Investire in Allevamento di Animali Conviene? Come farlo e quali scegliere

Uno dei mestieri più antichi al mondo e da sempre legato agli ambienti rurali è l’allevamento animale, che è anche la soluzione ideale per tutti coloro che preferiscono i prodotti naturali alla grande distribuzione e, nel contempo, vogliono creare una opportunità di business, o semplicemente vogliono farlo per avere un produzione di generi alimentari per la propria famiglia. Le possibilità sono tante, dagli animali destinati agli alimenti a quelli da compagnia, passando per quelle produzioni che dall’animale hanno origine.

Dal 2019 il numero degli allevamenti in tutta Europa è sceso di 2,9 milioni, a causa della massiva presenza di quelli intensivi, che rappresentano il 72% degli allevamenti nell’intero continente. Proprio per questo si cercano nuove alternative in merito, per affrontare un periodo di crisi che ha colpito maggiormente le piccole aziende agricole. Investire in un allevamento di animali è anche un modo per preservare un mestiere, ci sono quindi da valutare numerose informazioni per farlo al meglio.

Perchè investire in un allevamento di animali ?

L’allevamento di animali, specialmente quello da carne e produzione casearia, è uno dei mestieri più antichi al mondo, come avevamo detto quando si parlava di investire in pastorizia,  poiché da sempre ha rappresentato un’attività di sussistenza. Strettamente legato ad un eventuale investimento in agricoltura, è infatti ancor più legato a quelli di pastorizia e transumanza, che costituiscono una parte della cultura nazionale, da sempre radicata ma al tempo stesso attuale negli ambienti rurali.

E’ però un’attività che si è evoluta negli anni, nelle modalità così come nell’operatività, fino ad uscire dai puri canoni del consumo di carne e prodotti alimentari in generale. Ciò permette di creare, di conseguenza, notevoli opportunità di business e nuovi posti di lavoro (circa il 40% degli under 35 vorrebbe lavorare in ambienti agricoli).

Tuttavia, l’intero sistema d’allevamento più ‘familiare’ o biologico, viene messo in seria difficoltà dalla presenza massiva di allevamenti intensivi: secondo i dati Eurostat di febbraio 2019 il 72% degli allevamenti europei è intensivo, facendo diminuire il numero totale di 2,9 milioni, in cui sono maggiormente presenti piccole realtà; l’Italia ha perso oltre 320,000 PMI di settore.

Questo dato ha portato quindi a riorganizzazione e apertura ad alternative redditizie ed ecosostenibili, complici anche nuove tendenze alimentari. Al 2020 investire in un allevamento di animali significa infatti rivolgersi ad un mercato sempre più settorializzato che, se da una parte conferma le esigenze di sempre, ossia sussistenza e vendita di produzione propria, dall’altra si apre a tendenze trasversali come animali da compagnia o produzioni non-destinate all’alimentare.

Investire in Allevamento di Animali: Come farlo e quali scegliere

5 tipi di allevamenti su cui investire e guadagnare sul lungo periodo

Che si voglia trovare una nuova opportunità di lavoro o trasferirsi in campagna cambiando le proprie abitudini, sono disponibili una serie di alternative per monetizzare sul lungo periodo, investendo su nuovi allevamenti redditizi ed ecosostenibili. Sarà in ogni caso un lavoro di sacrificio, impegno e passione, anche qualora si investa nella manodopera, ma il guadagno oltre che economico sarà anche sullo stato psico-fisico.

Animali da carne

Tra gli impieghi più antichi in Italia e non solo, l’allevamento di animali da carne è indubbiamente uno dei più redditizi, poiché nonostante le nuove tendenze tale mercato resterà fondamentale nel settore alimentare. Tra questo tipo di allevamento sono presenti:

  • Ovini, come pecore e capre, il cui impegno è legato a pastorizia e transumanza
  • Bovini, come mucche, destinate preferibilmente ad ambienti esterni
  • Suini, legati principalmente al consumo di carne rossa
  • Pollame, come polli, galline e tacchini, la cui carne è più leggera rispetto alla rossa

Gli investimenti iniziali riguarderanno l’acquisto degli animali, dei loro mangimi e per controlli sanitari, la costruzione del loro recinto e degli ambienti interni per abbattimento e mantenimento della carne. Qualora ci si avvalga dell’aiuto di dipendenti, sono previsti anche i loro onorari.

Sempre più, specie in piccole aziende, gli allevamenti all’aperto sono preferiti a quelli intensivi in ambienti interni, solitamente poco adatti all’elevato numero di animali contenuti.

Animali da produzione

Al consumo di carne si associa quello di produzione d’alimenti d’origine animale, notevolmente apprezzato perchè collegato al rispetto degli animali che si possiedono e al concetto di cibo biologico. Come la loro carne, anche il consumo dei loro prodotti è in continuo aumento, complice anche la crescente popolazione mondiale, poiché volto anche a soddisfare intolleranze alimentari. Tra i prodotti più consumati vi sono:

  • Uova, provenienti da galline e quaglie allevate a terra
  • Prodotti caseari, quali latte, mozzarella, yogurt e formaggi vari, provenienti principalmente da mucche (differenti da quelle da carne), giumente, pecore e capre

Tra la produzione rientra di diritto anche quella non-destinata all’alimentare: non sono rare infatti pecore da lana Merino e capre da Cashmere, che rappresenta uno dei filati più ricercati.

