Dopo Amazon Prime e Amazon Prime Video, sicuramente i servizi più conosciuti, il colosso multinazionale di Jeff Bezos si evolve ancora, con il grande passo nella finanza. Amazon (AMZN ) infatti sta trattando con JP Morgan Chase, imponente società finanziaria internazionale, per offrire ai suoi clienti, specialmente ai più giovani, dei servizi simili a conti correnti.
Si tratta sicuramente di una grande novità in quanto si parla di soggetti di importanza planetaria nei propri settori, soggetti che una volta che iniziano una collaborazione come quella di un Conto Corrente Online, poi potrebbero presupporre altri tipi di collaborazione
Amazon, in crescita verso la finanza
Un servizio simile ad un conto corrente bancario, ma sotto la sua egida. Questo è ciò che sta studiando Amazon, in trattativa per una partnership con Jp Morgan Chase & Co. e Capital One Financial, secondo il Wall Street Journal. Un servizio rivolto ai suoi milioni di clienti, con un target preferito che è quello dei millennials, i giovani nati dal 2000 in poi, che risultano sprovvisti di conto in banca ma che possono favorire più di altre fasce d’età gli acquisti online.
Una nuova forma evolutiva questa di Amazon, dopo i servizi online di Prime e Prime Video, ma anche dopo i progetti di apertura di ospedali, farmacie e supermercati Whole Foods completamente automatizzati e privi di personale, menzionando anche le due versioni di Echo, il sistema di domotica in grado di gestire le luci e la temperatura di casa.
L’obiettivo non è in nessun modo divenire un competitor delle banche, bensì stringere con queste ultime un’alleanza, al fine di favorire non solo il consumo di prodotti online ma anche finanziamenti, simili a quelli che un istituto di credito può offrire.
Secondo un’indagine di mercato della società di consulenza strategica statunitense Bain, il 60% della clientela americana Amazon sarebbe disposta ad avere un conto corrente brandizzato dal colosso dell’e-commerce, più in particolare i giovani. La stessa ricerca afferma che Amazon è, assieme a Paypal, la società ritenuta più affidabile per questo genere di operazioni. Già dai primi movimenti, la reazione di Wall Street non ha tardato ad arrivare: Le azioni Amazon ha registrato un +1,6%, mentre JP Morgan un +1,5%.
A ogni modo, non è ancora chiaro se questa mossa consentirà alla clientela di pagare bollette, firmare assegni o accedere agli sportelli bancari. Ciò che è certo è che, secondo la legge americana, Amazon non può concedere prestiti in autonomia, essendo questi ultimi appannaggio degli istituti bancari.
La multinazionale originaria di Seattle non è tuttavia l’unica entità hi-tech che partecipa alla corsa alle banche: anche Apple, Google e Samsung sono in trattativa con società bancarie per offrire servizi di pagamenti elettronici e finanziamenti.
Amazon e settore finanziario, trascorsi e nuovi sviluppi
Un modo per ridurre le commissioni pagate alle società finanziarie, ma ciò che è certo è che, a conti fatti, l’idea di un conto corrente firmato Bezos sarà una tattica per entrare in maniera ancor più dirompente nelle vite dei suoi clienti. Qualora avesse sviluppi con esito favorevole, il progetto porterebbe a raccogliere dati sensibili sui redditi dei consumatori, nonché conoscere in modo ancora più approfondito le loro abitudini di acquisto.
Non è comunque la prima volta che Amazon offre servizi di tipo finanziario: nel 2011 vede la luce Amazon Lending, un progetto di prestiti per le piccole e medie imprese in collaborazione con Bank of America, con la quale ha più facile accesso ai capitali. I finanziamenti concessi vanno dai 1000 ai 750000 dollari e sono destinati ad aziende che hanno avuto o possono avere problemi nell’ottenere aiuti economici dalle società bancarie. A inizio 2017 il fondatore e presidente Jeff Bezos annuncia che, con prestiti erogati a più di 20000 realtà commerciali, è stata superata la soglia di 3 miliardi di dollari.
Tra i servizi alla clientela figurano Amazon Pay, sviluppato negli Stati Uniti nel 2015 e approdato in Italia nel 2017, che consente di effettuare acquisti e prenotazioni online su siti terzi utilizzando un account Amazon, e Amazon Monthly Payments, nato nel 2017, che permette pagamenti a rate per gli acquisti in piattaforma. A marzo 2018 sono più di 33 milioni gli utenti che usufruiscono di questi servizi.
Prende vita nel 2017 anche Amazon Prime Reload, che offre ai possessori di carta di credito Amazon Ricarica in cassa un bonus del 2% per gli spostamenti di denaro da conti bancari alla suddetta carta. Dallo stesso periodo, per fronteggiare i circuiti di pagamento Visa, American Express e Mastercard, Amazon offre inoltre una carta di credito già in gemellaggio con JP Morgan & Chase.
E’ di gennaio 2018 invece la creazione di una società non-profit congiunta tra Amazon, JP Morgan e Berkshire Hathaway, società finanziaria tra le più imponenti al mondo guidata dal magnate Warren Buffett. L’obiettivo comune è la riduzione dei costi per l’assistenza sanitaria. L’offerta è rivolta ai dipendenti delle tre multinazionali, stimati a 1,2 milioni a livello mondiale, fronteggiando la spesa sanitaria che ha raggiunto nello stesso anno il 18% dell’economia americana.
Pagamento sicuro Amazon, la rivoluzione dell’acquisto online
A conti fatti un sistema di pagamento sicuro universale, chiamato in modo ufficioso Conto Giovani poichè principalmente indirizzato agli under 18. Esso rappresenterà un cambiamento rivoluzionario, nonché l’evoluzione finale di Amazon Pay, non sempre accettato dalle piattaforme e-commerce. Con la carta di credito brandizzata sarà inoltre possibile effettuare acquisti nei punti vendita proprietari, come i supermercati automatizzati Whole Foods, realizzati nel 2017 a fronte di un investimento di 13.5 milioni di dollari.
Da quando il 15 maggio 1997 Amazon viene quotata alla borsa di Wall Street, con un valore di 18 dollari per azione, il suo valore è cresciuto del 50000%. Oggi, nel 2018, il valore di ogni sua singola azione ha superato quota 1000 dollari, mentre la società vale in borsa circa 480 miliardi di dollari.
Dopo aver aggirato la concorrenza del settore delle spedizioni con un servizio alternativo ai vari corrieri, affrontato Netflix con Prime Video, entrato nelle case con Echo e ampliato il suo business nella vendita al dettaglio, Amazon cerca ora l’ingaggio dei servizi bancari. Questo non come competitor né stravolgendo gli equilibri, in quanto sarebbe estremamente difficile in termini di regolamentazione, bensì come alleato. In tutto questo viene visto un vantaggio bilaterale, in quanto anche JP Morgan & Chase e Capital One trovano interesse a concludere l’accordo.