Diciamo subito che il prelievo forzoso dai conti ( conti correnti o conti deposito ) è una pratica possibile che può mettere in atto uno Stato, ma poco probabile in questo momento; ora cercheremo di capire quante queste probabilità di prelievo forzoso ci sono, se sono reali e quanto bisogna avere veramente paura delle voci che circolano.
La crisi economica degli ultimi anni ha portato a spiacevoli manovre da parte dei governi, che hanno gravato e gravano ancora ovviamente sui risparmi dei cittadini. Una di queste è il prelievo forzato dai conti correnti, di cui parleremo oggi insieme comprendendone modalità e ragioni per cui potrebbe essere effettuato.
Spesso considerato una patrimoniale, in caso di crisi finanziaria può rappresentare un grave pericolo per le tasche degli italiani, poiché effettuato senza alcun preavviso. Già avvenuto nel 1992, è grande la paura che avvenga di nuovo davanti le incognite socio-economiche attuali. Cos’è, come funziona e in quali casi avviene il prelievo forzoso dai conti correnti?
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Cos’è un conto corrente
Un conto corrente è un tipo di conto bancario che permette ai titolari di depositare denaro, effettuare prelievi e gestire le transazioni finanziarie in modo sicuro e conveniente. In genere, le persone utilizzano i conti correnti per gestire le loro finanze quotidiane, come ricevere stipendi, pagare bollette, e effettuare acquisti.
Ecco alcune caratteristiche comuni dei conti correnti:
- Depositi e Prelievi: I titolari di un conto corrente possono depositare il denaro in contanti o assegni e possono prelevare fondi quando necessario attraverso prelievi in contanti, assegni o pagamenti elettronici.
- Strumenti di Pagamento: Il conto corrente offre diversi strumenti di pagamento come carte di debito, assegni, e servizi di pagamento online. Questi strumenti permettono di effettuare pagamenti senza utilizzare denaro contante.
- Operazioni Online e Mobile: Molti conti correnti offrono l’accesso a servizi bancari online e app mobili, che permettono ai clienti di monitorare il saldo del conto, effettuare trasferimenti di denaro e pagare le bollette da computer o dispositivi mobili.
- Interessi e Spese: A differenza dei conti di risparmio, i conti correnti generalmente non offrono tassi di interesse elevati sui saldi. Inoltre, potrebbero avere spese di gestione, commissioni per prelievi da bancomat non affiliati, o altri costi associati.
- Overdraft: Alcuni conti correnti offrono una funzionalità di scoperto (o fido), che permette al titolare del conto di prelevare più denaro di quanto ne abbia effettivamente disponibile, fino a un certo limite. Questo servizio può essere utile in caso di emergenze, ma spesso comporta delle spese o tassi di interesse.
- Estratto Conto: Di solito, la banca fornisce un resoconto mensile delle transazioni effettuate attraverso il conto corrente, chiamato estratto conto. Questo documento aiuta a tenere traccia delle entrate e delle uscite e può essere importante per la gestione delle finanze personali.
In sintesi, un conto corrente è uno strumento bancario versatile che facilita la gestione del denaro e delle transazioni quotidiane. Tuttavia, è importante essere consapevoli delle commissioni e delle spese che possono essere associate al conto, e scegliere un conto che meglio si adatti alle proprie esigenze finanziarie.
Cos’è un Conto Deposito
Un Conto Deposito è un tipo di conto bancario utilizzato principalmente per conservare denaro con l’obiettivo di risparmiare. È differente da un conto corrente in quanto è più focalizzato sulla conservazione e l’accumulazione del capitale piuttosto che sulla gestione delle transazioni quotidiane.
Ecco alcune caratteristiche tipiche dei Conti Deposito:
- Interessi: Una delle principali attrattive di un Conto Deposito è che generalmente offre tassi di interesse più alti rispetto ai conti correnti. Questo significa che, depositando denaro in un Conto Deposito, il titolare può guadagnare interessi sul suo saldo nel tempo.
- Limitazioni alle Transazioni: A differenza dei conti correnti, i Conti Deposito spesso hanno limitazioni sul numero di transazioni che si possono effettuare in un determinato periodo. Questo può includere limiti sui prelievi o sui trasferimenti ad altri conti.
- Vincoli Temporali: Alcuni Conti Deposito hanno un vincolo temporale, il che significa che il denaro deve rimanere nel conto per un periodo di tempo prestabilito per poter beneficiare dei tassi di interesse concordati. Rompere il vincolo prima della scadenza può comportare penalità o la perdita degli interessi accumulati.