Gli investimenti hanno entità molto simile a quelli per gli animali da macello, adibendo gli spazi interni a stalle o aree di riparo dalle intemperie, mentre lo stoccaggio sarà destinato ai meri prodotti. In questo caso, le tecniche etiche sono preferite agli allevamenti intensivi anche dalle grandi aziende.

Animali da compagnia di razza

Il business degli animali da compagnia può essere facilmente considerato un evergreen. Secondo un rapporto Assalco – Zoomark del 2018, infatti, almeno il 67% degli italiani possiede un animale domestico. L’animale di razza è particolarmente amato, specialmente difronte alla sua purezza. Esempi possono essere:

  • Cani
  • Gatti
  • Conigli
  • Cavie

Gli investimenti comprenderanno tutti i controlli medici per gli animali, così come i loro mangimi e le aree in cui vivranno, come recinti, mangiatoie ed eventuali gabbie, che varieranno di dimensione a seconda delle specie scelte.

Vi saranno poi i costi di certificazione, per garantire la purezza delle razze: anche la riproduzione avverrà quindi in modo controllato, con animali certificati e/o dello stesso allevamento. La difficoltà principale di questi allevamenti sarà nel garantire il perfetto stato di salute di ogni animale.

Api

Nonostante il crollo della produzione di miele italiano del 70% nel 2019, l’apicoltura resta uno dei punti di forza del Made in Italy. Le api sono un indicatore di salute per il territorio, è per questo che, nel loro rispetto, è sempre più frequente l’utilizzo di prodotti e tecniche a minor impatto ambientale.

Contrariamente a quanto si possa pensare, la produzione di miele non sarà difficile né pericolosa, sarà però richiesto un impegno a lungo termine, che inizierà dall’acquisto di indumenti protettivi e arnie resistenti al maltempo. L’apicoltura non riguarda solo il miele, bensì anche la pappa reale.

Lumache

L’elicicoltura sta vivendo un trend particolarmente positivo, con circa 870 aziende in Italia per volumi d’affari di 270 milioni di euro, registrando un +320% dei consumi dal 2010. La lumaca può essere utilizzata come alimento o per la produzione della sua bava, largamente utilizzata in cosmetica e prodotti per la pelle.

L’investimento in allevamento di lumache è caratterizzato dai seguenti requisiti: terreno non sassoso, abbastanza drenante da trattenere l’umido, acqua per l’irrigazione quotidiana, che si può svolgere con appositi impianti, e disinfettanti. Non devono però mancare recinzioni per proteggere le chiocciole e i riproduttori, ossia le lumache destinate all’accoppiamento.

Quali vantaggi porterà investire in un allevamento di animali?

DIPENDE: Non si tratta di un investimento facile, nè di sicuro rendimento. Se si ha a disposizione una piccola cifra da investire come solo 10 mila euro o anche 40 mila euro e si voglio far fruttare bene e non si ha un’esperienza specifica, è meglio lasciar perdere e rivolgersi verso prodotti finanziari che non verso un investimento in agricoltura che ha bisogno non solo di un investimento iniziale, quanto di un impegno quotidiano e notevole conoscenza del settore, questo significa che se non si hanno nozioni in materia, bisogna assumere personale qualificato e di fiducia , quindi ancora più spese.

Questo anche se si vuole fare un piccolo investimento a livello di “hobby”, cioè comprare un appezzamento di terreno agricolo, di cui una parte dedicarlo all’allevamento di qualche animale di allevamento e di facile gestione come possono essere le galline, le caprette, qualche maiale e qualche mucca. Si avrà sempre bisogno non solo di conoscenza della materia, ma anche di un IMPEGNO COSTANTE TUTTI I GIORNI FESTIVITA’ E FERIE COMPRESE, con orari che vanno dall’alba alla sera tardi. Gli animali da allevamento hanno infatti bisogno di essere accuditi tutti i giorni, come dei bambini piccoli e non si può pensare di abbandonarli a loro stessi, perchè oltre ad essere una crudeltà, oggi è considerato anche un reato punito penalmente secondo l’art. 727 del Codice Penale.

Si tratta di un tipo di investimento in cui serve personale specializzato,

A conti fatti, sia verso animali più comuni che legati alle tendenze più recenti, un allevamento è una valida opportunità di business volta a soddisfare mercati altamente settorializzati, ma nel contempo trasversali tra loro. In tutto questo, indipendentemente da evoluzioni dei metodi di lavoro, è un modo per preservare un mestiere tra i più antichi al mondo.

Autore

  • Economia-italia.com

    Amministratore e CEO del portale www.economia-italia.com Massy Biagio è anche analista finanziario, trader, si avvicina al mondo della finanza dopo aver frequentato la Facoltà di Economia e Commercio presso l'Università di Perugia. Collaboratore di varie testate online dal 2007, in cui scrive di economia, mercati, politica ed economia internazionale, lavoro, fare impresa, marketing, dal 2014 è CEO di www.economia-italia.com.

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