Si chiama Tecnofinanza o FinTech e sostituirà la figura del bancario, ma l’Italia si presenta come un mercato particolare e i licenziamenti nel Nostro paese saranno minori che in altri paesi.
Le nuove aziende di Financial Technology, crescono sia di numero che di importanza e le prime 20 valgono 70 miliardi di dollari, un fenomeno inarrestabile che tra qualche anno soppianterà definitivamente la figura dell’impiegato di banca come l’abbiamo sempre conosciuta fino ad ora, dicono esperti e proiezioni in tutto il mondo.
Ma sarà proprio così? Quanti licenziamenti di bancari ci saranno in questi anni? Studiare economia all’università è diventata una cosa così inutile?
La Tecnofinanza o FinTech: la finanza fatta con i nuovi strumenti di comunicazione
Il termine Fintech o tecnofinanza non è piuttosto familiare per molti ma tutti i giorni, nella vita quotidiana, magari utilizzando il Nostro conto corrente online, potremmo beneficiarne magari senza saperlo. Cresce, infatti, il numero delle start up del comparto Fintech. Tra servizi bancari, sicurezza e crowdfunding, i dispositivi tecnologici movimentano il panorama di servizi e prodotti finanziari, dando impulso a progetti che puntano su semplicità di accesso e trasparenza.
Esempi di Fin Tech
Servizi eApp di pagamento, piattaforme di crowdfunding odi lending (prestiti), di protezione e sicurezza per depositi monetari on line. Ma anche opzioni binarie con relative tecniche per investire, Conti Correnti Online, investimenti online di vario tipo, dalle azioni, alle obbligazioni, ai fondi di investimento, al comprare oro finanziario
Con il termine Tecnofinanza si identifica il mondo della gestione finanziaria attraverso dispositivi digitali e piattaforme on line.
Con il termine Tecnofinanza si identifica il mondo della gestione finanziaria attraverso dispositivi digitali e piattaforme on line.
Si tratta di un comporto molto congeniale ai Millenials, i nati dopo il 1980. Gli analisti ritengono entro i prossimi 5 anni sarà diversa la modalità di effettuare pagamenti. In Italia nel 2015 le startup Fintech sono state finanziato con oltre 33 milioni di euro.
Comprare e vendere azioni tramite un Broker Online, fare ordini su obbligazioni o materie prime attraverso il Nostro smartphone, ma anche solo fare un pagamento digitale, tutto questo rientra nel FINTECH.
Storie di successo
Tra i progetti riusciti con successo citiamo OvalMoney o Trakti, premiate a maggio a Milano nel corso degli Italian Fintech Awardspromossi da CheBanca! insieme a Talent Garden e FintechStage.
OvalMoney è un’app. Controllando i dati di carta di credito e conto in banca, permette di monitorare e avere immediata contezza delle proprie abitudini di spesa. Trakti un servizio per PMIper la gestione e la finalizzazione di trattative on line.
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In Italia 115 startup attive nel Fintech
Nel 2015 le nuove iniziative imprenditoriali italiane attive nel Fintechhanno ottenuto da fondi venture capital e business angelrisorse per 33,6 milioni di euro, molti di più dei 7,5 milioni incassati nel 2014.
I numeri sono il risultato di un’indagine condotta sul database Fintech di StartupItalia! Il databaseindica che il 16% delle baby aziende è impegnato in servizi bancari, il 12% sui pagamenti, il 9% si occupa di e-commerce, e il 4% si concentra sulla sicurezza.
Si dispone anche di una mappa che mette in evidenza come le startup Fintech sono concentrate in Nord Italia, soprattutto in Lombardia(42), seguita dall’Emilia Romagna (13) e dal Piemonte(7). Segue il Sud Italia, con il 12% delle startup principalmente collocate in Campania (7). Chiude il Centro Italia, con l’11% delle startup, prevalentemente nel Lazio(12).
Il 45% delle startup Fintech si occupa di crowdfunding
In questo ambito rientrano tutte le forme di raccolta di denaro dal pubblico (crowd), quindi anche quelle di pura donazione, oltre che quelle cosiddette reward-based, cioè che prevedono la fornitura di un bene o servizio in cambio del denaro versato, e oltre a quelle di raccolta di capitale di rischio (equity crowdfunding).
Social Lending
E’ il Peer to Peer (P2P) Landing Platforme. Si tratta del servizio di filiera corta dei prestiti on line. Tutti possono accedere e fare richiesta di una somma e tutti possono diventare prestatori per l’esattezza investitori. La valutazione dei requisitiavviene con pochi passaggi, il vantaggio è nelle tempistiche- e i costi conseguenti- semplificate rispetto a quello che richiederebbe la prassi presso un istituto tradizionale. L’idea nasce nel 2005 nel Regno Unito con Zopa, oggi punto di riferimento a livello globale. Poi è stata la volta degli USA dove ha avuto larga diffusione. In Italia sono presenti Smartika e Prestiamoci con numeri ancora al di sotto dei concorrenti internazionali.
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