- Sicurezza: I fondi depositati in un Conto Deposito sono generalmente considerati sicuri. Nell’Unione Europea, per esempio, esiste un sistema di garanzia dei depositi che protegge i depositi bancari fino a un certo importo (di solito 100.000 euro per depositante per banca).
- Fiscalità: Gli interessi guadagnati su un Conto Deposito sono solitamente soggetti a tassazione. La tassazione può variare a seconda della legislazione del paese in cui si trova la banca.
- Assenza di Strumenti di Pagamento: A differenza dei conti correnti, i Conti Deposito di solito non offrono strumenti di pagamento come carte di debito o assegni. Sono destinati principalmente ad essere un luogo per conservare e far crescere i risparmi, piuttosto che per gestire le transazioni quotidiane.
In sintesi, un Conto Deposito è un’opzione bancaria che può essere utile per coloro che desiderano mettere da parte del denaro e guadagnare interessi in un ambiente relativamente sicuro, senza la necessità di accedere frequentemente a quei fondi.
Diritto di uno Stato a fare un prelievo forzoso sui Conti Correnti o Conti Deposito dei cittadini
Uno Stato può decidere di effettuare un prelievo forzoso sui Conti Correnti o Conti Deposito dei cittadini in circostanze eccezionali, solitamente come misura per affrontare una crisi finanziaria grave o per stabilizzare l’economia nazionale. Questa misura è estremamente controversa e viene generalmente vista come un’ultima risorsa, a causa delle potenziali ripercussioni negative sulla fiducia dei cittadini e degli investitori. Ecco alcuni motivi per cui uno Stato potrebbe ricorrere a un prelievo forzoso:
- Crisi del Debito Pubblico: Se uno Stato si trova in una situazione in cui il debito pubblico è insostenibile e non è in grado di ottenere finanziamenti sufficienti attraverso i mercati o attraverso aiuti internazionali, potrebbe ricorrere a un prelievo forzoso come misura per ridurre il debito.
- Salvataggio delle Banche: In caso di crisi bancaria, dove c’è il rischio che un gran numero di banche fallisca, uno Stato potrebbe decidere di utilizzare i fondi dei depositanti per salvare le istituzioni finanziarie. Questo è talvolta chiamato “bail-in”, a differenza del “bail-out” che utilizza denaro pubblico.
- Mancanza di Liquidità: In situazioni in cui c’è una grave carenza di liquidità nello Stato e non è possibile stampare più moneta senza causare iperinflazione, un prelievo forzoso può essere visto come un modo per reperire fondi urgentemente necessari.
- Protezione della Valuta Nazionale: In alcuni casi, un prelievo forzoso può essere utilizzato come misura per proteggere il valore della valuta nazionale, riducendo la quantità di moneta in circolazione.
- Ristrutturazione Economica: In circostanze eccezionali, uno Stato potrebbe vedere un prelievo forzoso come parte di un piano più ampio per ristrutturare l’economia, riducendo l’indebitamento e reallocando risorse.
È importante notare che un prelievo forzoso sui conti bancari è una misura estrema che tende ad erodere la fiducia dei cittadini nel sistema finanziario e nello Stato. Questo può portare a conseguenze negative a lungo termine, come la fuga di capitali e la riluttanza degli investitori a investire nel paese. Inoltre, ci sono questioni etiche e legali associate al prelievo di fondi dai conti dei cittadini senza il loro consenso. Pertanto, l’uso di tale misura viene generalmente considerato con grande cautela e spesso accompagnato da misure di protezione per i depositanti più vulnerabili.
Anche in Italia è TEORICAMENTE possibile un prelievo forzoso dai Conti dei cittadini
Teoricamente, un prelievo forzoso dai conti bancari dei cittadini potrebbe avvenire in qualsiasi paese, inclusa l’Italia, se ci fosse una crisi economica o finanziaria estrema che richiedesse misure drastiche. Tuttavia, ci sono diversi fattori che renderebbero una tale azione altamente improbabile o, se dovesse accadere, soggetta a diversi controlli e restrizioni:
- Regolamentazione Europea: L’Italia fa parte dell’Unione Europea e dell’Area dell’Euro, il che significa che è soggetta alle leggi e regolamentazioni finanziarie europee. Queste regole tendono ad essere molto protettive dei depositanti e includono sistemi di garanzia dei depositi che proteggono i depositi fino a un certo importo ( 100.000 euro in Italia) .
