Borse Oggi 25 Gennaio 2024: Dove Investire Oggi

Settore difesa: la Casa Bianca del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha inviato mercoledì una lettera al Congresso sollecitando l’approvazione per una vendita da 20 miliardi di dollari di aerei F-16 della Lockheed Martin (LMT.N) e kit di aggiornamento alla Turchia, secondo quattro fonti vicine alla questione. che ha parlato con Reuters (link).

Martedì il parlamento turco ha ratificato la richiesta di adesione della Svezia alla NATO, rimuovendo un ostacolo significativo all’espansione dell’alleanza militare occidentale dopo 20 mesi di ritardo. Le fonti riferiscono che la lettera è stata inviata mercoledì e che l’amministrazione non ha ancora notificato formalmente al Congresso il progetto di vendita.

Il ritardo nella ratifica della Turchia è stato un grosso ostacolo nell’ottenere l’approvazione del Congresso per l’accordo sugli aerei da caccia, con i legislatori che hanno indicato che stavano aspettando l’approvazione della Turchia, inclusa la firma del presidente Tayyip Erdogan, prima di decidere sulla vendita.

La spinta dell’amministrazione Biden per l’approvazione del Congresso della vendita da 20 miliardi di dollari di F-16 Lockheed Martin e kit di aggiornamento alla Turchia arriva dopo che il parlamento turco ha finalmente ratificato l’adesione della Svezia alla NATO, un passo cruciale per l’espansione dell’alleanza militare occidentale.

Le fonti rivelano che la lettera è stata inviata mercoledì, anche se non è ancora avvenuta la notifica formale al Congresso. Il ritardo nella ratifica della Turchia ha rappresentato una sfida significativa per ottenere l’approvazione del Congresso per l’accordo sugli aerei da caccia, con i legislatori che insistono nell’attendere l’approvazione formale della Turchia, compreso l’appoggio del presidente Erdogan, prima di prendere una decisione sulla proposta di vendita.

Borse Oggi 25 Gennaio: Dove Investire Oggi
Borse Oggi 25 Gennaio: Dove Investire Oggi

Migliori azioni e titoli da comprare oggi giovedì 25 Gennaio 2024

Azioni Unicredit 

UniCredit (UCG.MI) ha raggiunto i prezzi delle azioni più alti degli ultimi otto anni, spinto dalle aspettative di “tassi più alti per un periodo più lungo” e da rinnovate speculazioni sugli scenari di M&A.

La banca annuncerà i risultati del quarto trimestre il 5 febbraio. Secondo S&P, la maggior parte delle banche italiane con prospettive stabili probabilmente riporteranno solidi profitti ante accantonamenti quest’anno, superando le perdite su crediti nonostante il rallentamento economico del paese. Nel rapporto “Italian Banks Outlook 2024”, S&P Global Ratings sottolinea che queste forti performance operative forniscono un cuscinetto contro eventi imprevisti, anche se la maggior parte delle banche italiane ha annunciato generose distribuzioni agli azionisti.

Alcuni analisti sottolineano che le banche italiane sono meglio attrezzate per gestire le recessioni rispetto all’ultimo decennio grazie a un controllo del rischio più efficace, a società debitrici più forti e a basi di capitale più ampie.

Il titolo UniCredit ha guadagnato il +9,60% da inizio 2024, sovraperformando il FTSEMIB, che è in ribasso del -0,3%. Il 2023 della banca è stato un anno eccezionale, con un impressionante guadagno del +85%, segnando la sua migliore performance dal 1997. Mediobanca mantiene un outlook positivo, ribadendo il rating Outperform con un prezzo target di 34 euro.

Analisi tecnica

Il consensus Bloomberg per UniCredit prevede 24 rating Buy, 3 Hold e 0 Sell, con un target price medio di 32,17 euro. Dal punto di vista dell’analisi tecnica, la tendenza si sta rafforzando, con il superamento dei precedenti massimi del 2023 intorno a 24,0 euro che portano ad un’accelerazione del trend rialzista. Il target naturale di questo movimento si vede nei massimi 2015/2016 intorno ai 34 euro.

Una nuova strategia LONG è stata avviata al superamento dei 24 euro e si consiglia agli investitori di approfittare delle fasi di pullback per acquistare, con un obiettivo di negoziazione iniziale fissato a 28 euro. Una gestione prudente della posizione prevede la chiusura della posizione se il titolo scende sotto i 22 euro.

 

Azioni Poste Italiane

Il governo italiano sta valutando la privatizzazione parziale di Poste Italiane, come confermato dal sottosegretario all’Industria, Bergamotto, durante un recente question time in commissione trasporti.

Bergamotto ha sottolineato che il controllo pubblico sul Gruppo Poste Italiane verrà mantenuto nonostante la potenziale cessione. Attualmente il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) detiene il 29,26% del capitale di Poste Italiane e, insieme alla quota detenuta da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) pari al 35%, costituisce il 64,26% del capitale della società.

