Tenere i Soldi nel Conto Corrente o Investirli? Ecco cosa Conviene fare

Da sempre, il conto corrente è simbolo di risparmio sicuro, una garanzia per il proprio capitale per lavoratori, pensionati e non solo, come una sorta di salvadanaio. Tuttavia, tale liquidità non è remunerata, e nel corso degli anni si possono sentire gli effetti di imposte e spese quotidiane, nonché dell’inflazione, che avrà effetti sul lungo periodo.

Al 2021 sono quasi 1.500 i miliardi giacenti nei conti correnti italiani, denaro infruttifero e a rischio svalutazione. Tuttavia, oltre a questi esistono altri strumenti finanziari che permettono di far crescere i propri risparmi, anche a rischio ridotto. Conviene più tenere i propri soldi in un conto corrente o investirli? Investire o risparmiare? E’ sempre stato questo il dilemma di chi ha qualche soldo da parte.

Cos’è il conto corrente e perchè gli italiani si fidano di esso?

Chiamato anche con la sigla C/C, il conto corrente è uno strumento tipico del risparmio, che consente di custodire il proprio capitale all’interno di un deposito sicuro, sostituendo il contante attraverso strumenti come bonifici, carte di pagamento e servizi di home banking. Dotato di IBAN, può essere utilizzato sia da persone fisiche che da aziende e per accreditare stipendi e pensioni. Ne esistono principalmente di due tipologie:

  • Postale, chiamato anche BancoPosta, offerto da Poste Italiane
  • Bancario, offerto dai vari istituti di credito, che può essere a sua volta
    • Solo online, che riduce le spese di pratiche fisiche e/o cartacee
    • A zero spese, che non prevede alcun canone e/o ha spese di gestione ridotte

In Italia il conto corrente ordinario è disciplinato dall’art. 1823 e successivi del c.c., mentre quello bancario dagli artt. 1852 e 1857 c.c., quest’ultimo lo rimanda alla disciplina del conto ordinario. Tutti i conti nazionali aderiscono al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, con copertura assicurativa fino a 100.000 euro in caso di fallimento dell’ente che li presenta: tale fondo è alimentato dalle banche degli Stati membri UE.

Secondo Banca d’Italia, specialmente durante l’epidemia CoViD, al 2021 ammonta a quasi 2.000 miliardi di euro la liquidità ferma in conti italiani considerando anche i depositi, di questi quasi 1.400 miliardi giacciono in conti correnti, in modo infruttifero.

Ciò è dovuto alla grande fiducia che gli italiani hanno nei conti correnti: da sempre è l’emblema del risparmio sicuro ed è caratterizzato da semplicità d’utilizzo, per via della sua gestione passiva, e possibilità di tenere sempre d’occhio il proprio capitale, gestendo anche spese impreviste e urgenze. Tuttavia, secondo Consob solo il 31% dei correntisti riesce a risparmiare con regolarità, mentre circa il 21% di essi non conosce neanche le nozioni basilari.

Tenere i Soldi nel Conto Corrente o Investirli? Ecco cosa Conviene fare
Tenere i Soldi nel Conto Corrente o Investirli? Ecco cosa Conviene fare

Caratteristiche e costi del conto corrente

Intuitivo e semplice da gestire, il conto corrente è un deposito bancario o postale in cui vengono convogliati i propri risparmi, che vengono mantenuti sempre disponibili in caso d’emergenze finanziarie. Al contrario dei conti deposito, non sono remunerati e non maturano interessi, eccetto alcuni rari casi di prodotti più recenti (tra tutti, Widiba).

Se spesso sono a zero spese, riducendo i costi per via dei servizi online o la disponibilità di funzioni unicamente basilari, molti conti correnti presentano canoni dai 30,00 ai 100,00 euro/anno, a fronte delle varie funzionalità offerte. Indifferemente da ciò, si hanno i seguenti costi:

  • Operazioni, dal costo variabile
  • Imposta di bollo, 34,20 euro/anno per depositi superiori ai 5.000 euro
  • Aliquota fiscale, al 26%

Secondo l’art. 543 c.p.c., che rimanda all’art. 492, il conto corrente è pignorabile e sequestrabile, anche se straniero, purchè vi sia titolo esecutivo verso il debitore emesso da Agenzia delle Entrate-Riscossione, o la società di recupero crediti del proprio Comune o altri enti locali. Unico limite può riguardare i conti correnti dedicati esclusivamente all’accredito stipendio o pensione, pignorabili fino a 1.380,63 euro, triplo della pensione sociale (al 2021 è di 460,28 euro per 13 mensilità), fino all’estinzione del debito.

Alternative remunerate al conto corrente

Ispirando fiducia per via della sua gestione passiva, il conto corrente può però non essere la soluzione migliore per chi desidera accantonare i propri risparmi e al tempo stesso creare una rendita. Per tali soggetti, esistono numerose alternative remunerate, che rappresentano dei veri e propri investimenti a rischio ridotto:

  • Conti deposito, prodotti simili al conto corrente, con vincoli fino a 36 mesi o non vincolati, che consentono di maturare interessi lordi fino al 2%/anno
  • Libretti di risparmio postale, presentati da Poste Italiane e garantiti dallo Stato italiano, con vincoli temporali o senza, maturano interessi lordi dallo 0,001% allo 0,75%
  • Buoni Fruttiferi Postali, presentati da Poste Italiane e garantiti da Stato italiano e Cassa Depositi e Prestiti, con durate dai 4 ai 20 anni e interessi lordi crescenti dallo 0,05% allo 0,75%, eccetto quelli dedicati ai minori che maturano interessi fino al 2,50%; hanno tassazione agevolata al 12,5%
  • Buoni del tesoro, titoli di debito emessi dallo Stato italiano, con durate fino a 16 anni e rendimenti lordi fino al 2% (tra tutti, si ricordano i BTP Futura); hanno anch’essi tassazione agevolata al 12,5%

Infine, qualora si abbia una maggiore propensione al rischio, si può puntare a investimenti dal rendimento maggiore e senza vincoli temporali, quali:

Per questo genere d’investimenti è necessaria una cospicua liquidità finanziaria, per far fronte alle potenziali perdite, oltre ad un’approfondita conoscenza di mercato, criticità geo-politiche e caratteristiche delle realtà su cui si vuole investire. Altro elemento da prendere in considerazione è l’inflazione.

Conviene più mettere risparmi in conti correnti o investire?

Concludendo quest’esame si può dire che, nonostante il conto corrente sia uno strumento dalla facile gestione e particolarmente amato dagli italiani, presenta numerose criticità che riguardano principalmente i costi: giacenze superiori a 5.000 euro sono soggette a imposta di bollo annuale di 34,20 euro, mentre vi è una tassazione al 26%, spese a cui si aggiungono eventuali canoni e costi delle operazioni.

A conti fatti, anche per profili di rischio minori, investire sul medio-lungo periodo risulta molto più conveniente rispetto al mantenere i propri risparmi nel conto corrente: questo perchè, oltre ad avere spese ridotte, danno la possibilità di accrescere il proprio capitale grazie a interessi attivi, sicuri seppur irrisori rispetto ad altri asset a rischio maggiore.

Considerando anche l’inflazione, stando ai dati Istat a giugno 2021 al +1,3%, che grava costantemente sulle finanze all’interno e che può causare progressiva svalutazione negli anni, consiglio finale è quello di mantenere nel proprio conto corrente solamente il denaro necessario alle varie vicissitudini, come quello dedicato a imprevisti e urgenze.

 

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Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.