L’annuncio del presidente Donald Trump di imporre dazi del 50% sui beni importati dall’Unione Europea a partire dal 1° giugno 2025 ha scosso profondamente i mercati finanziari globali. Gli analisti prevedono che questa misura avrà ripercussioni significative sull’andamento dei mercati nella settimana del 26 maggio.
Reazioni immediate dei mercati
Dopo l’annuncio, i principali indici azionari europei hanno registrato cali significativi: il DAX tedesco ha perso il 2,3%, il CAC 40 francese il 2,2% e il FTSE 100 britannico l’1,5% . Negli Stati Uniti, l’indice S&P 500 ha subito la sua peggiore perdita settimanale da marzo, mentre le azioni di Apple sono scese di oltre il 6% a causa della minaccia di un dazio del 25% sugli iPhone prodotti al di fuori degli USA .
Previsioni per lunedì 26 maggio
Con i mercati statunitensi e britannici chiusi per festività, l’attenzione si concentrerà sui mercati europei e asiatici. Gli investitori si aspettano una settimana caratterizzata da alta volatilità e incertezza, con possibili ulteriori ribassi, soprattutto nei settori più esposti alle esportazioni verso gli Stati Uniti.
Opinioni degli esperti
- Goldman Sachs ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL statunitense per il 2025, portandole dal 2,4% all’1,7%, e prevede tre tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nel corso dell’anno .
- Barclays stima che l’introduzione dei dazi potrebbe aumentare l’aliquota tariffaria media statunitense dal 14% al 21%, riducendo la crescita del PIL di 0,5 punti percentuali e aumentando il rischio di recessione .
- Christine Lagarde, presidente della BCE, ha espresso preoccupazione per le gravi conseguenze di una guerra commerciale, sottolineando che i dazi potrebbero ridurre il PIL dell’eurozona di 0,3 punti percentuali e aumentare l’inflazione di 0,5 punti .
Impatto sull’Italia
L’Italia, con circa il 9-10% delle sue esportazioni dirette verso gli Stati Uniti, è tra i paesi europei più esposti alle nuove tariffe. Tuttavia, secondo Fitch, la struttura delle esportazioni italiane, che include una quota significativa di prodotti con contratti a lungo termine e bassa elasticità dei prezzi, potrebbe offrire una certa resilienza rispetto ad altri membri dell’UE .
Le recenti dichiarazioni di Donald Trump riguardo all’imposizione di dazi del 50% sui prodotti provenienti dall’Unione Europea, con entrata in vigore prevista per il 1° giugno 2025, hanno scatenato immediate e forti reazioni sui mercati finanziari e tra gli analisti. Venerdì 23 maggio, giorno in cui la notizia si è diffusa con maggiore insistenza, le borse europee hanno registrato pesanti perdite, anticipando un clima di forte incertezza per la settimana successiva.
Reazione Iniziale dei Mercati la scorsa settimana
Alla chiusura di venerdì, i principali listini europei hanno mostrato segni di forte nervosismo:
- Milano (FTSE MIB): Ha chiuso in forte calo, con perdite che hanno superato il 3%.
- Parigi (CAC 40) e Francoforte (DAX): Hanno entrambe registrato flessioni significative, nell’ordine del 2,5-2,7%.
- Londra (FTSE 100): Pur negativa, ha contenuto le perdite rispetto ad altre piazze europee. Fonti giornalistiche come L’Espresso hanno parlato di “mercati che crollano”, con una perdita complessiva per le borse europee stimata in circa 183 miliardi di euro a seguito delle dichiarazioni.
Previsioni per Lunedì 26 Maggio 2025 e Commenti degli Esperti
Per la giornata di lunedì 26 maggio, gli esperti delineano uno scenario complesso e prevalentemente negativo, sebbene con alcune peculiarità:
- Chiusura di Mercati Rilevanti: Un fattore cruciale da considerare è che Wall Street (Stati Uniti) e la Borsa di Londra (Regno Unito) rimarranno chiuse lunedì 26 maggio per festività (Memorial Day negli USA e Spring Bank Holiday nel Regno Unito). Questa assenza potrebbe ridurre i volumi di scambio globali e, secondo alcuni analisti, potrebbe parzialmente contenere la volatilità o concentrarla sui mercati aperti.
