Dopo l’acquisizione di UBI Banca da parte di Intesa Sanpaolo, in Italia nel 2021 si apre un’epoca di fusioni e consolidamenti. Tra queste c’è l’accordo tra BancoBPM e Bper, per creare una solida realtà dall’utile netto di 261 miliardi di euro e risollevare il sistema bancario italiano, grazie anche agli incentivi contenuti nella Legge di Bilancio.
Una procedura di finanza straordinaria di cui si parla da settembre 2020, con l’acquisizione di Bper di 600 sportelli BancoBPM, e che potrebbe effettuarsi entro il primo semestre 2021, facendo tornare protagonisti i territori di Verona e Modena. Dopo aver parlato delle altre eventuali fusioni tra banche italiane ed in particolare della fusione tra Unicredit ed MPS, cerchiamo di capire perchè può avvenire la fusione Banco BPM Bper e cosa succederà in caso di esito positivo?
Opportunità e rischi della fusione Banco BPM-Bper
Da settembre 2020 sono sempre più insistenti le voci di una fusione tra BancoBPM e Bper: da una parte un gruppo d’origine cooperativa, terza realtà d’Italia, che nasce dall’integrazione di Banco Popolare di Verona e Banco Popolare di Milano nel 2016, dall’altra l’ex Banca Popolare dell’Emilia Romagna, sesto istituto nazionale.
Con un utile netto di 157,3 milioni di euro (+60,1% rispetto al 2019) e un CET1 Ratio al 12,30% nel periodo gennaio-settembre 2020, BancoBPM mantiene risultati positivi nonostante gli effetti dell’epidemia CoViD-19, nonostante i 15,87 miliardi di euro tra crediti deteriorati e unlikely-to-pay in acquisto da AMCO e Credito Fondiario. Nello stesso periodo Bper Banca presenta un utile netto di 200,62 milioni di euro (-61,6% rispetto al 2019) e un CET1 Ratio del 14,61%, con crediti deteriorati netti per 2,5 miliardi.
Effetti sentiti anche a Piazza Affari, con BancoBPM che nel 2020 ha contenuto le perdite al -6,9%, mentre Bper ne ha avute per il 47,2% del suo valore azionario. Secondo la società di consulenza olandese Kpmg Advisory, la situazione azionaria di Bper renderà più verosimile la fusione, in quanto la sua quotazione negativa rappresenterebbe un capitale aggiuntivo per il nuovo istituto, raggiungendo utili totali netti di 261 miliardi di euro, divenendo secondo gruppo bancario d’Italia. La capitalizzazione in borsa sarà invece più ridotta, del +3,1%.
Specialmente dopo l’acquisizione di 600 sportelli BancoBPM da parte di Bper Banca per un valore d’asset del 40%, a tali opportunità si associano però i rischi che l’istituto di Verona affronterà acquisendo quello di Modena, tra cui l’assorbimento di ulteriore credito deteriorato/unlikely-to-pay e la partecipazione al 19,2% di Unipol, azionista di maggioranza Bper.
Quali soluzioni?
Secondo Carlo Cimbri, amministratore Unipol che vede con assoluta positività l’operazione, la fusione BancoBPM-Bper darebbe al nuovo gruppo bancario un maggiore rendimento di capitale, rispetto allo 0% della prima e l’1% della seconda.
Idea dell’amministratore BancoBPM Giuseppe Castagna è quella di rafforzare la posizione del suo istituto coinvolgendo alcuni membri dell’azionariato: Fondazione Crt, con quota 1,8%, Fondazione CariLucca, con l’1,24% e Fondazione CariAlessandria con lo 0,5%, mentre ha già declinato l’offerta CariVerona. Sul fronte Bper, invece, oltre a Unipol vi sarebbe anche Fondazione Banco di Sardegna, altro azionista di maggioranza col 10,2%.
