Investire in Difesa, Azioni ed ETF Migliori, Rheinmetall è ancora BUY?

Investire in Difesa nel 2025: Guida Completa ad Azioni ed ETF. Analisi Rheinmetall e Prospettive di Crescita il Nuovo Paradigma della Difesa Globale e le Opportunità di Investimento

Il settore della difesa sta vivendo una trasformazione epocale, un cambiamento di paradigma che ha spostato la “linea del fronte” non solo sugli scacchieri geopolitici, ma anche nei portafogli degli investitori.1 L’intensificarsi delle tensioni globali, con conflitti armati che nel 2023 hanno causato un numero di vittime ai massimi dal 2019, ha messo a dura prova la stabilità internazionale, costringendo i governi a una profonda rivalutazione delle proprie priorità strategiche. In questo contesto, la spesa per la difesa ha smesso di essere una voce di bilancio ciclica e congiunturale per diventare un pilastro fondamentale e non negoziabile della sicurezza nazionale e della stabilità mondiale, un concetto ribadito con forza anche da figure istituzionali di primo piano.

Questo mutamento strutturale ha innescato una corsa agli armamenti che ha proiettato i titoli del settore su performance borsistiche straordinarie. Aziende come la francese Thales hanno registrato guadagni del +81% e Dassault Aviation del +51% in un breve lasso di tempo all’inizio del 2025, alimentando l’interesse degli investitori ma sollevando al contempo una domanda cruciale, che è al centro di questo report 1: dopo una crescita così esplosiva, conviene ancora investire nel settore della difesa? O siamo di fronte a una bolla speculativa destinata a sgonfiarsi?.

Per rispondere a questa domanda, il presente report offre un’analisi esaustiva e multi-livello. In primo luogo, si esamineranno i motori macroeconomici e geopolitici che sostengono quello che molti analisti definiscono un “superciclo” di lungo termine per la spesa militare. Successivamente, si confronteranno le due principali strategie di investimento – l’acquisto di azioni singole e l’utilizzo di Exchange-Traded Funds (ETF) – per fornire un quadro decisionale chiaro all’investitore. Si procederà poi con un’analisi approfondita del caso di studio di Rheinmetall AG, il colosso tedesco al centro del riarmo europeo, per valutarne i margini di crescita residui. Infine, si affronteranno i complessi dilemmi legati ai criteri di investimento sostenibile (ESG) , rendendo questa analisi uno strumento completo per l’investitore evoluto.

Un elemento chiave che supporta la tesi di una crescita duratura è il cambiamento culturale e comunicativo in atto. Il Ministero della Difesa italiano, ad esempio, ha delineato nel suo “Programma di Comunicazione MD 2025” una strategia volta a rafforzare la percezione pubblica delle Forze Armate come elemento essenziale del sistema di sicurezza nazionale e a rendere “tangibile il suo ruolo fondamentale”.5 Questo non è un semplice esercizio di pubbliche relazioni, ma un’azione strategica mirata a costruire e consolidare un consenso sociale e politico. Tale consenso è indispensabile per giustificare e sostenere impegni di spesa massicci e pluriennali. Dal punto di vista dell’investitore, questo ampio supporto politico e sociale agisce come un “fossato protettivo” (economic moat) attorno ai budget della difesa, rendendoli più resilienti ai cambi di governo e meno vulnerabili alle pressioni per dirottare fondi verso altri settori. Di conseguenza, si riduce in modo significativo il rischio politico, un fattore che storicamente ha pesato sulla dipendenza del settore dalla spesa pubblica 6, suggerendo che i flussi di ricavi per le aziende della difesa saranno più stabili e prevedibili rispetto al passato.

Sezione 2: I Motori della Crescita – Analisi dei Fattori Macroeconomici e Geopolitici

Le prospettive di crescita per l’industria della difesa non si fondano su mere speculazioni, ma su impegni politici concreti e su dinamiche macroeconomiche strutturali che delineano un orizzonte di lungo termine eccezionalmente favorevole. L’analisi di questi fattori è cruciale per comprendere la portata e la sostenibilità del ciclo di investimenti in atto.

Il Target NATO del 5%: Un Impegno Monumentale

Il catalizzatore più potente e dirompente per il settore è senza dubbio il nuovo, ambizioso obiettivo di spesa fissato dai 32 paesi membri della NATO. Durante la riunione generale all’Aia nel giugno 2025, è stato concordato un impegno a raggiungere una spesa per la sicurezza pari al 5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) di ciascun paese membro entro il 2035.7 Questo rappresenta più del doppio della soglia precedente del 2% e segna una svolta epocale.