Per mantenere una quota complessiva del 51%, la potenziale tranche in vendita sarebbe pari al 13,26% del capitale della società, che, ai valori di mercato di ieri, potrebbe fruttare circa 1,7 miliardi di euro.

Si prevede che la privatizzazione coinvolgerà circa 120.000 dipendenti e investitori al dettaglio, con circa il 12% dell’attuale capitale di Poste già detenuto da investitori al dettaglio, molti dei quali hanno partecipato alla privatizzazione iniziale nel 2015 al prezzo delle azioni di 6,75 euro, con conseguenti entrate statali di 3,4 miliardi di euro. Si prevede che l’operazione avrà luogo dopo la presentazione del nuovo Piano Strategico il 20 marzo 2024.

Questa mossa segnala la considerazione del governo di ridurre la propria partecipazione in Poste Italiane pur mantenendo una partecipazione di controllo. Si prevede che la potenziale privatizzazione attirerà la partecipazione sia dei dipendenti che degli investitori al dettaglio, basandosi sulla presenza degli investitori al dettaglio già esistenti nella società. I tempi dell’operazione sono legati alla presentazione del nuovo Piano Strategico nel marzo 2024, suggerendo un allineamento strategico con la direzione e gli obiettivi futuri dell’azienda.

Azioni Hera

Nell’aggiornamento presentato del piano strategico quinquennale annuale di Hera, il top management ha delineato i principali dati economico-finanziari, proiettando target per l’anno 2027.

Il piano industriale al 2027 prevede un margine operativo lordo di 1.650 miliardi di euro, in crescita del 27% aumento dal 2022, e un piano di investimenti quinquennali per un totale di 4,4 miliardi di euro. Si prevede che il rendimento del capitale investito netto salirà dal 7,9% al 9,5% entro il 2027, con un rapporto debito netto/margine operativo lordo che si stabilizzerà al di sotto di 3x, raggiungendo 2,7x nel 2027.

Il piano prevede inoltre una crescita annua del 7% degli utili pro capite. azione, un aumento del 28% dei dividendi (16 centesimi per azione nel 2027) e un rendimento totale annuo per gli azionisti (TSR) medio del 12%.

Inoltre, il focus strategico enfatizza la crescita sostenibile, con oltre il 70% dell’intero piano quinquennale dedicato ad investimenti a valore condiviso. La società si impegna ad allineare 2,5 miliardi di euro di investimenti alla tassonomia europea per gli investimenti sostenibili. Viene posta una significativa enfasi sul valore condiviso, puntando a una crescita del margine operativo lordo del valore condiviso oltre il 55% entro il 2027, costituendo in definitiva il 64% del margine operativo lordo complessivo.

Inoltre, il piano sottolinea la responsabilità ambientale, impegnandosi a ridurre del 29% le emissioni totali di CO2 entro il 2027 e del 37% entro il 2030. Una quota notevole, pari al 30% del piano di investimenti, è dedicata alla digitalizzazione e all’innovazione, mentre il 40% contribuisce a migliorare la resilienza delle infrastrutture ai cambiamenti climatici. Il piano mira a distribuire 10 miliardi di euro di valore economico agli stakeholder dei territori in cui il Gruppo opera tra il 2023 e il 2027.

In sintesi, il piano delinea obiettivi finanziari ambiziosi, maggiori investimenti e un forte impegno per la sostenibilità e il valore condiviso, posizionando Hera per la crescita affrontando le responsabilità ambientali e sociali. I risultati preliminari per il 2023 mostrano una performance positiva rispetto alle aspettative, con la società in attesa di ulteriori analisi prima di confermare la propria valutazione e il prezzo target.

TOD’S (TOD.MI)

ha registrato una crescita dei ricavi dell’11,9%, raggiungendo 1,13 miliardi di euro, superando leggermente le aspettative degli analisti di 1,12 miliardi di euro, come da consenso della società.

BRUNELLO CUCINELLI (BC.MI)

affronta una sfida legale da parte di Levi Strauss, che ha intentato una causa accusando il gruppo di moda di violazione del marchio relativo alla linguetta rettangolare sulla tasca posteriore dei jeans.

STELLANTIS (STLAM.MI)

ha acquisito con successo strutture di intelligenza artificiale, modelli di apprendimento automatico e diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti, da CloudMade, uno sviluppatore di soluzioni automobilistiche intelligenti e innovative basate sui big data. Questa mossa ha attirato l’attenzione del primo ministro italiano Giorgia Meloni, che ha esortato Stellantis ad aumentare la produzione di automobili in Italia. Ha anche criticato la fusione Fca-Psa del 2021 che ha portato alla formazione di Stellantis, definendola una “acquisizione francese”.