- Risposta Politica: Un prelievo forzoso sui depositi bancari sarebbe estremamente impopolare tra i cittadini e potrebbe avere gravi ripercussioni politiche. È probabile che i responsabili politici esplorino tutte le altre opzioni disponibili prima di considerare una misura così estrema.
- Aiuti Internazionali: In caso di crisi, l’Italia avrebbe anche accesso a supporto internazionale attraverso istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale o il meccanismo europeo di stabilità. Queste risorse potrebbero essere utilizzate per stabilizzare l’economia senza ricorrere a misure interne drastiche.
- Ripercussioni Economiche: I responsabili politici e i regolatori sono consapevoli che un prelievo forzoso potrebbe avere gravi ripercussioni economiche a lungo termine, come la perdita di fiducia nel sistema bancario e la fuga di capitali. Questo rende tale misura meno attraente.
Detto ciò, la storia economica è imprevedibile e le circostanze possono cambiare. Tuttavia, un prelievo forzoso dai conti bancari dei cittadini sarebbe una misura estrema che verrebbe considerata solo in circostanze eccezionali e con grande cautela, data la complessità del sistema economico e le potenziali conseguenze di una tale azione.
Cosa potrei fare per tutelarmi da un prelievo forzoso dei conti correnti
Proteggere i propri risparmi da un potenziale prelievo forzoso richiede una pianificazione finanziaria prudente e la diversificazione degli investimenti. Ecco alcune misure che si potrebbero prendere per mitigare il rischio:
- Diversificare gli Investimenti: Non mantenere tutti i tuoi risparmi in un unico conto corrente o deposito. Diversifica i tuoi investimenti in diversi strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento, o immobili.
- Conti Esteri: Considera l’opzione di aprire un conto bancario in un altro paese con un’economia stabile. Questo può offrire una protezione aggiuntiva in caso di problemi economici nel tuo paese di residenza.
- Oro e Metalli Preziosi: Alcuni investitori considerano l’oro e altri metalli preziosi come un rifugio sicuro in tempi di instabilità economica. Potresti considerare di acquistare oro fisico o investire in fondi che tengano traccia del prezzo dell’oro.
- Valute Estere: Detenere una parte dei tuoi risparmi in valute estere può offrire una protezione contro l’instabilità economica e il rischio di prelievi forzosi nel tuo paese.
- Assicurazione sui Depositi: Assicurati che i tuoi conti siano presso banche coperte da un sistema di garanzia dei depositi. In molti paesi, compresi quelli dell’Unione Europea, esistono sistemi che proteggono i depositi fino a un certo limite.
- Ridurre l’Esposizione a Debito: Avere un elevato livello di indebitamento può essere rischioso in tempi di instabilità economica. Lavora per ridurre il tuo debito e mantenere un bilancio personale sano.
- Mantenere Liquidità: Tenere una parte dei tuoi risparmi in forma liquida, come denaro contante, può essere utile in caso di restrizioni bancarie o prelievi forzosi.
- Mantenere Informate: Rimani informato sulle condizioni economiche e sii pronto ad adattare la tua strategia di investimento in base ai cambiamenti nel mercato.
- Consultare un Esperto: Consulta un consulente finanziario per aiutarti a sviluppare una strategia di investimento che tenga conto dei rischi, compreso il rischio di prelievo forzoso, e che sia in linea con i tuoi obiettivi finanziari e il tuo profilo di rischio.
È importante notare che tutte le strategie di investimento e di protezione dei risparmi comportano dei rischi, e nessuna strategia può garantire una protezione completa da eventi economici imprevedibili. Tuttavia, attraverso una gestione finanziaria prudente e la diversificazione, si può lavorare per mitigare i rischi e proteggere il patrimonio.
Approfondimenti sul funzionamento del prelievo forzoso:
Per prelievo forzoso, si intende una misura d’emergenza a cui un Governo può ricorrere per affrontare gravi o imminenti periodi di crisi economica. Previsto come fonte di liquidità aggiuntiva, è considerato una tassa sul patrimonio nei conti correnti.
Come il nome lascia intuire, permette allo Stato di prelevare somme dai conti correnti senza preavviso e senza il consenso dei correntisti, su base percentuale calcolata sul totale dei patrimoni disponibili assoggettabili. Viene stabilita anche una soglia sotto la quale non può essere effettuato.