L’accordo, annunciato dal Segretario Generale Mark Rutte, prevede una suddivisione precisa:

  • 3,5% del PIL per la spesa militare pura, che include armamenti, personale, ricerca e sviluppo.7
  • 1,5% del PIL per investimenti più generici nella sicurezza, che possono comprendere infrastrutture critiche, cybersicurezza e altre misure di resilienza nazionale.7

L’impatto finanziario di questo impegno è colossale. Secondo un calcolo de Le Grand Continent, per i soli paesi europei questo si traduce in una spesa aggiuntiva di circa 510 miliardi di euro all’anno.8 Per l’Italia, le stime indicano un potenziale aumento della spesa di oltre 400 miliardi di euro, con un costo per raggiungere il solo target del 3,5% di spesa militare pura che potrebbe ammontare a 700 miliardi di euro su base pluriennale.9 La natura di questo accordo, nato in gran parte come risposta alle pressioni di lunga data degli Stati Uniti sotto la presidenza Trump per una maggiore condivisione degli oneri, ne rafforza la stabilità politica e la probabilità di attuazione, riducendo il rischio che venga disatteso.7

La “Zeitenwende 2.0” e il Superciclo della Difesa

Questo impegno della NATO si inserisce in un contesto già in profonda trasformazione, simboleggiato dal concetto di “Zeitenwende” (svolta epocale) annunciato dalla Germania. Questo cambiamento di politica, che ha visto la Germania aumentare drasticamente la propria spesa per la difesa passando dall’1% all’1,6% del PIL in un solo anno , non è un evento isolato ma il segnale di una tendenza pan-europea.3 La percezione della minaccia ha spinto l’intero continente a riconsiderare decenni di sottoinvestimenti.

Questa dinamica ha portato gli analisti a parlare di un vero e proprio “superciclo” per il settore. Secondo le previsioni di Berenberg, i budget europei per la difesa potrebbero raggiungere i 686 miliardi di dollari entro il 2035, spingendo i profitti del settore a livelli mai visti negli ultimi 30 anni. JP Morgan ha fatto eco a questa visione, alzando i target di prezzo sui titoli europei della difesa di circa il 25% e sostenendo che il settore potrebbe continuare a rivalutarsi.

Oltre la Difesa Tradizionale: Nuovi Mercati in Espansione

Un altro motore fondamentale della crescita è l’ampliamento del concetto stesso di difesa. Il Libro Bianco della Difesa europea “Readness 2030” ha superato la visione tradizionale, includendo nel perimetro della sicurezza nazionale anche la sicurezza cibernetica, energetica, alimentare e delle infrastrutture critiche.3 Questa espansione apre nuovi e vasti mercati per le aziende del settore, specialmente quelle con competenze diversificate in tecnologia, elettronica e software.

Dinamiche Industriali: Efficienza e Autonomia Strategica

Infine, la crescita sarà alimentata da una profonda ristrutturazione della base industriale europea. Lo studio “Aerospace & Defense Outlook 2025” di AlixPartners evidenzia la necessità critica di aumentare la capacità industriale per mettere in sicurezza la supply chain e favorire l’innovazione. La frammentazione del mercato europeo, con la moltiplicazione dei contratti di fornitura e la bassa efficienza nella spesa per R&S, ha generato sprechi e dipendenza strategica. Attualmente, un impressionante 78% degli armamenti acquistati al di fuori dell’UE proviene dagli Stati Uniti, una dipendenza che l’Europa è determinata a ridurre. Questo sforzo verso una maggiore autonomia strategica guiderà investimenti massicci in capacità produttiva, consolidamento industriale e cooperazione intra-europea.

L’analisi della struttura della spesa rivela un’ulteriore opportunità di crescita. Paesi come l’Italia, pur avendo raggiunto il target del 2% del PIL a inizio 2025, presentano un forte sbilanciamento: il 59,4% del budget è assorbito dalle spese per il personale, contro una media UE del 38%. Al contrario, solo il 22% è destinato a equipaggiamento e R&S, rispetto al 32% della media europea. L’urgenza di modernizzare gli arsenali e l’impatto del nuovo obiettivo del 5% costringeranno inevitabilmente a un

riequilibrio strutturale della spesa. I fondi dovranno essere progressivamente spostati dalla spesa corrente (personale) agli investimenti in tecnologia, equipaggiamenti avanzati e ricerca. Sebbene questo processo possa creare tensioni sociali nel breve termine, come la riduzione del potere d’acquisto del personale militare , è una necessità strategica ineludibile. Per gli investitori, questo significa che le aziende attive nei segmenti dell’hardware avanzato, dei sistemi digitali, della cybersecurity e della R&S vedranno una crescita della domanda superiore a quella del budget complessivo della difesa, poiché si assicureranno una fetta crescente di una torta già in rapida espansione.

Sezione 3: Azioni Singole vs. ETF – Guida alla Scelta della Strategia di Investimento

Una volta stabilito che il settore della difesa presenta fondamentali solidi per una crescita di lungo periodo, l’investitore si trova di fronte a una scelta strategica cruciale: come esporsi a questo trend? Le due vie principali sono l’acquisto di azioni di singole società o l’investimento in fondi indicizzati negoziati in borsa (ETF) che replicano un paniere di titoli del settore. Entrambi gli approcci presentano vantaggi e svantaggi specifici, e la scelta ottimale dipende dal profilo di rischio, dalle competenze e dagli obiettivi di ciascun investitore.

Investire in Azioni Singole: Alto Rischio, Alto Potenziale

L’acquisto diretto di azioni di società come Rheinmetall, Leonardo o Thales offre il massimo potenziale di rendimento, ma a fronte di un rischio significativamente più elevato.

