Dazi USA al 100% sulla Cina: cosa succede ai mercati ad Ottobre – azioni, Nasdaq, crypto e oro sotto i riflettori

Aggiornamento Lunedì 13 Ottobre 2025: Donald Trump sembra averci ripensato. Ormai siamo alle comiche.

I mercati finanziari entrano in una nuova fase di tensione e opportunità. Le previsioni del 13 ottobre 2025 arrivano in un contesto dominato dai nuovi dazi USA al 100% sulla Cina, misura che scuote borse, valute, criptovalute e materie prime. Gli investitori si chiedono se l’inasprimento della guerra commerciale possa frenare la crescita o aprire spazi per chi sa leggere i trend globali. In questo scenario, gli analisti di Wall Street e delle principali banche europee individuano i settori e i titoli più resilienti: dalle migliori azioni italiane difensive come ENI, Unicredit e Leonardo, fino alle big tech del Nasdaq con potenziale di recupero dopo le vendite. Anche il mondo crypto reagisce, con Bitcoin ed Ethereum in risalita grazie al rinnovato interesse istituzionale, mentre l’oro e il petrolio tornano protagonisti tra le materie prime. In questa analisi completa scopriamo le previsioni aggiornate, le strategie suggerite dagli esperti e le opportunità da monitorare per il quarto trimestre 2025. Una guida per chi vuole orientarsi tra dazi, volatilità e nuovi equilibri globali.

Sommario:

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  1. Scenario globale e nuovo scontro commerciale USA-Cina
  2. Impatto immediato su borse e tassi
  3. Previsioni degli analisti per ottobre
  4. Migliori azioni italiane da tenere d’occhio

Mercati finanziari previsioni 13 ottobre con dazi USA al 100% sulla Cina

Mercati finanziari 13 ottobre: dazi USA al 100% sulla Cina
e le nuove previsioni globali

📈 Azioni italiane, Nasdaq, criptovalute e materie prime sotto i riflettori

🇮🇹 Economia Italiacom

Scenario globale e nuovo scontro commerciale USA-Cina

I mercati finanziari internazionali si trovano nuovamente al centro di una tempesta geopolitica. Il 13 ottobre segna l’avvio dei nuovi dazi del 100% imposti dagli Stati Uniti contro la Cina, misura che colpisce principalmente il settore tecnologico, automobilistico e dei semiconduttori. Si tratta del più forte inasprimento protezionistico dai tempi di Trump, e le conseguenze stanno già scuotendo Wall Street, l’Europa e l’Asia.

Il presidente americano ha giustificato la decisione come una risposta alla “manipolazione industriale e valutaria” cinese e alla persistente violazione dei brevetti USA. In realtà, secondo molti economisti, la mossa ha anche finalità elettorali e si inserisce nel contesto del grande piano di reshoring industriale e di difesa tecnologica occidentale.

L’effetto domino sui mercati globali

I futures sull’S&P 500 e sul Nasdaq hanno aperto in netto calo, seguiti a ruota dagli indici europei. In Asia, l’indice di Shanghai ha perso oltre il 3% e lo yuan si è indebolito ulteriormente verso quota 7,35 sul dollaro. Le borse emergenti stanno subendo deflussi di capitale, mentre il prezzo dell’oro e dei Treasury americani sale per effetto della corsa ai beni rifugio.

Impatto immediato su borse e tassi

Gli analisti prevedono settimane di volatilità elevata. I dazi al 100% su oltre 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi potrebbero spingere al rialzo i prezzi interni USA, aumentando la pressione inflazionistica. Di conseguenza, la Federal Reserve si trova davanti a un dilemma: tagliare i tassi per evitare il rallentamento economico o mantenerli alti per frenare l’inflazione da costi?

Intanto, i rendimenti dei Treasury a 10 anni si mantengono intorno al 4,55%, mentre l’euro/dollaro scende sotto 1,06. Anche l’indice VIX, barometro della paura, è tornato sopra quota 20, segno che gli investitori stanno coprendo i portafogli con opzioni e strategie difensive.

