L’esplosione dell’epidemia di Coronavirus in tutto il mondo sta minacciando pesantemente i mercati azionari, pregiudicando i loro andamenti. Gli effetti del CoViD-19 devono però ancora manifestarsi completamente, cosa che avverrà probabilmente entro il primo semestre 2020 e che sarà il mezzo per portare maggiore equilibrio al mercato finanziario.
Il legame tra Coronavirus e azioni è forte e rende la situazione critica, poiché tutti i mercati sono seriamente influenzati dall’epidemia. Tuttavia, se per molti titoli si avrà un calo drastico che potrebbe proseguire fino a giugno 2020, per altri gli effetti negativi si esauriscono nel breve termine, creando nuove opportunità d’investimento. Le reazioni dei mercati al Coronavirus saranno quindi relative ai settori industriali, nonchè alla capacità delle aziende di fronteggiare l’emergenza.
Come reagiscono i mercati finanziari al Coronavirus?
L’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus ha messo in stato d’allarme i mercati finanziari internazionali. Questo sta pregiudicando gli andamenti azionari, mettendo in seria difficoltà anche le dinamiche import-export di molte aziende, portando a varie paure e pessimismi generati dalla notevole volatilità di alcuni mercati.
‘Riteniamo che i prezzi attuali del mercato siano troppo ottimisti su un rapido contenimento dell’epidemia. L’esperienza della SARS suggerisce che, dopo una sottoperformance consistente, questi ultimi tendano a subire un forte rimbalzo non appena la paura per l’epidemia svanisce.‘
Queste le parole dell’economista Anthony Chan, secondo il quale i prezzi di mercato attuali non resteranno tali durante l’evoluzione dell’epidemia, prevedendo bruschi cali nei prossimi mesi anche per gli indici azionari in generale, che torneranno ad avere però risultati positivi al ridursi dell’emergenza. Sempre secondo Chan, si aspettano cali specialmente su mercati asiatici come:
- Hang Seng di Hong Kong dal 10% al 12%
- MSCI China dal 12% al 14%
A livello internazionale, si avranno andamenti differenti in funzione dei settori industriali:
- Il comparto healthcare avrà un beneficio a breve termine dalla vendita di dispositivi diagnostici e materiale medico
- Il settore bio-tech vedrà evoluzioni positive quando verranno sviluppati e distribuiti vaccini contro il CoViD-19
- I settori del turismo e dei trasporti saranno pesantemente indeboliti
- I mercati di e-commerce e intrattenimento avranno un potenziale andamento positivo
Secondo invece la piattaforma Morningstar, gli effetti negativi sui listini si esauriscono nel breve periodo, lasciando spazio a nuove occasioni d’investimento. Settori che possono beneficiare del potenziale trend favorevole sono:
- Produzione e assemblaggio dispositivi mobili, per la riduzione della produzione in Cina (specialmente nell’Hubei), dove resta una quantità ridotta di forza-lavoro, e il conseguente spostamento verso nazioni come India, Indonesia o Vietnam; anche il fatturato derivante dalla produzione cinese sarà marginale, poiché la maggior parte sarà generato oltreconfine
- Automotive, in quanto la paura del virus può scoraggiare l’utilizzo dei mezzi pubblici invitando la popolazione ad acquistare nuove automobili, avvantaggiando specialmente i mercati di elettrico e ibrido
Per l’economista Jeroen Brokland della casa d’investimenti olandese Robeco, infine, l’incertezza di contrasto al virus necessita un atteggiamento prudente nei confronti di asset rischiosi, evitando però il pessimismo, che rappresenta un pesante punto debole per gli investimenti.
Disposizioni del governo cinese come isolamento di Wuhan e la riduzione degli spostamenti dentro e fuori tale città , hanno la possibilità d’accrescere le azioni di contenimento: di conseguenza, si creerà una misura a lungo termine per rafforzare prima l’economia cinese, poi quella mondiale più in generale.
Leggi:Â Coronavirus Economia Italia –
Coronavirus e azioni, la situazione italiana
Malgrado i vari provvedimenti e le perdite tra 2% e 3% delle varie borse europee, a risentire ancor più pesantemente degli effetti tra Coronavirus e azioni vi è Piazza Affari, con l’indice FTSE MIB che perde oltre il 4% e vendite consistenti di titoli legati alla vendita al dettaglio, come Autogrill, OVS e Unieuro, che hanno registrato perdite di oltre il 10%.