Vantaggi:

  • Potenziale di Rendimento Superiore: La capacità di selezionare i “campioni” del settore può portare a guadagni eccezionali. Un esempio lampante è Rheinmetall, che ha registrato performance stellari, sovraperformando ampiamente gli indici di settore.13 Se si riesce a individuare l’azienda giusta al momento giusto, i rendimenti possono essere esplosivi.15
  • Controllo Totale del Portafoglio: L’investitore ha il pieno controllo su quali aziende e, di conseguenza, su quali segmenti specifici della difesa (es. veicoli corazzati, cybersecurity, droni, sistemi navali) allocare il proprio capitale. Questo permette di costruire un portafoglio su misura, allineato alle proprie convinzioni e analisi.15
  • Dividendi come Fonte di Reddito: Molte aziende consolidate del settore della difesa distribuiscono regolarmente dividendi ai propri azionisti, che possono costituire una fonte di reddito passivo o essere reinvestiti per sfruttare l’interesse composto.15

Svantaggi:

  • Rischio Specifico e Alta Volatilità: Il destino dell’investimento è legato alle sorti di una singola azienda. Notizie negative, risultati deludenti o problemi di produzione possono far crollare il valore del titolo, con un rischio di perdita totale in caso di fallimento. La volatilità di titoli come Rheinmetall è estremamente elevata (volatilità giornaliera del 3,037) 18, rendendoli adatti solo a operatori con un’alta tolleranza al rischio e un’operatività orientata al brevissimo periodo.
  • Richiesta di Tempo e Competenze: Investire con successo in singole azioni richiede un impegno costante in termini di tempo e analisi. È necessario studiare i bilanci, seguire le notizie economiche, comprendere le dinamiche competitive e monitorare costantemente le performance.
  • Rischio di Scelte Emotive: L’elevata volatilità può indurre a reazioni impulsive. Il cosiddetto “comportamento da massa”, che porta a comprare sui massimi spinti dall’euforia e a vendere nel panico durante le correzioni, è una delle principali cause di perdite per gli investitori meno esperti, un rischio particolarmente concreto in un settore così mediatico e volatile.

Investire in ETF: Diversificazione e Semplicità

Gli ETF sulla difesa offrono un approccio alternativo, che privilegia la diversificazione e la semplicità a scapito del potenziale di rendimento esplosivo.

Vantaggi:

  • Diversificazione Immediata: Con un’unica operazione di acquisto, un ETF permette di investire simultaneamente in un paniere che può contenere decine di aziende del settore (ad esempio, l’ETF di VanEck include circa 30 titoli ). Questo riduce drasticamente il rischio specifico legato a una singola società: la performance negativa di un titolo viene mitigata da quella positiva degli altri.16
  • Semplicità e Accessibilità: Gli ETF sono strumenti ideali per i principianti o per chi non ha il tempo o le competenze per dedicarsi all’analisi di singole aziende. L’approccio è più passivo e meno dispendioso in termini di tempo.
  • Costi Contenuti: Sebbene l’acquisto di ogni ETF comporti una commissione di transazione, questa è unica per un intero paniere di titoli. I costi di gestione annuali (TER – Total Expense Ratio) degli ETF sono inoltre molto bassi, rendendoli efficienti per l’accumulo di capitale nel lungo periodo.16

Svantaggi:

  • Rendimenti “Mediati”: La diversificazione è un’arma a doppio taglio. Così come attutisce le perdite, smorza anche i guadagni. Con un ETF è quasi impossibile “battere il mercato”, poiché le performance eccezionali di un titolo “campione” vengono inevitabilmente diluite dalle performance medie o negative degli altri titoli in portafoglio.
  • Controllo Limitato: L’investitore non ha alcuna voce in capitolo sulla composizione del paniere, che è determinata dalle regole dell’indice replicato. Un ETF potrebbe quindi includere aziende o segmenti che non convincono pienamente l’investitore.
  • Rischio Tematico Concentrato: Nonostante la diversificazione interna, un ETF sulla difesa rimane un investimento tematico, e quindi concentrato su un unico settore. È quindi intrinsecamente più rischioso e volatile di un ETF azionario globale (come uno che replica l’indice MSCI World).

Per aiutare l’investitore a visualizzare queste differenze, la seguente tabella offre un confronto strategico diretto.

Tabella 1: Confronto Strategico: Azioni vs. ETF nel Settore Difesa

CaratteristicaAzioni Singole (es. Rheinmetall)ETF sulla Difesa (es. VanEck Defense)
Potenziale di RendimentoMolto elevato, ma concentratoAllineato alla media del settore, smorzato
RischioElevato (specifico dell’azienda, volatilità)Medio-alto (settoriale), ma diversificato
DiversificazioneBassa (richiede capitale elevato per diversificare)Elevata e immediata
CostiCommissioni di transazione per ogni titoloBasso TER annuale + commissione singola
Tempo e CompetenzaRichiesta analisi approfondita e monitoraggio costanteIdeale per un approccio più passivo
ControlloTotale sulla selezione dei titoliNessuno sui singoli componenti del paniere

Sezione 4: I Migliori ETF sulla Difesa – Analisi Comparativa degli Strumenti sul Mercato

Per gli investitori che optano per la strategia diversificata degli ETF, il passo successivo è la selezione dello strumento più adatto. Il mercato offre diverse opzioni, ciascuna con caratteristiche, costi e strategie di replica uniche. Attualmente, sono disponibili almeno 13 ETF focalizzati sul settore della difesa e aerospaziale , con un volume di patrimonio gestito (AUM) complessivo che supera i 12 miliardi di euro. I costi di gestione (TER) variano significativamente, da un minimo dello 0,15% a un massimo dello 0,65% annuo. È fondamentale sottolineare che tutti i principali ETF del settore sono quotati su Borsa Italiana e utilizzano un metodo di replica fisica, che prevede l’acquisto diretto delle azioni sottostanti, offrendo una maggiore sicurezza all’investitore rispetto alla replica sintetica.