Analisi sintetica:

Asset Tendenza 13 ottobre Commento
S&P 500 -1,8% Pressione da tech e industriali
Nasdaq 100 -2,5% Colpiti semiconduttori e AI
FTSE MIB -0,9% Tengono energetici e bancari
Oro +1,3% Domanda rifugio in aumento

Le previsioni degli esperti per ottobre

Secondo il consensus raccolto da Bloomberg e Refinitiv, i mercati si aspettano una fase di assestamento di almeno due settimane. JP Morgan prevede un -3% medio sui principali indici azionari nel breve periodo, seguito da un rimbalzo tecnico nel quarto trimestre se la Cina non risponderà con contromisure aggressive.

Gli analisti di Goldman Sachs ritengono invece che il ciclo economico americano resterà più resiliente del previsto, con crescita annua del PIL al 2,1%, ma sottolineano che i dazi “potrebbero ridurre del 10% i margini di profitto delle società tech esportatrici”.

Il rischio di una guerra commerciale 2.0

Pechino ha già annunciato l’intenzione di rispondere con misure equivalenti, colpendo probabilmente il comparto agricolo e quello automobilistico USA. Questo rischio alimenta i timori di una nuova spirale di ritorsioni che potrebbe destabilizzare le catene di fornitura globali, in particolare nei settori EV, batterie e semiconduttori avanzati.

In tale contesto, gli investitori stanno spostando parte dei capitali verso mercati considerati “neutrali” come India, Brasile e Indonesia, dove le opportunità di crescita restano robuste e la dipendenza dalla Cina è minore.

Migliori azioni italiane da tenere d’occhio

Nonostante il clima globale teso, alcuni titoli del FTSE MIB mostrano segnali di forza. Gli analisti italiani consigliano di puntare su comparti difensivi e a bassa esposizione all’export asiatico.

Top 5 azioni italiane – ottobre 2025

Società Motivo dell’interesse Target Price
ENI Beneficia del rialzo energetico e gas 17,5 €
Leonardo Domanda difesa in crescita, NATO+ 26 €
Unicredit Alta redditività e politica dividendi 41 €
Terna Stabilità regolatoria e piani infrastrutturali 8,6 €
Stellantis Esposizione moderata alla Cina, utili record 26,5 €

In generale, gli esperti raccomandano un approccio prudente: privilegiare azioni value, dividendi solidi e settori energetico e bancario, più resilienti in contesti di tensione geopolitica e inflazione persistente.

Migliori azioni Nasdaq da monitorare

Il Nasdaq è l’indice più sensibile alle tensioni tra Washington e Pechino. I nuovi dazi al 100% colpiscono direttamente il cuore dell’economia digitale americana: chip, intelligenza artificiale, veicoli elettrici e cloud computing. Tuttavia, all’interno del listino restano aziende con solidi fondamentali e prospettive di crescita strutturale anche in uno scenario di “decoupling tecnologico”.

Le big tech sotto pressione

Le società di semiconduttori e AI come Nvidia, AMD e Qualcomm registrano correzioni superiori al 5% in settimana, poiché gran parte dei loro ricavi dipende ancora dal mercato cinese o da partner con catene produttive in Asia. Tuttavia, gli analisti di Bank of America ritengono che “il calo delle valutazioni possa offrire un punto di ingresso interessante per investitori di lungo periodo, in particolare su Nvidia e AMD, leader incontrastate nel calcolo AI”.

Anche Apple e Tesla subiscono vendite, rispettivamente per timori su forniture e su eventuali ritorsioni cinesi sui marchi americani. Ma alcuni fondi stanno già ricomprando in ottica contrarian, considerando che la domanda globale di servizi digitali e mobilità elettrica resta in crescita strutturale.

Top 5 Azioni Nasdaq – Ottobre 2025

Titolo Tendenza Motivo dell’interesse
Nvidia (NVDA) In recupero dopo sell-off Leadership AI e margini record
Microsoft (MSFT) Stabile Diversificazione cloud e AI enterprise
Amazon (AMZN) Moderatamente positiva Domanda stabile per AWS e e-commerce
Tesla (TSLA) Volatile Rischi geopolitici ma tecnologia dominante
Palantir (PLTR) Forte domanda pubblica Contratti governativi e AI defense

Strategie consigliate dagli analisti

Secondo Morgan Stanley, in un contesto di alta volatilità è preferibile adottare strategie di “stock picking” selettivo: puntare su aziende con crescita organica, bilanci solidi e forte generazione di cassa. In particolare, il comparto cybersecurity (CrowdStrike, Palo Alto Networks) e il settore software enterprise (Oracle, ServiceNow) mostrano maggiore resilienza ai dazi.

