Investimenti Immobiliari 2023 Ecco Dove Investire in Immobili

L’epidemia Coronavirus ha dato una bella scossa al mercato immobiliare. Le persone hanno capito che vivere in una casa singola all’aperto con un pezzetto di terra è sicuramente meglio che stare in città ecco allora le novità su questo particolare settore e dove investire per avere dei buoni ritorni.

Col costo del mattone che torna a salire, il settore non ha perso la sua flessibilità, poiché le scelte immobiliari del 2022 si concentrano sempre più sulla maggiore consapevolezza delle necessità abitative e professionali. Come cambia lo scenario degli investimenti immobiliari dopo la pandemia e quali sono le maggiori tendenze?

Mercato immobiliare, l’attuale situazione italiana

Nonostante la pressione dell’emergenza Coronavirus, il mercato immobiliare italiano è in salute e non ha perso il suo dinamismo. Infatti, stando ai dati il  2021 ha avuto un rimbalzo nella crescita di compravendite delle case in italia:

  • + 45.000 i contratti di compravendita rispetto al trimestre del 2020
  • + 38,6% di case scambiate rispetto al trimestre del 2020
  • 162.258 il totale degli immobili che sono stati venduti

Anche se modo nettamente inferiore alla media Eurostat del +4,9%, il trend nazionale interrompe i ribassi perdurati dal 2012 al 2019.

Malgrado le previsioni fossero decisamente peggiori, dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate registrano una crescita dell’8,8% della compravendita d’immobili abitativi e del 12,1% di quella d’immobili non-abitativi nell’ultimo trimestre 2020.

In tale scenario, considerando l’evoluzione delle esigenze domestiche, le tendenze riguardanti gli edifici abitativi sono orientate sempre più verso soluzioni indipendenti, con appartamenti di grandi dimensioni e con ampi spazi esterni, in particolare per le case vacanza.

Investimenti Immobiliari 2022 Ecco Dove Investire in Immobili
Immagine sopra: una casa con un piccolo giardino: il sogno di molte famiglie italiane dopo un lockdown vissuto in un piccolo appartamento

Come cambiano gli investimenti immobiliari dopo il CoViD-19?

Secondo i dati dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa delle agenzie Tecnocasa e Tecnorete, nel 2020 si nota una contrazione degli acquisti immobiliari per investimento, con percentuali in riduzione rispetto all’anno precedente: specialmente dal secondo trimestre non si supera il 16,5%, a differenza del quarto trimestre 2019 in cui si raggiungeva un 18,8%.

A condizionare le compravendite sono stati i dubbi sull’investimento durante l’emergenza sanitaria: gli acquisti vengono rimandati o annullati, cosa che riguarda specialmente gli immobili da affitto, principalmente per l’impossibilità di muoversi per i vari lockdown e per la possibilità di lavorare in smart working.

Considerando gli effetti del CoViD-19 sul turismo, dallo stesso studio risulta poi un -45% delle compravendite per abitazioni da bed & breakfast e affittacamere (secondo Istat ad agosto 2020 è del 57,8% la percentuale di strutture d’alloggio chiuse), ma un 8,1% di compravendite di case vacanza nel terzo trimestre 2020, percentuale che nel medesimo periodo 2019 era tra 5,2% e 6,8%. Questo perchè, specialmente tra luglio e agosto e dopo il lockdown 2020, molti soggetti hanno puntato all’acquisto di una casa vacanza lontana dalla propria città.

Per quanto concerne gli appartamenti in città, il trilocale rappresenta circa il 33% degli acquisti abitativi, mentre segnano un -18% gli acquisti di bilocali. Il primato è però raggiunto dalle soluzioni indipendenti e semi-indipendenti, che dal secondo trimestre 2020 equivalgono al 22% delle compravendite, rispetto al 19% dei trimestri precedenti: si prediligono abitazioni signorili con grandi spazi polifunzionali interni o esterni, come sale hobby, dependance, giardini, balconi o terrazzi, situate in aree logisticamente raggiungibili.

Nella medesima categoria rientrano quegli immobili che usufruiscono del Superbonus 110%, preventivando lavori di ristrutturazione, ammodernamento e riorganizzazione per creare ambienti confortevoli, che coniughino smart working e vita privata, mentre quando possibile si svolgono lavori per unificare piccole unità abitative creando spazi maggiori o si soddisfano esigenze ecosostenibili.

