Cerchiamo di capire cosa accade nel caso in cui si manchino dei pagamenti di un prestito. Nell’ultimo periodo cresce il numero di italiani che fa riferimento ad un finanziamento per le spese importanti nella propria vita. Di qualsivoglia natura esse siano, possono talvolta eccedere rispetto a quanto guadagnato, ma hanno spesso l’aspetto di necessità . Proprio per questo i finanziamenti diventano un elemento irrinunciabile nella vita economica italiana.
Stipulando un finanziamento è necessario mantenere fede agli impegni presi alla sua firma, può però avvenire, per cause esterne, di non essere in grado di rimborsare una o più rate. In funzione di misure e tempistiche, effetti e soluzioni possono essere differenti. Per capire effettivamente cosa succede se non si pagano le rate del finanziamento occorre, quindi, valutare attentamente ogni caso.
Prestiti e finanziamenti, la situazione italiana
Secondo un’analisi de Il Sole 24 Ore di dicembre 2019, solo il 30% degli italiani ha una conoscenza adeguata dell’economia domestica, mentre solo il 37% della popolazione adulta afferma di stabilire un budget familiare, contenendo e organizzando al meglio le spese.
In Italia il mercato dei prestiti sta avendo un trend positivo, tanto che a settembre 2019 ha segnato un incremento del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2018: sono in particolare i prestiti finalizzati ad avere il risultato migliore, con una crescita del 5,5% sull’incremento totale.
In merito alla clientela, oltre il 30% del totale dei richiedenti ha meno di 35 anni, facendo intuire che siano persone impegnate ad acquistare beni indispensabili per la loro vita o realizzare un importante progetto. Ciò si può notare anche dall’importo medio, pari a 9,240 euro, sebbene siano i finanziamenti inferiori a 5,000 euro ad essere cresciuti dell’1,3%.
Nonostante ciò, il 6% degli italiani che richiede prestiti non riesce a rispettarne le tempistiche di rimborso, incorrendo quindi in diverse problematiche: tra queste, quella di essere segnalati come cattivi pagatori già dopo il mancato pagamento di una sola rata.
Qui ovviamente parliamo di tutti i tipi di prestito personali che non siano mutui. Cioè: prestiti per auto, moto, ristrutturazione casa, prestiti per aprire un’attività lavorativa, piccoli prestiti per un elettrodomestico di casa, tipo Findomestic, Compass, Agos Ducato, ecc.
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Cosa comporta non pagare le rate di un finanziamento?
Che siano mirati a esigenze particolari, necessità o semplicemente a mantenere uno stile di vita, i finanziamenti diventano sempre più prerogativa per gli italiani. A volte possono rappresentare somme maggiori rispetto a quelle guadagnate, è perciò possibile correre il rischio di non riuscire a rimborsare una o più rate, incorrendo di conseguenza in diversi effetti.
Segnalazione come cattivo pagatore
In caso di mancato pagamento delle rate, la banca con cui è stato stipulato un finanziamento può segnalare il cliente come cattivo pagatore, talvolta anche dopo una sola rata mancata. La segnalazione avviene alle CRIF, centrali di rischio basate su database di aziende e privati che hanno erogato o richiesto finanziamenti. In Italia vi sono 2 database principali:
- SIC (Sistemi Informazioni Creditizie), privati, che registrano sia morosità che esistenza di prestiti richiesti o già estinti, determinando quindi la qualità del pagatore
- CAI (Centrale Rischi Interbancaria), pubblico e controllato da Banca d’Italia, che registra i mancati pagamenti identificando gravi situazioni d’insolvenza
Effetti della segnalazione come cattivi pagatori sono l’impossibilità di:
- Richiedere altri finanziamenti
- Emettere assegni
- Utilizzare carte di credito
- Aprire conti correnti (in caso d’iscrizione a CAI)
Tali segnalazioni hanno durata differente in funzione dei ritardi di pagamento:
- 12 mesi, per ritardi fino alle 2 rate
- 24 mesi, per ritardi superiori alle 2 rate
L’iscrizione resterà anche davanti al totale rimborso di debito, mentre la cancellazione sarà automatica al termine dei tempi prestabiliti.
