Finanza islamica: cos’è come funziona

Cos’è la finanza islamica? Come funzionano gli investimenti e i prestiti tra musulmani, quali sono i precetti del Corano in materia di economia e finanza?
Per finanza islamica si intende quel tipo di finanza che segue i precetti del Corano, che a volte sono chiari e lineari su alcune materie, altre volte invece non regolano la finanza direttamente, quindi per finanza islamica si intende anche un tipo di finanza che non va contro al Corano.
In una economia e finanza sempre più globalizzata, in una Italia ed Europa sempre più abitata da emigrati stranieri sopratutto di fede islamica, che ora iniziano ad essere anche di 2a e 3a generazione, tutti quanti bisognerebbe conoscere le usanze finanziarie di questi popoli, per poterne trarne vantaggio o comunque non rimetterci denaro, quindi oggi cercheremo di andarle a conoscere.

Il Corano non è solo un testo religioso come molti pensano, ma è anche un testo che indica come vivere, sono dei veri e propri precetti su come vivere tutti i giorni: dalla mattina quando ci si alza a quando si va a dormire, come e quando mangiare, come e quando sposarsi, come e quando fare commercio, cosa fare e cosa non fare.

Le principali regole della finanza islamica:

Divieto di praticare interessi sul debito.

Obbligo di fare la carità.

Investimenti halal (halal = tutte quelle cose che non vanno contro i dettami del Corano che èè il contrario di Haram, cioè quegli atteggiamenti che vanno contro i precetti del Corano).

Gli investimenti non devono essere speculativi.

Gli investimenti non devono essere rischiosi.

Finanza islamica: cos'è come funziona

Finanza islamica , cosa prescrive di fare il Corano:

Come dicevamo, nel Corano ( un testo scritto 1400 anni fa, si tratta di 1 unico testo, le altre ‘edizioni’ le bruciò tutte lo stesso Maometto) ci sono sia delle prescrizioni precise in campo finanziario, che versetti che comunque indicano alcune cosa lecite e non lecite da fare o meno, quindi vediamo le precise prescrizioni del Corano per quanto riguarda l’aspetto finanziario della vita dei suoi fedeli.
Tutto quello che non va contro quello che obbliga a fare il Corano è lecito,
tutto quello che va contro i dettami del Corano non è lecito.

Non esiste una vera e propria morale come la intendiamo Noi occidentali di cultura greco-romana e cristiana, la filosofia musulmana è dualistica, cioé distingue quello ciò è halal (lecito per il Corano) e quello che è haram ( non lecito secondo il Corano), per cui i critici dell’Islam parlano di ‘doppia morale dell’Islam‘.

  • Ad esempio: un fedele musulmano non potrebbe mai mettersi a fare l’editore e a vendere libri che fanno una campagna contro il velo islamico, per esempio; anche se come editore paga tutte le tasse ed è ligio alle leggi dello Stato, quello è un lavoro che va contro l’Islam quindi è condannato.
  • Una donna musulmana ( che ha l’obbligo di coprirsi la testa e le mani) non può fare un lavoro normale in cui è obbligatorio scoprirsi la testa e le mani, come ad esempio fare la comparsa in un film o l’attrice.

Nascita delle banche islamiche:

Le prime banche islamiche, nascono recentemente, intorno agli anni ’70. Dato che non si può fare interesse sui prestiti, prima semplicemente non esistevano, esisteva però un modo di fare delle transazioni che viene chiamato hawaladar, in cui compaiono 4 soggetti: colui che versa i soldi, colui che riceve i soldi e 2 hawaladar che prendono commissioni, l’esempio tipico di questa transazione è il versamento di soldi da una nazione all’altra, dove chi versa da i soldi ad un hawaladar dove si trova il quale prende una commissione, questo manderà i soldi all’altro hawaladar del paese dove abita il beneficiario il quale prenderà un’altra commissione.