Analisi dei Principali ETF sulla Difesa

La scelta di un ETF sulla difesa non è un atto di investimento passivo, ma una decisione strategica che implica una precisa visione geopolitica ed economica. Le notevoli differenze di performance tra i vari strumenti non sono casuali, ma derivano direttamente dalle diverse strategie di composizione geografica e settoriale.

  • VanEck Defense UCITS ETF (Ticker Borsa Italiana: DFNS; ISIN: IE000YYE6WK5): Con un patrimonio gestito di oltre 5,5 miliardi di euro, è il più grande ETF del settore. Offre un’esposizione globale, ma con un chiaro orientamento verso gli Stati Uniti, che pesano per circa il 49% del portafoglio. La sua strategia include non solo la difesa tradizionale, ma anche aziende di Information Technology e Cybersecurity come Palantir Technologies. Questa composizione spiega la sua performance eccezionale, con un rendimento a 1 anno del +67,42%. Il suo TER è dello 0,55%. Scegliere questo ETF significa scommettere sulla continua leadership tecnologica e di spesa degli USA e sulla crescita di segmenti adiacenti come la cyber-difesa.
  • WisdomTree Europe Defence UCITS ETF (Ticker Borsa Italiana: WDEF; ISIN: IE0002Y8CX98): Lanciato a marzo 2025, questo ETF si è rapidamente affermato con un AUM di circa 3 miliardi di euro. La sua caratteristica distintiva è il focus esclusivo sull’Europa. La ripartizione geografica vede la Francia al primo posto (27,46%), seguita da Regno Unito (25,93%), Germania (20,82%) e Italia (12,35%). Questo strumento rappresenta una scommessa “pura” sul riarmo del Vecchio Continente e sulla capacità dell’industria europea di colmare il gap di spesa e di raggiungere una maggiore autonomia strategica. Il TER è competitivo, al 0,40%.
  • HANetf Future of Defence UCITS ETF (Ticker Borsa Italiana: NATO; ISIN: IE000OJ5TQP4): Con un AUM di 2,4 miliardi di euro, questo ETF adotta un approccio “NATO+”, investendo in un paniere globale di aziende con sede nei paesi dell’alleanza e partner strategici. La sua composizione è un ibrido tra difesa tradizionale (Rheinmetall, Safran) e leader della cybersecurity (CrowdStrike, Palo Alto Networks). Questa strategia ha prodotto un rendimento a 1 anno del +57,20%. Il TER è dello 0,49%.
  • iShares Global Aerospace & Defence UCITS ETF (Ticker Borsa Italiana: EXV6; ISIN: IE000U9ODG19): Questo ETF di iShares ha un approccio più ampio, includendo nel suo paniere non solo la difesa ma anche il settore aerospaziale civile. Questa “diluizione” dell’esposizione alla difesa pura si riflette in una performance a 1 anno inferiore rispetto ai concorrenti più focalizzati, attestandosi al +39,64%. Tuttavia, offre il vantaggio di un TER più basso, pari allo 0,35%.25
  • Opzioni a Basso Costo: Per gli investitori particolarmente attenti ai costi, emergono due alternative focalizzate sull’Europa: il BNP Paribas Easy Bloomberg Europe Defense UCITS ETF (TER 0,18%) e lo SPDR S&P Europe Defense Vision UCITS ETF (TER 0,15%).6 Sebbene i loro costi siano molto attraenti, il loro patrimonio gestito è ancora relativamente ridotto (sotto i 100 milioni di euro), il che potrebbe comportare una minore liquidità e un potenziale rischio di chiusura del fondo da parte dell’emittente se non dovessero raggiungere una massa critica.

L’investitore, quindi, non deve limitarsi a confrontare TER e AUM. È essenziale analizzare in profondità la composizione di ciascun ETF per scegliere quello il cui “bias” geografico e settoriale si allinea meglio con la propria tesi di investimento a lungo termine. Non esiste un ETF “migliore” in assoluto, ma solo quello più adatto a una specifica strategia.

Tabella 2: I Principali ETF sulla Difesa a Confronto (Dati aggiornati a Luglio 2025)

ISINNome ETFTER (% p.a.)AUM (Mld €)Focus GeograficoPerformance 1 Anno (%)
IE000YYE6WK5VanEck Defense UCITS ETF0,555,5Globale (USA 49%)+67,4 6
IE0002Y8CX98WisdomTree Europe Defence UCITS ETF0,403,0EuropaN/D (lanciato 03/2025) 30
IE000OJ5TQP4HANetf Future of Defence UCITS ETF0,492,4Globale (NATO+)+57,2 25
IE000U9ODG19iShares Global A&D UCITS ETF0,350,6Globale (A&D)+39,6 25
LU3047998896BNP Paribas Easy Bloomberg Europe Defense0,180,07EuropaN/D (lanciato 2025) 6

Sezione 5: Caso di Studio Approfondito – Rheinmetall AG (RHM)

Rheinmetall AG, colosso tedesco della difesa, si è imposto come il simbolo e il principale beneficiario della “Zeitenwende” e del riarmo europeo. La sua performance borsistica è stata a dir poco stellare: il titolo ha registrato un rialzo del +198% su base annua a luglio 2025 e del +189% dall’inizio dell’anno.13 Questa crescita esplosiva, tuttavia, solleva un legittimo interrogativo per gli investitori: Rheinmetall ha già esaurito il suo potenziale o esistono ancora margini per un’ulteriore apprezzamento? Per rispondere, è necessaria un’analisi a 360 gradi che integri fondamentali, aspetti tecnici e posizionamento competitivo.