Pagamento interessi di mora
Oltre alla segnalazione come cattivo pagatore, il debitore sarà tenuto a pagare interessi di mora che si aggiungeranno alle regolari rate del finanziamento in corso, comportandone una maggiorazione. Gli interessi moratori possono essere fino all’8%.
Da disposizioni del TUB (Testo Unico Bancario), contenuto nel d.l. 385/1993, tali interessi devono essere specificati per iscritto nel contratto di finanziamento, così da essere letti al momento della firma.
Risoluzione contratto
Ogni contratto di finanziamento presenta una clausola che ne permette la risoluzione totale, portando il debitore a versare l’intero importo restante in un’unica soluzione. Se per ritardi di poche rate la banca può concedere un margine di tempo per saldare gli importi con mora annessa, la risoluzione del contratto viene attuata solo in casi di grave inadempienza e di debito non più sanabile, ciò che può far maturare, di conseguenza, credito deteriorato.
Decreto ingiuntivo
In caso d’inadempienza prolungata, la banca potrà richiedere un decreto ingiuntivo verso il debitore presso il tribunale di competenza, disciplinato dall’art. 633 del c.p.c. Secondo invece l’art. 645 del medesimo codice, il debitore avrà 40 giorni di tempo per opporsi all’ingiunzione, al termine dei quali ne deriverà una causa legale sulle responsabilità di pagamento.
Recupero crediti
Con la mancata opposizione all’ingiunzione, la banca potrà infine procedere con l’effettivo recupero crediti, preceduto però da un atto di precetto che concede al debitore ulteriori 10 giorni per rimborsare le somme rimanenti. In caso contrario, la banca effettuerà il pignoramento dei beni, che può avvenire attraverso:
- Ipoteca e vendita all’asta della casa di proprietÃ
- Espropriazione automobile di proprietÃ
- Espropriazione e vendita all’asta di beni di valore
Seguite da un ufficiale giudiziario, le procedure d’ingiunzione e recupero crediti possono essere effettuate anche su prestanome e garanti che hanno sottoscritto la finanziaria.
Soluzioni al mancato pagamento o all’insolvenza
Oltre al regolare pagamento delle rate (seppur in ritardo con maggiorazioni di mora) o del versamento in unica soluzione dell’importo richiesto, in caso di grave insolvenza e impossibilità di rimborso il cliente può beneficiare degli effetti della Legge Salva-suicidi o sul Sovraindebitamento (d.l. 3/2012).
Per farlo, è necessario che il finanziamento in questione sia al consumo e non di natura imprenditoriale e occorre l’assistenza di un organismo di composizione crisi; sarà richiesta poi come garanzia una disponibilità economica fino al 60% dell’importo. Di fronte al giudice, in base alla situazione, potrà essere approvato un saldo e stralcio dal 10% al 50% qualora non vi siano altre possibilità per ripagare il finanziamento.
In alternativa, il cliente può negoziare un saldo e stralcio di comune accordo con la banca in base alle sue disponibilità , dimostrando di non essere economicamente in grado di mantenere fede agli impegni presi alla firma.
Conclusioni
Dopo aver capito nel dettaglio cosa succede se non si pagano le rate del finanziamento, esaminandone effetti ed eventuali soluzioni, si può concludere dicendo che il mancato pagamento di alcune rate per cause di forza maggiore sia un problema notevolmente sentito tra gli italiani che richiedono prestiti.
Ciò può avvenire per via di condizioni economiche precarie o grandi difficoltà di fronte a emergenze o spese improvvise, che rendono particolarmente difficoltosa anche l’estinzione di debiti (non a caso sono sempre più frequenti le formule di consolidamento debiti). ma c’è anche chi si indebita non pensano bene al fatto che dovrà non solo ripagare il debito, ma pagarci gli interessi e le spese, che possono variare in base a molti fattori, non per ultimo quello del costo del denaro di quel dato momento storico.Â
A conti fatti, indipendentemente dalla flessibilità dei piani scelti, mancare una o più rate può essere una criticità risolta con maggiorazioni ridotte e con effetto a breve-medio termine; lo stesso non si può dire di insolvenze prolungate nel tempo, che possono portare a cause legali o pignoramento di casa o altri beni , fino ad arrivare alla vendita della casa all’asta in alcuni casi. Questo lascia immaginare una situazione estremamente grave quanto rara, malgrado il criterio che gli italiani dedicano all’argomento.