Seppur simile, il prelievo forzoso è considerato erroneamente un sinonimo di bail-in, ma sono due procedure differenti: mentre il primo è un’operazione rivolta indistintamente a tutti i correntisti, il secondo è un prelievo che grava sulle liquidità superiori ai 100.000 euro, non rimborsabili se provenienti da banche in dissesto finanziario o incapacità da parte di azionisti e obbligazionisti di recuperare le perdite.
Sia tecnicamente che nella pratica si tratta di una tassa patrimoniale, cioè una tassa sul patrimonio come lo è l’IMU.
Anche se questo termine “Patrimoniale” viene utilizzato da alcune forze politiche per esprimere una teorica tassa solo sui capitali delle persone più ricche.
Questo non è completamente esatto perchè potrebbe essere incostituzionale, in quando la Costituzione italiana all’articolo 53 è chiara in questo: le tasse devono pagarle TUTTI in modo proporzionale alle proprie capacità contributive. La Costituzione continua dicendo che le tasse vanno pagate in modo progressivo ( cioè chi guadagna di meno pagherà un’aliquota inferiore e chi guadagna di più dovrà pagare un’aliquota più alta). In modo progressivo, appunto.
Quindi in caso di prelievo forzoso sui conti correnti, questo prelievo dovrebbe esserci su TUTTI i conti correnti, non solo quelli più alti, questo sempre parlando in modo ipotetico.
Tipi di Imposta Patrimoniale attualmente in atto:
- Imposta su successione o donazione
- IMU e TASI
- Imposte catastali ed ipotecarie
Come evitare il prelievo forzoso
Il provvedimento ancora non esiste, non è stato emanato e quindi per il momento possiamo fare solo delle ipotesi.
Qualora venisse effettuato però, il Governo si assicurerà che tutti i conti correnti nazionali siano assoggettati al prelievo. Esistono però dei modi per evitare la manovra, perfettamente legali, per diminuire gradualmente i propri risparmi in un unico prodotto e suddividerli altrove:
Qualcuno dice che trasferire liquidità su più conti correnti senza raggiungere i 5.000 euro o su conti deposito vincolati con giacenze inferiori a 5.000 euro potrebbe aiutare, ma siamo nel 2023, tutti i conti correnti sono digitalizzati e all’Agenzia delle Entrate baserebbe poco per fare un semplice calcolo , riunire tutti i conti correnti intestati alla stessa persona , fare la somma e trarne la percentuale da prelevare. Quindi secondo Noi avrebbe poco senso aprire tanti piccoli conti correnti.
Altro discorso è invece quello dei soldi investiti in strumenti finanziari che per essere dismessi devono avere per forza il consenso del proprietario. In effetti, guardando al passato il prelievo del 1992 avvenne SOLO su conti correnti, cioè la cosa più semplice da fare. Ecco perchè un modo per evitarlo è investire quasi tutti propri risparmi che si hanno sul C/C bancario.
- Investire
- In Titoli di Stato
- In obbligazioni
- In azioni
- ETF e/o Fondi Comuni
- In oro o altri beni rifugio
Soluzione più semplice, ma meno conveniente, sarà mantenere attivo il proprio conto corrente senza eccedere col denaro depositato: così facendo si ridurrà semplicemente la liquidità prelevabile dall’operazione, ma al tempo stesso si difenderà la ricchezza rimanente dall’erosione inflazionistica.
Quando c’è stato il prelievo forzoso in passato e perchè è avvenuto?
Prima e unica volta che lo Stato Italiano effettuò il prelievo forzato risale al d.l. 133/1992 del Governo Amato I. Era il 13 settembre 1992 quando vennero assoggettati conti correnti, conti deposito e libretti risparmio con una tassazione al 6‰ ( sei per mille ) che sconvolse le ricchezze degli italiani assieme al temuto aumento dell’IVA (che sarebbe passata dal 19% al 20% solo nel 1997).
Quello dei primi anni ’90 era un contesto ambiguo e pieno d’incognite, caratterizzato da:
- Lira a continuo rischio svalutazione
- Tassi d’interesse elevati
- Marco tedesco particolarmente forte
- Difficoltà d’accesso al credito per le imprese
- Declassamento dell’Italia da Moody’s
Deciso dal Ministro della Finanza Giovanni Goria, il prelievo era mirato a raccogliere 8 miliardi di lire, che sarebbero rientrati nella manovra finanziaria da 30 miliardi per riallineare la situazione della lira; nei giorni successivi segnava -7% sul marco tedesco, valuta di riferimento europea, seguito da un ulteriore -25% che portò alla sospensione della moneta italiana dall’allora Sistema Monetario Europeo.