Analisi Fondamentale: I Pilastri di una Crescita Visibile

I fondamentali di Rheinmetall appaiono eccezionalmente solidi, sostenuti da una domanda senza precedenti che si è tradotta in un portafoglio ordini record.

  • Portafoglio Ordini Esplosivo: Il dato più impressionante è la crescita del backlog (portafoglio ordini), che è aumentato del 45% su base annua, passando da 38 miliardi di euro nel 2023 a 55 miliardi di euro nel 2024. L’azienda si aspetta di acquisire fino a 40 miliardi di euro di nuovi ordini nei successivi 12 mesi, consolidando una visibilità sui ricavi futuri che si estende per molti anni.31
  • Risultati Finanziari e Prospettive: I risultati del 2024 hanno confermato questo slancio, con ricavi in crescita del 36% a 9,8 miliardi di euro e un utile operativo balzato del 61% a 1,48 miliardi di euro.31 Le previsioni per il futuro sono altrettanto ambiziose, con un fatturato atteso di 12 miliardi di euro nel 2025 e un obiettivo di 30 miliardi di euro entro il 2030.
  • Stime degli Analisti e Valutazione: Qui il quadro si fa più complesso e divergente. Da un lato, Morningstar assegna al titolo un rating a 3 stelle e una stima di fair value di 1.310 euro.31 Confrontando questo valore con la quotazione di circa 1.838 euro a luglio 2025 , il titolo risulterebbe significativamente sopravvalutato. Dall’altro lato, il consensus degli analisti raccolto da TradingView indica un target price medio di 2.038 euro e un rating complessivo di “Compra Adesso”.32 Anche JP Morgan ha recentemente alzato i target price per l’intero settore della difesa del 25%, suggerendo un ulteriore potenziale di rivalutazione.

Analisi Tecnica: Volatilità e Livelli Chiave da Monitorare

L’analisi del grafico di Rheinmetall rivela un quadro tecnico che impone cautela nel breve termine, nonostante un trend di fondo saldamente rialzista.

  • Trend e Momentum: Il panorama di medio periodo conferma la tendenza rialzista del titolo. Tuttavia, l’analisi della curva a breve termine evidenzia un rallentamento della fase positiva, con indicatori che mostrano segnali di cedimento.
  • Livelli Critici: La resistenza più immediata si trova in area 1.862,2 euro. Il superamento di questo livello sarebbe un segnale di forza, mentre una sua tenuta potrebbe favorire una fase di consolidamento o correzione. Al ribasso, il primo supporto si trova a 1.816,7 euro, seguito da un supporto più significativo a 1.795,3 euro. Una rottura di quest’ultimo livello aprirebbe la possibilità concreta di una continuazione della fase correttiva.
  • Rischio e Volatilità: Il titolo è caratterizzato da una volatilità giornaliera molto elevata, che lo rende particolarmente adatto a operatori con un’alta propensione al rischio e strategie di trading veloci, orientate al brevissimo periodo.

Posizionamento Competitivo: Leader di Nicchia

Rheinmetall si distingue nel panorama europeo per la sua forte specializzazione nei sistemi terrestri (come i carri armati Leopard 2 e i veicoli da combattimento Lynx) e nelle munizioni, i segmenti che beneficiano più direttamente e rapidamente dell’attuale contesto geopolitico. Nel confronto con i suoi principali concorrenti europei per capitalizzazione di mercato – come Leonardo in Italia (26 miliardi di euro), Thales in Francia (45 miliardi di euro) e BAE Systems nel Regno Unito (55 miliardi di euro) – Rheinmetall si posiziona saldamente tra i giganti, con una capitalizzazione di circa 52 miliardi di euro.La sua performance da inizio 2025 (+189%) ha letteralmente surclassato quella dei peer come Leonardo (+85%) e Thales (+82%), a testimonianza del premio che il mercato riconosce alla sua esposizione “pura” ai trend più caldi del riarmo.

La vera sfida per Rheinmetall, e il fulcro della tesi di investimento, non risiede più nella domanda, che è assicurata dal massiccio portafoglio ordini, ma nell’esecuzione. Il mercato ha già prezzato un futuro di crescita esponenziale; ora l’azienda deve dimostrare di poter scalare la propria capacità produttiva in modo efficiente per trasformare gli ordini in profitti e flussi di cassa, giustificando la sua valutazione premium. La costruzione di nuovi impianti produttivi è un passo in questa direzione , e il fatto che l’utile operativo nel 2024 sia cresciuto più dei ricavi (+61% vs +36%) è un segnale incoraggiante di efficienza e leva operativa.31 Tuttavia, le altissime aspettative incorporate nel prezzo attuale rendono il titolo vulnerabile. Qualsiasi delusione sul fronte dei margini, ritardo nella produzione o problema nella catena di approvvigionamento potrebbe innescare una severa correzione. Pertanto, il margine di crescita di Rheinmetall non è più legato all’annuncio di nuovi contratti, ma alla sua capacità di

sovraperformare le già elevate stime di produzione e redditività. Gli investitori dovrebbero monitorare i report trimestrali non solo per i nuovi ordini, ma soprattutto per i dati sui margini operativi, la gestione del capitale circolante e l’efficienza produttiva.

