Nazionalizzare le banche è possibile, con la regola del Bail In ? Nel 2014 fu studiata e fatta una legge per evitare che i problemi delle banche potessero deprimere l’economia di un paese, è l’Accordo Interbancario Europeo, in cui si pone la Direttiva Europea 214/59/UE , quella conosciuta come la regola del Bail In, cioè del Salvataggio Interno di una banca in caso di bancarotta.
In questi giorni si sentono politici e giornalisti parlare della nazionalizzazione delle banche italiane, specialmente parlando di Carige.
Nazionalizzare una banca oggi in Europa è teoricamente impossibile, perchè si violerebbe questa direttiva europea e si incapperebbe in sanzioni.
Anche altri tipi di aiuti di Stato sono vietati, ma allora com’è possibile che molte banche sono state “aiutate”?
Il sistema monetario europeo ha sede a Bruxelles, è lì che si prendono decisioni molto importanti che riguardano la politica economica di oltre 500 milioni di cittadini europei.
Le Banche centrali come la Banca d’Italia hanno funzioni solo in parte che riguardano la politica monetaria ( la parte che spetta all’Italia in base al numero di abitanti e peso economico) , per il resto ormai sono limitate al controllo degli altri istituti di credito di di consigli ai vari governi in fatto di politica economica , come si può leggere qui sotto.
Nazionalizzazione Banche : perchè è stata ‘vietata’ in Europa?
Negli anni , si è visto che nazionalizzare le banche può essere un grave problema per le economie, specialmente nei paesi latini. una volta che si nazionalizzavano i vertici venivano nominati dal Governo, vertici ai quali andavano sempre persone non per meriti e capacità , ma solo perchè amici dei politici.
A quel punto i vertici di una banca usavano la banca come meglio credevano, prestando soldi non ha chi aveva dei giusti requisiti, ma ad amici di amici che poi non li ridavano, mettendola in serie difficoltà , per questo si è deciso di privatizzare tutte le banche.
Oltre a questo, fino agli anni ’70 del secolo scorso, qualsiasi imprenditore, poteva aprire una banca, raccogliere danaro, usarla anche peer scopi non leciti e poi farla fallire, fare un crack finanziario, così venivano chiamati a livello giornalistico i crack bancari.
Per difendere i risparmi dei cittadini, si doveva ( per forza di cose ) ricorrere ad ingenti aiuti di Stato, oppure alla completa nazionalizzazione.
Nel momento in cui si vanno a mettere 10, 20, 30 miliardi di euro per salvare una o due banche, si capisce bene che tutti i conti di uno Stato saltano e bisogna rifarli.
Meno soldi a scuole, sanità , pensioni, impiegati pubblici e servizi, aumento del debito pubblico, che poi porta tutta una serie di conseguenze a cascata, anche tra gli altri stati europei , visto che abbiamo tutti una stessa moneta.
Alla fine, tramite un accordo interbancario, cioè un accordo tra tutte le banche europee, si è arrivati alla decisione che fosse bene per tutti di vietare il Bail Out, cioè il salvataggio esterno in caso di fallimento di una banca ed usare invece il Bail In, cioè il salvataggio interno ( ben spiegato qui sotto in questo video)
Banca Carige verrà salvata in un altro modo, non si tratta di una vera e propria “nazionalizzazione”
Il Decreto Salva banche 2019 ha stabilito che lo Stato italiano salverà Carige, non direttamente cioè mettendo direttamente dei soldi , ma usando degli escamotage.
Per il momento lo Stato italiano garantisce le obbligazioni Carige, primo tassello per non far fallire la banca.
Se il mercato reagirà bene, non ci sarà bisogno di altro.
Nel caso in cui, invece, Carige si trovasse ancora in difficoltà , ecco che sono previste altre azioni , come quella di fusione con un’altra banca ( ad esempio MPS che è già proprietà dello Stato italiano che ne comprò il 60% di azioni all’epoca tramite Cassa Depositi e Prestiti) .
Nel caso in cui ci fossero ulteriori problemi, i commissari potranno richiedere una ricapitalizzazione pubblica, come dice la nota del Governo, ( che potete leggere qui sotto per intero) esattamente come si è fatto per MPS, cioè comprando azioni e diventandone azionista principale, questo, previo accordo con l’Unione Europea che dovrà dare il benestare e bypassare la regola del Bail In.
Che significa banca nazionalizzata
Il termine ‘banca nazionalizzata’ viene usato indicando una banca proprietà dello Stato che fa particolari operazioni e viene usata come “portafoglio” dello Stato.
Una banca di questo tipo non esiste in Italia.
MPS è stata nazionalizzata perchè lo Stato ha comprato la maggioranza delle azioni?
MPS è la più antica banca italiana e una delle più antiche banche mondiali, nata per cercare di aiutare le persone più povere di Siena dandogli dei prestiti, ha avuto una grave crisi dopo la crisi finanziaria del 2010-11. Con il Decreto Salva banche del Dicembre 2017, il Governo Gentiloni aprì un fondo salva banche di 20 miliardi di euro, si tratta di garanzie pubbliche, cioè di soldi che vengono messi a disposizione dello Stato italiano e che poi ( in teoria) dovrebbero essere ripresi.
Per MPS si è deciso di acquisire azioni MPS e ora il 68% delle azioni è del Ministero dell’Economia e delle Finanze, quindi è proprietà dello Stato italiano, ma non è stata “!nazionalizzata” peer come si intende in questo termine, MPS infatti fa le stesse operazioni di tutte le altre banche, l’unica differenza tra le altre banche è che l’azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia.
Quando la banca tornerà ad essere appetibile per il mercato ed il valore delle azioni aumenterà ( una volta dismessi i crediti inesigibili), a quel punto il MEF venderà le azioni e quei soldi torneranno fruibili allo Stato italiano, ma ancora ci vorranno anni, forse questo sarà possibile a partire dal 2020 se tutto va bene.
Per il momento MPS rimane una delle più importanti realtà creditizie italiane con quasi 24 mila dipendenti nel 2018, 1.600 filiali in tutta Italia e in molti paesi del mondo, un vero e proprio grande patrimonio, che ora ( inizio 2019) è sicuramente sottovalutato anche in Borsa.