Gold Standard nel Sistema bancario: Cosa Significa la Rivoluzione dell’Oro

Cosa sta succedendo nel mercato dell’oro? La Banca dei Regolamenti Internazionali ha deciso che dal 29 marzo 2019 ci sarà il Gold Standard nelle riserve auree delle banche.
Cerchiamo di capire cosa significa esattamente questo ritorno al Gold Standard e cosa significa per la finanza e per tutti Noi consumatori.
Nell’accordo interbancario di Basilea 3 c’è un’opzione che porterà l’oro ad essere equiparato alla moneta come rileva Il Sole 24h.
In pratica le riserve auree delle banche saranno contabilizzate come moneta, questo significa che diventa privo di rischio “Risk Free

Gold Standard, o meglio Gold Remonetization

In pratica l’oro, per la prima volta dagli accordi di Bretton Woods degli anni ’70, torna ad essere equiparato alla moneta.

Questo permetterà alle banche che ne sono in possesso di  cambiare nel bilancio i propri asset.

Finora i lingotti d’oro erano considerati un asset a rischio, esattamente come un’azione, o una obbligazione di un’azienda privata, o un fondo.

ma ATTENZIONE: si parla solo di ORO FISICO, ( cioè appunto lingotti o monete d’oro reali, tangibili) non strumenti finanziari come ad esempio i certificates.

Si tratta dell’accordo interbancario di Basilea 3 , secretato in alcune parti fino a poco tempo fa, accordo voluto dalle più importanti banche come Bundesbank, Federal Reserve, BCE e la Banca di Francia, cioè il G5 delle 5 grandi potenze monetarie globali.

Gold Standard nelle Banche: che Significa per l'Oro e Investimenti

Oro come bond sovrani?

Il problema che potrebbe sorgere con questo nuovo gold standard, è quello per i bond sovrani .

Molti stati – come l’Italia – hanno riempito le casse delle banche di bond sovrani, che ora sono considerati Risk Free.

Nel momento in cui si fa un Gold Standard, è probabile che si vorrà fare una scala di rischio per le riserve di bond sovrani delle banche.

Per capire meglio, facciamo l’esempio dell’Italia.

Negli ultimi anni, per uscire dalla crisi la BCE ha dato la possibilità alle banche italiane di comprare molti BTP , ora nella pancia delle banche italiane ci sono 400 miliardi di BTP, ( SU UN TOTALE DI UN DEBITO PUBBLICO CHE SI AGGIRA INTORNO AI 2.390 MILIARDI DI EURO) ma se questi venissero considerati per il Loro rischio ( Noi abbiamo una tripla BBB con outlook negativo) , le banche italiane si troverebbero a dover ricapitalizzare le proprie riserve, facendo saltare quel fragile rapporto positivo di CET 1 Ratio raggiunto con tanti sforzi ( anche politici).

In questo caso le banche sarebbero quasi costrette ad abbandonare i BTP e buttarsi in qualcosa di meno rischioso.

Questo problema non sarebbe solo per l’Italia, ma anche per  altri paesi con economie non solide, già in Europa potrebbe avvenire per Portogallo, Spagna e Grecia, quindi già sappiamo da ora che nei prossimi mesi sarà importante definire questi modelli standard da applicare ( o meglio da NON applicare9 se non si vuole un’altra ennesima crisi finanziaria nel Nostro continente, in un periodo poi in cui le economie europee stanno rallentando la propria crescita, ad iniziare dall’economia della Germania in primis.

Senza dimenticare la imminente Brexit.

 

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