Cosa sono gli SWAP, guida ai Contratti Derivati

Cosa sono gli SWAP? Sono dei contratti derivati con il quale due parti si scambiano dei strumenti finanziari di qualche tipo, allo scopo di riuscire – ad esempio – ad abbassare i costi di un finanziamento, o in generale, per tutelarsi contro i rischi collegati alle fluttuazioni dei cambi, andamento dei tassi di interesse, eventi di default che possono colpire una certa “entità” sottostante (società, Stati, etc.), ma andiamo a conoscere meglio cosa sono gli SWAP.
La negoziazione di tali contratti viene trattata su mercati elettronici (online)in modalità OTC, ossia in mercati non regolamentati.
Cerchiamo di comprendere le ragioni di utilizzo di uno SWAP, per successivamente approfondire.

L’operatore che decide di stipulare un contratto di swap online, molto spesso, lo fa per finalità di speculazione, scommettendo, quindi, sulle movimentazioni/fluttuazioni dei cambi relativi a valuta estera, variazioni dei tassi (nei finanziamenti) etc.

Cosa sono gli Swap: le varie tipologie tipologie

Una tipologia di tali contratti è molto particolare, si tratta del credit default swap, che nient’altro è che un contratto swap stipulato per “proteggersi” dal rischio di default di una controparte individuata. La “scommessa” fatta con la stipula di tale ultimo swap permette all’investitore di lucrare sullo strumento di protezione acquisito, e riguardante un asset sottostante, riuscendo sovente a rivendere lo swap in un data successiva, ad un prezzo maggiore di quello d’acquisto, incassando la differenza a suo favore.

L’utilizzo di un contratto swap, con finalità puramente speculativa, può comportare una amplificazione dei profitti, ma anche delle perdite, grazie al ben noto concetto di leva finanziaria, che permette di ottenere risultati maggiori rispetto al capitale investito.

Cosa sono gli SWAP, guida ai Contratti Derivati

Cosa sono gli SWAP e conviene investire in swap?

L’utilizzo dello swap (online) con finalità di protezione contro eventi di default, riferibili ad una entità sottostante al contratto, si è sviluppata in seguito all’inizio della ben nota crisi economica partita dagli USA, e poi diffusasi a livello mondiale, dal 2007 per poi conoscere una fase espansiva notevole. Perché? Prima della crisi non esistevano strumenti idonei ad offrire protezione per i casi di default; gli eventi finanziari di mercato hanno permesso a tale contratto di affermarsi, con utilizzi molteplici, per arrivare alla costituzione di un mercato degli swap molto liquido, con molte contrattazioni.
Altra possibilità offerta dalla stipula di un contratto swap (online) è rivolta alle aziende, o a società (in un contesto generale) per “proteggersi” dai rischi connessi ad operazioni di finanziamento, e nella fattispecie variazione dei tassi di interessi (costo del finanziamento). Il funzionamento di un interest rate swappermette alla parte che ha stipulato il contratto derivato, di bilanciare il rischio legato al finanziamento (interessi periodici a tasso fisso, o variabile), con il pagamento di flussi (di interesse) di segno e tipologia opposta (ad esempio scambio del tasso fisso con cui il finanziamento è stipulato, con un tasso variabile legato a parametri definiti).
Con la stipula di un contratto swap online, è possibile che istituzioni finanziarie operino come traders diretti al fine di avvalersi di entrate/uscite periodiche. L’utilizzo dello swap, in tali fattispecie, viene definito plain vanilla. La possibilità di operare con contratti swap come traders, come sopra ricordato, da parte di singoli privati permette loro di “speculare” sulla base di previsioni di periodo. L’utilizzo dello swap, in tale caso, esorbita dall’utilizzo classico dello strumento derivato, comportando che il privato, o la società, sappia trarre dalle informazioni di mercato quel plus che permette loro di realizzare profitti. La ragione per cui un investitore preferisce stipulare tali contratti, rispetto all’acquisto di una classica azione/obbligazione, è legata alle chances di profitti maggiori e rapidi rispetto allo standard.
Come premesso gli swap online vengono trattati in mercati non regolamentati (OTC), di norma tramite Brokers/intermediari nazionali, o meno, abilitati. L’operatività online è molteplice come tipologia di contratti stipulabili. Vediamone alcuni, anche se l’evoluzione ne prevede molteplici.
  • Interest rate swap: è un contratto swap (di scambio) dove le controparti scambiano flussi periodici di denaro legati a tassi di interesse (una controparte è indebitata a tasso fisso, l’altra a tasso variabile) rapportati ad un capitale (valore nozionale).
  • Swap su divise(currencies): è un contratto in cui le parti scambiano (swap) capitale ed interessi espressi in una divisa, con capitale ed interessi in una divisa differente.
  • Credit default swap (CDS). Dagli accenni precedenti, tali strumenti derivati sono contratti di scambio dove due controparti (con interessi contrapposti) acquistano, o vendono “una protezione” su un asset sottostante a protezione dell’evento default.
  • Domestic currency swap. Sono contratti derivati di scambio, con scadenza a termine (forward), riferite ad asset originari (divise differenti), e con un tasso di cambio predeterminato. A scadenza, le controparti scambiano le differenze riferite alla quotazione delle divise rilevate in fase di stipula contratto, con quelle rilevate a scadenza.
  • Equity swap. Sono contratti derivati di scambio, in cui i guadagni in conto capitale (riferiti ad un indice azionario) sono scambiati con un tasso fisso, o variabile.

Accenni sul regime fiscale dei contratti SWAP.

Il nostro legislatore ha, sostanzialmente, optato per un regime identico di trattazione fiscale dei contratti derivati. Un Broker, o intermediario finanziario che cura l’operazione per conto delle controparti, deve in primis rispettare la normativa comunitaria sulla Mifid. Per quanto concerne il trattamento fiscale dei proventi derivanti da tali contratti, si prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva pari al 26% che devono essere dichiarati in appositi riquadri del modello Unico.
Esistono due regimi fiscali cui poter optare. Il regime fiscale sostitutivoprevede che, ogni qualvolta venga realizzata una plusvalenza (guadagno), è a cura dell’intermediario finanziario calcolare l’imposta dovuta, e versarla al Fisco. Il contraente viene esentato, in tal caso, di ogni adempimento fiscale.
L’altro regime viene definito dichiarativo. In tal caso, è a cura diretta della controparte che ha realizzato una plusvalenza su operazioni di swap online provvedere al versamento di quanto dovuto al Fisco. Nella redazione della dichiarazione dei redditi, il soggetto, che opta per il regime dichiarativo, sulla base di tutti i profitti, o perdite conseguite nell’anno solare di riferimento, determinerà il relativo sbilancio. Su tale somma provvederà a calcolare il 26% che dovrà essere liquidato in fase dichiarativa dei redditi.

 

Oltre la determinazione delle plusvalenze (tassabili), o minusvalenze da recuperare (anni 4 nella posizione fiscale individuale per decurtare le future plusvalenze), un soggetto che ha stipulato contratti derivati con intermediari finanziari che hanno sede fuori dal territorio italiano, deve provvedere alla dichiarazione in modello Unico (quadro RW). I valori dichiarati sono soggetti ad IVAFE (imposta sul valore di attività finanziarie detenute all’estero) per il 2 per mille.

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Autore

  • massimiliano biagetti

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.