Col verosimile rischio di recessione, i cittadini vissero un momento estremamente difficile, tra trasferimenti di capitali in Svizzera e recupero di denaro dai conti correnti per salvarlo dal prelievo forzoso. Sarà un’emissione di Buoni del Tesoro da 47.000 miliardi a salvare la situazione ad ottobre.
Come lo Stato potrà fare un prelievo forzoso sui conti correnti
Davanti all’attuale situazione pandemica e bellica, secondo Bankitalia a giugno scorso il debito pubblico si attesta a 2.766,4 miliardi di euro, massimo storico, circa +160% rispetto al PIL e +1,9% rispetto a inizio anno.
Inoltre, secondo il MEF, le varie misure anticrisi sono costate circa 220 miliardi di euro dal 2020, in particolare:
- Decreto Cura Italia, 20 miliardi
- Decreto Liquidità, 0,1 miliardi
- Decreto Rilancio, 55,3 miliardi
- Decreto Agosto, 24,9 miliardi
- Decreto Ristori, 3,3 miliardi
- Decreto Ristori bis, 1,6 miliardi
- Decreto Ristori ter, 0,4 miliardi
- Decreto Ristori quater, 8 miliardi
- Decreto Sostegni, 32 miliardi
- Decreto Sostegni bis, 40 miliardi
- Decreto Sostegni ter, 2,6 miliardi
- Decreto Aiuti, 14,3 miliardi
- Decreto Aiuti bis, 17 miliardi
Secondo diversi siti di economia, in uno scenario così negativo economicamente, il prelievo forzato sui conti correnti e depositi potrebbe assoggettare i depositi ad un verosimile 10‰ ( 10 per mille, cioè l’1%) , che indicherebbe una trattenuta di 10,00 euro su 1.000 o 100,00 euro su 100.000, cosa che graverà su tutti i correntisti nazionali.
La Nostra opinione su un eventuale prelievo forzoso sui conti correnti
Secondo la Nostra opinione un prelievo forzoso dai conti correnti in Italia in questo momento non è verosimile, cioè c’è una una possibilità vicino allo 0% che lo Stato italiano usi questo strumento per delle semplici considerazioni storiche ( la brutta esperienza del 1992) e di macroeconomia.
Nel momento in cui in uno Stato ci fosse un prelievo forzoso dell’1% dai conti correnti, la fiducia dei consumatori nel sistema bancario ne sarebbe fortemente compromessa,
Per carità, l’1% di un capitale è poco, ma poi CHI ci garantisce che tra qualche mese non ci sarà un altro prelievo?
Ecco allora che ci sarebbe una FUGA DI CAPITALI ALL’ESTERO, specialmente di operatori economici stranieri che sarebbero facilitati nel chiudere tutto e spostare tutte le loro attività dove già ce le hanno e dove non esistono i prelievi forzosi, con conseguente perdita di molti posti di lavoro.
Ci sarebbe una fuga di capitali anche di risparmiatori italiani e anche di PICCOLI risparmiatori italiani, che farebbero del tutto per portare all’estero i loro risparmi, in banche sicure dove non ci sono questi prelievi forzosi ed oggi non c’è più nemmeno bisogno di andare in Svizzera o altri “paradisi fiscali” come si diceva un tempo, bastano semplici trasferimenti di capitali online verso banche sicure operanti in veri paradisi fiscali.
Perchè è questo quello che farà una gran parte di coloro che hanno tanti risparmi da parte.
Prima che questi capitali torneranno in Italia poi, passerebbe molto tempo e nel frattempo la Nostra economia ne avrebbe un danno molte volte più grande di quello di aver tolto un uno per cento dai conti di persone facoltose.
A conti fatti, nell’odierno contesto e davanti alle varie criticità economiche e politiche non si hanno certezze che un nuovo Governo prenda la decisione di un prelievo forzoso, al contrario sembra una previsione alquanto irreale, col rischio di default finanziario come quello sfiorato nel 1992.
In ogni caso, è sempre importante conoscere il rischio anticipatamente e capire cosa fare se un giorno tutto ciò dovesse avverarsi.
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