Davanti alle esigenze che cambiano aumenta anche la superficie media degli immobili acquistati: il 56,4% di essi è tra 80 e 140 m2 e il 37,8% ha dimensioni inferiori agli 80 m2, percentuali che al quarto trimestre 2019 erano di 51,5% e 44,3%. Tali tendenze immobiliari riguardano anche uffici e magazzini, oggetto di completo ripensamento delle modalità lavorative, garantendo il distanziamento in ampi spazi e opportuni collegamenti coi mezzi pubblici.

Infine, è in ripresa anche la compravendita immobiliare in città non-capoluogo: secondo Agenzia delle Entrate, nel quarto trimestre 2020 sono 15.000 le nuove abitazioni acquistate in comuni inferiori ai 100.000 abitanti, +8,8% rispetto allo stesso periodo 2019. Riguardo i grandi capoluoghi, sono Genova e Roma a mostrare i maggiori aumenti di transazioni, rispettivamente con +8,4% e +7,9%, seguite da Palermo, Napoli e Torino con +0,2%.

Come cambiano gli investimenti d’immobili commerciali?

Stando all’outlook della società di consulenza immobiliare CBRE, all’ultimo trimestre 2020 il volume degli investimenti immobiliari commerciali in Italia ha un valore di 8,8 miliardi di euro, -29% rispetto all’anno precedente, registrando però un +53% rispetto al terzo trimestre, equivalente a +2,9 miliardi. In riduzione gli investitori esteri, pari al 59% rispetto al 69% medio del periodo 2015-2019.

Secondo l’amministratore CBRE Alessandro Mazzanti, malgrado gli attuali trend negativi i principali mercati d’investimento per il triennio 2022-2022 saranno:

  • Logistica, 1,4 miliardi di euro, +3% rispetto al 2019
  • Uffici, 3,7 miliardi di euro, -26% rispetto al 2019
  • Vendita al dettaglio, 1,4 miliardi di euro, -26% rispetto al 2019
  • Strutture ricettive, 1 miliardo di euro, -81% rispetto al 2019

Questo perchè, sempre secondo Mazzanti, tutti i settori stanno attuando politiche di consolidamento e innalzamento qualitativo già da alcuni anni, mentre si considera la fine della pandemia un fattore preponderante nell’inversione di tendenza. Ad aiutare il settore alberghiero, infine, saranno le nuove richieste di riduzione dei canoni da parte degli investitori.

Conclusioni

Innanzitutto bisogna dire che di solito, comprare la prima casa non è considerato un modo di investire soldi in immobili.

Per “Investimento immobiliare” , di solito si intende comprare un immobile per affittarlo e trarne un guadagno nel lungo periodo, oppure comprarlo per rivenderlo prima possibile per trarne una speculazione.

Secondo Noi invece, anche la prima casa può considerarsi – anche se solo in parte – un investimento sulla persona, o sulla famiglia. Avere un posto dove stare di proprietà senza dover pagare un affitto tutti i mesi, alla fine può ripagare. Questo però non vale sempre, dipende da molti fattori, come abbiamo spiegato in altri articoli allegati qui in fondo..

Analizzando trend e proiezioni degli investimenti immobiliari post-pandemia, si può notare come cambino drasticamente le abitudini abitative, con sempre più compravendite di trilocali o luoghi di grandi dimensioni, accessoriati, funzionali e in grado di coniugare le principali esigenze, ma anche di quegli immobili scelti come case vacanza. Ciò indifferentemente da paure e incertezze finanziarie, che però scoraggiano l’acquisto di immobili da locazione anche per l’estate.

Quello che però risalta più di tutto è la ricerca di abitazioni con giardino. Non importa se sia grande o piccolo, quello è in relazione con la possibilità dei soldi a disposizione, ma questa caratteristica è dovuta sopratutto ad una consapevolezza acquisita grazie al lockdown, quando a molte famiglie è bastato un piccolo giardino per potersi sentire “all’aria aperta”, mentre altre hanno sofferto molto psicologicamente la forzatura di dover rimanere in casa senza uscire. Specialmente quelle famiglie che hanno bambini piccoli ed animali in casa.

A conti fatti, chi vuole investire nel mattone sceglie ampi spazi in posizioni strategiche, tendenza che riguarda anche luoghi lavorativi che a loro volta hanno risentito delle restrizioni CoViD-19. Una completa riorganizzazione degli spazi abitativi e professionali, per esigenze fortemente condizionate da elementi come smart working, che ha semplificato l’attività lavorativa sul piano logistico, e mesi di quarantena, che hanno imposto la presenza in casa.

Approfondimenti:

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