Tabella 3: Cruscotto di Analisi – Rheinmetall (RHM)

IndicatoreValoreFonte SnippetCommento
Performance 1 Anno+198,18%18Crescita esplosiva, rischio di correzione.
Portafoglio Ordini 202455 Mld € (+45% a/a)31Solida visibilità sui ricavi futuri.
Previsione Ricavi 202512 Mld €31Forti aspettative di crescita.
Stima Fair Value (Morningstar)1.310 €31Suggerisce una sopravvalutazione attuale.
Target Price Medio Analisti2.038 €32Indica potenziale di ulteriore rialzo.
Resistenza a Breve1.862,2 €18Livello tecnico da superare.
Supporto a Breve1.816,7 €18Primo livello di difesa in caso di calo.
Volatilità Giornaliera3,03718Rischio elevato, adatto a trading attivo.

Sezione 6: Il Dilemma ESG – È Possibile un Investimento “Sostenibile” nella Difesa?

L’investimento nel settore della difesa si scontra inevitabilmente con la crescente sensibilità verso i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG). La questione se sia possibile, o etico, conciliare finanza sostenibile e produzione di armamenti è al centro di un acceso e complesso dibattito che coinvolge investitori, regolatori e gestori di fondi in tutta Europa. Il conflitto in Ucraina, in particolare, ha fatto “scricchiolare” molte delle certezze preesistenti, costringendo a una riconsiderazione pragmatica del concetto di sostenibilità.

Il Quadro Normativo: Trasparenza, non Esclusione

Per orientarsi in questo dibattito, è fondamentale comprendere il quadro normativo europeo, che si basa su una distinzione cruciale:

  • Armi Controverse: Questa categoria include armi nucleari, chimiche, biologiche, mine antiuomo e bombe a grappolo. Essendo vietate da trattati internazionali ratificati, sono sistematicamente escluse dagli investimenti ESG per ragioni legali e umanitarie.
  • Armi Convenzionali: Carri armati, aerei da caccia, navi da guerra e armi da fuoco non sono soggette a divieti normativi espliciti, ma sollevano comunque complessi dubbi etici, specialmente quando vengono vendute a paesi coinvolti in conflitti o con bassi standard di rispetto dei diritti umani.37

La regolamentazione europea, pur essendo rigorosa, non impone un’esclusione totale del settore.

  • La SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) non vieta gli investimenti nella difesa. Il suo obiettivo è la trasparenza: attraverso l’indicatore dei Principali Impatti Avversi (PAI 14), richiede ai gestori di dichiarare l’esposizione dei loro fondi alle armi controverse, lasciando però margini di interpretazione sulle armi convenzionali. La stessa Commissione Europea ha chiarito che il quadro normativo è “compatibile con gli investimenti nel settore della difesa” e non pone limitazioni al finanziamento di alcun settore specifico.
  • La Tassonomia UE, che classifica le attività economiche come sostenibili dal punto di vista ambientale, esclude l’intero comparto della difesa. Questo significa che le attività del settore non possono essere etichettate come “sostenibili” secondo questo specifico regolamento, ma non implica che siano automaticamente dannose o che debbano essere escluse da tutti i portafogli (principio del “Do No Significant Harm” – DNSH).

L’Evoluzione del Pensiero: Dalla Purezza Etica al Pragmatismo

Di fronte a questo quadro normativo e al nuovo contesto geopolitico, il mondo della finanza sostenibile sta vivendo una rapida evoluzione.

  • Da Esclusione a Inclusione Selettiva: Molti gestori di fondi stanno abbandonando un approccio di esclusione totale per adottarne uno più pragmatico. Un caso emblematico è quello di Allianz Global Investors, che ha aggiornato le sue policy per ammettere investimenti in aziende della difesa all’interno dei suoi fondi classificati come Articolo 8 (fondi che promuovono caratteristiche ambientali o sociali) secondo la SFDR.39 Questa tendenza è confermata dai dati: i fondi azionari europei ESG attivi hanno triplicato la loro esposizione al settore della difesa e aerospaziale negli ultimi tre anni. Un sondaggio condotto da HANetf ha rivelato che il 94% dei gestori patrimoniali intervistati ritiene che l’investimento in titoli della difesa possa essere compatibile con i principi ESG.
  • La Sicurezza come Pilastro della Sostenibilità: Sta emergendo una nuova narrazione che lega indissolubilmente sicurezza e sostenibilità. L’argomento di fondo è che senza pace, stabilità e la protezione dei valori democratici – obiettivi garantiti anche da un’adeguata capacità di difesa – nessun obiettivo ambientale o sociale a lungo termine può essere raggiunto.35
  • L’Approccio ESG come Gestione del Rischio: L’analisi ESG non è primariamente una valutazione morale, ma uno strumento di gestione del rischio. In quest’ottica, il rischio geopolitico diventa una metrica non finanziaria fondamentale. Alcuni ETF, come il “Future of Defence” di HANetf (NATO), hanno introdotto specifici “schermi” per escludere l’esposizione a società che forniscono armamenti a stati considerati ostili, integrando così il rischio geopolitico nell’analisi di sostenibilità.