EDISON (EDNR.MI)

ha reso noto che un carico di gas naturale liquefatto destinato al terminale italiano nel mare Adriatico, attraverso il Canale di Suez, non verrà consegnato, secondo l’annuncio della società.

Obbligazioni: BTP Decennale

Il 24 gennaio 2024 il titolo di Stato italiano a 10 anni (Btp decennale) ha concluso la giornata di contrattazioni sulla piattaforma Lseg con una performance positiva, evidenziando un rendimento in calo del 3,891%, in calo rispetto al 3,924% del giorno precedente.

La giornata è iniziata con un tasso di riferimento del 3,89%. Lo spread di rendimento tra i titoli decennali italiani e tedeschi si è ridotto a 154 punti base rispetto ai 157 del giorno precedente.

Per tutta la sessione, lo spread ha oscillato tra un massimo di 156 alle 08:00 e un minimo di 151 alle 09:34. Anche i titoli a breve termine hanno subito degli aggiustamenti, con il Btp a 2 anni che ha registrato un leggero calo di rendimento al 3,226% dal 3,241% del giorno precedente, mentre il Btp a 5 anni ha visto un calo al 3,312% dal 3,338%.

Il Btp trentennale ha chiuso con un rendimento del 4,514%, in calo rispetto al 4,547% del giorno precedente. Lo spread di rendimento tra i Btp a 2 e 10 anni si è ridotto a 64,8 punti base rispetto ai 68,0 del giorno precedente, e il differenziale tra i tassi a 10 e 30 anni si è attestato a 58,8, rispetto ai 56,9 del giorno precedente.

Questi movimenti del mercato obbligazionario riflettono gli aggiustamenti dinamici dei rendimenti e degli spread per varie scadenze, segnalando il sentiment del mercato e le potenziali tendenze economiche. Il restringimento degli spread suggerisce una maggiore fiducia nelle obbligazioni italiane rispetto alle loro controparti tedesche, e il calo complessivo dei rendimenti può indicare una percezione di riduzione del rischio o di cambiamento delle condizioni economiche. Le variazioni giornaliere di questi parametri forniscono informazioni sul sentiment degli investitori e sull’affidabilità creditizia percepita del debito pubblico italiano lungo diverse scadenze.

Azioni di Wall street con l’indice S&P 500

L’indice S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0,3%, segnando la quarta sessione positiva consecutiva e mantenendosi in prossimità del picco raggiunto martedì. Nella sessione precedente, tutti e sette i giganti della tecnologia, Alphabet (GOOGL.O), Amazon (AMZN.O), Apple (AAPL.O), Meta Platforms (META.O), Microsoft (MSFT.O), Nvidia (NVDA. O) e Tesla (TSLA.O), hanno chiuso in rialzo. Questo gruppo, favorito dal mercato, ha guadagnato il 4,4% questo mese, più del doppio della performance dell’indice S&P500 (+2%).

Nell’ultimo anno, i sette giganti del Nasdaq hanno raddoppiato il loro valore di mercato portandolo a circa 5,1 trilioni di dollari, circa il 28% della capitalizzazione di mercato dell’S&P500. Di conseguenza, le aziende più piccole restano indietro mentre i giganti della tecnologia continuano a crescere.

Da inizio anno, l’indice di riferimento statunitense ha guadagnato il 2%, rispetto al -0,7% dell’indice S&P500 a pari ponderazione. Gli investitori attualmente non temono rischi di concentrazione e continuano a concentrarsi sui nomi familiari e vincenti.

Bank of America ha registrato un afflusso significativo di circa 4 miliardi di dollari in fondi tecnologici nelle due settimane precedenti il ​​17 gennaio, il più grande afflusso bisettimanale da agosto. Nonostante le preoccupazioni iniziali, il rally dei giganti della tecnologia è continuato nell’ultima parte di gennaio, anche se la possibilità di un taglio dei tassi a marzo negli Stati Uniti è diminuita.

Gli analisti attribuiscono questa recente ripresa del mercato a una “fuga verso la qualità”, con fiducia nei fondamentali dei titoli a grande capitalizzazione, crescita costante dei profitti, debito modesto e significativi piani di riacquisto. Inoltre, gli approfondimenti sul 2024 forniti da Taiwan Semiconductor Manufacturing, uno dei maggiori produttori di chip di terze parti al mondo, hanno avuto un ruolo nel plasmare le recenti dinamiche di mercato.

L’andamento dei magnifici sette è altalenante, con Nvidia in rialzo del +21% da inizio anno, mentre Tesla ha subito una perdita dello 0,16%. Si prevede che Tesla riporterà i suoi risultati trimestrali, con gli analisti che prevedono un utile per azione di 74 centesimi, ponendo l’accento sugli indicatori della domanda, sull’utilizzo delle strutture Cybertruck e sui progressi nella produzione di celle batteria.

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