Crollo Interessi su BTP da Record, fin dove arriveranno ora?

Complici gli andamenti negativi su Piazza Affari e la situazione politica, a ottobre 2020 gli interessi sui BTP italiani stanno scendendo verso un nuovo record negativo, arrivando allo 0,82% il 2 ottobre. Variabili politiche e sociali che potrebbero causare altri stravolgimenti, oltre a rendere indefinito il loro andamento sul lungo periodo, essendo oggetto di numerosi acquisti.

Non sono solo i BTP ad andare verso il minimo storico ma anche il loro spread con i Bund tedeschi, anch’essi estremamente suscettibili alle politiche inflazionarie della BCE e alle ultime notizie sul CoViD-19. Assistendo al crollo degli interessi sui BTP da record ( crollo positivo per il Bilancio dello Stato ) si prevedono altri cali potenziali, fino a dove arriveranno?

Cosa sono i BTP decennali?

Acronimo di Buoni del Tesoro Poliennali, quando si parla di BTP si intendono titoli obbligazionari emessi dal Dipartimento del Tesoro del Ministero di Economia e Finanze. A medio-lungo termine, possono essere emessi con durate dai 3 ai 50 anni, con cedole fisse posticipate semestrali, quindi costanti per tutta la loro vita. Tra questi vi è la variante a 10 anni.

Con importo minimo di 1.000 euro o multipli, possono essere acquistati:

  • All’asta, attraverso banche o società d’investimento riconosciute da Banca d’Italia
  • Sul MOT (Mercato telematico Obbligazioni e Titoli di Stato) attraverso intermediari

Anche davanti al crollo dei BTP da record di ottobre 2020, se mantenuto fino alla scadenza è un investimento dal rischio estremamente basso: l’unico pericolo sarà nell’inadempienza del Tesoro, ossia il fallimento dello Stato Italiano, da cui sono garantiti. Al contrario, vendite prima della scadenza possono subire maggiori oscillazioni di mercato, con prezzi che potrebbero scendere al di sotto di quelli d’acquisto. La variazione di rendimento è direttamente proporzionale alla durata del BTP, con rischio equiparato alla sua vita residua.

Crollo Interessi su BTP da Record, fin dove arriveranno gli interessi?

Quale scenario col crollo degli interessi sui BTP da record?

Gli ultimi mesi del 2020 saranno cruciali per il futuro degli interessi sui BTP decennali italiani, col loro rendimento che il 2 ottobre è sceso allo 0,79% segnando un nuovo minimo storico dopo il precedente record negativo di settembre 2019, quando è sceso allo 0,83%. Il giorno stesso si è visto un ulteriore calo allo 0,78%, per poi risalire alla chiusura. A luglio 2020 il decennale aveva invece rendimento all’1,22%.

A prescindere dai risultati elettorali di settembre, che hanno di fatto allontanato il rischio di crisi politiche, principali motivazioni del forte calo sono:

  • Politiche d’inflazione della Banca Centrale Europea
  • Situazione socio-politica italiana

Secondo la società d’intermediazione mobiliare Marzotto Investment House, in assenza di riferimenti numerici, il BTP a 10 anni potrebbe raggiungere prima lo 0,74% per poi segnare un ulteriore crollo record allo 0,63%, andamento confermato sia col calcolo settimanale che mensile. Ciò dipenderà tuttavia dallo scenario politico italiano, da agosto alle prese con una nuova ondata di Coronavirus, e dalle politiche della BCE: un calo fino allo 0,60% è però una previsione ottimistica, che escluderà eventuali nuove quotazioni.

Dato che le emissioni di BTP da parte dello Stato italiano sono comunque emissione di debito, avere degli interessi bassi sui BTP significa che lo Stato italiano pagherà meno interessi sul debito e – per dirla in modo molto semplicistico – Noi contribuenti dovremo spendere meno tasse (anche se questo rapporto diretto in effetti non esiste).

Resta però il fatto che pagando meno interessi sul debito pubblico emesso, questo andrà ad influenzare positivamente il Bilancio dello Stato italiano.

Va specificato – infine – che i BTP a 10 anni difficilmente vengono comprati da piccoli investitori, ma invece vengono acquistati da grandi investitori come gli Istituti di Credito italiani ed internazionali in quanto considerato un investimento sicuro, in quanto garantito da un grande Stato. I piccoli investitori infatti comprano questi BTP sono nel caso in cui l’interesse è soddisfacente, cioè molto più alto di quello di oggi.