Questa ricalibrazione del framework ESG sta creando dinamiche di mercato interessanti. Le aziende della difesa non sono tutte uguali agli occhi di un investitore ESG. Quelle con migliori pratiche di governance, maggiore trasparenza nella catena di fornitura, politiche di riduzione delle emissioni e, soprattutto, un minor coinvolgimento in controversie legate a corruzione o vendite a regimi autoritari, potrebbero attrarre un flusso sproporzionato di capitali. Fornitori di dati ESG come MainStreet Partners, ad esempio, evidenziano come Leonardo mostri buone performance ambientali e processi di due diligence trasparenti, mentre BAE Systems sia sotto osservazione per presunti casi di corruzione e per la vendita di armamenti a paesi coinvolti in violazioni dei diritti umani. Un gestore di un fondo Articolo 8, dovendo scegliere, potrebbe quindi preferire Leonardo a BAE Systems per minimizzare i rischi reputazionali e normativi. Per l’investitore, l’analisi ESG di un’azienda della difesa non è più solo una questione etica, ma diventa un’analisi predittiva dei futuri flussi di capitale. Le aziende “best-in-class” dal punto di vista ESG potrebbero beneficiare di una domanda di acquisto aggiuntiva e crescente da parte della vasta platea dei fondi sostenibili, un fattore che potrebbe sostenerne le quotazioni nel lungo periodo.

Sezione 7: Guida Pratica all’Ottimizzazione SEO per Contenuti Finanziari

La creazione di un report esaustivo come questo è solo il primo passo. Per garantire che raggiunga il pubblico desiderato – investitori evoluti e altri creatori di contenuti – è indispensabile ottimizzarlo per i motori di ricerca (SEO). Un contenuto “SEO compatibile”, come richiesto dall’utente, è un contenuto che risponde in modo efficace alle domande degli utenti e che è strutturato in modo da essere facilmente compreso e indicizzato da Google.

I Fondamenti: Keyword Research e Intento di Ricerca

La base di ogni strategia SEO è la ricerca delle parole chiave (keyword research).41 L’obiettivo non è semplicemente “infilare” termini a caso nel testo, ma comprendere profondamente l’

intento di ricerca (search intent) dell’utente, ovvero il “perché” dietro una specifica ricerca.41 Per un argomento come “investire in difesa”, gli intenti principali sono tre:

  1. Intento Informativo: L’utente cerca informazioni generali per comprendere un argomento. Vuole risposte a domande come: “conviene investire in difesa?”, “cos’è un ETF sulla difesa?”, “quali sono i rischi del settore militare?”.
  2. Intento Commerciale (o Comparativo): L’utente ha già una conoscenza di base e sta valutando le opzioni disponibili. Cerca confronti e analisi: “migliori ETF difesa”, “Rheinmetall vs Leonardo”, “recensione VanEck Defense ETF”.
  3. Intento Transazionale: L’utente è pronto a compiere un’azione, come un acquisto. Le sue ricerche sono molto specifiche: “comprare azioni Rheinmetall”, “ISIN VanEck Defense UCITS ETF”, “piattaforma per PAC su ETF difesa”.

Un contenuto di successo, un vero e proprio “pillar content”, deve essere strutturato come un imbuto (funnel) per catturare gli utenti in tutte e tre le fasi, guidandoli progressivamente dall’informazione generale alla decisione specifica.44

Selezione delle Keyword e Ottimizzazione On-Page

La strategia di parole chiave deve includere un mix bilanciato:

  • Keyword Short-Tail (coda corta): Termini brevi e generici come “azioni difesa” o “ETF difesa”. Hanno un volume di ricerca molto alto, ma anche una competizione altissima e un intento spesso vago.45
  • Keyword Long-Tail (coda lunga): Frasi più lunghe e specifiche come “migliori etf difesa europei a replica fisica” o “analisi trimestrale azioni Leonardo”. Hanno volumi di ricerca inferiori, ma una competizione molto più bassa e un tasso di conversione significativamente più alto, perché intercettano un utente con un bisogno molto chiaro.

Per identificare queste keyword, è essenziale utilizzare strumenti professionali (come Semrush, Ahrefs, Google Keyword Planner) e analizzare i contenuti dei competitor che già si posizionano bene per questi argomenti.

Una volta definite le keyword, l’ottimizzazione on-page è cruciale:

  • Titolo (Title Tag) e Meta Description: Devono essere accattivanti e includere la keyword primaria. Sono il primo punto di contatto dell’utente con il contenuto nella pagina dei risultati di Google.
  • URL: L’indirizzo della pagina deve essere breve, descrittivo e contenere la keyword principale (es. /investire-difesa-azioni-etf/).
  • Struttura con Headings (H1, H2, H3…): L’articolo deve essere organizzato logicamente con titoli e sottotitoli. L’H1 è il titolo principale della pagina, mentre gli H2 e H3 devono essere usati per i vari paragrafi e sotto-paragrafi, includendo le keyword secondarie e long-tail. Questo migliora la leggibilità per l’utente e aiuta Google a comprendere la struttura del contenuto.
  • Link Interni: Collegare le diverse sezioni del report tra loro (es. dalla sezione ETF rimandare all’analisi di Rheinmetall) aiuta l’utente a navigare e distribuisce l’autorevolezza SEO (link juice) all’interno del sito.