Obbligo di fare la carità:

Dare soldi ai poveri, fare l’elemosina, uno dei pilastri dell’Islam, il terzo, e si chiama “zakat“; bisognerebbe dare un decimo del proprio reddito ai più poveri. Ovviamente questa era una legge scritta nel 600, cioè 1400 anni fa, in un paese desertico, in cui c’erano solo tribù di beduini che abitavano in delle tende; oggi è difficile seguire questo precetto, visto che bisogna pagare pure le tasse, ad esempio: un fedele italiano, oltre al 70% di tasse che deve pagare allo Stato, se dovesse pagare pure il 10% ai poveri addio, diventerebbe povero lui stesso. In molti quindi seguono questo precetto o solo durante il Ramadam oppure solo ed esclusivamente quando vanno in pellegrinaggio alla Mecca.
Negli stati con teocrazie islamiche, l’obbligo di fare la carità viene espletato con una tassa del 2,5%.
Fare la carità è comunque lo si veda una cosa positiva a livello sociale, e Noi ci permettiamo di consigliare anche ai non islamici: fare la carità aiuta lo spirito, provate.

Divieto di praticare interessi sul debito:

In pratica è lo stesso identico precetto che c’era nei paesi cristiani fino a 7 – 800 anni fa’. Molti conosceranno il detto “i soldi sono del diavolo“, è una usanza di molte culture, un modo di combattere l’usura, cioè il prestito a strozzo, che nei secoli ha rovinato intere generazioni di famiglie, proprio perchè poi i figli dovevano pagare i debiti dei padri, magari con la propria libertà in tempo in cui si compravano e vendevano schiavi.

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Per questo alcune religioni come l’Islam ed il cristianesimo per secoli, hanno vietato l’usanza che sta alla base del capitalismo, cioè il prestito di soldi con relativi interessi. Invece la religione ebraica non vietava il prestito, per questo tante famiglie di ebrei iniziarono a buttarsi nel business della finanza, delle banche proprio perchè per secoli hanno elargito prestiti e per questo sono sempre stati odiati sia da cattolici che da musulmani; molti storici dicono che tra le più importanti ragioni dell’antisemitismo storico, alla base dell’odio verso gli ebrei ci sia proprio il fatto che loro potessero prestare soldi ricevendo in cambio il capitale prestato più gli interessi, mentre gli altri no.
Gli investimenti non devono essere speculativi:

Non si può fare un investimento fine a se stesso, cioè solo per guadagnare.

In effetti questo sarebbe pure uno dei precetti di una finanza etica ; delle vere e proprie regole per investiretendenti al sociale, ad esempio:

  • Non si possono prestare soldi a chi a chi fa gioco d’azzardo, ( questo è esplicitamente scritto nel Corano), quindi anche a strumenti finanziari molto rischiosi, simile al gioco d’azzardo:
  •  oppure ad istituti di credito che fanno leva finanziaria.

Non si possono fare investimenti rischiosi:

Non rischiare, questo non è scritto esplicitamente nel Corano ma in alcune hadit della Sunna. Ci sono degli appositi strumenti finanziari islamici che servono ad investire senza rischiare, strumenti molto simili alle obbligazioni, che danno cioè un reddito certo.

La finanza islamica oggi:

L’Islam non è come la religione cattolica, dove c’è 1 Papa ed un Consiglio dei Vescovi dove si prendono decisioni, si cambiano le leggi, si interpretano i testi sacri.
Nell’Islam in teoria ogni uomo capo di famiglia può essere un Imam; il recente successo dei radicali islamici in tutto il mondo è dovuto proprio a questo fattore, di  organizzazione religiosa, in pratica l’Islam si divide in fazioni, innanzitutto gli sciiti ( iraniani) contro i sunniti ( arabi) che poi a loro volta si suddividono in altre correnti di pensiero, tra cui i wahaabiti e salafiti, cioè le correnti più radicali, nel senso che nemmeno interpretano più il Corano ma lo applicano alla lettera.
In tutta questa complessità, oggi come oggi la maggior parte di queste regole vengono disattese, specialmente nei paesi più evoluti, cioè quelli più laici e democratici, dove in realtà la finanza funziona esattamente come da Noi.
Quello che emerge in questi ultimi anni però, è la proliferazione di nuovi istituti di credito islamici, cioè che seguono i precetti del Corano, stanno avendo sempre più successo, proprio grazie alla loro solidità, visto che cercano di rischiare il meno possibile e – di solito – non si buttano in operazioni speculative rischiose, sia quando si parla di investire che di fare prestiti.

Nozioni di finanza che dovresti conoscere:

Pubblicista finanziario e operatore turistico, ha frequentato la Facoltà di Economia e Commercio e il Dipartimento di Lettere, lingue, letterature , civiltà antiche e moderne, presso UniPG

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