sono tassati al lordo delle spese di produzione.
Sebbene il fisco non stabilisca esplicitamente quali siano i redditi da capitale, se ne possono riconoscere le seguenti categorie:
- Interessi, su conti correnti, depositi bancari e postali
- Cedole, su obbligazioni e Titoli di Stato
- Dividendi, da azioni e partecipazioni societarie
- ETF armonizzati, conformi alle normative europee
- Plusvalenze, da cessione di titoli azionari e obbligazionari
- Rendite, da fondi comuni o assicurazioni
- Proventi, da contratti di locazione finanziaria
La tassazione standard è al 26% per interessi da dividendi, obbligazioni, interessi attivi bancari e postali e certificati di deposito, mentre è agevolata al 12,5% per Titoli di Stato e similari.
Tuttavia, ci sono casi in cui può scegliere la tassazione ordinaria dal 23% al 43%, suddivisa in quattro scaglioni di reddito:
Aliquota |
Fascia di reddito da capitale/anno |
23% |
Fino a 15.000 euro |
25% |
Da 15.000 a 28.000 euro |
35% |
Da 28.000 a 50.000 euro |
43% |
Oltre 50.000 euro |
Per i contribuenti, i redditi da capitale vanno dichiarati nel Modello Redditi PF, precisamente nella Sezione I del Quadro RL – Altri Redditi. Tale onere riguarda gli investitori con trading in regime dichiarativo, prerogativa dei broker con sede legale all’estero; con broker online italiani si può invece optare per il regime amministrato, in cui la società agisce da sostituto d’imposta gestendo l’aspetto fiscale.
Ecco 3 modi per ridurre le imposte sui redditi da capitale
Esistono diverse modalità per risparmiare sulle imposte sui redditi da capitale in modo legale:
Tassazione ordinaria per interessi, cedole ed ETF armonizzati
Qualora si abbiano questi redditi può essere più conveniente passare alla tassazione ordinaria, con aliquota variabile a seconda del proprio scaglione di reddito: si potrà pagare un’aliquota al 23% per redditi fino a 15.000 euro, minore rispetto al 26% della tassazione standard. Questa opzione può essere vantaggiosa anche se si hanno spese come:
- Mediche
- Assicurative
- Di ristrutturazione
Nel caso non vi sia abbastanza reddito per detrarle, con la tassazione ordinaria si potrà fruire di detrazioni fiscali, altrimenti spese mediche e di ristrutturazione possono compensare i redditi di capitale riducendo o azzerando le imposte.
Questa strategia non è applicabile ai dividendi, che prevedono tassazione standard al 26%, a cui si aggiunge un eventuale 15% se provenienti da stati esteri.
Trasferimento della residenza fiscale
Ai sensi dell’art 3 del TUIR, i soggetti fiscalmente residenti in Italia devono dichiarare i propri redditi in Italia indifferentemente dal luogo in cui sono stati percepiti, mentre i non residenti in Italia dovranno dichiarare solo quelli percepiti in Italia.
Concetto differente dalla residenza civile, la residenza fiscale è mirata a determinare l’imposizione fiscale di un soggetto: trasferire la residenza fiscale all’estero permetterà all’investitore di non dover dichiarare in Italia i redditi da capitale tassati al 26%, tra tutti quelli derivanti da un broker estero.
Unico modo per trasferire la propria residenza fiscale è trasferirsi fisicamente in un’altra nazione, assieme a famiglia, lavoro e interessi personali, coi redditi da capitale percepiti che saranno dichiarati solamente nel nuovo paese di residenza fiscale. Per farlo sarà necessario:
- Richiedere cancellazione dall’anagrafe della popolazione residente
- Iscriversi all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) da mantenere per almeno 183 giorni/anno
- Scegliere un paese in cui l’imposta sui redditi da capitale sia minore
Attenzione a non incorrere nella residenza estera fittizia, ossia una residenza dichiarata appositamente per non pagare imposte italiane mentre in realtà si resta a vivere in Italia: una situazione del genere può far scattare accertamenti fiscali e costituire reato di esterovestizione ai sensi del D.Lgs. 74/2000.
Investimenti in OICR o polizze vita con affrancamento fiscale
Con l’art. 1 commi 112, 113, 114 della Legge di Bilancio 2023 (Legge 197/2022), è stata introdotta la possibilità di richiedere l’affrancamento fiscale, un’imposta sostitutiva agevolata su investimenti in:
- OICR (Organismi Investimento Collettivo di Risparmio), di cui fanno parte
- Fondi comuni
- Sicav
- ETF
- Polizze vita, che non scadano prima del 31 dicembre 2024 e da non riscattare prima del 1 gennaio 2025, del tipo
- Ramo I, sulla durata della vita dell’assicurato e senza vincoli temporali
- Ramo IV, dalla durata prestabilita e non legata alla vita dell’assicurato
L’adesione, facoltativa e una-tantum, permette di avere un’aliquota al 14% anziché al 26% per tutti quegli investitori che al 31 dicembre 2022 detenevano quote di OICR o polizze. I proventi generati dal 1 gennaio 2023 manterranno comunque l’aliquota standard al 26%.