La tabella seguente fornisce un esempio pratico di strategia di parole chiave per questo report.

Tabella 4: Strategia Keyword per “Investimenti Difesa”

Intento di RicercaTipo di KeywordEsempi di Parole Chiave
InformativoPrimariainvestire in difesa
Secondariaazioni settore difesa, ETF difesa, rischi investimenti difesa
Long-Tailconviene ancora investire in difesa nel 2025, come funziona un etf sulla difesa, cosa sono i rischi esg nel settore militare
CommercialePrimariamigliori ETF difesa
Secondariaconfronto ETF difesa, analisi azioni Rheinmetall, recensione VanEck Defense ETF
Long-TailRheinmetall ha finito di crescere, WisdomTree Europe Defence vs VanEck Defense, Leonardo vs Thales analisi comparativa
TransazionalePrimariacomprare azioni Rheinmetall
SecondariaISIN VanEck Defense UCITS ETF, come acquistare ETF difesa
Long-Taildove comprare WisdomTree Europe Defence UCITS ETF, PAC su ETF difesa

Sezione 8: Conclusioni e Prospettive – Il Verdetto Finale sull’Investimento in Difesa

Al termine di questa analisi approfondita, è possibile tracciare un bilancio finale e fornire un verdetto sfumato sulla convenienza di investire nel settore della difesa nel 2025. La risposta non è un semplice “sì” o “no”, ma dipende strettamente dal profilo di rischio, dall’orizzonte temporale e dalla strategia dell’investitore.

Sintesi dei Fattori Chiave

Fattori Positivi (Tailwinds):

Il settore della difesa è innegabilmente sostenuto da un superciclo di spesa strutturale e pluriennale. L’impegno dei paesi NATO a raggiungere il 5% del PIL in spesa per la sicurezza entro il 2035 7 rappresenta un motore di crescita senza precedenti, che fornisce una solida base politica e finanziaria per decenni. Le aziende del settore beneficiano di

portafogli ordini robusti e in crescita esponenziale, come dimostra il caso di Rheinmetall con un backlog di 55 miliardi di euro , che garantisce una visibilità sui ricavi a lungo termine. Di conseguenza, le prospettive di crescita dei profitti per l’intero comparto sono elevate.

Fattori di Rischio (Headwinds):

Il principale rischio risiede nelle valutazioni di mercato. Dopo i rally eccezionali degli ultimi due anni, molti titoli del settore scambiano a multipli elevati, che già incorporano aspettative di crescita molto ottimistiche. La volatilità rimane un fattore dominante, rendendo questi investimenti inadatti ai deboli di cuore.18 Il focus del mercato si sta spostando dal rischio di domanda (ormai basso) al

rischio di esecuzione: la capacità delle aziende di aumentare la produzione, gestire complesse catene di approvvigionamento e proteggere i margini dall’inflazione è ora la vera sfida. Infine, il dibattito sui

criteri ESG, sebbene in evoluzione, continua a rappresentare un elemento di complessità normativa e di potenziale rischio reputazionale.

Il Verdetto su Rheinmetall

Per quanto riguarda la domanda specifica su Rheinmetall, l’analisi suggerisce che esistono ancora margini di crescita. Tuttavia, questi margini non sono più legati alla semplice acquisizione di nuovi ordini, un dato ormai ampiamente scontato dal mercato. Il potenziale di ulteriore apprezzamento del titolo è strettamente connesso alla capacità dell’azienda di superare le già elevate aspettative di esecuzione operativa: consegnare in tempo, aumentare i margini e generare flussi di cassa superiori alle previsioni. Data la sua altissima volatilità e la valutazione tesa, il titolo si adatta meglio a investitori con un’alta tolleranza al rischio, un orizzonte temporale di breve-medio termine e la prontezza a gestire attivamente la posizione, possibilmente sfruttando le correzioni tecniche per l’ingresso.

investire in difesa

Raccomandazioni Finali per Profilo di Investitore

  • Per l’Investitore Prudente o Principiante: L’approccio più sensato per esporsi al trend della difesa è attraverso gli ETF. Questi strumenti offrono una diversificazione immediata che mitiga il rischio legato al fallimento o alla performance negativa di una singola azienda. È fondamentale, tuttavia, non scegliere un ETF a caso, ma analizzarne attentamente la composizione geografica e settoriale per allinearlo alla propria visione (es. scommessa sull’Europa con WisdomTree vs. scommessa sulla leadership globale USA con VanEck). Per gestire la volatilità del mercato, l’adozione di un Piano di Accumulo del Capitale (PAC) 6 è una strategia eccellente, in quanto permette di mediare il prezzo di ingresso nel tempo.
  • Per l’Investitore Aggressivo o Esperto: Le azioni singole continuano a offrire il potenziale di rendimento più elevato. La strategia ottimale non consiste nell’inseguire i titoli dopo i forti rialzi, ma nell’esercitare pazienza e disciplina. Si consiglia di attendere le inevitabili correzioni tecniche del mercato per entrare a valutazioni più ragionevoli, monitorando attentamente i livelli di supporto tecnico identificati nell’analisi.18 Per questo profilo di investitore, un’analisi fondamentale approfondita e un monitoraggio costante dei risultati trimestrali, con un focus specifico sui margini operativi e sulla generazione di cassa, sono attività imprescindibili per il successo.
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Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.