Cos’é il Bail In, Come Difendere i risparmi, definizione, consigli

Cos’è il Bail In, qual’è il significato, la definizione di Bail-in e come è possibile difendere i risparmi e i conti correnti da un prelievo forzoso? Quali sono le banche a rischio? I Nostri soldi sono ancora al sicuro in banca?
Come sapere se la mia banca é sicura?

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Noi di Finanza Italiacom, ci siamo occupati di questo argomento ormai già da un anno, dal periodo in cui addirittura si diceva che “il Bail In è una bufala“, cioè era una bugia inventata dall’opposizione parlamentare per mettere paura al risparmiatore medio; oggi sappiamo che il Bail In è realtà, tanto che la prima banca a subire un Bail In è austriaca, è accaduto solo poche settimane fa’.

Banche Europee a Rischio Default

Cos’é il Bail In:

Dal 1° gennaio 2016, data in cui è entrato in vigore questo nuovo sistema è fondamentale per un risparmiatore come funzionano queste nuove direttive. La definizione giusta per Bail In é ‘prelievo interno’ ( anche se grammaticalmente in inglese significa una cosa simile) , che sta a significare che è il contrario di Bail Out, cioè una cauzione dall’esterno come sempre si è fatto finora. Il Bail In scatta al momento del fallimento di una banca; fino a poco tempo fa quando c’era una banca in default, interveniva lo stato o gli stati. L’intervento statale è costato decine di miliardi di dollari in America dopo la crisi del 2008 e qualche buon miliardo anche in Europa ( meno in Italia, ci fu solo un prestito a MPS poi rimesso), questi interventi statali presupponevano interventi a pioggia, in pratica regalìe di denaro alle banche, regalie che poi mettevano in ginocchio l’intera economia di uno stato.
Con il Bail In, se c’è un default di una banca, si procederà quasi come se la banca fosse una semplice azienda: prima il valore delle azioni diventerà pari a zero, quindi il valore delle obbligazioni subordinate alle azioni potrebbe arrivare fino a zero ( finchè ci sono debiti da coprire), infine conti correnti e conti deposito o altro tipo di risparmio non garantito del cliente superiore a 100.000 euro, potrebbe essere prelevato ( finchè ci sono debiti da coprire)

La situazione delle Banche Italiane in questi ultimi tempi in cui stiamo scrivendo, cioè le prime settimane del 2016, non è particolarmente tranquillizzante; centinaia di milioni di euro di crediti deteriorati stanno rovinando i bilanci delle banche italiane ma tranquilli, anche le banche europee soffrono degli stessi identici problemi, anche in forme più gravi ( vedi la Deutsche Bank)

Bail In Banche italiane, rischi di un prelievo forzoso

Tutto quello che devi sapere sul Bail In e le Banche Italiane ed europee:

Investire in Titoli Bancari

Azioni Deutsche Bank

Novità titolo Deutsche Bank

Situazione Deutsche Bank

Titoli ING Group 

Mediobanca Group

Banca Generali, dividendo e quotazione titolo

Comprare titoli azionari MPS oggi

BNL

Unicredit

Finecobank

UBI Banca

Banca Finnat

BPN Paribas


Come difendere i primi risparmi dal Bail In quali Banche Italiane a rischio Bail In – prelievo forzoso dai conti correnti?

Per ora non ci sono molte banche italiane che sono a rischio immediato di Bail In, ( per vedere la lista delle banche italiane più sicure vi rimandiamo al link in apertura d’articolo)  le banche italiane stanno ormai facendo da alcuni anni una politica di consolidamento, tutto è cambiato dal 2008, prima le banche considerate migliori erano quelle che facevano più contratti di mutui, ora le banche migliori sono considerate quelle che sono più solide, sono meno esposte con investimenti a rischio.
Il problema è che più non rischi, meno guadagni e meno guadagni, meno azionisti ed obbligazionisti saranno spinti a comprare le tue azioni, si perchè le banche sono aziende esattamente come le altre, aziende che devono fare utili e che a volte incappano degli errori tipici delle aziende, come avere Consigli di Amministrazione, che spingono troppo sui venditori, i quali a loro volta si ritrovano a cercare di convincere i clienti in tutti i modi anche ‘intortadoli’ un po’, come si dice a Roma, cioè facendogli credere che guadagneranno tanto e rischieranno poco, invece poi gli fanno comprare obbligazioni subordinate che rientrano nel Bail In, cioè che in caso di fallimento della banca sono tra i primi prodotti ad avere il proprio valore azzerato.

  1. Non mettere più di 100 mila euro su un conto corrente intestato ad una persona, ai pochi italiani che hanno più di 100 mila euro su un conto corrente.
  2. Se avete azioni di titoli bancari tenere i listini sempre sotto controllo.
  3. Se avete obbligazioni subordinate bancarie, tenere sempre i listini sotto controllo.
  4. Diversificare, diversificare e diversificare. Non ci stancheremo mai di dirlo: diversificare è la 1a arma di un buon investitore.
  5. Cercare un investimento sicuro.