- Sentiment Negativo Persistente: Nonostante la chiusura di USA e UK, gli esperti prevedono che il sentiment negativo generato dalle minacce di dazi continuerà a pesare sui mercati europei e asiatici aperti. La prospettiva di una guerra commerciale su larga scala tra due delle maggiori economie mondiali è fonte di forte preoccupazione.
- Impatto Settoriale: Gli analisti evidenziano come alcuni settori siano particolarmente esposti e potrebbero soffrire maggiormente:
- Automotive: Le auto e i componenti europei rappresentano una quota importante dell’export verso gli USA.
- Beni di lusso: Un settore chiave per diverse economie europee, tra cui l’Italia e la Francia.
- Agroalimentare: Prodotti agricoli e alimentari europei potrebbero essere pesantemente colpiti. L’Italia, con oltre 6 miliardi di euro di export agroalimentare verso gli USA, è particolarmente esposta.
- Farmaceutica: Un altro settore con un significativo volume di esportazioni verso il mercato statunitense.
- Meccanica: Macchinari e prodotti industriali.
- Conseguenze Macroeconomiche Temute:
- Rallentamento Economico: Dazi di questa portata avrebbero un impatto negativo sulla crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) sia dell’Unione Europea sia, potenzialmente, degli Stati Uniti, a causa della contrazione degli scambi e dell’aumento dei costi. Già prima di questa specifica minaccia del 50%, analisi di ING e della Commissione Europea (basate su ipotesi di dazi inferiori, come il 10% o il 25%) indicavano una riduzione della crescita europea e un calo significativo delle esportazioni.
- Inflazione: L’aumento dei costi dei beni importati potrebbe tradursi in pressioni inflazionistiche.
- Ritorsioni e Escalation: L’Unione Europea ha già indicato di essere pronta a rispondere con contromisure, il che potrebbe innescare una spirale di ritorsioni dannosa per l’economia globale. Si parla di possibili dazi UE su merci USA per un valore di decine di miliardi di dollari.
- Incertezza e Volatilità: La situazione genera una forte incertezza che si traduce in maggiore volatilità sui mercati finanziari. Le decisioni di investimento potrebbero essere rinviate.
- Posizione Irremovibile di Trump: Le dichiarazioni di Trump, che ha affermato di non cercare un accordo e di considerare il 50% come una base fissa, lasciano poco spazio a ottimismo riguardo a una rapida risoluzione diplomatica, aumentando i timori degli investitori.
Cosa Dicono gli Esperti in Sintesi:
Gli esperti sono concordi nel ritenere che l’imposizione di dazi del 50% da parte degli USA sull’UE rappresenterebbe uno shock significativo per l’economia globale, con conseguenze negative diffuse. Le previsioni per lunedì 26 maggio sono orientate alla cautela e alla potenziale continuazione della debolezza sui mercati azionari europei aperti, anche se la chiusura dei mercati anglosassoni potrebbe influenzare i volumi e la dinamica delle contrattazioni.
Si sottolinea che le previsioni sui mercati finanziari sono intrinsecamente complesse e soggette a rapidi cambiamenti in base all’evoluzione delle notizie e alle reazioni politiche. Gli investitori monitoreranno attentamente qualsiasi sviluppo o dichiarazione nel corso del fine settimana e nelle prime ore di contrattazione di lunedì.
Settori e Tipologie di Aziioni e Aziende Potenzialmente Meno Esposte Direttamente ai Dazi di Trump:
- Utilities (Energia, Acqua, Gas, Rifiuti):
- Logica: Queste aziende forniscono servizi essenziali e operano principalmente su mercati domestici o europei regolamentati. La loro attività non si basa sull’esportazione di beni manifatturieri verso gli Stati Uniti.
- Esempi di Grandi Aziende Italiane:
- Enel: Nonostante la sua vasta presenza internazionale, che include gli Stati Uniti (principalmente nella generazione da rinnovabili e distribuzione), il suo core business in USA è locale. Le attività europee e italiane sono focalizzate sui mercati interni. La performance del titolo Enel (-0,55% il 23 maggio) è stata notevolmente migliore rispetto all’indice generale, suggerendo una minore percezione di rischio diretto.