Altri modi per risparmiare sulle imposte sui redditi da capitale
Altre modalità per pagare meno imposte sugli investimenti possono essere:
- Investire in strumenti finanziari con aliquota fiscale agevolata, tra tutti Titoli di Stato, tassati al 12,5%, al contrario di conti, depositi e altri asset tassati al 26%
- Investire in strumenti di risparmio gestito, come fondi comuni e gestioni patrimoniali che possono offrire vantaggi fiscali, tra tutte la detassazione dei redditi da capitale maturati in un determinato periodo di tempo; ad esempio, i fondi aperti italiani che investono in strumenti di debito pubblico italiano possono beneficiare della detassazione dei redditi da capitale percepiti nel periodo d’imposta 2023
- Compensare le perdite coi redditi da capitale, con le perdite avute dalla cessione di titoli e partecipazioni che possono essere compensate con i redditi da capitale avuti nello stesso periodo d’imposta o in quelli successivi; ad esempio, se nel 2023 si ottiene una plusvalenza da cessione titoli di 10.000 euro e una perdita da cessione di 5.000 euro, l’imponibile IRPEF sarà di 5.000 euro, con risparmio fiscale di 1.300 euro, equivalente al 26% di 5.000 euro
- Affrancare le plusvalenze da cessione di titoli e partecipazioni, per pagare un’imposta sostitutiva del 26% sulle plusvalenze da cessione di titoli e partecipazioni; ad esempio, se nel 2023 si ottiene una plusvalenza da cessione titoli di 10.000 euro, l’imposta sostitutiva da pagare sarà di 2.600 euro, equivalente al 26% di 10.000 euro
Altri modi per valorizzare gli investimenti
Di seguito, altre modalità per valorizzare i rendimenti degli investimenti indifferentemente dall’imposta su reddito da capitale:
- Conoscere le spese di gestione, che possono ridurre i rendimenti; per tale ragione è sempre meglio scegliere strumenti con costi di gestione ridotti
- Diversificare il portafoglio, per ridurre i rischi di perdita e migliorare le prestazioni complessive; si consiglia di diversificare per asset, scadenze, settore e area geografica
- Investire sul lungo periodo, poiché le strategie buy & hold possono aiutare a generare rendimenti migliori; si consigliano titoli da società resilienti o fondi legati a mercati stabili
Evitare evasione fiscale e false dichiarazioni, ecco cosa si può rischiare
In ogni caso, è sempre cruciale assicurarsi di dichiarare e pagare le imposte sul reddito da capitale in modo corretto, fruendo di agevolazioni quando possibile, in quanto in caso di errore è possibile incorrere in sanzioni: secondo la Circolare 23 25/01/1999 del Ministero delle Finanze – Dipartimento Entrate Accertamento e Programmazione Ufficio del Direttore Centrale, l’omessa dichiarazione dei redditi porta ad una sanzione amministrativa pecuniaria dal 120% al 240% dell’imposta dovuta.
Nel caso dei redditi prodotti all’estero, è invece prevista un’ammenda maggiorata di 1/3 del minimo applicabile, mentre nel caso in cui vi siano investimenti e attività finanziarie in paradisi fiscali, vi saranno maggiorazioni del 100% dell’imposta dovuta ai sensi dell’art. 12 del D.L. 78/2009.
Conclusioni
Chiudendo quest’analisi, emerge che per ridurre le imposte sui redditi da capitale ci sono, sfortunatamente, poche soluzioni a favore degli investitori, se non quelle di ridurre i loro obiettivi puntando su asset che godono di agevolazioni fiscali rinunciando ad altri o, decisione drastica, cambiare residenza fiscale in nazioni dalle aliquote minori, che comporterà anche il cambio di quella civile. Oltre a Titoli di Stato e risparmio gestito, c’è però la possibilità di compensare perdite e affrancare plusvalenze, nel totale rispetto della legge.
A conti fatti, bisogna ricordare che la normativa a riguardo è oltremodo severa e non permette ignoranza, per questo è estremamente importante conoscere dettagliatamente la materia ed essere in regola con la dichiarazione dei propri redditi da capitale, anche con l’aiuto di un commercialista, per non incorrere in pesanti sanzioni.
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