ATLANTE Fondo Salva Banche dal Bail In

Nel caso di grossa difficoltà di una banca, ora 44 istituti di credito italiani si sono messi insieme ed hanno costituito ATLANTE, un fondo in cui hanno messo oltre 4 miliardi di euro. Per il momento, viene usato per aiutare l’aumento di capitale di alcune banche messe male, come Veneto Banca 

Ricapitolando:

Il Bail-in è uno strumento di risoluzione delle crisi bancarie introdotto dalla direttiva europea BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), in vigore in Italia dal 2016. Il suo scopo principale è quello di evitare che il salvataggio di una banca in dissesto gravi sui fondi pubblici (i contribuenti), come avveniva con il “bail-out”, trasferendo invece l’onere della ricapitalizzazione a soggetti interni alla banca stessa, in una gerarchia prestabilita.

Come funziona il Bail-in per le banche

Quando una banca si trova in una situazione di dissesto o a rischio di dissesto e non ci sono altre misure private o di vigilanza adeguate per risanarla, l’Autorità di Risoluzione (in Italia, la Banca d’Italia) può decidere di applicare il bail-in. Questo processo comporta la svalutazione delle passività della banca o la loro conversione in azioni, al fine di assorbire le perdite e ricapitalizzare l’istituto.

Il principio fondamentale è che chi ha investito in strumenti finanziari più rischiosi sostenga per primo le perdite. La gerarchia di applicazione del bail-in è la seguente, in ordine di priorità (dal primo a essere coinvolto all’ultimo):

  1. Azionisti: Subiscono per primi le perdite, fino all’azzeramento del valore delle loro azioni.
  2. Titolari di altri strumenti di capitale: Come i possessori di azioni di risparmio o altri strumenti ibridi di capitale.
  3. Titolari di titoli subordinati: Sono obbligazioni che, in caso di default della banca, vengono rimborsate solo dopo gli altri creditori.
  4. Titolari di obbligazioni ordinarie non garantite: Si tratta di obbligazioni emesse dalla banca che non godono di alcuna garanzia specifica.
  5. Depositanti con depositi superiori a 100.000 euro: Per la parte eccedente i 100.000 euro. I depositi fino a 100.000 euro sono protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e sono espressamente esclusi dal bail-in.

L’obiettivo è che le perdite siano assorbite per ricapitalizzare la banca o una nuova entità che ne continui le funzioni essenziali, minimizzando l’impatto sul sistema finanziario e sui contribuenti.

Perché il Bail-in non funziona con tutte le banche (o non si applica a tutte le passività)

Il bail-in non si applica a tutte le banche indiscriminatamente e alcune passività sono escluse per ragioni di stabilità finanziaria e protezione dei soggetti più vulnerabili. Ecco i motivi principali:

  • Depositi protetti: Come già menzionato, i depositi bancari fino a 100.000 euro per depositante sono esclusi dal bail-in. Questa soglia di protezione è volta a tutelare i piccoli risparmiatori e a prevenire un’ondata di panico e prelievi di massa (bank run) che potrebbe destabilizzare il sistema bancario.
  • Obbligazioni garantite (Covered Bond): Sono strumenti finanziari che hanno una garanzia specifica (ad esempio, un portafoglio di mutui). Per la loro natura garantita, sono escluse dal bail-in.
  • Titoli depositati in un conto titoli (se non emessi dalla banca in risoluzione): I titoli (azioni, obbligazioni, fondi di investimento, ETF, ecc.) che un cliente detiene presso una banca in un conto titoli, ma che sono stati emessi da altri soggetti (ad esempio, titoli di Stato, azioni di altre società), non sono soggetti al bail-in della banca depositaria. Il bail-in si applica solo agli strumenti finanziari emessi dalla banca stessa.
  • Beni in cassetta di sicurezza e prodotti di risparmio gestito: Anche questi non sono soggetti al bail-in, in quanto rappresentano beni o investimenti che non sono passività della banca.
  • Debiti verso dipendenti, fisco, enti previdenziali e fornitori: Queste passività sono generalmente escluse per non compromettere la continuità operativa della banca e per ragioni di interesse pubblico.
  • Discrezionalità dell’Autorità di Risoluzione: In casi eccezionali, l’Autorità di Risoluzione può decidere di escludere alcune passività dal bail-in per prevenire un rischio sistemico (cioè che la crisi si diffonda ad altre banche o all’intero sistema finanziario) o per preservare la continuità di funzioni essenziali della banca. In questi casi, un eventuale contributo per il ripianamento delle perdite potrebbe provenire dal Fondo di Risoluzione Unico, alimentato dalle banche stesse.
  • Applicazione solo a banche in dissesto: Il bail-in si attiva solo quando una banca è in dissesto o a rischio di dissesto e non vi sono altre soluzioni. Non è uno strumento applicabile a qualsiasi banca in difficoltà minore.

In sintesi, il bail-in è uno strumento cruciale per la gestione delle crisi bancarie, concepito per responsabilizzare maggiormente azionisti e creditori delle banche e per ridurre il ricorso ai fondi pubblici, ma con delle esclusioni mirate a proteggere i risparmiatori e la stabilità complessiva del sistema.

Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.