- Snam, Terna, Italgas: Società focalizzate sulle infrastrutture energetiche (trasporto e stoccaggio gas, trasmissione elettricità, distribuzione gas) prevalentemente in Italia.
- Hera, A2A, Iren: Multi-utility con un forte radicamento territoriale in Italia.
- Avvertenze: Un rallentamento economico indotto dalla guerra commerciale potrebbe influenzare i consumi energetici.
- Servizi Finanziari (Banche e Assicurazioni):
- Logica: Le banche e le compagnie assicurative italiane traggono la maggior parte dei loro ricavi da servizi forniti sul mercato domestico ed europeo. Non esportano beni fisici soggetti a dazi.
- Esempi di Grandi Aziende Italiane:
- Intesa Sanpaolo, UniCredit: Le maggiori banche italiane.
- Generali: Grande gruppo assicurativo con presenza internazionale, ma il cui business principale non è l’export di merci.
- Mediobanca, Banco BPM, BPER Banca, Unipol/UnipolSai.
- Avvertenze: Gli istituti finanziari sono esposti al ciclo economico. Una recessione o un aumento del rischio di credito derivante da difficoltà delle aziende esportatrici clienti potrebbero avere impatti negativi. Infatti, il 23 maggio alcuni titoli bancari hanno subito cali significativi, riflettendo i timori per l’impatto economico generale.
- Telecomunicazioni:
- Logica: Le società di telecomunicazioni offrono servizi principalmente all’interno dei confini nazionali o europei.
- Esempi di Grandi Aziende Italiane:
- Telecom Italia (TIM): Il principale operatore italiano. Il titolo ha mostrato resilienza il 23 maggio.
- Inwit: Operatore di infrastrutture per torri di telecomunicazioni, prevalentemente in Italia.
- Infrastrutture (non manifatturiere):
- Logica: Gestori di autostrade, aeroporti o altre infrastrutture che basano i ricavi sui pedaggi o sui servizi locali.
- Esempi: Società come Mundys (ex Atlantia), pur con attività internazionali, potrebbero essere meno direttamente colpite dai dazi sui beni rispetto a produttori che esportano.
- Avvertenze: Un calo del commercio globale o del turismo potrebbe influenzare i volumi di traffico.
Considerazioni Aggiuntive:
- Produzione Locale negli USA: Aziende italiane che hanno impianti produttivi significativi negli Stati Uniti e che servono il mercato americano con produzione locale sarebbero escluse dai dazi sull’importazione dall’Europa per quella specifica quota di mercato. Tuttavia, se esportano anche dall’Europa, quella parte del business rimarrebbe vulnerabile.
- Leonardo: È un caso complesso. Ha una significativa presenza industriale negli USA (Leonardo DRS), che la isola parzialmente. Tuttavia, continua ad esportare prodotti e componentistica dall’Europa. Il calo del titolo il 23 maggio suggerisce che il mercato la considera comunque esposta.
- Aziende da Escludere (cioè, più esposte): Generalmente, i settori più a rischio diretto sono quelli con alta vocazione all’export verso gli USA:
- Lusso (es. Moncler, Brunello Cucinelli, Ferrari – quest’ultima, pur iconica, esporta veicoli)
- Automotive e componentistica (es. Stellantis, Brembo, Pirelli per la parte di export da UE)
- Meccanica e altri beni industriali con forte export USA
- Agroalimentare di alta gamma esportato negli USA
In Sintesi:
Le grandi azioni italiane che appaiono strutturalmente più difensive rispetto all’imposizione diretta di dazi statunitensi sui beni europei si trovano prevalentemente nei settori delle utilities, dei servizi finanziari (con le dovute cautele sugli effetti indiretti) e delle telecomunicazioni. Queste aziende tendono ad avere un business più focalizzato sul mercato domestico o europeo e non dipendono in modo cruciale dall’esportazione di beni fisici verso gli Stati Uniti.
Tuttavia, è cruciale monitorare l’evoluzione della situazione, poiché una guerra commerciale estesa e rappresaglie potrebbero avere ripercussioni economiche più ampie, capaci di influenzare l’intero mercato.