Crollo interessi BTP e spread

Importante causa del crollo dei BTP decennali italiani è il forte calo dello spread coi titoli di stato tedeschi Bund: segnando un -2,28%, il 2 ottobre lo spread BTP-Bund ha raggiunto i 126,92 pb, suo valore più basso dopo l’ultimo minimo storico del 16 marzo 2015, quando scese a 89,5 pb (durante la grande recessione 2008-2009 aveva raggiunto invece 67 pb).

Le varie cause del crollo degli interessi dei BTP e spread, sono:

  • Il tasso d’interesse europeo dalle politiche monetarie BCE
  • La nuova ondata di Coronavirus a livello mondiale
  • La positività del presidente degli Stati Uniti Donald Trump al Coronavirus

Queste le principali ragioni per cui, stando alle ipotesi di Marzotto, spread BTP-Bund e BTP potrebbero mantenere la loro tendenza al ribasso, in netta contrapposizione alle statistiche recenti, che in almeno 5 periodi storici hanno visto entrambi i valori riguadagnare un 25% medio dopo forti cali. Sono comunque previsti 2 scenari completamente opposti:

  • Raggiungimento del punto di svolta inferiore e inversione della tendenza
  • Raggiungimento di rendimenti negativi o prossimi allo zero

La curva degli attuali rendimenti può rendere plausibili entrambe queste ipotesi, essendo il tasso inferiore allo 0,80% un territorio tuttora inesplorato nel mercato obbligazionario.

Cosa succederebbe se gli interessi sui BTP avessero rendimenti negativi?

Sebbene i BTP decennali nazionali non abbiano mai avuto rendimenti negativi nel corso della loro storia, questa condizione è tuttora presente in altri titoli obbligazionari statali europei, come:

  • -0,13% per BTP italiani a 3 anni
  • -0,007% per Bonos spagnoli a 8 anni
  • -0,097% per OAT francesi a 15 anni
  • -0,11% per Bund tedeschi a 30 anni

Nella peggiore delle ipotesi, ossia quella di crollo verso tassi negativi anche per i buoni decennali, si noterà una forte svalutazione per tali titoli che confermerà l’attuale scenario di recessione, condivisa in tutta Europa, Germania inclusa, dimostrando inoltre l’effettiva inefficienza delle politiche economiche del Governo Conte o quelle a esso rivolte da parte della UE, come MES e Recovery Fund. Da considerare inoltre la consistente perdita per gli investitori, che si ritroveranno un guadagno inferiore in media del 30%.

Analizzando i pivot point, in caso di discesa verso il segno meno si incontrerebbero poi 2 resistenze, una allo 0,14% e una allo 0,04%, che potrebbero verosimilmente invertire la tendenza.

Il crollo da record degli interessi sui BTP  non è il primo caso

Dopo aver evidenziato i movimenti dei BTP decennali italiani, che il 2 ottobre 2020 hanno raggiunto il loro minimo con rendimento allo 0,79%, si può notare che il loro crollo da record non è un caso isolato, basti pensare ai titoli spagnoli: a fine settembre i Bonos decennali hanno avuto un rendimento dello 0,24%, il -79,7% rispetto a quello dell’1,31% del 18 marzo 2020.

Nonostante la Spagna abbia un rapporto debito pubblico/PIL al 95,5%, ha comunque risentito delle politiche inflazionarie della BCE e delle criticità post-CoViD-19 vissute dal Governo Sanchez-Iglesias, che ha promosso misure d’emergenza simili a quelle del Decreto Rilancio italiano.

A conti fatti, considerando il mercato obbligazionario altamente suscettibile a crisi socio-politiche nazionali, il proseguire dell’attuale crollo per i BTP non sarà uno scenario da escludere. Tuttavia, qualora i titoli di stato italiani scendessero fino allo 0,20%, il Bono spagnolo potrebbe raggiungere percentuale negativa, portando di conseguenza al netto calo del suo spread col Bund tedesco. Al momento sarà oltremodo difficile fare previsioni, senza prendere in considerazione nuovi sviluppi degli scenari politici. QUI: Bund tedeschi con tassi negativiConti Correnti con tassi negativi .

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Autore

  • Economia-italia.com

    Amministratore e CEO del portale www.economia-italia.com Massy Biagio è anche analista finanziario, trader, si avvicina al mondo della finanza dopo aver frequentato la Facoltà di Economia e Commercio presso l'Università di Perugia. Collaboratore di varie testate online dal 2007, in cui scrive di economia, mercati, politica ed economia internazionale, lavoro, fare impresa, marketing, dal 2014 è CEO di www.economia-italia.com.

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