L’approccio prudente suggerito dai gestori è mantenere una quota azionaria ridotta rispetto al solito e bilanciare con obbligazioni investment grade e materie prime difensive come oro e rame, per sfruttare eventuali rimbalzi ciclici.

Le previsioni sulle criptovalute

Le criptovalute tornano al centro dell’attenzione come “bene alternativo” in tempi di turbolenza geopolitica. La settimana di ottobre è iniziata con una netta risalita del Bitcoin sopra i 63.000 dollari, sostenuto da flussi in ingresso negli ETF spot e dal nuovo interesse degli istituzionali americani. Ethereum segue con forza relativa, mentre Solana e XRP registrano una volatilità più marcata.

Il sentiment del mercato crypto è tornato in zona “neutrale-positiva” secondo l’indice Fear & Greed, mentre le stablecoin mostrano un aumento delle riserve in dollari, segno che gli investitori stanno preparando nuova liquidità per entrare.

Principali criptovalute – andamento 13 ottobre 2025

Criptovaluta Prezzo (USD) Variazione settimanale Outlook
Bitcoin (BTC) 63.200 +4,1% Possibile estensione verso 68.000
Ethereum (ETH) 2.430 +3,5% Target tecnico 2.600 USD
Solana (SOL) 158 +7,8% Volatilità elevata ma trend bullish
XRP 0,61 -1,2% Consolidamento
Toncoin (TON) 7,45 +6,9% Adozione Telegram in crescita

Bitcoin come “oro digitale”?

Con la crescente tensione geopolitica e la ricerca di asset alternativi, Bitcoin si comporta sempre più come un bene rifugio. Diversi fondi macro internazionali lo stanno inserendo in portafoglio con una quota del 2-3%, al pari dell’oro. Tuttavia, l’elevata volatilità resta un limite per i piccoli investitori.

La correlazione tra Bitcoin e Nasdaq è temporaneamente scesa sotto 0,4, segno che il mercato crypto sta reagendo in modo più autonomo alle variabili geopolitiche. Gli analisti di ARK Invest stimano che, in assenza di nuove restrizioni normative, BTC potrebbe toccare i 75.000 dollari entro fine 2025.

Ethereum e la finanza decentralizzata (DeFi)

Ethereum si conferma come l’ecosistema leader della finanza decentralizzata. Il valore totale bloccato (TVL) nei protocolli DeFi ha superato i 110 miliardi di dollari, in aumento del 25% rispetto a settembre. L’aggiornamento “Verkle Trees” previsto per novembre mira a ridurre i costi di transazione e migliorare la scalabilità.

Gli esperti ritengono che ETH possa superare i 3.000 dollari entro il primo trimestre 2026 se il tasso di staking rimane sopra il 22% e gli ETF europei ottengono maggiore liquidità.

Altcoin emergenti

Tra le altcoin più promettenti, Solana continua a essere la regina della velocità e dell’efficienza energetica, mentre Toncoin beneficia dell’integrazione nativa su Telegram. Avalanche e Chainlink mostrano segnali tecnici positivi, ma con volumi ancora inferiori ai picchi del 2021.

Il settore resta comunque sensibile alle politiche della SEC e alle mosse della Federal Reserve, che incidono direttamente sulla liquidità disponibile per gli investitori retail.

Le migliori materie prime da seguire

Nel nuovo scenario geopolitico segnato dai dazi USA al 100% contro la Cina, le materie prime tornano al centro dell’attenzione degli investitori. La tensione sulle catene di approvvigionamento e la possibile frenata dell’export asiatico spingono i prezzi dei beni energetici e industriali, ma creano anche nuove opportunità di investimento per chi sa diversificare.

