Tra gli italiani maggiormente colpiti dall’emergenza Coronavirus vi sono anche coloro che hanno un prestito in corso, specialmente davanti al veloce peggioramento della situazione lavorativa e al concreto rischio di perdere la propria occupazione. L’accordo ABI-Consumatori consente la sospensione della rata del prestito personale fino a 12 mesi, purchè questo sia superiore ai 24 mesi, a chi si trova in notevoli difficoltà economiche.
La moratoria, già promossa dalla Legge di Stabilità 2015, è ripresentata nel Decreto Cura Italia assieme a misure per i mutui di prima casa, estendendosi però anche a PMI messe in difficoltà dal CoViD-19 e in particolar modo dalla quarantena che vige dall’8 marzo 2020. Chiedere la sospensione della rata del prestito può essere una soluzione al rischio di morosità , ma prima di richiederla occorre porsi una serie di domande: Cos’è? Come funziona? A chi è rivolta?
Misure di Legge di Stabilità e Decreto Cura Italia sulla sospensione della rata del prestito
Introdotta col d.l. 192/2014, detto anche Legge di Stabilità 2015, la moratoria sulle rate dei prestiti personali è tuttora in vigore. Una misura nata dall’accordo ABI-Consumatori e sottoscritta nuovamente con l’Accordo per il Credito 2019, che consente a tutte quelle persone in forti criticità economiche di sospendere temporaneamente la rata del loro prestito personale fino a 12 mesi, a patto che questo abbia una durata superiore a 24 mesi. Obiettivo principale è quindi aggirare il concreto rischio di morosità .
Anche in tempo di Coronavirus la manovra di sospensione prestiti è stata ripresentata dal d.l. 18/2020, detto anche Decreto Cura Italia, che grazie all’accordo ABI-associazioni d’impresa l’ha estesa anche a imprese e professionisti che hanno subito danni economici dall’emergenza virus, specialmente dalla quarantena disposta col d.p.c.m. 8 marzo 2020. Con il decreto la misura è applicabile anche a mutui sulla prima casa e canoni di leasing.
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A chi spetta e che requisiti presenta la sospensione rata prestito?
Secondo l’accordo ABI-Consumatori rinnovato nel 2019, la sospensione è concessa a quei soggetti che abbiano aperto un prestito personale e che non siano in grado di onorare le sue rate, a causa di serie criticità economico-finanziarie tra cui vicissitudini legate alla crisi CoViD-19. Le motivazioni sono principalmente lavorative e tra queste vi sono:
- Cessazione di lavoro subordinato o para-subordinato non consensuale
- Sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per almeno 30 giorni consecutivi con successiva cassa integrazione
- Morte, malattia o infortunio del principale apportatore di reddito nel nucleo familiare riconosciuti dalla Legge 104
Gli eventi devono essersi verificati entro 24 mesi dalla richiesta di sospensione. A questa hanno diritto prestiti dalla durata superiore ai 24 mesi delle seguenti tipologie:
- Personale finalizzato
- Personale non-finalizzato
- Credito al consumo posticipato o rateizzato
In tutte le categorie la sospensione può essere fino a 12 mesi, durante i quali non verranno applicati interessi di mora e commissioni bancarie. La procedura sarà valida solo sul pagamento della quota capitale e, qualora se ne abbia già usufruito in passato, non è possibile richiederla nuovamente.
Oltre che per prestiti che abbiano già avuto sospensioni in precedenza, altri casi d’esclusione sono:
- Carte di credito revolving
- Cessioni del quinto
- Prestiti con agevolazioni pubbliche
Infine, non sarà poi disponibile per ritardi di pagamento rata superiori ai 90 giorni, indipendentemente dalla tipologia di prestito.
Sospensione rata per PMI e professionisti, cosa prevede il decreto?
Con un accordo ABI-associazioni d’impresa, il Decreto Cura Italia ha esteso la moratoria sui prestiti anche a micro, piccole, medie imprese e liberi professionisti che risentono dei danni economici del Coronavirus.
Questa può essere richiesta per prestiti sottoscritti fino al 31 gennaio 2020, entro 12 mesi dalla loro sottoscrizione. Grazie al Fondo Centrale di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, il decreto consente inoltre la rinegoziazione dei prestiti in corso, tra cui operazioni di leasing mobiliare e immobiliare. L’accordo è stato firmato tra tutti da:
- ABI – Associazione Bancaria Italiana
- CIA – Confederazione Italiana Agricoltori
- CNA – Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola e Media Impresa
- Coldiretti
- Confartigianato
- Confcommercio
- Confesercenti
- Confindustria
La sospensione rata del prestito è disponibile anche per i finanziamenti accesi attraverso l’Ente Nazionale per il Microcredito.
Come fare domanda di sospensione rata?
A gestire la moratoria è l’ABI. La domanda di sospensione rata va effettuata direttamente presso gli istituti di credito o finanziarie con cui è stato sottoscritto il prestito, verificando che queste ultime aderiscano all’iniziativa.
Il modulo di domanda è disponibile direttamente sul sito dell’ABI e dovrà essere compilato correttamente con i propri dati personali, specificando inoltre le motivazioni. Una volta opportunamente compilato può essere inoltrato alla banca di riferimento, che provvederà a fornire un esito entro 20 giorni. In caso di esito positivo la banca disporrà il blocco delle rate entro 30 giorni.
Inoltre, per richiedere informazioni o procedure guidate, il cliente può rivolgersi alle varie associazioni di consumatori. Qualora invece questo sia un libero professionista o un titolare d’azienda, può rivolgersi alla sua associazione di categoria.
In entrambi i casi, le quote sospese non verranno cancellate bensì contabilizzate al termine del periodo d’ammortamento, allungandone quindi le tempistiche.
Conclusioni
Capendo come avviene la sospensione rata del prestito si può notare che, sia per privati che per professionisti e PMI, la procedura risulta particolarmente semplice, nonostante eventuali opposizioni da parte delle banche in merito a circostanze non valide o requisiti non soddisfatti.
Tuttavia, non essendo ancora terminata l’emergenza Coronavirus né avendo tempistiche precise di fine, quella presentata dalla Legge di Stabilità 2015 e rilanciata dal Decreto Cura Italia è una misura d’emergenza che non è in grado di soddisfare le aspettative, costituendo una soluzione sul breve-medio periodo ma non a lungo termine. In merito a questo aspetto, le associazioni di categoria richiedono al governo maggiori interventi.
A conti fatti, la misura sui prestiti personali è un caso limite che, assieme a sospensione delle rate dei mutui e agevolazioni per lavoro e aziende, trova però perfetta applicazione nella situazione attuale, di un’Italia che soffre pesantemente sia sul lato economico che sociale. In ogni modo, ricorrere ad un prestito è una decisione che va presa con la massima attenzione, valutando con consapevolezza la capacità di rimborsare le sue rate.