Tra i titoli più colpiti c’è anche Fiera Milano (che ha rinviato l’evento MIDO Eyewear Show 2020), Juventus, Salvatore Ferragamo, Geox, Nexi e Azimut, che hanno registrato cali tra 6% e 8%, mentre Unicredit segna il -3%. In ogni caso, sono le compagnie aeree AirFrance-KLM, Lufthansa, Easyjet e Ryanair a segnare i ribassi più considerevoli, arrivando a perdere fino al 12% del loro valore.
Economia e Coronavirus, prima dell’epidemia
Quella del Coronavirus , non è la prima emergenza affrontata dalla Cina e poi diffusasi altrove: durante l’epidemia della SARS del 2002-2003, difatti, attività economica e vendita al dettaglio nel sub-continente orientale ebbero una flessione di oltre il 50% tra novembre 2002 e marzo 2003, periodo di massima diffusione del virus, per poi recuperare il precedente andamento negativo tra settembre e novembre 2003, quando la SARS ha avuto consistente regressione.
C’è poi da ricordare che, ancor prima di dicembre 2019, quando vennero segnalati ufficialmente i primi casi di Coronavirus in Cina, l’economia mondiale aveva già registrato andamenti notevolmente positivi, a partire dal +50% dell’indice manifatturiero globale tra aprile e dicembre 2019.
Ciò anche grazie all’allentamento delle tensioni U.S.A.-Cina, che hanno inoltre portato l’export statunitense a registrare un +3,7% tra dicembre 2018 e maggio 2019. Sempre in merito agli Stati Uniti, ad aprile 2019 il tasso di disoccupazione era al 3,6%, al minimo dal periodo 1959-1960.
Anche per quanto riguarda l’Italia si sono registrati risultati altamente positivi, con una crescita tra 3,1% e 3,4% dell’export tra dicembre 2018 e settembre 2019. Nonostante i provvedimenti contro il Coronavirus e l’evidente flessione di alcuni settori economici, le proiezioni sull’export italiano del triennio 2020-2022 si attestano al 4,3% medio annuale.
Malgrado i pessimismi, a febbraio 2020 alla riapertura dei mercati dal Capodanno Cinese, anche la Banca Centrale Cinese ha immesso una liquidità di circa 100 miliardi di yuan nel sistema, con previsioni di crescita entro dicembre dello stesso anno e rappresentando uno dei principali motori di crescita e investimento a livello internazionale.
Guadagnare con le azioni al tempo del Coronavirus
A coloro che si avvicinano al Trading SCONSIGLIAMO DI INVESTIRE nell’azionario. Per chi ha più esperienza invece questo potrebbe essere un buon periodo per shortare alcuni titoli, investire in Oro nelle sue forme finanziarie come titoli minerari o ETF basati sull’oro.
Continueremo a parlare delle varie eventualità di investire in caso di crisi globale dovuta al COVID-19 , in articoli che pubblicheremo più avanti, intanto Vi lasciamo degli approfondimenti.
Conclusioni
Analizzando la turbolenza che si sta creando nell’ultimo mese tra Coronavirus e azioni, con conseguente pessimismo sugli investimenti azionari, i precedenti storici fanno notare che i crolli dei mercati azionari in situazioni simili sono solitamente a breve termine, poiché si stabilizzeranno una volta che la situazione verrà riportata sotto controllo, ossia con la regressione del virus.
Misure di precauzione come trasferimento sedi o rinvio degli investimenti hanno portato, a conti fatti, a dare maggiore fiducia a quelle aziende che hanno trasferito le produzioni fuori dai confini cinesi, riducendo rischi di contagio specialmente fuori dalla provincia dello Hubei.
L’eccessivo pessimismo nei confronti dei mercati azionari è tuttavia ingiustificato, poiché gli effetti del CoViD-19 sono temporanei e non strutturali e, nel mentre, si sono già messe in atto diverse misure di salvaguardia aziendale. In ogni caso, a risparmiatori e investitori sarà richiesta una certa prudenza, specialmente per chi si prefissa obiettivi a lungo termine.
Molto dipenderà quindi dall’andamento di questa che ormai possiamo chiamare pandemia. Anche se sarà impossibile fermare la pandemia, è importante rallentarla per poter riuscire a dar modo ai sistemi sanitari di reggere quel 18% di pazienti che sono stati contagiati e che hanno sintomi importanti.
Sì perchè la buona notizia è che l’80% delle persone contagiate non ha nemmeno bisogno di essere ospedalizzata.
I bambini al di sotto dei 9 anni hanno una mortalità dello 0%
Le persone sotto ai 40 anni hanno una mortalità dello 0,2%
Le persone sotto ai 60 anni hanno una mortalità dello 0,8%
Solo le persone sopra i 70 – 80 anni hanno una mortalità che arriva al 15%, con punte sui pazienti con malattie pregresse.