A gennaio 2021 BancoBPM ha concluso un’altra operazione di consolidamento, ossia l’acquisizione di 30 milioni di euro in crediti fiscali da Axpo Energy Solutions Italia, azienda di riferimento nel mercato di Ecobonus e Superbonus 110%, rafforzando il suo impegno verso le PMI nazionali. Nel frattempo ha però abbandonato la partnership con Cattolica Assicurazioni.
Si lavora poi, da parte di AMCO, società controllata dal Ministero dell’Economia e Finanze, e Credito Fondiario, all’alleggerimento del credito deteriorato Bper Banca; le due società sono già impegnate nell’assorbimento del NPL BancoBPM, con l’assistenza di Pricewaterhouse Coopers. Infine, in merito alla cessione di crediti deteriorati e alla fusione bancaria, nell’offerta di scambio non si escludono 1,3 miliardi in crediti d’imposta erogati dal MEF.
Quali ostacoli?
Secondo un’analisi della banca d’investimento Equita, nonostante crei il secondo gruppo bancario d’Italia con una quota del 13,6% del mercato domestico, nella fusione BancoBPM-Bper si assorbirebbero oneri di ristrutturazione per 1,7 miliardi di euro legati principalmente a Bper Banca.
Stando alla stessa analisi, nell’azionariato si ridurrebbero drasticamente le quote partecipative, specialmente di Unipol, dal 19,2% all’8% restando comunque primo azionista, e di Banco di Sardegna, che dal 10,2% scenderebbe al 4%.
Come reagisce Piazza Affari alla fusione BancoBPM-Bper?
La notizia della possibile acquisizione di Bper Banca da parte di BancoBPM ha portato ai due titoli su Piazza Affari andamenti contrastanti: dopo il crollo del periodo marzo-maggio, dal 1 settembre 2020 al 19 gennaio 2021 le azioni BancoBPM hanno avuto una lenta ricrescita con cui nonostante cali temporanei hanno segnato un +34%, tornando a valori simili a quelli pre-CoViD; nello stesso arco temporale, risultato peggiore per Bper che perde un ulteriore 32,9% riguadagnando terreno con un +8,6% totale.
A causare le varie oscillazioni sono le differenti strategie dei due istituti davanti all’emergenza Coronavirus, che hanno avuto seguito anche durante gli ultimi mesi. Tuttavia, specialmente da novembre 2020, la potenziale fusione ha però restituito risultati positivi, complice anche l’interesse di entrambe le parti e la presenza di rischi ridotti.
Perchè la fusione Banco BPM Bper sarà così importante?
Dopo quella tra Intesa Sanpaolo-UBI Banca e le potenziali Unicredit MPS e Credit Agricole-Creval, la fusione tra Banco BPM e Bper Banca apre una nuova epoca d’acquisizioni e consolidamenti di realtà bancarie volta ad affrontare gli effetti del CoViD-19. In tutto questo non mancano strategie innovative e diversificazione, per istituti non più legati alle singole attività creditizie.
A conti fatti, quelle in questione sono banche molto simili tra loro, che unendosi creerebbero un gruppo capace di competere in un mercato dall’elevata concorrenza e reso sempre più complesso dall’attuale situazione nazionale.
Questo ciò che pensa l’amministratore Unipol Carlo Cimbri, così come anche Tommaso Zanini, vicepresidente della Fondazione Banca Popolare di Verona, e Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori e azionista Banco BPM, che ritengono la fusione un mezzo per garantire sinergie economico-sociali dando importanza crescente a territori storici.
Per BancoBPM, che già nasce nel 2016 dall’unione di due banche territoriali, sarà una nuova acquisizione strategica: quest’ultima formerebbe una forte presenza in regioni altamente industrializzate e tendenti all’export, specialmente nel nord Italia.
Visti anche gli ultimi sviluppi su Piazza Affari, anche dal punto di vista azionario, secondo la società finanziaria Exane una fusione sarebbe l’unica opzione possibile per salvare Bper, creando nuove sinergie di costi e riducendo ulteriormente il carico di crediti deteriorati.