Energia: il petrolio torna protagonista

Il petrolio Brent è tornato sopra i 90 dollari al barile, sostenuto dai tagli OPEC+ e dai timori di un calo delle esportazioni cinesi. Anche il WTI americano si mantiene intorno agli 87 dollari, con un potenziale di rialzo se le tensioni commerciali dovessero rallentare la produzione asiatica.

Gli analisti di Goldman Sachs stimano che il prezzo medio del Brent nel quarto trimestre 2025 possa stabilizzarsi tra i 92 e i 95 dollari, ma sottolineano che eventuali ritorsioni cinesi nel mercato del gas naturale liquefatto (GNL) potrebbero cambiare rapidamente gli equilibri.

Principali materie prime – aggiornamento 13 ottobre 2025

Commodity Prezzo Variazione settimanale Outlook
Petrolio Brent 91,6 $/barile +2,8% Rialzo controllato
Gas naturale (TTF) 33 €/MWh +1,2% Domanda europea stabile
Oro 2.418 $/oncia +1,1% Domanda rifugio crescente
Rame 4,27 $/libbra +0,9% Domanda sostenuta da transizione green
Litio (carbonato) 13.200 $/ton -3,4% Pressione da surplus produttivo cinese

Oro e argento: ritorno ai beni rifugio

Il metallo giallo beneficia della fuga verso la sicurezza. Con i Treasury sotto pressione e l’incertezza sui mercati azionari, l’oro riafferma il proprio ruolo di hedge contro inflazione e instabilità politica. Il target tecnico più citato è 2.500 dollari/oncia entro fine anno, mentre l’argento, più volatile, potrebbe risalire fino a 31 dollari se il dollaro USA si indebolirà ulteriormente.

Secondo l’analisi di UBS, l’oro rimane la principale copertura contro i rischi sistemici globali, specialmente se la Cina decidesse di ridurre le riserve in Treasury per sostenere lo yuan, manovra che storicamente spinge gli investitori verso i metalli preziosi.

Rame e litio: il fronte industriale

Il rame continua a essere sostenuto dalla domanda per infrastrutture elettriche e auto ibride, ma i dazi potrebbero rallentare i flussi commerciali nel breve periodo. Più complessa la situazione del litio: la sovrapproduzione cinese sta pesando sui prezzi, scesi di oltre il 60% rispetto ai massimi 2022, ma alcuni analisti ritengono che il mercato stia raggiungendo un punto di equilibrio e che le quotazioni possano risalire nel 2026.

Outlook complessivo per i mercati

In sintesi, le previsioni per la seconda metà di ottobre indicano una fase di alta volatilità ma con opportunità selettive in alcuni settori chiave. Le tensioni tra USA e Cina ridisegnano le catene di fornitura e spingono le imprese occidentali a investire in produzione domestica o in Paesi alleati, creando un contesto favorevole per titoli difensivi e per i mercati “friend-shoring”.

Strategie consigliate – ottobre 2025

  • Diversificare tra azioni europee, oro e obbligazioni a breve scadenza
  • Mantenere liquidità del 10-15% per cogliere eventuali rimbalzi
  • Favorire titoli difensivi (energia, infrastrutture, bancari solidi)
  • Limitare l’esposizione ai titoli tech più dipendenti dal mercato cinese
  • Monitorare l’evoluzione dei dazi e delle contromisure di Pechino

Conclusioni: il nuovo equilibrio dei mercati globali

Il 13 ottobre 2025 segna un passaggio cruciale nella geopolitica economica mondiale. I dazi USA al 100% sulla Cina non sono solo una misura commerciale, ma l’inizio di una ridefinizione profonda degli equilibri industriali globali. Le borse oscillano tra paura e opportunismo, ma chi sa leggere i segnali trova ancora valore in settori con domanda strutturale: energia, difesa, infrastrutture e tecnologie occidentali di nuova generazione.

L’Europa e l’Italia, pur esposte agli shock esterni, possono trarre vantaggio dal trasferimento produttivo verso aree “amiche” e dalla maggiore attenzione degli investitori internazionali ai mercati stabili. In questo scenario, la chiave sarà la gestione attiva e la capacità di adattare rapidamente le strategie d’investimento a un mondo che, ancora una volta, cambia pelle.

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